Corso 6 - Introduzione a Internet

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Modulo 1: Come funziona Internet
Modulo 2: Collegarsi ad Internet e usare la posta elettronica
Modulo 3: Muoversi nella rete 1
Modulo 4:  Muoversi nella rete 2
Modulo 5: Internet per fare 1
Modulo 6:  Internet per fare 2
Modulo 7:  Banca e finanza in rete
Modulo 8: Inserire informazione in rete
Modulo 9: Ipertesti, lo stile della rete
Modulo 10: L'arte su Internet
Modulo 11: Internet e disabilità 
  Modulo 12: Pubblicare in rete
Modulo 13:  Internet per fare
Modulo 14:  Internet per la Pubblica Amministrazione

Introduzione a Internet
di Lauro Colasanti

 

Dodicesima dispensa

Pubblicare in rete

Sommario degli argomenti

  • Introduzione (1)

  • I principi fondamentali del World Wide Web (2)

  • Il linguaggio HTML (3)

  • Software che facilitano la scrittura del codice HTML (4)

  • Lo spazio in rete per il nostro sito (5)

  • Questioni di stile (6)

Video

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Introduzione

Fin dalla prima diffusione di Internet, utenti e studiosi del fenomeno hanno più volte sottolineato quella che a detta di molti rappresenta la sua caratteristica più interessante, e cioè la possibilità di abbattere la netta distinzione tra utente e autore, di creare un canale di comunicazioni in cui il ruolo di utilizzatore di informazioni e servizi creati da altri e quello di produttore in proprio di testi, informazioni e servizi non siano più così rigidamente separati. Eppure, malgrado la consapevolezza di questa possibilità teorica, la maggior parte di noi si limita ad utilizzare la rete come utente passivo di servizi offerti da altri e immagina che pubblicare dei propri testi in rete sia un'impresa al di sopra delle proprie possibilità, un'attività appannaggio di grandi aziende e pochi specialisti. Non è così. In questa breve dispensa introduttiva, vogliamo mostrare che i principi fondamentali su cui si basa il World Wide Web sono piuttosto semplici, che il linguaggio in cui sono costruite le sue pagine è piuttosto facile da imparare, che disporre di un proprio spazio in rete costa poco o nulla, e che quindi pubblicare in rete è un'attività alla portata di tutti. Certo non riuscirete subito a costruire delle pagine particolarmente complesse, ma con un po' di applicazione riuscirete senz'altro a pubblicare il vostro piccolo sito in rete in meno di una settimana. Nella prima sezione ci occuperemo dei principi fondamentali del World Wide Web; nella seconda del linguaggio HTML; nella terza dei software che facilitano la costruzione delle pagine web; nella quarta di come procurarsi dello spazio in rete che ospita le nostre pagine; e nell'ultima di alcuni aspetti avanzati della creazione di pagine web.

I principi fondamentali del World Wide Web

Malgrado rappresenti solo un sottoinsieme di Internet, il World Wide Web viene spesso confuso con la rete tout court. Ciò non stupisce: la facilità d'uso, la capacità di inserire all'interno dei suoi documenti elementi testuali, sonori e visivi, la possibilità di passare con un semplice click del mouse da un documento ad un altro hanno contribuito enormemente alla diffusione di Internet e ad avvicinare alla rete il grande pubblico.


 
[Grafico che mostra l'insieme Internet e i suoi sottoinsiemi/protocolli] 



La nascita del World Wide Web è piuttosto recente, risale al 1989, quando un fisico del centro informatico del CERN di Ginevra, Tim Berners Lee, concepì l'idea di un "sistema ipertestuale per facilitare la condivisione di informazioni tra i gruppi di ricerca nella comunità della fisica delle alte energie", e ne propose lo sviluppo al suo centro. Un anno dopo, nacquero tutti gli elementi indispensabili al funzionamento del World Wide Web: il linguaggio HTML, il protocollo HTTP, il concetto di browser e server.1

 

Ma vediamo con ordine gli elementi che troviamo alla base del funzionamento del World Wide Web:

1.      il linguaggio HTML, ovvero HyperText Markup Language, il linguaggio in cui sono scritte le pagine che compongono il Web;

2.      il server che ospita le pagine pubblicate;

3.      il protocollo di comunicazione http, ovvero HyperText Transfer Protocol, che regola il trasferimento delle pagine dal server al computer dell’utente.

