Introduzione
Con questa dispensa
inizia il nostro corso di introduzione a Internet e al World Wide Web che si
articola in otto lezioni lezioni: ognuna di esse comprende circa 30 minuti di
video, una dispensa come questa, e un modulo di esercizi e di test di
autovalutazione, che vi permetteranno di capire se avete assimilato i concetti
fondamentali della lezione. Queste dispense non hanno l'ambizione di fornire una
trattazione completa ed esauriente degli argomenti che verranno affrontati. Lo
scopo che si prefiggono è soprattutto quello di fornire a chi si affaccia sul
mondo della telematica una sorta di guida - il più possibile semplice e
sintetica - per conoscere e utilizzare Internet, che rimandi per eventuali
approfondimenti a documenti e informazioni reperibili in Rete. Chi avesse voglia
di saperne di più su di un argomento infatti potrà utilizzare i numerosi link
che porteranno verso siti e pagine Web, preferibilmente in lingua italiana, che
trattano dei temi svolti durante il corso. L'argomento affrontato in questa
dispensa e nella seguente è legato alla comprensione delle basi su cui poggia
l'universo di Internet e all'uso di un computer per iniziare a navigare nel Web
e usare la posta elettronica.
La
storia di Internet
Internet oggi
collega tra di loro decine di milioni di computer e circa 200 milioni di utenti.
E si prevede che nel volgere di pochi anni la maggior parte della popolazione
terrestre avrà la possibilità di accedere ed utilizzare Internet. Ma questa
colossale rete di comunicazione, nonostante il suo enorme sviluppo, in realtà
si può considerare ancora nella sua fase infantile. La nascita di Internet
infatti risale ai primi anni ottanta mentre la sua applicazione più popolare -
il World Wide Web - vede la luce soltanto agli inizi degli anni novanta. Ma qual
è la catena di eventi che ha portato alla genesi di questa idea rivelatasi poi
così rivoluzionaria? Quali personaggi hanno contribuito a far si che dal
computer di casa nostra fosse possibile raggiungere informazioni poste in ogni
parte del mondo con un semplice click del mouse? Come nel caso della conquista
della luna anche la nascita di Internet trova il terreno adatto in cui
svilupparsi nella sfida tecnologico-militare tra sovietici e americani che
risale agli anni della guerra fredda, un periodo di tensione internazionale che
nasce alla fine della seconda guerra mondiale - con la spartizione del mondo in
due blocchi contrapposti - e termina soltanto nel 1989 con la caduta del muro di
Berlino. Durante il 1957 i sovietici mettono in orbita il primo satellite
artificiale della storia, lo Sputnik.
Figura 1 - Lo sputnik, il primo satellite artificiale
Questo evento, al di
là della sua enorme importanza tecnica, genera una sorta di choc tecnologico
nel mondo occidentale che fino ad allora aveva basato le sue certezze sulla
supremazia tecnologico militare americana. Infatti un ovvia ricaduta bellica di
questo lancio era rappresentata dal fatto che una atomica sovietica poteva
disporre un vettore in grado di farle raggiungere facilmente un obiettivo posto
in qualsiasi parte del mondo.
L'agenzia
ARPA
Le risposte
dell'amministrazione USA al lancio dello Sputnik da parte dei sovietici non si
fanno attendere, e quella che riguarda più da vicino la nostra storia arriva
l'anno successivo. Nel 1958 infatti il Congresso, con lo scopo di coordinare i
finanziamenti per la ricerca tecnologica con ricadute belliche, approva la
costituzione dell'ARPA - Advanced Research Projects Agency - con sede a
Washington, nell'edificio del Pentagono.
Gli interessi
dell'agenzia ARPA ben presto si rivolgono alla telematica, mentre alla neonata
NASA, come ben sappiamo, viene affidata la guida della ricerca aereospaziale. Lo
scopo dell'ARPA, e di conseguenza anche delle principali industrie legate alla
difesa, si concentra su una delle questioni principali che preoccupano in quegli
anni gli Stati Uniti: come impedire che un possibile attacco atomico interrompa
del tutto le comunicazioni nel paese gettando l'America nell'anarchia.
