Introduzione
Quando si parla di
new economy, di villaggio globale, e in generale dei vantaggi che Internet ci
mette a disposizione spesso non si riflette abbastanza sul fatto che questi
vantaggi sono limitati ad una parte molto limitata dell'umanità. Non si tiene
conto, in primo luogo, che il fenomeno Internet riguarda solo i paesi più
sviluppati del pianeta, che interi paesi, intere popolazioni, sono
completamente o quasi completamente privi di collegamenti Internet. In secondo
luogo, non si tiene conto che anche all'interno dei paesi più ricchi esistono
molte persone che vivono al di sotto della soglia di povertà e per le quali
l'accesso alla rete rappresenta un lusso che non si possono permettere.
Infine, non si prendono in considerazioni tutte quelle persone che per
disabilità fisiche o mentali non riescono a utilizzare la rete o ci riescono
solo a prezzo di grandi difficoltà. In questa dispensa ci occuperemo di
quest'ultimo tipo di esclusione. Cercheremo di sottolineare quali sono le
difficoltà che una persona portatrice di handicap incontra nell'utilizzo dei
servizi di rete; ma nello stesso tempo cercheremo di mostrare come gli
strumenti informatici e telematici possano costituire delle valide risorse per
combattere questo tipo di esclusione. Inizieremo, evidenziando le principali
difficoltà incontrate dalle persone con alcuni handicap particolari; poi
mostreremo alcuni strumenti hardware e software che possono servire per
superarle; infine vedremo come la rete, grazie ad alcune risorse specifiche,
possa costituire un valido aiuto all'integrazione sociale dei disabili. Ma
prima di iniziare è bene fare chiarezza su alcuni termini. Con
"deficit" si intende la mancanza totale o parziale di una
determinata funzionalità fisica. Con "handicap", l'ostacolo che
impedisce a una persona con deficit di portare a termine una particolare
attività. Con "ausilio", l'apparecchiatura che aiuta una persona
con deficit a ridurre gli handicap. Per esempio, nel caso di un non vedente,
la cecità è il suo deficit, l'impossibilità di usare un normale monitor è
l'handicap, un display braille o una scheda sonora con un programma per
'leggere a voce alta' le informazioni sono l'ausilio. La sedia a rotelle,
quindi, che rappresenta un po' il simbolo del handicap, è in realtà un
ausilio, ciò che aiuta una persona con deficit motori a superare l'handicap
del non potersi muovere autonomamente.
Le
barriere digitali
Ormai tutti sappiamo
cosa sono le barriere architettoniche e quali difficoltà comportano per i
disabili; facilmente riusciamo a riconoscere quelle situazioni che potrebbero
costituire un handicap per una persona con un particolare deficit fisico; e
giustamente le amministrazioni pubbliche e private stanno cercando di
ristrutturare i loro edifici per diminuire tali barriere. Molto meno evidente è
invece un altro tipo di handicap che si sta producendo ad un ritmo sempre più
rapido; quello dovuto al fatto che gli strumenti software e hardware che la
rivoluzione digitale sta facendo entrare sempre più pervasivamente nelle nostre
vite sono in genere pensati esclusivamente per persone normodotate; per questo
tipo di difficoltà è stato appropriatamente coniato il termine di
"barriere digitali". Nella rete, in particolare, un disabile incontra
difficoltà enormi. E' stato stimato che il 95% dei siti non rispetta i criteri
stabiliti dal World Wide Web Consortium1 per garantire l'accesso a tutti delle
risorse di rete. Ma quali possono essere le difficoltà incontrate da un
disabile nell'uso della rete e del computer? Prendiamo per esempio il deficit
del daltonismo. I daltonici non riescono a discriminare la differenza tra i
colori; quindi, se un sito o una schermata di un software qualsiasi convoglia le
sue informazioni tramite oggetti visivi (testi, immagini, porzioni dello
schermo) che si differenziano solo per la diversità di colore, un daltonico non
riuscirà a recepire quelle informazioni. Per esempio, se in una pagina web si
dice "clicca sul rettangolo verde se vuoi andare QUI e sul rettangolo
rosso se vuoi andare LI'", allora una persona daltonica non saprà su
quale rettangolo cliccare. Se il deficit invece è la cecità totale, allora lo
schermo del computer è del tutto inutile per quella persona. Ma questo non vuol
dire che non possa usare il computer; un cieco può servirsi di un display
braille per leggere le informazioni che sono rappresentate sullo schermo oppure
può ascoltarle tramite un sintetizzatore vocale; questo a patto però che le
informazioni siano date anche in modo testuale per permettere al display braille
o al sintetizzatore vocale di trasformarle in stimoli percepibili dall'utente.
