Mercoledi' 7 marzo 2001

Revisione testi a cura della redazione internet di MediaMente

Il fenomeno hacker

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Qualche numero
- Ma chi sono gli hacker?

Hack the planet

Hacker: fanatici sì, ma con ingegno (e tanta cooperazione)

Il software da guardia

Addio carta di credito

Il pirata "etico"

I laboratori degli hacker sociali


Hack the planet

Delle imprese degli hacker di solito si sa molto poco. Se ne sa poco perché gli enti attaccati hanno qualche resistenza a confessare la fragilità dei propri sistemi, e se ne sa poco anche perché gli hacker seri non hanno forte aspirazioni alla notorietà. Quella è roba da principianti. Quando di hacker si parla, insomma, è perchè qualcosa che sembra eclatante è arrivato alle orecchie dei media, il tema intriga, il pubblico è interessato e, in breve, si monta un caso.

www.cnn.com/2000/TECH/computing/04/18/hacker.arrest.01
E' quello che è successo poco più di un anno fa quando nel giro di pochi giorni i siti web di alcune grandi compagnie statunitensi sono stati messi in ginocchio. Yahoo, Cnn, etrade, eBay, Amazon, Excite. In pratica tutto il salotto bene della new economy americana. L'attenzione è tutta su un ragazzino canadese, il suo soprannome è 'mafiaboy'.

news.cnet.com/news/0-1006-200-4837854.html?tag=mn_hd
Intorno alla metà di febbraio 2001, ecco una replica degli eventi dell'anno precedente. Un gruppo di hacker (ammesso che sia davvero un gruppo), nome in codice Sm0ked Crew, assalta una serie di siti e ne fa un defacement, cioè ne sostituisce la home page con una versione, diciamo così, 'autopromozionale'. Cadono anche stavolta vittime illustri: Hp, New York times, Avis, Compaq, Altavista, Intel, Disney, Go e altri ancora.

www.attrition.org
La lista completa la fornisce attrition.org, sito dedicato al monitoraggio delle imprese hackeristiche e all'informazione di settore, all'interno del quale potete trovare anche le versioni "alternative" delle home page piratate.

Ma il web è solo la parte più esposta. Chi attacca questo genere di siti lo fa in massima parte per narcisismo. Le vere sfide sono altrove. Nonostante ciò i due casi hanno una differenza fondamentale: nel primo caso l'attacco aveva messo in ginocchio alcuni siti web impedendone la comunicazione con l'esterno, senza, però, violarne i sistemi.

abcnews.go.com/sections/tech/DailyNews/cyberattacks_archive.html Il tipo di attacco usato in quell'occasione, il cosiddetto Ddos (Distributed denial of service), consisteva in buona sostanza nel sommergere un server Web di miliardi di richieste contemporanee fino a farlo saturare e mandarlo in tilt. Un giochetto che ogni lamer, cioè ogni hacker in erba, sarebbe in grado di fare

Nel secondo caso invece si è trattato di una intrusione a tutti gli effetti e nel caso del NY times anche particolarmente sofisticata. Sostituire una pagina con un'altra significa accedere ad un file system con i privilegi necessari a rimuovere un file e copiarne di nuovi. Le strategie d'attacco qui possono essere le più diverse ma richiedono un ampio patrimonio di conoscenze.