Semplificando,
possiamo vedere il problema in questi termini: se una grossa centrale telefonica
viene distrutta tutte le comunicazioni via telefono che la attraversano sono
interrotte. Di conseguenza è sufficiente interrompere i nodi principali di una
rete telefonica per isolare l'intera rete e impedire lo scambio di informazioni
nel paese.
La
trasmissione dei dati a pacchetti
Già all'inizio
degli anni sessanta, un ingegnere di nome Paul Baran, dipendente di una
industria bellica - la Rand Corporation - trova una interessante soluzione
teorica al problema di come creare una rete di comunicazioni che non fosse così
fragile. L'idea è quella di costruire molti collegamenti alternativi tra due
qualsiasi punti in comunicazione. In questo modo, anche se molti di questi
collegamenti vengono improvvisamente a mancare, è sempre possibile trovare una
via di comunicazione percorribile.
Figura 2 - Paul Baran
Oltre all'idea di
una rete decentrata e ridondante, Baran ha un'altra intuizione geniale:
piuttosto che inviare tutto il messaggio su un unico percorso, perché non
dividere questo messaggio in tante piccole parti e fare seguire ad ognuna di
queste la sua strada verso la destinazione? In questo modo, se un percorso si
interrompe mentre trasmettiamo un messaggio, solo un pezzetto - o un pacchetto
come si direbbe oggi - andrà perso, mentre le altre parti del messaggio
sceglieranno strade alternative per giungere a destinazione e potranno quindi
essere recuperate e ricomposte. Considerate che l'idea di dividere un messaggio
in tanti pacchetti di dati indipendenti, chiamata attualmente packet switching,
è tuttora alla base dei protocolli per l'invio di messaggi in rete.
Per comprendere come
funziona questo meccanismo potete andare all'indirizzo http://www.pbs.org/opb/nerds2.0.1/geek_glossary/packet_switching_flash.html
dove troverete una animazione che descrive come vengono trasferiti i dati tra
computer usando la tecnica di commutazione a pacchetto o packet switching.
Purtroppo per Baran
però l'industria non ritiene sia ancora il momento adatto per realizzare queste
idee rivoluzionarie e quindi i suoi studi sono per il momento messi in un
cassetto.
Il
progetto Arpanet
La prima
realizzazione pratica di un sistema di comunicazione tra computer basato sulla
trasmissione di pacchetti di dati prenderà corpo solo nel 1966, quando un
ingegnere dell'agenzia ARPA, Bob Taylor, propone al suo direttore un progetto
che riguarda la costruzione di una rete di comunicazione tra i computer.
Ovviamente su questo progetto si riversano molte delle idee originariamente
concepite da Paul Baran. La differenza è che ora i tempi sono maturi e infatti,
senza neppure una richiesta formale e in meno di un ora, l'idea viene approvata
e finanziata. Le specifiche tecniche del progetto sono affidate ad un brillante
informatico di nome Larry Roberts che guiderà per primo la realizzazione del
progetto chiamato Arpanet. Un progetto che, nel volgere di pochi anni, porterà
alla nascita di Internet.
Figura 3 - Bob Taylor e Larry Roberts
Il 1969 viene spesso
ricordato come l'anno dello sbarco sulla luna. Ma nello stesso anno accade un
altro avvenimento molto importante per Internet: nel 1969 infatti vede la luce
il primo nucleo di Arpanet che collega tra loro quattro università americane.
Figura 4 - Il primo nucleo di Arpanet
Negli anni
successivi questo embrione si espande fino a collegare una quarantina di nodi.
Ma l'applicazione che forse ha la maggiore influenza nell'evoluzione successiva
della rete nasce per caso, nel marzo del 1972. Un ingegnere chiamato Ray
Tomlinson, per scambiare opinioni con i suoi colleghi delle altre università
installa su Arpanet un semplice sistema di messaggistica su computer. E' appena
nata la posta elettronica e per la prima volta compare il famoso simbolo a
chiocciola, divenuto in seguito sinonimo di Internet.
