E-book: la rivoluzione della lettura
di Fabio Ciotti
Che
cos'è un e-book?
Il fenomeno e-book:
verso la lettura elettronica?
Le tecnologie per i
libri elettronici
I formati standard per i libri
elettronici
I dispositivi di lettura
La questione del diritto
d'autore per i contenuti digitali
Dove acquistare gli
e-book
Conflitti e prospettive:
alcune considerazioni finali Uno dei temi che
ricorrono con maggior frequenza nel vasto dibattito scientifico e
giornalistico sollevato dalle nuove tecnologie è, senza dubbio,
quello relativo al 'futuro del libro'[ 1 ]. I
contenuti di questa querelle sono molteplici e complessi, e
riguardano sia il destino dell'oggetto libro in sé, sia quello
della cultura del libro (o del testo) che ha caratterizzato la
civiltà occidentale, almeno negli ultimi cinque secoli.
Come spesso avviene quando si riflette sui rapporti tra
tecnologie e cultura, la discussione sul futuro del libro si è
polarizzata secondo l'ormai classica dialettica tra 'apocalittici e
integrati'[ 2 ]. Ma entrambe le fazioni concordano
su un punto: le nuove tecnologie digitali sono agenti di una
trasformazione radicale della nostra cultura, caratterizzata
dall'eclisse dei modi di produzione e diffusione culturale basati
sulla stampa, e dall'emergenza di nuovi modelli basati sulla
creazione e trasmissione di contenuti digitali.
Sebbene questa analisi possa essere in parte condivisibile, si
deve osservare come i supporti digitali, almeno per ora, non abbiano
rappresentato una vera e propria alternativa al libro cartaceo[
3 ]. Non che vi sia una carenza di pubblicazioni digitali: negli
ultimi dieci anni il mercato è stato inondato di prodotti
editoriali su CD-Rom[ 4 ], per non parlare delle
centinaia di risorse Internet che complessivamente rientrano nella
definizione di biblioteca digitale[ 5 ]. Ma questi
oggetti nella maggior parte dei casi sono considerati e usati come
opere di riferimento, o strumenti didattici e scientifici.
L'attività della lettura, in gran parte delle sue forme e
manifestazioni, è invece rimasta legata al rapporto con il
tradizionale libro cartaceo, la cui struttura perdura a grandi linee
intatta da quasi due millenni[ 6 ].
Una delle più interessanti novità tecnologiche e commerciali
che ha caratterizzato il panorama dei nuovi media nel corso
dell'ultimo anno sembra poter mettere in discussione se non la
permanenza, almeno la centralità del libro cartaceo anche come
supporto della lettura. Ci riferiamo al fenomeno dei cosiddetti
e-book, sul quale ci soffermeremo in questo capitolo[
7 ].
Che cos'è un e-book?
Prima di approfondire la nostra trattazione del fenomeno
e-book, sia dal punto di vista tecnologico sia da quello sociale e
culturale, è bene fissare il significato dei termini che
adotteremo. Queste precisazioni terminologiche potrebbero sembrare
piuttosto pignole, ma sono necessarie per evitare fraintendimenti in
un dibattito che vede necessariamente convergere saperi e punti di
vista assai differenti. D'altra parte è proprio con l'intento di
fornire un quadro comune e condiviso di concetti e termini specifici
che l'Open eBook Forum (una organizzazione nata allo scopo di
definire gli standard tecnologici in questo settore) ha redatto un
documento dal titolo A Framework for the Epublishing Ecology[
8 ], dal quale mutueremo le nostre definizioni.
In generale con il termine e-book (libro elettronico) si intende
un'opera letteraria monografica pubblicata in forma digitale e
consultabile mediante appositi dispositivi informatici. Si noti che
l'aggettivo 'letteraria', in questa definizione, assume l'accezione
universale di opera dell'ingegno espressa come testo verbale, e non
si riferisce esclusivamente a opere letterarie in quanto oggetti
estetici (romanzo, poema, testo drammatico) distinti dai testi
saggistici, scientifici e così via. La determinazione di 'opera
monografica' differenzia un e-book vero e proprio dalla versione
elettronica di una pubblicazione periodica, per indicare la quale si
tende ad adottare il termine e-journal (periodico elettronico).
L'uso del più generico e-publication (pubblicazione elettronica) è
stato suggerito al fine di riferirsi a opere di qualsiasi genere
pubblicate in formato digitale.
Figura 27 Il Leviatano di Thomas Hobbes in formato e-book
In realtà nella vasta pubblicistica dedicata ai libri
elettronici l'uso della terminologia non è sempre rigoroso. In
particolare il termine e-book viene comunemente impiegato per
indicare sia una pubblicazione su supporto digitale (di qualsiasi
genere), sia gli strumenti con cui vi si accede (specialmente in
riferimento a quelle tecnologie hardware che sono state
specificamente sviluppate a questo fine). Per evitare questa
ambivalenza - che caratterizza anche il termine libro[
9 ] - useremo l'espressione 'dispositivo di lettura' al fine di
indicare gli strumenti hardware e software che consentono a un
utente di avere accesso a un'opera letteraria in formato
elettronico.
Il fenomeno e-book: verso la
lettura elettronica?
Come abbiamo rilevato in apertura di capitolo, la
disponibilità di opere letterarie su supporto digitale non è
certamente una novità nel mondo dei nuovi media. Le origini del
Project Gutenberg, il più noto archivio
testuale presente su Internet, risalgono al 1971. Mentre per quanto
riguarda l'editoria elettronica commerciale le prime pubblicazioni
su supporto elettronico (floppy disk o CD-Rom) si collocano intorno
alla metà degli anni 80, in coincidenza con l'esplosione
dell'interesse teorico e pratico intorno agli ipertesti digitali[
10 ].
Nonostante questa 'tradizione' relativamente lunga (se misurata
secondo i ritmi evolutivi che caratterizzano le nuove tecnologie),
le pubblicazioni su supporto digitale non hanno mai rappresentato
un'alternativa vera e propria a quelle su supporto cartaceo, se non
in ambiti molto ristretti (ad esempio nella manualistica tecnica
specializzata, o nei repertori legali). Insomma, sebbene si possano
trovare numerose edizioni della Divina Commedia su Internet o su
CD-Rom, il numero di persone che hanno letto il poema dantesco
direttamente sullo schermo è decisamente esiguo. Conseguentemente
l'industria editoriale tradizionale ha inizialmente riservato
un'attenzione solo episodica ai nuovi media, e l'editoria
elettronica si è ritagliata uno spazio di mercato distinto e
parallelo rispetto a quello tradizionale, concentrandosi su quei
contenuti in cui il supporto elettronico è intrinsecamente
necessario: opere ipertestuali e/o multimediali e videogiochi.