Se invece alle immagini non si affianca una breve descrizione testuale
quell'informazione è persa completamente per il cieco. L'immissione dei dati
invece non costituisce di solito un problema per un cieco poiché conosce a
memoria la tastiera del computer; mentre ovviamente non può usare il mouse. Nel
caso di alcune forme spastiche invece il deficit consiste nell'inabilità di
muovere il mouse con la precisione necessaria e quindi tutte quelle situazioni
in cui si richiede di compiere delle scelte tramite un click del mouse
rappresentano un ostacolo insormontabile per il disabile. In questo caso sarebbe
necessario uno strumento di puntamento pensato appositamente per il suo handicap
oppure la possibilità di poter immettere le proprie scelte anche tramite
tastiera. In genere è proprio la ricchezza attuale delle pagine web, la
presenza di molti elementi multimediali nei formati più disparati, la
possibilità di spostarsi facilmente da un documento ad un altro tramite un
semplice click - in definitiva proprio ciò che ha contribuito all'enorme
diffusione della rete tra le persone normodotate - a costituire la principale
difficoltà per molti disabili; paradossalmente per loro la situazione era
migliore quando quasi tutti i servizi Internet utilizzavano solo strumenti
testuali. Questo perché gli ausili di cui si servono molti disabili, e in
particolare i non vedenti, sfruttano la possibilità di tradurre i caratteri di
un testo da leggere sullo schermo in altri stimoli sensoriali utilizzabili da
loro. Ma vediamo più in dettaglio alcuni ausili hardware e software per i
disabili.
Ausili
software e hardware
Poiché tutte le
informazioni manipolate dal computer o trasferite tramite la rete sono
costituite in ultima analisi da una sequenza di bit, ossia di "0" e
"1", è possibile trasformare la presentazione di una informazione
in un determinato formato in un'altra in un diverso formato; o più
precisamente, è possibile trasformare degli stimoli sensoriali non
utilizzabili da un soggetto in altri stimoli che quel soggetto può recepire.
Per esempio, si può fare in modo che la sequenza di bit che costituisce un
testo oltre ad essere trasformata nella sequenza di bit che forma i caratteri
visualizzati sullo schermo, sia trasformata anche nella sequenza di bit che
forma le parole pronunciate da un sintetizzatore vocale. In questo modo un
cieco che non può vedere i caratteri sullo schermo, riceve la stessa
informazione udendo le parole pronunciate dal sintetizzatore. Le informazioni
che il computer ha elaborato vengono fornite all'utente tramite i dispositivi
di output; i dati che il computer deve elaborare vengono forniti al computer
tramite i dispositivi di input
[schema/icone con utente – dispostivi
input/output – sistema centrale]
Queste componenti costituiscono
l'interfaccia tra l'utente e il computer e vengono anche chiamate periferiche
di output e input perché non costituiscono la parte centrale del sistema di
elaborazione. Per esempio, la stampante e lo schermo costituiscono delle
periferiche di output, la tastiera e il mouse delle periferiche di input;
ovviamente alcuni dispositivi possono svolgere sia la funzione di dispositivi
di input che di output: per esempio, il floppy disk che può contenere i dati
da elaborare e i risultato dell'elaborazione, oppure lo schermo se è
sensibile alle variazioni termiche come quelli che trovate nelle stazioni
ferroviarie. Gli ausili hardware per i disabili si basano sulla possibilità
di modificare l'interfaccia standard tra computer e utente e di utilizzare dei
dispositivi di input e output adeguati al deficit specifico del disabile.