4.      la rete di computer all’interno della quale viaggia l’informazione

5.      un programma cliente, il cosiddetto browser, che richiede l’informazione, interpreta il codice HTML ricevuto e visualizza la pagina sullo schermo dell’utente

[grafico che illustra il rapporto tra i vari elementi menzionati]

L’HTML, ovvero HyperText Markup Language, si serve di semplici caratteri ASCII per formattare il testo e gli altri elementi che possono comparire in un documento e dotarlo delle potenzialità ipertestuali (i famosi link). Tutto ciò viene realizzato inserendo nel documento dei tag o marcatori, ossia delle parole inglesi (o delle abbreviazioni di parole inglesi) racchiuse tra le parentesi acute “<” e “>”.  L’HTML non è quindi un vero linguaggio di programmazione, quanto piuttosto un linguaggio di marcatura; non fa altro che marcare, delimitare, una certa porzione del documento indicando al browser che quella porzione dovrà avere un aspetto particolare o una funzione particolare. Approfondiremo questi concetti nella sezione dedicata all’HTML.

Per essere accessibili da tutti, le pagine scritte in HTML devono essere ospitate su un computer sempre collegato alla rete e individuabile tramite un indirizzo univoco: il server. Quando aprite una pagina web con il vostro browser, troverete l’indirizzo della pagina che state visualizzando: la prima parte dell’indirizzo dopo “http://” individua il server che ospita la pagina visualizzata, per esempio, “www.mediamente.rai.it”. Dopo la barra “/”, ci sarà il resto dell’indirizzo che individua la pagina visualizzata all’interno del server – ovviamente un server ospita più di una pagina!

 

L’http, ovvero HyperText Transfer Protocol, è uno dei protocolli usati in Internet per scambiare dati tra i computer collegati. Il trasferimento delle pagine web dal server al computer dell’utente si basa su questo protocollo di comunicazione. Ecco il perché della sigla  “http://”  prima dell’indirizzo della pagina visualizzata: il computer server e il computer client stanno usando quel protocollo per dialogare.

Ovviamente i due computer non potrebbero dialogare se non ci fosse un collegamento tra di loro: la rete. Quasi mai il collegamento tra il computer server e quello dell’utente è diretto, ci sono molte altre stazioni intermedie su cui i dati devono transitare prima di passare da uno all’altro: i cosiddetti router; ma per il nostro discorso non è essenziale addentrarci sulle loro funzione.

Infine, sul computer dell’utente deve essere in funzionamento un programma cliente, il cosiddetto browser, che richiede l’informazione al server, interpreta il codice HTML ricevuto e visualizza in modo appropriato la pagina sullo schermo dell’utente.2  I browser più diffusi sono: Internet Explorer, Netscape Navigator, Opera, o Linx, un browser solo testuale.

 