La scarsa fortuna della lettura 'mediata da strumenti
elettronici' ha molteplici spiegazioni, sia di natura tecnica sia di
natura culturale. Dal punto di vista tecnico è indubbio che i
dispositivi informatici, se confrontati con i libri cartacei,
presentino evidenti limiti di ergonomia e versatilità: la
risoluzione e la qualità grafica dell'immagine digitale sono di
gran lunga inferiori a quelle della stampa; la lettura prolungata su
schermo (soprattutto sugli schermi a tubo catodico) induce fastidi e
disagi alla vista; i dispositivi hardware sono scarsamente o per
nulla portabili, e comunque necessitano di accedere a fonti di
energia; la presenza di molteplici tecnologie hardware e software
per la codifica, archiviazione e fruizione dei contenuti digitali
costringe gli utenti a servirsi di numerosi strumenti diversi,
ognuno con una sua particolare interfaccia.
Ma non meno rilevanti sono stati gli ostacoli culturali, primo
fra tutti la diffusa e consolidata familiarità con il libro a
stampa. Una familiarità dovuta al fatto che nella società
occidentale la parola scritta - soprattutto quella stampata - ha un
ruolo fondamentale nella trasmissione culturale e nel processo
formativo delle nuove generazioni. Ma anche al vero e proprio
rapporto affettivo che si instaura tra un lettore e i suoi libri:
sia che vengano ammassati un po' disordinatamente su scaffali e
scrivanie, sia che vengano disposti in perfetta sequenza nella
libreria. Del tutto simmetrica è la predominante diffidenza o
indifferenza di molta parte del mondo umanistico - depositario
tradizionale e privilegiato dell'attenzione verso i libri e la
lettura - verso i dispositivi informatici, e la conseguente scarsa
alfabetizzazione informatica che ne è derivata.
Tuttavia negli ultimi quattro o cinque anni, soprattutto grazie
all'enorme interesse verso Internet, si è sviluppata e diffusa una
diversa attitudine culturale verso la tecnologia digitale e i nuovi
media. In alcuni paesi questo processo è ormai in fase assai
avanzata: negli Stati Uniti e nell'Europa industrializzata l'uso dei
computer è ormai comune, e gli strumenti informatici hanno un ruolo
importante (e talora fondamentale) nella formazione. Sempre più
spesso e sempre più a lungo si accede a informazioni direttamente
sullo schermo di un computer. La convergenza tra questa
trasformazione culturale e una serie di innovazioni tecniche come la
creazione di dispositivi informatici sempre più piccoli e leggeri e
il miglioramento qualitativo della grafica digitale, potrebbe
determinare una radicale inversione di tendenza nella fortuna della
lettura elettronica. La nostra impressione, confortata da quella di
molti analisti, esperti e imprenditori del settore hi-tech, è che
siamo ormai vicini a una vera e propria esplosione del 'fenomeno
e-book'.
Sebbene le certezze inconfutabili sulle 'meravigliose sorti' di
questa o quella tecnologia espresse da tecnocrati e tecnofili vadano
prese con molta cautela e una buona dose di spirito critico (basti
ricordare l'abbaglio tecnologico rappresentato dall'infatuazione che
tre o quattro anni fa aveva colpito molta parte degli esperti di
Internet relativamente all'uso in rete delle cosiddette tecnologie
push[ 11 ], uso che - contrariamente alle
previsioni - è rimasto almeno finora assolutamente marginale), è
innegabile che attorno agli e-book si stia sviluppando una notevole
attenzione sia negli ambienti tecnologici sia in quelli editoriali e
culturali. Le prime avvisaglie risalgono a un paio di anni fa, ma
l'anno zero dell'era degli e-book è stato senza dubbio il 2000. A
suffragare questa affermazione si potrebbe elencare una lunga serie
di eventi che hanno visto protagonisti tutti gli attori del mercato
editoriale e tecnologico: autori, editori, distributori commerciali,
produttori di hardware e software. Ci limiteremo a segnalarne solo
alcuni, iniziando da quello che per la sua carica simbolica ha avuto
l'effetto di un macigno lanciato nello stagno del mercato
editoriale: la pubblicazione di un racconto in formato e-book da
parte di uno degli autori più venduti al mondo, Stephen King.
Riding the Bullet, questo il titolo dell'opera pubblicata la scorsa
primavera, in un solo giorno è stato scaricato da oltre 500 mila
utenti. Sull'onda del successo di questa prima iniziativa, da giugno
lo stesso King ha iniziato a pubblicare come e-book i capitoli di un
nuovo romanzo, The Plant; ogni singolo capitolo compare con ritmo
mensile sul sito dello scrittore, e viene
distribuito con una formula commerciale shareware al prezzo di un
dollaro[ 12 ].
Poco dopo anche i giganti dell'editoria e della distribuzione
hanno deciso di entrare nel mercato e-book. Time-Warner e Random
House hanno così fondato le affiliate iPublish e AtRandom con la
missione di pubblicare titoli in formato elettronico, seguite da
Simon & Schuster e McGraw-Hill. Ad agosto Barnes & Noble (il
gigante della distribuzione libraria statunitense che gestisce, tra
l'altro, la seconda libreria on-line per volume di vendite), dopo un
accordo con Microsoft, ha aperto un canale e-book sul suo sito
(www.barnesandnoble.com), ed ha acquisito iUniverse.com, un sito
dedicato alla pubblicazione di inediti in formato elettronico; a
settembre anche Amazon.com ha annunciato un accordo con Microsoft
per la distribuzione di e-book a partire dal 2001.
Altrettanto vivace la situazione nel settore delle piattaforme
tecnologiche. Un ruolo da protagonista è stato svolto dalla
Microsoft, sia dal punto di vista dello sviluppo di tecnologie sia
da quello della promozione. Sul primo versante il gigante di Redmond
ha rilasciato ad aprile la prima versione del software di lettura
Microsoft Reader nella dotazione standard di Pocket PC, il suo nuovo
sistema operativo per dispositivi mobili, seguita in agosto dalla
versione per piattaforma PC/Windows. Sul secondo versante, dopo aver
contribuito fortemente alla creazione dell'Open eBook Forum,
Microsoft ha svolto il ruolo di mentore della 'rivoluzione e-book'.
Il vice presidente della divisione sviluppo tecnologico Dick Brass[
13 ], considerato uno dei guru nel settore, durante la Seybold
conference dello scorso anno ha terminato il suo intervento con un
immaginifico video dedicato alla storia della stampa, che terminava
celebrando l'ultima edizione cartacea del "New York Times"
nel 2018! E in un incontro con i rappresentanti delle grandi
industrie editoriali si è detto convinto che, grazie agli e-book, i
problemi dell'alfabetizzazione e dell'accesso al sapere nel terzo
mondo saranno risolti: "There'll be no village in India or
Africa too poor to have a library equivalent to the greatest
universities in the world"[ 14 ].
