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La memoria, che affare!

Georgia Garritano

Il mercato dello storage è tra i più redditizi dell'industria hi-tech: solo in Europa cresce dell'8 per cento all'anno

Dati, dati, dati. L'archiviazione dei miliardi di bit che formano testi, immagini, suoni e video scambiati tra le reti informatiche sta diventando un'operazione sempre più complessa e, al tempo stesso, un affare sempre più vantaggioso.
Nonostante le difficoltà economiche dell'ultimo anno abbiano costretto le aziende a contrarre le spese per questo tipo di servizi, lo storage rappresenta, infatti, uno dei business più redditizi dell'information technology.

Secondo uno studio pubblicato da International data corporation a fine 2001, il mercato mondiale dei sistemi di storage esterni vale oltre 17 miliardi di euro (33mila miliardi di lire) ed entro il 2003 dovrebbe aumentare del 5,2 per cento.
Solo in Europa, secondo le proiezioni elaborate dalla stessa società di ricerca, i servizi di immagazzinamento dati supereranno entro il 2005 gli 11 miliardi di euro (22mila miliardi di lire), con un tasso di crescita annuo dell'8 per cento.
"Questo mercato è ormai diventato strategico" - commenta Lionel Lamy, ricercatore capo di Idc Europe. Gli investimenti nel settore, infatti, aumentano di pari passo con l'incremento dei volumi delle informazioni gestite dalle aziende, informazioni spesso di tipo multimediale che richiedono architetture complesse e affidabili.

Le crescenti esigenze di archiviazione delle informazioni, inoltre, stanno spingendo la ricerca informatica verso tecnologie di compressione e di memorizzazione sempre più avanzate allo scopo di riuscire a conservare sempre più dati in sempre meno spazio e a costi sempre più bassi.
Se fino a un anno fa, secondo un'indagine condotta da Strategic Research su un campione di aziende nordamericane, un data center ospitava in media 315 gigabyte di dati già nel 2003 si arriverà a 1255. Ma per il prossimo futuro si possono ipotizzare traguardi ancora più ambiziosi: un gruppo di ricercatori dell'Università di Keele, in Gran Bretagna, ha dichiarato, infatti, che presto si potranno stipare in un chip come quello delle carte di credito oltre 10 terabyte di dati, una quantità 400 volte superiore a quella contenuta nei più capaci hard disk dei computer.
A scendere saranno invece i prezzi: se nel 1988 un megabyte di spazio su disco costava più di 11 dollari, oggi quello stesso megabyte costa meno di 5 centesimi.

La tendenza dominante del settore vede la progressiva evoluzione verso lo storage di rete che, secondo Gartner, assorbirà nel 2004 i due terzi degli investimenti aziendali in tecnologie informatiche. Tra le architetture San (Storage area network) e Nas (Network attached storage) la prima sembra destinata a prevalere: già negli ultimi due anni la spesa complessiva per questo tipo di architetture è derivata per l'80 per cento circa da investimenti in sistemi San e per il restante 20 da investimenti in area Nas. Nel 2005 la spesa mondiale per le reti San supererà i 50 miliardi di dollari contro i 10 destinati alle tecnologie Nas.

Si prevede, infine, che nel giro di un triennio ci sarà una drastica selezione tra gli operatori: la maggior parte è destinata a scomparire e il business mondiale sarà spartito tra pochissimi competitori. Secondo i dati dell'ultimo rapporto Idc (2001 disk storage systems Forecast and analysis), l'attuale leader nel settore dello storage esterno, Emc, detiene una quota di mercato del 25,3 per cento, seguito da Ibm (11,6) e Compaq(11). La stessa compagnia prevale anche nello storage di rete, che include architetture San e Nas, anche se, secondo i dati forniti da Dataquest, nell'area Nas il primato va a Network Appliance che domina, inoltre, il segmento emergente del caching.