Il linguaggio HTML

Come abbiamo già detto l’HTML è un linguaggio che formatta un documento utilizzando delle parole speciali tra parentesi acute “<” e “>”, i tag o marcatori. Le parole speciali sono espresse in caratteri ASCII, così come i riferimenti agli elementi non testuali che compaiono nel documento, per cui un documento HTML non è altro che un file testuale in ASCII, di “peso” piuttosto leggero e pubblico (nel senso che non utilizza un codice di formattazione proprietario, come per esempio Word). Dopo aver scritto il vostro primo documento in HTML con una sola frase, scrivete in Word, o qualche altro word processor sofisticato, la stessa frase e salvato il documento. Controllate le dimensioni del file in Word e quello in HTML. A proposito, i file HTML in genere hanno un estensione “htm” o “html”. Il file Word è composto da un numero di byte molto alto perché oltre ai caratteri che compongono la frase ci sono tutti i caratteri speciali che servono a formattare il documento in un modo esclusivo di Word. E’ da questo modo esclusivo di formattare un testo che nascono i problemi, quando si vuole far leggere un file creato da un word processor ad un elaboratore di testo differente. Il file HTML, invece, conterrà esattamente tanti byte quanto sono i caratteri del testo, più i caratteri che formano i tag; non ci saranno oscure modalità di formattazione di testo, solo testo e tag che potranno essere compresi da qualunque browser. Per scrivere un documento HTML ci si deve servire quindi di editor che permettono di salvarlo in solo formato testo, come Blocco Note di Windows.

L’HTML è un linguaggio di marcatura; delimita alcune porzioni del documento con un tag iniziale e un tag finale per far assumere a quella porzione un aspetto particolare o una funzione particolare. Per esempio, per visualizzare con un browser una pagina con la frase seguente:

Un caro saluto da tutta la redazione di MediaMente.

dove “caro” appare in grassetto, sarà realizzato dal seguente frammento di codice:

Un <B>caro</B> saluto da tutta la redazione di MediaMente.

 
 

I marcatori <B> e </B>, B per l’inglese Bold, grassetto, delimitano, marcano, la porzione del documento identificato dalla parola “caro” che quindi apparirà in grassetto. Come avrete notato i tag di apertura e di chiusura hanno un aspetto simile, ma non identico. Quello di chiusura si apre con una barra “/” che sta a significare, fine della parte marcata in quel modo.

            Ovviamente più marcatori possono essere usati contemporaneamente, per esempio potrei modificare il codice precedente inserendo i tag per il corsivo <I> e </I>, per Italic, corsivo in inglese:

 Un <I><B>caro</B> saluto</I> da tutta la redazione di MediaMente.

In questo caso il risultato sarebbe il seguente:

Un caro saluto da tutta la redazione di MediaMente.

L’HTML è case insensitive, nel senso che accetta tag scritti in maiuscolo o minuscolo. Per esempio, il tag che individua il titolo potrà essere scritto indifferentemente <TITLE>, <title> o TitLE>. Ma per chiarezza sarebbe bene adottare uno stile di scrittura costante.

            Una porzione di un documento HTML identificata da una coppia di tag viene chiamata elemento del documento.  In realtà, alcuni elementi non hanno bisogno sempre di un tag di chiusura, ma questa è l’eccezione, non la regola.

In ogni documento HTML ci saranno sempre gli elementi seguenti: l’elemento HTML, cioè l’intero documento HTML, l’elemento HEAD, cioè la porzione nascosta e iniziale del documento, l’elemento BODY, cioè il corpo vero e proprio del documento, e l’elemento TITLE, cioè il titolo del documento. La sezione HEAD oltre al titolo può contenere altri tag che specificano altre caratteristiche del documento. Tutto il documento vero e proprio comparirà nella sezione BODY. Un documento HTM, quindi, avrà la seguente struttura:

A questo punto siete in grado di scrivere il vostro primo documento in HTML: aprite un editor di solo testo, solo caratteri ASCII, inserite il codice seguente:

<HTML>

    <HEAD>

<TITLE>il vostro titolo</TITLE>

   </HEAD>

   <BODY>

 una vostra frase

   </BODY>

</HTML>

e salvate il file con l’estensione “htm”, fate doppio click sul file e (se avete un browser) installato ecco comparire la visualizzazione della vostra prima pagina HTML.

            Il codice precedente è stato scritto con delle indentazioni progressive per rendere più facile la lettura, ma il browser prende in considerazione solo uno spazio bianco tra le parole, tutti quelli aggiuntivi, le tabulazioni e gli a capo saranno ignorati. Se avessimo scritto 

<HTML><HEAD><TITLE>il vostro titolo</TITLE></HEAD><BODY>una

vostra

frase</BODY></HTML>

il risultato sarebbe stato lo stesso, ma ovviamente se dovessimo poi ritornare su quel codice per modificarlo avremmo dei seri problemi.