Molto attiva anche la Adobe, la cui tecnologia Portable Document
Format (PDF) rappresenta per il momento lo standard di mercato per
la distribuzione di documenti elettronici. Recentemente Adobe ha
acquistato la Glassbook (produttrice di un software di lettura
basato su PDF), ha annunciato notevoli innovazioni per la prossima
versione della sua linea di prodotti Acrobat e infine ha sviluppato
una piattaforma software (Adobe Merchant) per la distribuzione di
contenuti digitali rivolta espressamente al mercato e-book.
Sul fronte dei dispositivi hardware per la lettura degli e-book,
grande protagonista è stata la Gemstar-Tv Guide International (a
cui si deve, tra l'altro, l'introduzione del sistema show view per i
videoregistratori). Dopo avere acquisito a gennaio due aziende
pioniere nel settore, NuvoMedia e SoftBook Press, la Gemstar ha
stabilito un accordo con la multinazionale dell'elettronica di
consumo Thomson-RCA per sviluppare le nuove versioni dei due
prodotti, immesse sul mercato a metà ottobre.
A coronamento di questa serie di investimenti, iniziative e
innovazioni tecnologiche si colloca la prima edizione di un premio
letterario internazionale riservato agli e-book, il Frankfurt eBook
Awards, organizzato dalla International eBook Award Foundation
nell'ambito della maggiore mostra mondiale del mercato editoriale,
la Fiera del Libro di Francoforte[ 15 ].
A questa serie di eventi andrebbero aggiunti le centinaia di
articoli disseminati su giornali e riviste tradizionali e on-line
("Wired", "Times", "Washington Post",
"Wall Street Journal", "The Economics", per
citarne alcuni), i numerosi convegni e seminari, le decine di siti
Web più o meno professionali dedicati al fenomeno e-book. Un vero e
proprio diluvio comunicativo che sembra confermare la convinzione di
trovarsi di fronte a un momento di svolta.
In realtà capire le reali dimensioni del fenomeno non è affatto
impresa facile. Allo stato attuale il mercato effettivamente
generato dagli e-book è praticamente irrilevante. Ma secondo una
stima della Andersen Consulting entro il 2005 potrebbe arrivare a
coprire il 10% delle vendite totali, con un volume di affari pari a
2,3 miliardi di dollari. La Forrester Reserch prevede un volume di
affari di 3 miliardi di dollari addirittura entro il 2003. Per non
parlare delle profezie del già citato Dick Brass che in più
occasioni ha sostenuto che entro il 2010 il volume del mercato
e-book sarà pari a quello dei libri tradizionali. Ma non mancano
voci critiche, anche assai autorevoli come quella del commentatore
del "Wall Street Journal" Matthew Rose, che in un articolo
dall'assai esplicito titolo E-Books' Big Future Isn't Likely To
Arrive At Any Point Soon (15/10/2000)[ 16 ]
esprime molti dubbi, suffragati da indagini di mercato e opinioni
interne al mondo dell'editoria elettronica, sulla reale diffusione a
breve termine degli e-book.
Insomma, il fenomeno e-book, al di là della brillante facciata,
presenta molti aspetti controversi. Ma su questo torneremo in
chiusura. Ora è venuto il momento di vedere più da vicino in che
cosa consistano le tecnologie e gli strumenti per scrivere e leggere
libri elettronici.
Le tecnologie per i libri
elettronici
Come anticipato, alla base del grande interesse verso gli
e-book ci sono una serie di innovazioni tecnologiche che hanno
riguardato sia gli aspetti hardware sia quelli software. Le
principali sono:
l'affermarsi del paradigma dell'informatica mobile (mobile
computing) nel mercato dei prodotti informatici e la diffusione dei
cosiddetti computer palmari; lo sviluppo di standard per la
creazione, distribuzione e fruizione dei documenti digitali; la
comparsa dei primi dispositivi software e hardware per la lettura di
e-book; il perfezionamento delle tecnologie di visualizzazione su
schermo dei caratteri; lo sviluppo di tecnologie per la protezione
del copyright sui contenuti digitali (Digital Right Management, in
sigla DRM). Il paradigma del mobile computing costituisce il
contesto generale in cui si inserisce il fenomeno e-book. I notevoli
sviluppi nel campo della miniaturizzazione e integrazione dei
componenti hardware hanno reso possibile la creazione di computer
ultraportatili (subnotebook) le cui caratteristiche e funzionalità
sono ormai paragonabili a quelle dei normali computer da tavolo, e
soprattutto di dispostivi 'palmari' che, da semplici agendine
elettroniche, sono divenuti veri e propri computer da taschino.
Figura 28 Il fortunato PalmVx della Palm
Il ruolo del protagonista in questo settore è stato finora
svolto dalla Palm Computing (società del gruppo 3Com) che con la
sua brillante serie di dispositivi Palm Pilot detiene i tre quarti
del mercato; ma il recente rilascio da parte della Microsoft del suo
nuovo sistema operativo per palmari PocketPC (PPC) ha fornito un
nuovo impulso al settore. PocketPC, infatti, introduce notevoli
miglioramenti rispetto al PalmOS e alle precedenti versioni del
sistema operativo Microsoft per computer palmari, che si chiamava
WindowsCE. L'interfaccia grafica (basata su quella di Windows) rende
l'uso dei dispositivi palmari assai facile e intuitivo. PocketPC è
in grado di gestire fino a 64 mila colori, consente di elaborare e
riprodurre dati audio (in formato MP3 o Microsoft Media) e video, e
supporta diversi software per la lettura di e-book.
Figura 29 Alcuni palmari basati sul sistema operativo Microsoft
PocketPC
Se il mobile computing costituisce in un certo senso lo sfondo
dell'esplosione del fenomeno e-book, le altre innovazioni elencate
in apertura rappresentano lo specifico tecnologico dei libri
elettronici. Esse riguardano infatti il formato con cui gli e-book
sono creati e distribuiti e i dispositivi di lettura, hardware e
software, con cui un utente finale può leggerli. Naturalmente
affinché gli e-book possano effettivamente affermarsi sono
necessari altri due elementi: un sistema di distribuzione efficiente
e un sistema per la protezione del diritto d'autore sui contenuti
diffusi (Digital Right Management). Per quanto riguarda il sistema
di distribuzione la soluzione è piuttosto scontata: Internet. La
rete, infatti, costituisce il più efficiente ed economico canale di
distribuzione per il mercato dell'editoria elettronica: come vedremo
nelle prossime pagine, esistono già centinaia di siti che
distribuiscono pubblicazioni sia a titolo gratuito sia a pagamento.
Assai più complesso è il discorso per quanto attiene alla
protezione del diritto d'autore. E questo non solo e non tanto per
motivi strettamente tecnici (soluzioni ragionevolmente sicure sono
già disponibili e funzionanti) quanto per motivi culturali ed
economici: un atteggiamento eccessivamente restrittivo rischia di
rendere l'accesso ai contenuti digitali complesso e svantaggioso per
gli utenti, mentre uno apertamente libertario rischia di danneggiare
gli interessi degli autori e degli editori. Ma su questo torneremo
più avanti.
