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Cos’è un libro elettronico?
Cos’è un libro elettronico? A questa domanda ancora oggi è difficile rispondere in maniera chiara e sintetica. Così almeno è risultato dal dibattito - assai vivace e interessante – svoltosi all’Università di Viterbo l’8 maggio scorso e coordinato da Gino Roncaglia (che quella domanda ha posto ai partecipanti).
Oggi come oggi i libri elettronici in circolazione sono perlopiù testi stampati su carta come libri tradizionali, riproposti in formato elettronico su di un supporto portatile (un piccolo computer palmare con schermo più adatto alla lettura). Ma le potenzialità del libro elettronico porteranno probabilmente nel prossimo futuro a una significativa evoluzione della specie. Non solo nel trattamento dei testi ma anche nell’inserimento di suoni e immagini, fisse o in movimento.
Quando avremo un romanzo scomponibile e interattivo, la cui fruizione avverrà leggendo il testo, ascoltando la colonna sonora e guardando immagini, non so se potremo più parlare di “libri”, seppure elettronici. Ci troveremo di fronte a una realtà del tutto nuova, sia nella concezione, sia nella realizzazione, sia sulla fruizione. Che come tale implicherà autori ed editori con capacità inedite, a cavallo tra editoria libraria, regia televisiva o cinematografica, produzione musicale.
Il libro su carta, così come lo conosciamo, ha caratteristiche e limiti abbastanza definiti e riconoscibili. Per cinque secoli ha rappresentato una delle forme più importanti di espressione della fantasia e del pensiero critico. Per sua natura il libro favorisce una lettura lineare e consequenziale, che dunque spinge l’autore a guidare il lettore su un percorso prestabilito ordinando la conoscenza in maniera gerarchica.
Non è forse del tutto fortuito che attraverso i libri si sono diffuse grandi concezioni del mondo, grandi sistemi di interpretazione di taglio filosofico, scientifico, economico, politico. La fruizione del libro richiede concentrazione, isolamento, silenzio. Tutte queste caratteristiche che si ritrovano difficilmente nella nostra epoca così concitata e affollata di stimoli di ogni tipo. Non è un caso che la fortuna del libro da qualche decennio abbia cominciato a declinare , a volte a favore di altri mezzi di comunicazione. Ciò non implica necessariamente che il libro sia destinato a sparire entro pochi anni, come certe volte si legge su giornali a caccia di falsi scoop. Piuttosto credo che il nostro tempo sia caratterizzato da una pluralità di mezzi espressivi che possano convivere tra loro.
Il ruolo del libro sarà minore rispetto al passato e alcune modalità di conoscenza si andranno riducendo (vedi in proposito ciò che scrive Raffaele Simone sul volume La terza fase. Forme di sapere che stiamo perdendo). Ma altre forme nuove, che forse ancora non sospettiamo neppure, si creeranno. Laterza, pur essendo un editore tradizionale, negli ultimi anni ha sperimentato modi nuovi di comunicazione, sia pubblicando Cd Rom sia utilizzando la Rete.
Continueremo a farlo anche per imparare noi stessi a lavorare con i nuovi mezzi ( si dice learning by doing…).
Anche il libro elettronico è una frontiera interessante di questa sperimentazione. Studiosi ed autori, tecnici ed editori devono dialogare tra loro e soprattutto tendere l’orecchio ai bisogni del pubblico per orientare i libri elettronici alla loro soddisfazione.
E, per tornare al nome degli e-book, se presto ne troveremo di totalmente nuovi, perché non affrancarli dalla tutela dei libri e chiamarli invece DIASS, cioè ‘Digital Assembly’?.
Giuseppe Laterza
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