            Nella sezione BODY esistono due categorie fondamentali di elementi:

  1. Gli elementi di blocco, che vengono usati per parti del documento con una funzione speciale, come l’intestazione, l’indirizzo dell’autore, un form, una tabella, una lista.
  2. Gli elementi di testo, che vengono usati per cambiare l’aspetto del testo e creare i collegamenti ipertestuali, come il corsivo, il grassetto o i link.

 

Proponiamo qui di seguito alcuni elementi di blocco e di testo con i relativi tag
Elementi di blocco

 

Elemento

Funzione

Tag

dall’inglese

Paragrafo

Per separare il testo in paragrafi

<P>, </P>

Paragraph

Intestazione

Per inserire dei titoli di vario livello nel testo.

<H?> </H?>,

? da 1 a 6

Heading

Riga

Per separare con una riga orizzontale parti del documento

<HR>

HoRizontal

Centrato

Per allineare centralmente un parte del documento

<CENTER>

Center

Lista ordinata

Per elencare con un numero o una lettera identificativa vari elementi di una lista

<OL>, </OL>

Ordered List

Lista non ordinata

Per elencare vari elementi di una lista senza un ordine

<UL>, </UL>

Unordered List

Elemento di lista

Per inserire un elemento in una lista ordinata o non ordinata

<LI>, </LI>

List Item

Elementi di testo

Elemento

Funzione

Tag

dall’inglese

Grassetto

Per far apparire in grassetto il testo

<B>, </B>

Bold

Corsivo

Per far apparire in corsivo il testo

<I>, </I>

Italic

Sottolineato

Per far apparire sottolineato il testo

<U>, </U>

Underlined

Immagine

Per inserire un immagine nel documento

<IMG SRC=”URL”>

ImaGe

SouRCe

Collegamento

Per inserire un collegamento ipertestuale nel documento

<A HREF=”URL”>, </A>

Anchor

REFerence

Negli ultimi due tag non c’è solo una parola inglese abbreviata, ma due; come mai?

Non basta dire che in quel posto andrà un’immagine o un collegamento ipertestuale, è necessario specificare anche dove si trova l’immagine (qual è la sua URL, Uniform Resource Locator, l’indirizzo) o dove conduce il collegamento. Ciò viene indicato dalla seconda parte che viene chiamato attributo del tag.

            Gli attributi non servono solo a indicare la posizione nella rete di una certa risorsa, servono in generale a specificare in modo più preciso il comportamento di un tag. Per esempio indicando che i caratteri che seguono devono avere una certa dimensione, <FONT SIZE=”5”> (il valore di default è 3, quindi con size 5 avremo dei caratteri più grandi).

Come sempre, anche in questo caso, il modo migliore per imparare l’HTML è provare a costruire delle pagine utilizzando i vari tag. Ci rendiamo conto che abbiamo indicato solo alcune caratteristiche molto generali del HTML e che per impararlo davvero avrete bisogno di un buon manuale per principianti, ma non preoccupatevi, in rete ne potete trovare a decine, usate qualunque motore di ricerca per rintracciarli. Per comodità noi ve ne segnaliamo alcuni3. Già con i tag che abbiamo indicato, però, è possibile costruire delle pagine abbastanza interessanti.

Software che facilitano la scrittura del codice HTML

Se avete letto questa dispensa fino qui, e avete provato a scrivere le vostre prime pagine in HTML usando un editor di solo testo, come Blocco Note, avrete sicuramente pensato che scrivere per il web non sarà poi così difficile concettualmente, ma è senz’altro molto lungo e noioso. Avete ragione. Ma per fortuna esistono degli strumenti che facilitano e velocizzano molto la creazione di pagine web.

I software che vengono usati per scrivere per il web si dividono in due categorie

1.      Gli editor HTML, che permettono di inserire i vari tag –  in modo chiaro e nell’ordine giusto – con un semplice click del mouse.