I formati standard per i libri
elettronici
Il primo aspetto tecnologico su cui ci soffermiamo è
quello relativo ai formati di codifica che possono essere adottati
per la creazione di una pubblicazione elettronica. Lo sviluppo dei
sistemi di codifica digitale è una tra le questioni più delicate
connesse al processo di digitalizzazione dell'informazione e della
comunicazione sociale cui stiamo assistendo in questi anni di
'convergenza al digitale'. Infatti, dalla scelta oculata dei formati
di codifica dipendono due caratteristiche che ogni strumento di
diffusione del sapere dove possedere: la capacità di rappresentare
in modo esaustivo (e, se possibile, esteticamente soddisfacente)
ogni tipo di contenuto e l'accessibilità universale.
Per avere un'idea dei problemi che possono sorgere in questo
ambito è sufficiente riflettere sulla straordinaria efficienza del
tradizionale libro a stampa: pur nella notevole variabilità
strutturale che esso presenta (si va dall'edizione economica al tomo
in carta pregiata rilegato a mano,) il libro è uno strumento in
grado di veicolare contenuti testuali e iconici assai diversificati,
estremamente facile da utilizzare, e accessibile in modo immediato
senza limiti di spazio e di tempo.
Al contrario, i documenti digitali sono fruibili solo attraverso
la mediazione di appositi strumenti hardware e software. Tali
strumenti si basano su piattaforme e soluzioni diverse, spesso
reciprocamente incompatibili, e soprattutto caratterizzate da una
obsolescenza tecnologica elevatissima (si pensi al ritmo con cui i
sistemi di scrittura elettronica si sono evoluti solo negli ultimi
dieci anni). Paradossalmente, dunque, la digitalizzazione rischia di
porre limiti alla diffusione universale e alla preservazione a lungo
termine dei contenuti. E questo arrecherebbe gravi danni sia alla
crescita culturale collettiva, sia alla creazione e affermazione di
un mercato dei prodotti culturali (destinati per loro natura a un
ciclo di vita assai più lungo di quello di altre tipologie di
informazione di consumo).
Per evitare questi rischi, una delle soluzioni strategiche
consiste nell'adozione di sistemi per la rappresentazione e la
manipolazione delle informazioni che siano efficienti, condivisi e
possibilmente di pubblico dominio: quelli che comunemente sono
definiti standard[ 17 ].
I processi che portano alla creazione di uno standard sono
diversi. In alcuni casi una tecnologia sviluppata da un singolo
produttore si dimostra particolarmente efficiente e guadagna la
fiducia generale degli utenti, divenendo di fatto una piattaforma
standard: è questo il caso di tecnologie come Flash e JavaScript,
sviluppate rispettivamente da Macromedia e Netscape, ma dimostratesi
tanto efficaci da conseguire il consenso generale. Tuttavia questo
processo di standardizzazione de facto comporta alcuni rischi.
In primo luogo in ogni singolo settore tecnologico le soluzioni
proposte sono molte e si possono dare casi in cui la competizione
non si risolve a vantaggio di una sola piattaforma, o della
migliore. Ad esempio, nel settore del video streaming dalla iniziale
moltitudine di soluzioni si è arrivati a un duopolio che vede
protagonisti da una parte Real (con il suo RealVideo) e dall'altra
Microsoft (con Microsoft Media), con un terzo competitore, Apple
(con QuickTime), che detiene una sezione limitata ma consolidata del
mercato. L'offerta di contenuti video in tempo reale, dunque, si
basa su diverse tecnologie, e questo costringe i creatori a produrre
e diffondere informazione su più piattaforme o a optare per l'una o
l'altra, rischiando di limitare a priori la loro utenza potenziale.
D'altro canto, gli utenti sono costretti a utilizzare più di un
dispositivo software per accedere a tutti i contenuti potenzialmente
disponibili. Si tratta certamente di tecnologie che vengono
distribuite (almeno per il lato utente) in formula gratuita, e la
cui installazione non è particolarmente difficile. Tuttavia questa
situazione crea un ostacolo alla diffusione del video digitale.
Inoltre la compresenza di tecnologie non intercambiabili causa
notevoli difficoltà per l'archiviazione e conservazione a lungo
termine dei contenuti (che per i prodotti culturali rappresenta -
come si è già accennato - un fattore di primaria importanza).
In secondo luogo, gli standard tecnologici di fatto sono, nella
maggior parte dei casi, proprietà intellettuale di singoli attori
del mercato che, dalla loro affermazione, conseguono una posizione
di monopolio: ed è noto che le condizioni di monopolio producono
svantaggi commerciali per gli utenti e rallentano lo sviluppo
tecnologico. Infine, l'obsolescenza tecnologica porta rapidamente
alla sostituzione di standard chiusi e proprietari con altri
standard, rendendo inaccessibili nel giro di pochi anni i contenuti
digitalizzati, e imponendo costosi e complessi processi di
conversione al fine di garantirne la preservazione.
Un'alternativa alla creazione degli standard tecnologici basata
sulla selezione (naturale?) del mercato è la promozione di
iniziative di standardizzazione esplicite, che definiscano per ogni
tecnologia le specifiche di riferimento alle quali i vari produttori
debbono attenersi. A tale fine sono preposti gli enti di
standardizzazione pubblici nazionali e internazionali, come la
International Standardization Organization (ISO), o le
organizzazioni commerciali private che raccolgono tutti o gran parte
dei protagonisti in un certo settore, come la European Computer
Manufacturer Association o il World Wide Web Consortium (W3C).
Gli enti di standardizzazione pubblici, in cui confluiscono
rappresentanti istituzionali e privati, hanno un ruolo molto
importante, ma assai spesso soffrono di una certa lentezza nella
deliberazione, essendo sottoposti a pressioni e azioni di lobbing
molto forti. Le organizzazioni private, invece, possono essere più
rapide nel rispondere alle esigenze di mercati in rapido sviluppo
(come quello hi-tech), ma allo stesso tempo possono subire il
ricatto delle aziende più forti. In ogni caso l'attività di
standardizzazione formale fornisce le garanzie migliori per la
creazione di specifiche di riferimento efficienti e al tempo stesso
di pubblico dominio[ 18 ].
Allo stato attuale, nel settore e-book si contendono il primato
due formati. Il primo è stato sviluppato dall'Open eBook Forum (Oebf), un consorzio che riunisce importanti aziende
informatiche ed editoriali (tra cui Microsoft, Adobe, Gemstar,
Random House, Time-Warner, McGraw-Hill), centri di ricerca e singoli
esperti, allo scopo di definire degli standard tecnologici per il
settore e-book. Il secondo è il Portable Document Format (PDF), realizzato dalla Adobe (che è anche membro dell'Oebf)
e ampiamente utilizzato da diversi anni.