Tramite periferiche opportune anche gli stimoli sensoriali più piccoli
generati dalle capacità residue del disabile possono essere trasformati in
segnali elettrici, in sequenze di bit, elaborabili dai computer; e di
converso, i dati elaborati dal computer sono trasformati in stimoli sensoriali
di vario tipo, in grado di 'aggirare' il deficit specifico del disabile. Nel
sito dell'Ausilioteca
di Bologna - un centro pubblico dotato di un'equipe multidisciplinare di
specialisti che cercano di consigliare, adattare, costruire l'ausilio più
adeguato al singolo disabile - è possibile trovare una trattazione
approfondita del tema e un archivio molto ricco con la descrizione di vari
ausili sia hardware che software utilizzabili nell'ambito riabilitativo,
comunicativo, scolastico, occupazionale e relativo alla gestione della casa e
del tempo libero.
Gli ausili software, poi, sono
programmi come tutti gli altri che si installano sul proprio computer e
svolgono compiti specifici
Ma
per quanto riguarda in particolare i siti Internet, come fa un disabile a
navigare senza problemi utilizzando l’ausilio che riduce il suo handicap
specifico? Abbiamo già detto che ciò è possibile solo se i costruttori
delle pagine web seguono i criteri di accessibilità stabiliti dal World
Wide Web Consortium. Proviamo ad esaminarne alcuni più in dettaglio:
-
Fornire
descrizioni testuali di tutti gli elementi non testuali (per esempio,
immagini, animazioni, audio, video)
-
Fornire
riassunti dei grafici
-
Assicurarsi
che tutte le informazioni veicolate dai colori siano disponibili anche
senza colori
-
Fornire
contenuti alternativi per le funzioni (per esempio, applets o plug-ins)
che potrebbero non essere supportate.
Se
il sito è costruito rispettando questi criteri, quando il browser incontrerà,
per esempio, un’immagine, troverà anche un breve testo che la
descrive e quindi il sintetizzatore vocale o il display braille sarà in grado
di fornirla all’utente non vedente.
Come
abbiamo già affermato, però, molti siti non si preoccupano delle esigenze
delle persone con disabilità e non rispettano tali criteri; eppure sarebbe
molto facile seguitare a costruire pagine molto gradevoli dal punto di vista
estetico per le persone normodotate senza trascurare i bisogni dei disabili.
In particolare, esistono dei programmi o dei siti a cui si possono sottoporre
le pagine create per vedere se rispettano i criteri di accessibilità per le
persone con handicap. Per esempio le pagine che superano i test del programma
Bobby al sito http://www.cast.org/bobby/
si possono fregiare del simbolo di questo poliziotto.
Risorse
di rete per i disabili
Per fortuna,
la rete non costituisce solo un percorso ad ostacoli per i disabili, ma è
anche una fonte inesauribile di servizi e di risorse che possono aiutarli ad
integrarsi più facilmente nel tessuto sociale. Tramite la posta elettronica o
attraverso una chat, persone con difficoltà di tipo fisico, psichico o
comunicativo, possono instaurare più facilmente un rapporto diretto con la
realtà esterna alla propria famiglia. Tramite i newsgroup o le mailing list
possono entrare in comunità virtuali che si occupano di problemi specifici
del mondo dell’handicap o di qualunque altro argomento. Nei newsgroup
e nelle mailing list che si occupano di tematiche legate a l’handicap, si
possono trovare messaggi di richieste di aiuto o di compagnia, ma anche
annunci commerciali come nel caso di aziende produttrici di ausili.