La nuova
applicazione riscuote un enorme successo tra i ricercatori e l'attuale direttore
scientifico del progetto ARPA, Bob Kahn, spinto da questo entusiasmo, organizza
nello stesso 1972 la prima dimostrazione pubblica di Arpanet alla International
Conference on Computer Communications. E' un successo oltre ogni aspettativa.
Da
Arpanet a Internet
La dimostrazione
pubblica del 1972 sulle potenzialità della connessione in rete di quattro
computer rappresenta l'inizio della formidabile euforia che travolge le
università e i centri di ricerca americani. Negli anni successivi infatti
questo primo embrione di Arpanet si espande sempre di più sul territorio
americano e contemporaneamente iniziano a svilupparsi numerose altre reti di
computer indipendenti e più economiche che collegano tra loro università e
centri amministrativi. La nuova idea che nasce verso la metà degli anni
settanta quindi è quella di creare un sorta di super rete che colleghi tra loro
tutte le reti di computer esistenti, in poche parole Internet. Ma per ottenere
questo risultato non basta connettere fisicamente queste reti di computer tra
loro, occorre innanzitutto definire un linguaggio comune che consenta a tutti i
computer di capirsi. Ed è con questo obbiettivo che Cherf e Kahn elaborano le
specifiche di un nuovo protocollo per comunicare su Internet, e lo battezzano
Transmission Control Protocol o TCP.
Figura 5 - Vint Cherf
I risultati di
questo lavoro vengono pubblicati nel 1974 e l'anno successivo il nuovo
protocollo viene diviso in due parti: il TCP, che gestisce i pacchetti di dati,
e l'IP, che ne regola la trasmissione. E in questa forma questo protocollo
sopravvive ancora oggi e rappresenta il linguaggio universale su cui poggia il
funzionamento di Internet.
Solo nel 1982 però
l'uso di questo fondamentale protocollo, il TCP-IP, viene imposto a tutti i nodi
di Arpanet, ma la sua diffusione nel mondo si espande a macchia d'olio. In gran
parte dei paesi occidentali, infatti, la possibilità di connettere reti locali
di computer in un'unica Internet mondiale stimola la nascita di molte nuove reti
locali di computer che, grazie al TCP-IP, sono in grado di comunicare con tutte
le altre reti di computer già esistenti e connesse ad Internet.
A questo punto le
nuove reti di comunicazione hanno ormai soppiantato la vecchia Arpanet che ha
esaurito la sua funzione propulsiva. Nel 1990 infatti, a venti anni dalla sua
nascita, Arpanet muore ufficialmente e inizia ad essere smantellata.
Per chi vuole
saperne di più sull'argomento consiglio questi tre siti italiani che raccontano
la storia della rete e forniscono numerosi link verso altri documenti
significativi.
Per chi non disdegna
l'inglese invece segnalo questa piacevole carrellata di aneddoti e storie sulla
nascita di Internet e del Web:
http://www.internetvalley.com/intval.html
La lingua di
Internet: il protocollo TCP-IP
Internet è una
sorta di meta-rete costituita da molte reti telematiche connesse tra loro. Non
ha importanza quale sia la tecnologia che le unisce: cavi, fibre ottiche, ponti
radio, satelliti, o altro. Non è neanche rilevante di che tipo siano i computer
connessi: dal piccolo personal computer al grosso elaboratore, o mainframe.
Punto di forza di
Internet, e motivo del suo velocissimo espandersi, è la sua capacità di
'parlare' un linguaggio universale, adatto alla quasi totalità degli
elaboratori esistenti. Per definire questo linguaggio bisogna considerare che i
computer, come noto, pur usando tutti lo stesso alfabeto - il codice binario -
'parlano' spesso linguaggi differenti e incompatibili. Fuori di metafora,
computer diversi usano sistemi operativi, codici di caratteri, strutture di dati
spesso incompatibili tra loro. Per permettere la comunicazione tra l'uno e
l'altro è necessario quindi definire un insieme di regole condivise da tutti i
computer. Questa funzione, nell'ambito della telematica, viene svolta dai
protocolli.
