Rubrica
Biotecnologie
di Antonio Caronia
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Nella giornata di ieri a Messina sono state
ricoverate due donne che abitavano in una delle case ricostruite dopo il terremoto del
2019. L'ospedale "Madre Teresa", in un comunicato, ha parlato di "episodi
psicotici" provocati dall'ambiente che si crea nelle case ricostruite dal cosiddetto
"batterio muratore": le due donne, che si sono ferite dopo aver aggredito alcuni
vicini, sembravano infatti sconvolte dai movimenti delle pareti e delle scale del loro
palazzo.
È la prima volta che prendono corpo le preoccupazioni espresse dalle organizzazioni
ambientaliste e da alcuni psicologi quando l'Italia, cinque anni fa, diede incarico alla
GeneBuilding di ricostruire Messina distrutta dal terremoto. L'ingresso delle
biotecnologie nell'edilizia è stato sinora la loro applicazione più rivoluzionaria, ma
anche la più sconcertante. Il "batterio muratore" suscitò preoccupazioni e
controversie fin dal momento della sua scoperta da parte del biologo americano Mitch
Carnell, nel 2012.
Questo batterio ha la capacità di attaccare
e riorganizzare la materia inorganica, e una sua versione modificata, prodotta pochi anni,
fa può costruire dei veri e propri "edifici organici" partendo da mucchi di
materiali eterogenei. È molto adatta, quindi, a ricostruire case o interi quartieri
distrutti da crolli o da terremoti. Alcuni psicologi, però, hanno subito avanzato la
preoccupazione che gli esseri umani potessero sentirsi a disagio nell'abitare case che si
modificano col tempo, anche se di poco, case che non hanno una forma del tutto definita,
che sono insomma, da un certo punto di vista, "vive". |
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