Open eBook Publication Structure Specification Il primo
importante standard rilasciato dal consorzio Oebf è stato l'Open
eBook Publication Structure 1 (OEB, www.openebook.com/specification.htm),
pubblicato il 16 settembre 1999. Si tratta di un manuale di
specifiche che definisce un linguaggio di codifica con cui
rappresentare il contenuto di un libro elettronico, e fornisce una
serie di raccomandazioni e norme applicative.
Figura 30 La home page del sito dell'Open eBook Forum
L'OEB si basa su alcuni standard preesistenti e ampiamente
diffusi in ambiente Internet. Infatti la sintassi adottata per
definire il linguaggio di codifica è quella XML (Extensible Markup
Language). Come alcuni lettori sapranno, XML è una sorta di
grammatica formalizzata (metalinguaggio) che permette di definire
linguaggi per la rappresentazione di documenti su supporto
elettronico (detti linguaggi di markup). Ogni linguaggio di markup
XML è composto da un vocabolario e da una sintassi, che
corrispondono rispettivamente agli elementi costituenti un documento
e alle relazioni strutturali tra tali elementi. Ad esempio, un
linguaggio per rappresentare un libro dovrà poter definire al suo
interno elementi come capitoli, paragrafi, tabelle, citazioni,
enfasi, ecc.; la sua sintassi dovrà indicare che un libro è
costituito da una sequenza di capitoli che a loro volta conterranno
paragrafi, citazioni o tabelle e così via. Una volta definito
formalmente, un linguaggio di markup XML può essere utilizzato per
rappresentare singoli documenti elettronici. A tal fine, ogni
elemento strutturale viene rappresentato da una coppia di tag o
marcatori (espressi sotto forma di stringhe di caratteri) che vanno
inseriti all'interno del documento in formato testuale seguendo
opportune regole e vincoli (chi abbia un minimo di familiarità con
HTML, il linguaggio per la costruzione di pagine Web, non avrà
difficoltà nel comprendere il funzionamento di questo meccanismo).
Non possiamo in questa sede soffermarci ulteriormente sulle
caratteristiche di XML. Basti dire che si tratta del nuovo standard
per la creazione di contenuti per il Web, e che dunque erediterà le
funzioni sin qui svolte da HTML. D'altra parte - come si accennava -
anche HTML è un linguaggio di markup. Esso è basato sulla sintassi
dello Standard Generalized Markup Language (SGML), un fratello
maggiore di XML. Le differenze tra questi due metalinguaggi sono
piuttosto limitate: di conseguenza un linguaggio SGML può essere
convertito in uno XML. In particolare, il vocabolario di un
linguaggio SGML si può senza problema convertire nel vocabolario di
un linguaggio XML (per la sintassi la questione è più complessa,
ma comunque la conversione è possibile). E in generale i singoli
documenti codificati sulla base di un linguaggio SGML (come HTML)
sono, sotto certe condizioni, validi anche rispetto alla traduzione
di quel linguaggio in XML. In virtù di queste considerazioni, e
dell'ampia diffusione di strumenti e competenze su HTML, lo standard
per i libri elettronici OEB ha adottato gran parte degli elementi
presenti nel vocabolario di HTML versione 4.0, aggiungendovi alcuni
vincoli sintattici e un elenco di raccomandazioni per la loro
utilizzazione.
Un altro standard Internet adottato nell'OEB è il linguaggio per
la definizione di fogli di stile Cascading Style Sheet (CSS). Un
linguaggio di codifica XML, infatti, descrive solo la struttura
logica di un documento, ma non il suo aspetto grafico. Esso,
insomma, permette di dire che un capitolo è composto da un titolo
seguito da una serie di paragrafi, citazioni, tabelle e così via,
ma non quale carattere o stile o disposizione vogliamo adottare per
rendere sul monitor (o sulla carta, o su un dispositivo di lettura
vocale) questi elementi. Questa che possiamo chiamare la struttura
formale o presentazionale del documento viene specificata mediante
dei fogli di stile, a loro volta espressi mediante appositi
linguaggi come CSS. Le specifiche OEB hanno adottato un sottoinsieme
di questo linguaggio al fine di descrivere l'aspetto grafico che un
e-book assume una volta visualizzato su un dispositivo di lettura.
OEB fornisce anche delle linee guida per specificare i cosiddetti
metadati da associare al libro elettronico (ovvero quella serie di
informazioni che identificano un documento digitale, come il suo
titolo, autore, editore ed altre eventuali notizie rilevanti). Tali
informazioni, che seguono le direttive Dublin Core (uno standard per
la descrizione bibliografica di risorse elettroniche sviluppato in
ambito bibliotecario[ 19 ]), vanno inserite in un
file denominato OEB Package File. In questo file, che a sua volta è
un documento XML, vanno specificati anche: l'elenco dei file
(testuali e grafici) che costituiscono nel complesso il contenuto
dell'e-book (detto manifest); l'indicazione della loro sequenza
lineare (spine); eventuali sequenze di lettura alternative (tours);
l'elenco e i riferimenti alle componenti strutturali (o guide) della
pubblicazione (copertina, indice, sommario, ecc.). Per quanto
riguarda l'inclusione di contenuti non testuali, OEB nella sua
attuale versione si limita alle sole immagini, per le quali sono
stati adottati due comuni formati di codifica digitale: JPEG e PNG (Portable
Network Graphic).
Accanto a questi aspetti più strettamente sintattici, il manuale
OEB fornisce indicazioni formali sui vincoli che un sistema di
lettura per e-book deve rispettare per essere conforme alle
specifiche. Si noti che la nozione di 'sistema di lettura' è più
vasta di quella di 'dispositivo di lettura'. Mentre quest'ultimo è
inteso come la piattaforma hardware/software con cui un e-book viene
visualizzato, un sistema di lettura può essere suddiviso in più
moduli e in più piattaforme. Di conseguenza un sistema di lettura
per essere conforme alle specifiche OEB non deve necessariamente
includere un sistema di visualizzazione in grado di interpretare in
modo nativo dei documenti elettronici in formato OEB. Esso può
anche adottare OEB come formato di input per una procedura di
conversione in un cosiddetto 'formato binario' proprietario[
20 ].
L'importanza di questo standard è difficilmente sottovalutabile:
esso infatti garantisce che i produttori di contenuti e quelli di
dispositivi di lettura (hardware e software) facciano riferimento a
specifiche tecniche comuni che assicurino "fedeltà,
accuratezza, accessibilità e presentazione del contenuto
elettronico su diverse piattaforme e-book". Di conseguenza i
fornitori di contenuti possono produrre e-book senza preoccuparsi
delle differenze tecniche dei singoli dispositivi di lettura e, dal
canto loro, gli utenti hanno la garanzia di poter accedere a ogni
titolo pubblicato indipendentemente dal dispositivo che usano o
preferiscono. Inoltre OEB si basa su tecnologie aperte e su standard
pubblici, con tutti i vantaggi che ne derivano e che abbiamo già
visto nel precedente paragrafo.