Nel mondo
diplomatico per 'protocollo' si intende una serie di regole di comportamento e
di etichetta rigidamente codificate, che permettono a persone provenienti da
diversi universi culturali di interagire senza creare pericolose incomprensioni.
Protocolli sono detti anche gli accordi o i trattati internazionali.
Queste accezioni del
termine possono essere accolte per metafora anche nell'ambito della telematica:
un protocollo di comunicazione definisce le regole comuni che un computer deve
conoscere per elaborare e inviare i bit attraverso un determinato mezzo di
trasmissione fisica verso un altro computer. Un protocollo dunque deve
specificare in che modo va codificato il segnale, in che modo far viaggiare i
dati da un nodo all'altro, in che modo assicurarsi che la trasmissione sia
andata a buon fine, e così via.
Nel caso di
Internet, l'insieme di protocolli che permettono il funzionamento di questo
complesso sistema di comunicazione telematico, viene comunemente indicato con la
sigla TCP/IP, che è un acronimo per Transmission Control Protocol/Internet
Protocol.
Per saperne di più
su come avviene il funzionamento di questo fondamentale protocollo potete
recarvi su uno dei siti che seguono:
Gli
indirizzi su Internet
Per fare in modo che
la comunicazione tra due computer su Internet vada a buon fine, oltre ad un
protocollo comune è necessario che ogni singolo computer abbia un indirizzo
univoco, che lo identifichi senza alcuna ambiguità, e che indichi la via per
raggiungerlo tra i milioni di suoi simili presenti sulla rete.
A questo fine ogni
computer presente su Internet è dotato di un indirizzo costituito da una
sequenza di quattro numeri, da 0 a 255, separati da un punto come ad esempio
151.100.20.17
Per capire la logica
con cui è composto questo indirizzo pensate a quando scriviamo un indirizzo su
una lettera:
Roma, Via
Verdi, n.51, Paolo Rossi
In questo indirizzo
ci sono quattro informazioni: la città, la via, il numero civico e un nome.
Ognuno di questi campi corrisponde ad una comunità sempre più ristretta: la
città contiene un insieme di strade ed ognuna di queste strade a sua volta
contiene dei palazzi - individuati da numeri civici - dove finalmente possiamo
individuare una singola persona con il suo nome e cognome.
Per comporre un
indirizzo in Internet invece che di comunità di uomini si parla di comunità di
computer, ovvero di reti. Anche in questo caso però ci sono delle reti-città
che contengono al loro interno delle reti-strade che a loro volta contengono
reti-palazzi che finalmente si possono considerare come comunità di singoli
computer. I singoli computer che troviamo alla fine di questa catena sono
chiamati host.
Figura 6 - Il Router o Gateway
Ognuna di queste sotto-reti,
che usualmente vengono chiamate domini, possiede l'equivalente di un ufficio
postale, chiamato gateway o router, che si incarica di spedire e di ricevere i
pacchetti di dati che provengono dal suo dominio. Per indirizzare un pacchetto
di dati quindi il computer usa un IP Address, composto da quattro campi
numerici che svolgono un ruolo simile a quello che abbiamo visto nel caso
della cartolina.
151 . 100 .
20 . 17
Roma - Via
Verdi - n.51 - Sig.Rossi
Nel caso del nostro esempio,
151 indica l'indirizzo del dominio-città di Internet. Il secondo numero, il
100, indica il dominio-strada, mentre il 20 indica il dominio-palazzo e il 17
rappresenta il nome e cognome del singolo computer.
Fortunatamente Internet usa un
sistema chiamato DNS - ovvero Domain Name Service - per trasformare
l'indirizzo numerico usato dai computer in qualcosa di più comprensibile ad
un uomo.