2.      I generatori di codice, che vi permettono di scrivere come in un normale word processor senza pensare ai tag necessari e generano automaticamente il codice corrispondente.

Questi ultimi permettono a chiunque, anche chi non ha alcuna conoscenza dell’HTML di generare della pagine immediatamente pubblicabili in rete, l’esempio più conosciuto di programmi del genere è senz’altro FrontPage della Microsoft; ma è a pagamento. Le due suite Internet Explorer e Netscape Communicator, invece, presentano al loro interno dei programmi più piccoli, ma più che sufficienti per iniziare, che sono completamente gratuiti: FrontPage Express e Composer, rispettivamente.

            Tra i numerosi editor HTML, vi segnaliamo l’ottimo Note Tab Light, un programma freeware scaricabile dal sito Tucows.

            Il vantaggio di un programma come Composer è la velocità e la semplicità con cui si creano le pagine; quello di programmi come Note Tab Light è il completo controllo sul codice della pagina.

            Non è questa la sede per spiegavi il funzionamento di questi programmi, che è tra l’altro molto intuitivo, vi invitiamo semplicemente a provare ad usarli. Un’unica avvertenza per quanto riguarda Note Tab Light; se quando lo installate non compare una barra sulla sinistra dello schermo con tutti i tag che potete inserire nel documento; non dovete far altro che ciccare su Tools|Clipbook|Open Clipbook oppure sul bottone HTML in basso sullo schermo sopra la riga di stato.

Sarebbe bene imparare ad usare tutti e due questi programmi (o programmi simili) perché Composer vi permette di essere molto veloci e vedere immediatamente il risultato di quello che state facendo; mentre Note Tab Light vi permette di lavorare direttamente sul codice quando qualcosa non viene fuori come vorreste o quando volete rendere il codice più leggero.

Lo spazio in rete per il nostro sito

Come abbiamo già visto le nostre pagine saranno accessibili da qualunque parte del modo solo se risiedono su un computer direttamente collegato in Internet 24 ore su 24, cioè su un server. Per fare questo possiamo ricorrere a due soluzioni basilari:

·        collegare il nostro computer alla rete e farlo diventare un server

·        affittare una porzione di spazio sul hard disk del server di un Internet Provider.

La prima soluzione può andar bene per grosse aziende che pensano di pubblicare siti molto ricchi e quindi hanno bisogno di molto spazio; ma ovviamente rappresenta un onere non indifferente perché è necessario un computer dedicato a questo scopo e un collegamento sempre attivo alla rete.

In ogni caso il computer che funge da server non deve essere necessariamente molto potente. La velocità del processore e soprattutto la quantità di memoria RAM e la tipologia di hard disk dipenderà dalla quantità di accessi contemporanei che si prevedono. Le dimensioni del hard disk dalla quantità di informazioni che si vogliono mettere a disposizione.

La seconda soluzione può funzionare ottimamente sia per singoli che per piccole aziende o associazioni. Si deve inoltre tener presente che molti Internet Provider includono nell’abbonamento ad Internet la disponibilità di piccole quantità di spazio a titolo del tutto gratuito per scopi non commerciali; questo spazio è spesso più che sufficiente per il proprio sito personale, per quello di una scuola o per quello di un associazione, per esempio.

Una soluzione intermedia, adatta soprattutto alle piccole aziende, è quella di sottoscrivere un contratto che preveda oltre all’affitto dello spazio web anche la manutenzione del sito. In questo modo si sarebbe sollevati dalle incombenze necessarie all’aggiornamento del sito, operazione che spesso rappresenta l’aspetto più oneroso in termini di tempo e di competenze. In definitiva la necessità di avere un proprio server si presenta solo per quelle aziende che hanno bisogno di intervenire continuamente sul contenuto del proprio sito, di aggiornarlo in tempo reale a seconda dell’interazione con i visitatori; in questo caso avere il server direttamente “in casa” può essere effettivamente un vantaggio.

