Dove vanno i dati?
Georgia Garritano
Guida essenziale ai sistemi di storage
Orientarsi tra le tecnologie hardware e software per la memorizzazione dei dati non è semplice. Cominciamo dalla definizione.
Cos'è lo storage? Con l'espressione storage esterno si indica la memoria esterna o secondaria rispetto a quella centrale o primaria del computer.
La memoria primaria è collegata alla Cpu e conserva le informazioni da elaborare e i relativi risultati, oltre alle istruzioni necessarie a elaborare le informazioni. È composta da memorie Ram (Random access memory) e Rom (Read only memory).
Fino a qualche anno fa la funzione di storage, cioè di memorizzazione, era incorporata nel server ma questa modalità presenta dei limiti dal punto di vista della flessibilità, dell'accessibilità, delle prestazioni e della sicurezza. Si sono, quindi, diffusi altri tipi di storage.
La memoria esterna può essere supportata da vari mezzi di memorizzazione, tra i quali nastri e dischi.
Nastri Per quanto riguarda le tecnologie a nastro, le più usate sono:
1) DAT (Digital audio tape): formato nato per l'audio, consiste
in nastri dell'altezza di 4 mm. Nel 1988 Sony e Hp hanno sviluppato
il DDS (Digital data storage) che permette di utilizzare il DAT
anche per il salvataggio dei dati.
2) DLT (Digital linear tape): tecnologia sviluppata da Digital,
offre, nelle versioni più evolute, una capacità tra i 35 e gli 80
GB.
3) Travan: tecnologia sviluppata da Imation nel '90, consiste
in cartucce larghe 3,5 pollici con una capacità variabile tra 400
MB e 4 GB
4) 8 mm: sistema di registrazione, nato per il video, con
capacità dai 2,3 ai 50 GB.
Dischi I sistemi di storage su disco utilizzano rack (strutture modulari) di hard disk sui quali effettuare l'archiviazione dati di uno o più server.
Nel 1987 presso l'Università di Berkeley è stata sviluppata la tecnologia Raid (Redundant arrays of independent disks) che prevede l'uso di molti hard disk visti dai computer in rete come uno solo. I dati vengono salvati in locazioni diverse e in varie copie in modo da garantire la continuità d'uso in caso di guasti singoli o multipli.
Alle tecnologie hardware si affiancano quelle software: occorrono, infatti, applicazioni che permettano di gestire grandi quantità di dati, di diverso tipo e provenienza.
L'efficienza di un sistema di storage - cioè la rapidità di memorizzazione e consultazione - dipende, dunque, dalle infrastrutture di collegamento ed è su queste che si è incentrata, in particolare, la ricerca negli ultimi anni.
Reti L'evoluzione di questo settore sta vedendo una crescente affermazione dello storage di rete o networking storage.
In questo segmento (destinato, però, ad assorbire presto quasi tutto il mercato) sono disponibili varie architetture, tra le quali i sistemi SAN e NAS.
SAN (Storage area network) è una rete ad alta velocità che interconnette, mediante la tecnologia di trasmissione Fibre channel, unità di memoria di diverso tipo, come librerie automatizzate di nastri e array (schiere) di dischi e le rende accessibili da qualsiasi punto. In pratica è una "rete nella rete", una rete di dispositivi storage indipendenti dalla Lan (rete locale).
NAS (Network attached storage) è un dispositivo che opera come file server (cioè fornisce file ai client) collegandosi alla rete locale (Lan, Local area network).
Le due tecnologie, che possono coesistere, hanno diverse caratteristiche e funzioni: Le configurazioni Nas hanno costi modesti e sono facili da installare, tuttavia possono trasportare una quantità limitata di dati e occupano la banda della rete locale. Le San, invece, sono costose e di complessa realizzazione ma garantiscono maggiore scalabilità e velocità e la distribuzione dei dati a tutti i nodi.
Inoltre si stanno evolvendo sempre di più le soluzioni caching che consentono di velocizzare l'accesso alle informazioni distribuendo copie delle informazioni più richieste in locazioni più vicine agli utenti.
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