Attraverso il DNS ogni host di
Internet può essere dotato di un nome (domain name). È evidente che per un
utente utilizzare dei nomi simbolici è molto più semplice e intuitivo che
maneggiare delle inespressive sequenze di numeri.
Ad esempio, all'host
151.100.20.152 corrisponde il seguente nome: crilet.let.uniroma1.it. Ricordate
quindi che dietro ad ogni indirizzo che vedete su Internet e nel Web si
nasconde un IP address numerico come quello che abbiamo visto.
Computer
clienti e computer fornitori
L'organizzazione di
Internet può essere paragonata a quella di un servizio postale che si occupa di
trasmettere e ricevere corrispondenza. E il comportamento di un computer che
offre un servizio sulla rete è molto simile a quello di un negozio che vende
per posta.
Nel caso del negozio
c'è catalogo che rappresenta l'interfaccia verso il cliente e viene inviato a
moltissime persone. Per acquistare qualcosa useremo l'apposito modulo per le
ordinazioni che si trova nel catalogo e lo inviamo per posta alla libreria. La
libreria, ricevuto l'ordine, spedisce il libro richiesto all'indirizzo indicato
sul modulo, e in questo modo, dopo qualche giorno, il libro che avevamo scelto
sarà sulla nostra scrivania. Anche nel caso di Internet, le cose funzionano in
modo simile: c'è un computer cliente - il client - che chiede delle
informazioni e un computer fornitore - il server - che gliele procura. E'
proprio su questo principio, chiamato architettura client-server, che si basano
tutte le applicazioni usate su Internet
Figura 7 - Client e Server
Il
World Wide Web
Il WWW, la più nota
applicazione usata su Internet, nasce al CERN, il più grande centro di ricerca
europeo sulla fisica delle particelle elementari, dove lavorano fisici di tutto
il modo che usano quotidianamente la Rete per tenersi in contatto e scambiarsi
opinioni.
E proprio per
migliorare questo tipo di comunicazioni un ricercatore di nome Berners-Lee, nel
1990, propone ai suoi superiori un nuovo modo di utilizzare Internet che chiama
World Wide Web. Al di là della del nome, la cosa più interessante che si può
notare nel progetto di Barners-Lee è che in questa proposta sono già presenti
tutte le idee guida che ancora oggi caratterizzano il Web.
Figura 8 - Tim Barners-Lee
Se volete conoscere
meglio la storia del Web potete andare all'indirizzo (pagina in inglese):
http://www.internetvalley.com/intvalweb.html
La prima regola del
Web è che i suoi documenti devono essere scritti in un particolare formato
chiamato ipertesto. In parole povere questo significa che tra le parole del
testo potranno essere inseriti dei riferimenti - link in inglese - ad altri
documenti presenti nel Web. E come vedete anche da questa pagina, oggi questi
link sono sottolineati oppure, in altre pagine, evidenziati in colore. Quando
l'utente seleziona uno di questi riferimenti, il documento corrispondente viene
richiesto sul Web e visualizzato sul computer dell'utente.
Questa proprietà
delle pagine ipertestuali, pur essendo concettualmente semplice, ha comportato
una vera e propria rivoluzione nel modo di intendere una rete di calcolatori.
Prima dell'ipertesto, infatti, tutto quello che poteva fare l'utilizzatore di
Internet era ricevere o inviare un documento su un altro computer collegato in
rete. Dopo l'ipertesto, tutti i documenti presenti nel Web sono legati tra di
loro da un immensa ragnatela di collegamenti - gli ormai famosi link - e
l'utente è in grado, seguendo questi link, di spostarsi istantaneamente da un
documento all'altro attraverso Internet.
Figura 9 - Collegamenti ipertestuali tra pagine Web
Ricapitolando, quando si fa un
click su una di queste parole chiave il browser automaticamente preleva dal
Web la pagina indicata dal riferimento e ce la mostra, e come avete visto
curiosando nel Web, usando la multimedialità, una pagina può contenere non
solo testo scritto ma anche immagini, suoni, filmati e animazioni.