Naturalmente non mancano alcune limitazioni, tra cui le più
rilevanti sono la ridotta integrazione di contenuti multimediali
come audio, video, grafica vettoriale (assai utile per le
pubblicazioni scientifiche), e la mancanza di meccanismi intrinseci
per la protezione dei documenti al fine di garantire il rispetto del
copyright. Un documento OEB nativo, infatti, è un file testuale
leggibile in chiaro mediante un semplice editor.
Adobe Portable Document Format Portable Document Format è un
formato di codifica proprietario per la rappresentazione e
distribuzione di documenti su supporto digitale introdotto dalla
Adobe nel 1994. Si tratta di un formato derivato dal PostScript, il
linguaggio sviluppato dalla stessa Adobe per la gestione delle
stampanti professionali. In effetti, sotto molti punti di vista, un
documento PDF è una sorta di stampa digitale: una volta generato
esso mantiene inalterata l'impostazione grafica originale, in ogni
condizione di visualizzazione e su ogni piattaforma.
La creazione e la composizione grafica di un documento da
pubblicare in formato PDF possono essere effettuate mediante
qualsiasi programma di word processing o di desktop publishing. Una
volta terminata la fase di preparazione del documento, esso viene
inviato a un apposito programma, denominato Acrobat Distiller, che
genera il file PDF finale. La visualizzazione di questo file
richiede ovviamente un apposito programma: la Adobe distribuisce
gratuitamente il suo Acrobat Reader (ne riparleremo più avanti), ma
sono disponibili anche altri software in grado di interpretare
questo formato[ 21 ].
Il formato PDF, rispetto allo standard OEB, gode di alcuni
indubbi vantaggi. Il primo è la sua notevole diffusione,
soprattutto nel settore della manualistica e della letteratura
tecnica. Ma anche dal punto di vista tecnico presenta numerose
caratteristiche avanzate assenti nell'attuale versione di OEB. La
più rilevante è la capacità di integrare contenuti multimediali,
grafica vettoriale e moduli interattivi. Inoltre è dotato di una
capacità espressiva maggiore dal punto di vista della grafica e
della impaginazione del testo. E infine, essendo un formato di file
binario, non è leggibile senza appositi strumenti software, e
supporta in modo nativo un efficiente sistema di cifratura a doppia
chiave per la protezione di materiali protetti da copyright.
Ma non mancano gli aspetti negativi. In primo luogo PDF non è
uno standard aperto e pubblico, sebbene la sua adozione sia
attualmente assai vasta; e abbiamo già visto quali siano i rischi
di questa situazione. In secondo luogo si tratta di un linguaggio
che si concentra esclusivamente sugli aspetti formali e
presentazionali di un documento, e non sulla sua struttura logica.
Infine, come conseguenza di questa sua natura presentazionale, un
documento PDF ha una definizione rigida e a priori della struttura e
delle dimensioni della pagina. Questo significa che la distribuzione
del testo nelle pagine (page flow) non può essere adattata a
seconda delle dimensione e della risoluzione dello schermo ma rimane
fissa, e di conseguenza molto spesso costringe gli utenti a scorrere
una pagina in verticale per leggerne tutto il contenuto[
22 ].
I dispositivi di lettura
I dispositivi di lettura per gli e-book possono essere
divisi in due classi: lettori esclusivamente software e lettori
hardware dedicati. La prima classe è costituita da una nutrita
serie di applicazioni che girano sui normali personal computer ma
soprattutto sui vari apparati mobili (e in particolare sui computer
palmari e sui lettori dedicati) che hanno inondato il mercato dei
prodotti informatici negli ultimi anni. Come abbiamo già rilevato,
la diffusione del mobile computing costituisce uno degli elementi
trainanti del fenomeno e-book.
Nel paradigma del mobile computing rientrano anche i vari
dispositivi hardware dedicati per la lettura di e-book. Questi
strumenti sono dei computer portatili progettati esclusivamente o
principalmente per la visualizzazione di libri elettronici. In linea
generale si presentano come dei grandi computer palmari, privi di
tastiera e dotati di schermi LCD ad alta risoluzione. Un design che
si ispira chiaramente alla forma dei tradizionali libri cartacei, di
cui questi dispositivi cercano di riprodurre le caratteristiche
ergonomiche.
Fino alla fine del 1999 esistevano solamente due prodotti di
questo genere, il Rocket eBook, prodotto dalla NuvoMedia, e il
SoftBook Reader, prodotto dalla SoftBook Press. Come sappiamo, nel
gennaio 2000 la Gemstar ha acquistato entrambe queste aziende e lo
scorso autunno ha finalmente presentato le nuove versioni dei due
dispositivi. Nel frattempo altri produttori hanno annunciato il
rilascio di strumenti simili. Uno di essi - il Franklin eBookMan -
è stato appena presentato sul mercato, ed ha ricevuto il
riconoscimento per la tecnologia al Frankfurt eBook Awards. Ma le
novità annunciate sono numerose, e non provengono solo da
oltreoceano.
Oltre alla disponibilità di nuovi e più ergonomici apparecchi
hardware, per la diffusione degli e-book sono stati molto importanti
i recenti sviluppi nella visualizzazione su schermo dei caratteri.
Ci riferiamo alle cosiddette tecnologie di sub-pixel font rendering[
23 ]. La trattazione approfondita di questa tematica -
tecnicamente piuttosto complessa - esula dagli scopi di questo
libro. Ci limitiamo dunque ad alcuni brevi cenni. Come noto, le
immagini che appaiono sul monitor di un computer sono composte da
una fitta griglia di punti, detti pixel, la cui densità è
determinata dalla risoluzione dello schermo. Ad esempio, alla
risoluzione 800x600 lo schermo è composto da una matrice di 800
punti orizzontali e 600 punti verticali. Per formare l'immagine di
un carattere, i pixel che corrispondono ai suoi contorni vengono
accesi e 'colorati', come si può vedere nel primo riquadro della
figura seguente.
Il sub-pixel rendering sfrutta il fatto che ogni singolo pixel
dello schermo è in realtà costituito da tre sub-pixel, ciascuno
deputato a rappresentare uno di tre colori (rosso, verde e blu).
Controllando in modo indipendente ciascuno di questi sub-pixel si
può virtualmente triplicare la risoluzione dello schermo, ottenendo
una maggiore nitidezza complessiva nel disegno dei caratteri.