Avere a disposizione dello spazio sul hard disk di un provider però non è tutto, è anche necessario trasferire le nostre pagine nello spazio che ci è stato assegnato. Per far questo in genere ci si serve di un programma dedicato proprio al trasferimento di file, ovvero, in gergo, un client FTP  - File Transfer Protocol. Molti provider però offrono la possibilità di effettuare questa operazione direttamente dal browser e quindi non serve un programma apposito.

Questioni di stile

La possibilità di inserire in una pagina HTML testi, immagini, suoni, animazioni ed anche filmati rappresenta senza dubbio una enorme ricchezza espressiva; nello stesso tempo però costituisce anche un rischio sempre in agguato, soprattutto per il principiante che si accorge che inserire tutti questi elementi è estremamente facile: il rischio di creare delle pagine poco funzionali, sovraccariche di elementi, lente da caricare. Nella costruzione di un sito web non si dovrebbe mai tralasciare questo aspetto non secondario: lo stile della pagine e del sito che stiamo realizzando.

Innanzitutto dovremmo tener presente un aspetto tecnico fondamentale: la rete è ancora lenta, più elementi multimediali inseriamo, più tempo ci vorrà per visualizzare la nostra pagina. Prima di inserire un qualunque elemento non testuale in una pagina, per esempio un’immagine, dovremmo sempre porci le seguenti domande: è davvero essenziale per comunicare meglio il messaggio? Quanti byte occupa? Un navigatore non dotato di un modem veloce, quanto tempo impiegherà a scaricarla? E’ possibile ridurre le sue dimensioni?

Un altro aspetto tecnico importante deriva dalla confusione, implicita nel linguaggio HTML, tra aspetti strutturali e aspetti grafici di un documento. Più che per presentare documenti con un  bell’aspetto grafico, l’HTML era nato per presentare documenti ben strutturati, in cui fossero esplicite le differenze fra le varie porzioni fondamentali che lo compongono: il titolo, le intestazioni, i paragrafi, le celle di una tabella, ecc.. Pian piano però le considerazioni grafiche hanno avuto il sopravvento su quelle strutturali e molti tag vengono usati oggi non tanto per identificare delle porzioni logicamente rilevanti del testo quanto per migliorare il suo aspetto grafico, basti pensare all’ampio uso di tabelle in tutte le pagine HTML.

Per risolvere questo problema, e per cercare di tener separato il più possibile il contenuto di un documento dal suo aspetto si dovrebbe avere l’accortezza di usare i cosiddetti fogli di stile. Un foglio di stile offre la possibilità di ridefinire a proprio piacimento il modo in cui i browser visualizzano i vari elementi. Poiché un foglio di stile può costituire un file separato dal nostro documento sarà possibile modificare l’aspetto grafico di tutti gli elementi di un certo tipo di una o più pagine, variando solo il file che contiene il foglio di stile. Questo rappresenta un grande vantaggio quando ci si accorge che un tipo di impaginazione non ci soddisfa,  che vogliamo modificarla, e abbiamo a che fare con molte pagine contemporaneamente. Ma la trattazione dei fogli di stile esula un po’ dal carattere introduttivo di questa dispensa e perciò siamo costretti a terminare qui la nostra trattazione.

            Un terzo problema tecnico importante nasce dal fatto che non tutti i browser rappresentano gli stessi elementi nello stesso modo. Malgrado lo sforzo di standardizzare i tag HTML, svolto dal Wolrd Wide Web Consortium4, un browser può riconoscere un tag e un altro no, oppure uno può visualizzarlo in una certa maniera mentre un altro lo visualizza in un modo leggermente differente. Internet Explorer, per esempio, usa  i tag <MARQUEE>…</MARQUEE> per visualizzare una riga che scorre orizzontalmente nella pagina; ma questi tag non sono riconosciuti da Netscape Navigator. Netscape, d’altra parte usa i tag <BLINK> … </BLINK> per rappresentare un  testo che lampeggia, mentre il browser della Microsoft non li riconosce. Se avete quindi Explorer dovreste vedere la riga seguente che scorre, se avete Netscape la dovreste vedere fissa:

testo che scorre con Internet Explorer, ma che resta fisso con Netscape Navigator