La seconda idea che sorregge il
Web è quella di definire un apposito programma - il browser - che consenta di
visualizzare gli ipertesti contenuti nel World Wide Web. Quello che state
usando adesso per visualizzare questa pagina, ad esempio, non è altro che un
moderno browser. Questo programma rappresenta qualcosa di completamente nuovo
rispetto a tutto quello che fino ad allora si era visto su un computer. Il
browser infatti rappresenta una sorta di finestra aperta sul mondo del Web e
quindi deve essere in grado di visualizzare non solo testi scritti ma anche
immagini, filmati e perfino suoni. Deve essere un programma multimediale nel
senso più ampio del termine e inoltre deve poter funzionare su qualsiasi tipo
di calcolatore utilizzabile in Internet.
Purtroppo i primi esempi di
browser che vengono rilasciati gratuitamente dal CERN nei primi anni novanta
non assomigliano affatto al progetto che aveva in mente Barners-Lee. Sono
degli austeri programmi che mostrano all'utente solo righe di testo e che
possono andar bene per dei ricercatori alla caccia di articoli scientifici ma
ancora non attraggono il grande pubblico. La grande svolta avviene nel 1993,
quando Marc Andressen e Eric Brina dell'Università dell'Illinois sviluppano e
distribuiscono gratuitamente Mosaic, il primo browser con un interfaccia
grafica, che consente di visualizzare il contenuto di una pagina Web in modo
molto simile a quello attuale. Questo programma semplice e intuitivo avvicina
finalmente alla rete molti nuovi utenti incuriositi dalle possibilità aperte
dal ciberspazio:
http://www.ncsa.uiuc.edu/SDG/Software/Mosaic/NCSAMosaicHome.html
Da quel momento inizia
l'esplosione del World Wide Web così come lo conosciamo oggi.
Collegarsi
a Internet
La connessione tra
un computer e Internet generalmente non avviene in modo diretto. Per collegarsi
alla rete infatti il nostro computer si mette in collegamento, tramite il
telefono, con un altro computer, quello del provider. Il provider, o fornitore
di connettività, è un po' la nostra porta di accesso alla rete: dispone
infatti di un computer sempre acceso e sempre collegato a Internet, attraverso
veloci linee dedicate.
Figura 10 - Collegamento ad Internet tramite provider
Quando il nostro
computer 'telefona' al computer del provider, ne diventa un po' un'appendice, e
sfrutta le sue linee per ricevere informazioni da tutto il resto della rete.
Fino a poco tempo fa
l'unico modo possibile per connettersi ad un provider e navigare in rete era
quello di utilizzare un modem, un piccolo dispositivo che collega fra loro
computer e linea telefonica. Da qualche tempo, però, la situazione è diventata
un po' più complicata perché, anche limitandosi a considerare solo il
collegamento telefonico, i possibili modi di connettersi in rete sono diventati
ben tre, ognuno con i suoi vantaggi e svantaggi in termini di prestazioni e di
costo.
A complicare
ulteriormente la questione c'è il fatto che ognuna delle tre modalità di
connessione richiede un suo dispositivo particolare per essere utilizzata. Ma
vediamo quali sono e come si chiamano questi tre tipi di modalità per la
connessione:
-
Modem
(collegamento analogico, linea commutata);
-
ISDN
(collegamento digitale);
-
ADSL
(collegamento digitale)
Il Modem
Per chi ha iniziato da poco a navigare nel Web il modo più semplice ed
economico per connettersi ad Internet rimane tuttora quello di usare un modem.
Questo dispositivo infatti costa intorno alle centomila lire e si collega
direttamente alla presa del telefono, esattamente come una segreteria
telefonica.
Ricordatevi però
che esistono due famiglie di modem, quelli esterni al computer e quelli interni.