Figura 31 Il sub-pixel font rendering: al centro lo schema ideale
di un carattere; a sinistra la sua visualizzazione normale; a destra
la visualizzazione basata su sub-pixel
Questa maggiore nitidezza tuttavia si ottiene solo su schermi a
cristalli liquidi (LCD), dove i sub-pixel sono tre rettangoli
adiacenti in senso orizzontale; negli schermi CRT (ovvero i
tradizionali monitor a tubo catodico), invece, essi sono punti di
fosforo circolari che si sovrappongono, e non aree nettamente
distinte. Inoltre, a causa del modo in cui i sub-pixel adiacenti
sono utilizzati, il risultato è ottimale per le immagini in bianco
e nero, mentre è quasi nullo quando si usano colori non saturi.
Nei prossimi paragrafi presenteremo una rassegna dei principali
dispositivi di lettura software e hardware. Naturalmente questa
nostra rassegna non pretende in alcun modo di essere esaustiva. In
primo luogo perché già oggi l'offerta è assai ricca (soprattutto
sul versante software). Ma soprattutto perché la scena e-book è
estremamente dinamica, e le novità si susseguono con ritmo che mal
si addice ai tempi di produzione di un p-book (ovvero 'libro
cartaceo'!) come quello che state leggendo[ 24 ].
I dispositivi software Microsoft Reader L'atteso rilascio di
Microsoft Reader da parte del colosso mondiale del software ha
rappresentato uno degli eventi più rilevanti per la diffusione
degli e-book. E, pur con alcuni limiti, le caratteristiche di questo
programma giustificano gran parte dell'attenzione che gli è stata
dedicata.
MS Reader esiste in due versioni: una per piattaforma PocketPC
(con numero di versione 1), distribuita di serie su tutti i palmari
PPC, e una per piattaforma PC/Windows (con numero di versione 1.5),
che si può prelevare gratuitamente all'indirizzo www.microsoft.com/reader/.
Le due versioni sono quasi del tutto identiche e in linea di massima
reciprocamente compatibili[ 25 ], sebbene quella
per PC presenti alcune caratteristiche aggiuntive.
Il formato dei file leggibili da Microsoft Reader è una versione
compilata dello standard OEB (al cui sviluppo la Microsoft ha
fornito importanti contributi), cui viene di norma assegnata
l'estensione 'LIT'. Questo significa che per produrre un e-book si
deve prima preparare un documento in formato OEB, e poi tradurlo
mediante un apposito programma. Al momento sono disponibili due
software in grado di effettuare questa operazione. Uno è
ReaderWorks, prodotto e distribuito dalla OverDrive
in tre varianti: la versione Standard,
liberamente disponibile; la versione Publisher, che consente di
inserire immagini di copertina personalizzate e di proteggere gli
e-book mediante la tecnologia di Digital Right Management della
Microsoft; la versione Professional, che è una vera e propria
piattaforma di pubblicazione e gestione dei diritti. La stessa
Microsoft ha invece rilasciato un modulo aggiuntivo per Microsoft
Word, che permette di generare e-book in formato MS Reader
direttamente da documenti Word[ 26 ].
In realtà il supporto per il linguaggio di markup OEB non è
ancora completo, soprattutto per gli e-book compilati per la
versione PPC del Reader (che ad esempio non supporta le tabelle).
Rispetto allo standard, MS Reader fa una deroga sui formati di file
grafici, accettando anche immagini GIF. Invece per ora non è in
grado di gestire oggetti multimediali (che sono esclusi anche dall'OEB).
Inoltre si deve osservare che i link ipertestuali funzionano solo se
la loro destinazione è all'interno di un medesimo e-book. I link
esterni ad altri e-book o a siti Web generici per il momento sono
inattivi, sebbene il programma sia di fatto un browser XML
specializzato.
Due caratteristiche positive di questo programma di lettura sono
la capacità di gestire il page flow in modo dinamico a seconda
delle caratteristiche dell'hardware su cui è installato e l'ottima
qualità grafica del testo visualizzato su schermi a cristalli
liquidi, dovuta alla tecnologia di sub-pixel font rendering
denominata ClearType. Su quest'ultimo aspetto ci siamo già
soffermati. La gestione dinamica del page flow, invece, comporta la
capacità di adattare automaticamente la dimensione della pagina
(pur rimanendo fisso il rapporto di 4/3 tra altezza e larghezza) e
la quantità di testo in essa contenuta in base alla risoluzione e
dimensione dello schermo. In questo modo uno stesso e-book può
essere letto indifferentemente su un desktop, un notebook o un
palmare senza che si debba scorrere in verticale la pagina[
27 ].
Figura 32 La 'Biblioteca' di Microsoft Reader per PPC
L'interfaccia di Microsoft Reader, in entrambe le versioni, è
molto pulita e ben disegnata. La metafora su cui si basa è quella
della pagina di un libro, e sono del tutto assenti barre dei
pulsanti, menu a discesa e finestre multiple, elementi
caratteristici delle comuni interfacce grafiche. All'avvio il
programma si posiziona sull'ambiente 'Biblioteca' ('Library' nella
versione Windows, disponibile per ora solo in lingua inglese).
Questa schermata contiene l'elenco degli e-book disponibili;
ciascuno è caratterizzato da una piccola icona cui è affiancata
l'indicazione del titolo e dell'autore del testo. È possibile
ordinare i libri per vari criteri (autore, titolo, data di acquisto,
ecc.) ed effettuare ricerche sui titoli e sugli autori.
Figura 33 La copertina di Dracula per MS Reader su PPC
Una volta selezionato un e-book mediante il mouse, si accede alla
sua copertina, dove, oltre al titolo e a una immagine, si trovano
una serie di comandi che consentono di accedere alle pagine del
libro: 'Prima pagina' ('Begin reading') consente di iniziare la
lettura dalla prima pagina; 'Più recente' ('Most recent page')
porta alla pagina letta l'ultima volta che si stava usando il libro;
'Ultima letta' ('Furthest read') porta alla pagina più avanzata che
si è letta. È possibile anche passare al 'Sommario' ('Table of
contents'), che è di norma composto da voci attive che rinviano
direttamente ai capitoli del testo, o all'indice delle annotazioni
inserite in precedenti sessioni.
Figura 34 La copertina de L'origine delle specie di Darwin su MS
Reader per Windows
La lettura può avvenire sfogliando in modo sequenziale le pagine
del testo mediante un click sulle piccole frecce poste ai lati del
numero di pagina in alto a destra. È anche possibile selezionare
una pagina specifica premendo il tasto destro del mouse o la penna
del palmare sul numero di pagina. Ricordiamo tuttavia che in virtù
del page flow dinamico il numero e la sequenza delle pagine saranno
diverse a seconda del dispositivo hardware su cui il libro viene
letto.