Se avete Navigator dovreste vedere la riga seguente lampeggiare, mentre con Explorer no:

testo che lampeggia con Netscape Navigator, ma non con Internet Explorer

Quindi prima di immettere le nostre pagine in rete dovremmo sempre controllarle usando più browser per verificare che l’effetto sia davvero quello voluto.

Al di là degli aspetti tecnici menzionati, comunque, dovremo preoccuparci sempre dell’aspetto d’insieme delle nostre pagine e del nostro sito. Fare attenzione alla chiarezza di ogni singola pagina, evitare di sovraccaricarle di elementi decorativi, fare attenzione agli accostamenti degli stile e dei colori dei caratteri che usiamo. Costruire dei siti che siano facilmente navigabili, che offrano la possibilità di spostarsi semplicemente da una parte all’altra, in cui il lettore non rischi di perdere la bussola. Estrema cura dovremmo dedicare alla nostra home page, il punto iniziale da cui si inizia a navigare nel nostro sito; una home page ben fatta  invoglia l’utente a visitarci e gli offre immediatamente la scorciatoia per trovare le informazioni che lo interessano; una troppo confusa o troppo lenta, rischia o di non essere neppure vista o di essere subito abbandonata.

            Infine, un altro aspetto di cui dovremmo tener conto è l’accessibilità del nostro sito; la sua navigabilità anche da parte di persone portatrici di handicap. Troppo spesso i creatori di siti web trascurano  quelle vere e proprie “barriere elettroniche” che impediscono alle persone con disabilità fisiche di accedere al web. Non dobbiamo dimenticare che ci sono, per esempio, dei non vedenti che navigano usando dei browser solo vocali oppure che le persone daltoniche non sono in grado di discriminare informazioni convogliate solo dalla diversità dei colori.

Il World Wide Web Consortium si è preoccupata di stabile dei criteri di accessibilità5 che ogni sito dovrebbe rispettare. Proviamo a vederne alcuni:

·        Fornire descrizioni testuali di tutti gli elementi non testuali (per esempio, immagini, animazioni, audio, video)

·        Fornire riassunti dei grafici

·        Assicurarsi che tutte le informazioni veicolate dai colori siano disponibili anche senza colori

·        Fornire contenuti alternativi per le funzioni (per esempio, applets o plug-ins) che potrebbero non essere supportate.

Esistono dei programmi o dei siti a cui possiamo sottoporre le nostre pagine per vedere se sono conformi agli standard HTML del Consorzio W3; le analizzano per controllare se vengono usati solo tag ufficiali e se sono accessibili alle persone con handicap. Per esempio le pagine che superano i test del programma Bobby al sito http://www.cast.org/bobby/ si possono fregiare del simbolo di questo poliziotto.

 

Note:

  1. Per una storia di Internet e in particolare del web, vedi il capitolo La Storia di Internet nel libro Internet 2000, di M. Calvo, F. Ciotti, G. Roncaglia, M. Zela,  consultabile in linea all’indirizzo: http://www.laterza.it/internet/internet2000/online/testo/27_testo.htm
  2. Per saperne di più sulla tecnologia che sta alla basa della rete e del Web, consulta il capitolo Come funziona World Wide Web sempre in Internet 2000 all’indirizzo: http://www.laterza.it/internet/internet2000/online/testo/30_testo.htm
  3. http://www.mediamente.rai.it/mediamentetv/learning/ed_multimediale/lezioni/strumenti/index.htm,

http://www.w3.org/MarkUp/Guide/Overview.html,

http://www.lamezianet.it/html/intro.html

  1. http://www.w3.org/
  2. http://www.w3.org/TR/1999/WAI-WEBCONTENT-19990505/