Un nuovo computer probabilmente sarà già fornito di un modem interno pronto a
funzionare, che dovrete solo collegare ad una linea telefonica. Se però
possedete già un computer probabilmente vi converrà acquistare un modem
esterno, in modo da non dover aprire il computer per installare una nuova
scheda. Un modem esterno inoltre ha il vantaggio di poter essere utilizzato su
più di un computer. Un buon tutorial sui modem e su come utilizzarlo si può
trovare all'indirizzo http://digilander.iol.it/Pino6/1a/modulo1/incontro1/pc/html/modem.htm.
Parlando di costi,
se il provider che utilizziamo si trova nel nostro distretto telefonico, usare
il modem per connettersi ad Internet costa esattamente come telefonare ad un
vicino di casa. Quindi il costo della connessione dipenderà dalla sua durata e
dalle tariffe della compagnia telefonica che abbiamo scelto di utilizzare. Per
saperne di più sulle tariffe come il solito potete cercare nel Web e seguire il
link http://www.oneonline.it/tariffe/tariffe.html
Dato che in questi
ultimi mesi moltissimi provider ci offrono la connessione ad Internet
gratuitamente, le spese da sostenere possono fermarsi qui. Se cercate
informazioni su questo argomento: http://www.mokei.it/freeinet.htm
Le note dolenti
del modem invece sono essenzialmente due: · scarsa velocità di trasferimento
dei dati con il provider (causa principale dei lunghi tempi d'attesa per
ricevere le pagine Web); · quando ci si connette ad Internet usando un modem,
si isola la linea telefonica.
ISDN e ADSL
Sia la rete ISDN, acronimo di Integrated Services Digital Network, che
quella ADSL, acronimo di Asymmetric Digital Subscriber Line, permettono la
trasmissione di dati in forma digitale e garantiscono quindi una velocità
molto maggiore di quella del modem analogico. Trasmissione in forma digitale
significa che il segnale usato dal computer non viene modulato secondo una
determinata onda sonora - come nel caso del modem- ma codificato e inviato
lungo la linea come una lunga sequenza di zero e uno. Le tre caratteristiche
principali di ISDN sono:
elevata velocità
di trasmissione, pari a 64 Kbit al secondo per canale (ossia 1 Mb ogni 2
minuti o 70 pagine di documenti solo testo via fax al minuto); in termini
pratici i tempi di attesa si riducono di un fattore 5 rispetto al modem; · si
può usare la linea telefonica mentre si è connessi ad Internet;
costi di utilizzo
accessibili. Per saperne di più su ISDN potete andare all'indirizzo http://www.alfanet.it/frame/ISDN.html
La tecnologia ADSL
è l'ultima arrivata e rappresenta una grande novità nel mondo delle
connessioni ad Internet per i seguenti motivi:
si è sempre
connessi alla Rete; non serve chiamare il provider ad ogni connessione e non
si pagano le singole telefonate ma una spesa forfettaria mensile;
potenzialmente ha
una enorme velocità di connessione, fino a 640 Kbit al secondo ovvero fino a
10 volte più veloce di ISDN;
si può usare la
linea telefonica mentre si è connessi ad Internet.
Per saperne di
più su ISDN potete andare all'indirizzo
http://www.newcom.pr.it/infoadsl.htm
oppure su
http://www.idg.it/networking/primo_piano/adsl/pp_adsl.htm
Queste nuove
connessioni veloci tra breve saranno accessibili alla massa degli utenti della
Rete e questo comporterà una vera rivoluzione sulle capacità multimediali
del Web. Immaginate infatti quali vantaggi si potranno avere nel momento in
cui sarà possibile vedere sul nostro computer filmati e animazioni di alta
qualità e in tempo reale provenienti da ogni parte del mondo. Le sorprese che
ci riserverà la Rete nei prossimi anni probabilmente saranno altrettanto
ampie e sconvolgenti di quelle che abbiamo appena vissuto. Lo spettacolo è
appena iniziato.
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