Ma tra le
potenzialità più promettenti che offre la rete per l’integrazione dei
disabili c’è sicuramente quella costituita dal telelavoro. Grazie al
telelavoro si modifica il rapporto tra le coordinate essenziali della vita di
ognuno, lo spazio e il tempo. Infatti, rispetto allo spazio, il telelavoratore
non è più legato a luoghi fisici. Mentre rispetto al tempo non deve più
osservare orari prefissati, ma può gestire più liberamente la propria
attività. Quindi i confini tra lavoro, riposo e formazione divengono più
elastici - e questo è un vantaggio soprattutto per persone con esigenze
particolari come i disabili.
Ma non
dobbiamo cadere nella pericolosa illusione che sia sufficiente dare un
computer collegato ad Internet ad ogni disabile per aver risolto i loro
problemi. In primo luogo, è necessario che l'uso delle nuove tecnologie
rientri all'interno di un progetto. L'uso delle macchine deve essere guidato
dall'intelligenza umana, evitando il puro tecnicismo, cioè un uso delle
tecnologie fine a se stesso. Il progetto d’uso deve basarsi sulle
capacità residue del disabile, cioè su quelle funzionalità, fisiche,
psichiche o mentali che il deficit non ha pregiudicato o ha compromesso solo
in parte. In secondo luogo, si deve essere ben coscienti del rischio di
confinare i disabili all’interno delle loro case, impedendogli di fatto
l’insostituibile rapporto umano diretto con gli altri.
Proviamo ora
ad indicare, senza alcuna pretesa di esaustività, alcuni siti utili sia ai
disabili sia alle persone interessate ai problemi legate a l’handicap.
Cominciamo da
alcune pagine
che in modo semplice chiaro spiegano i principi fondamentali del codice
braille. Queste pagine sono destinate a tutti coloro che, professionalmente
(operatori, terapisti, insegnanti di sostegno e curriculari, volontari) o per
legami di famiglia o di amicizia, o semplicemente per un rapporto umano, si
avvicinano al mondo dei non vedenti, al loro linguaggio e alle loro peculiari
modalità di comunicazione
.
Nel sito
dell’Istituto Cavazza di
Bologna, oltre alla descrizione delle attività dell’istituto e a molti
utili link è possibile trovare un servizio, Telebook,
che offre ai non vedenti, molti libri digitali da leggere tramite display
braille, sintesi vocale o software di ingrandimento dei caratteri.
Un sito importante
è quello dell'Unione
italiana ciechi che oltre alle informazioni d'obbligo sull'organizzazione,
offre anche una pagina di link molto ricca. Vi si trovano un bel po' di
indirizzi specialmente per chi crede che Internet sia inutile a chi non può
vedere. Proprio sfogliando questi siti, si può scoprire come i non vedenti
possano utilizzare la Rete per fare una marea di cose.
L’ASPHI,
Associazione per lo Sviluppo di Progetti Informatici per gli Handicappati, è
un’associazione attiva da più di venti anni e si ripropone di
svolgere attività a favore dei disabili e degli
svantaggiati mediante: a) corsi di formazione
professionale di giovani nel
settore informatico e telematico e l'inserimento di essi in attività
lavorative adeguate al loro livello intellettuale e culturale; b) la
promozione di progetti tendenti a sensibilizzare le Istituzioni Pubbliche e private;
c) la collaborazione
con Enti che operino negli stessi campi con finalità simili o complementari,
fornendo ad essi, ove occorra, supporto economico e operativo.
Il Centro
Documentazione Handicap di Bologna è una realtà molto importante che
rientra in una rete di Centri di Documentazione che copre tutto il territorio
emiliano – romagnolo e le cui finalità principali sono la formazione,
l'archiviazione e lo scambio di risorse. Da qualche anno il CDH
di Bologna si occupa anche di problemi relativi alla telematica in
collegamento con Peacelink, una rete
eco-pacifista al cui interno sono presenti varie mailing list (ad esempio sul
mondo femminile, sui diritti umani, sulla scuola). Tra queste il CDH
ne ha attivata una sul disagio e sui problemi relativi all'handicap.
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