Durante la lettura si possono selezionare dei passaggi e, di
nuovo premendo il tasto del mouse o tenendo premuto lo stilo sullo
schermo del palmare, accedere a un menu che mette a disposizione
alcune comode funzionalità: inserimento di segnalibri,
evidenziazioni, annotazioni, disegni, ricerca di termini, copia del
testo selezionato. Se si è installato l'Encarta Pocket Dictionary
(disponibile gratuitamente sul sito del programma) è anche
possibile visualizzare le definizioni dei termini in lingua inglese
(il comando relativo è 'Lookup' o 'Ricerca').
Figura 35 Schermata di lettura di MS Reader con il menu delle
funzioni di lettura
Invece agendo sul titolo corrente in alto a sinistra si accede a
un menu che consente di tornare alla biblioteca, alla copertina, al
sommario o ad altre sezioni del libro, nonché al manuale in linea,
ovviamente anch'esso in formato e-book. Attraverso il manuale in
linea si raggiunge anche una schermata che consente di
personalizzare le seguenti opzioni: i criteri di visualizzazione dei
simboli che segnalano la presenza di note, evidenziazioni,
segnalibri, ecc.; la dimensione dei font; il funzionamento a tutto
schermo o in finestra del programma; l'impostazione visiva del
sistema ClearType.
Tutte le funzionalità viste finora sono comuni a entrambe le
versioni di MS Reader. L'unica differenza veramente rilevante
consiste nella integrazione sulla versione per PC di un modulo di
Digital Right Management, che consente la visualizzazione di e-book
protetti[ 28 ]. Per usufruire di questa funzione
è necessario 'attivare il programma', una procedura piuttosto
complessa che, per fortuna, si effettua una tantum la prima volta
che si avvia MS Reader o che si tenta di accedere a un e-book
protetto. In primo luogo occorre registrarsi presso il servizio
Microsoft Passport, e ricevere il relativo
certificato digitale personale. Una volta in possesso di tale
certificato, che identifica univocamente un utente (e può essere
utilizzato su numerosi siti di commercio elettronico), si passa
all'attivazione vera e propria. Durante il processo di attivazione,
che richiede ovviamente un collegamento attivo alla rete, viene
scaricato il modulo software DRM (Secure Repository). Esso utilizza
il certificato Passport e una serie di informazioni univoche sul
computer (in genere i numeri di serie di componenti hardware come la
CPU o il disco rigido) per identificare la copia installata del
Reader. Infine viene inviato un certificato di attivazione che
consente al Reader di decifrare gli e-book protetti alla fonte.
Mediante il comando 'Bookstore' alla base della schermata iniziale
del programma si può stabilire direttamente un collegamento con le
librerie on-line Barnes&Nobel.com e Contentville, dove è
possibile acquistare e scaricare e-book.
Questo sistema di protezione del copyright, oltre a essere
piuttosto farraginoso, solleva due grossi interrogativi: in primo
luogo la registrazione sul servizio Passport, nonostante le
rassicurazioni della Microsoft, rischia di violare la privacy
dell'utente; in secondo luogo un certificato Passport permette di
attivare due sole copie del Reader. Questo significa che un e-book
acquistato può essere letto solo su due installazioni del
programma. Se si cambia il processore (il numero di identificazione
della CPU è una delle informazioni univoche usate per attivare il
Reader), o se si è costretti a reinstallare il sistema operativo
per la rottura del disco rigido, gli e-book acquistati
precedentemente non sono più leggibili. Microsoft asserisce che
tale limite è stato voluto dagli editori. Ma questo non depone a
favore della lungimiranza né della Microsoft né degli editori, e
tende a trasformare il libro elettronico in un prodotto estremamente
volatile: una caratteristica, abbiamo già sostenuto, assai lontana
dalla natura tipica dei prodotti editoriali (soprattutto in ambito
culturale) e dalle - giustificate - abitudini dei lettori. Quanti
lettori, infatti, saranno disposti ad acquistare una larga
biblioteca di titoli elettronici, sapendo che un semplice guasto
tecnico potrebbe farla interamente sparire? In un certo senso, è
come se gli editori volessero vendere libri cartacei che si
autodistruggono dopo che abbiamo cambiato per due volte il loro
posto nella libreria, magari anche solo per mettere ordine nei
nostri scaffali. Comprereste davvero un libro del genere?
Adobe Acrobat Reader Adobe Acrobat Reader è il programma di
visualizzazione standard per i documenti in formato PDF. Viene
distribuito gratuitamente dalla Adobe sul suo sito, all'indirizzo www.adobe.com/products/acrobat/readermain.html, anche se è
possibile scaricarlo da numerosi archivi di programmi sulla rete.
Giunto alla versione 4, si tratta di un programma diffusissimo (la
Adobe dichiara 165 milioni di copie distribuite), disponibile su
piattaforma Windows, Mac OS e Linux. Non esiste ancora, invece, una
versione ufficiale prodotta dalla Adobe per la lettura su
dispositivi palmari.
Questo è giustificato dal fatto che i file PDF, come abbiamo
rilevato, hanno una struttura di pagina fissa che li renderebbe
difficilmente visibili sul piccolo monitor dei palmari, a meno che
non siano formattati esplicitamente per quel formato.
Figura 36 Alice nel paese delle meraviglie: l'e-book in formato
PDF è visualizzato attraverso Acrobat Reader
L'interfaccia di Acrobat Reader risponde ai tradizionali stilemi
dei programmi basati su interfacce grafiche. La finestra principale
si divide in due aree: a sinistra si colloca l'indice (eventuale)
del documento, che si può nascondere (agendo sul quarto pulsante
della barra), mentre a destra trova spazio il testo vero e proprio.
Si possono scegliere diversi livelli di zoom nella visualizzazione
della pagina, tra cui tre (dimensioni reali, adattate alla finestra
su entrambe le dimensioni, e adattate alla finestra in larghezza)
possono essere impostate mediante i tre pulsanti con l'icona del
documento. Inoltre, mediante i comandi del menu 'Vista' si può
scegliere di visualizzare più pagine contemporaneamente (con
evidente degrado della leggibilità su schermi piccoli), o di
ruotare la pagina di novanta gradi. I pulsanti con le frecce
permettono di scorrere le pagine (in alternativa si possono usare i
tasti di spostamento sulla tastiera) e di saltare a inizio e fine
documento. Il programma, nella sua versione standard, consente di
effettuare ricerche per termini, ma non di inserire note o di
evidenziare il testo. È invece disponibile un comando di stampa.
Sviluppata per la distribuzione di documentazione tecnica
(moltissime aziende di prodotti informatici l'hanno adottata per la
distribuzione on-line di manualistica), la piattaforma Acrobat è
stata proiettata dalla Adobe nel settore e-book con notevole energia
(per informazioni si veda la sezione "E-Paper Center" sul
suo sito, all'indirizzo www.adobe.com/epaper/main.html, dalla quale
è anche possibile scaricare alcuni e-book gratuiti). A partire
dalla prossima versione il Reader integrerà CoolType, la tecnologia
di sub-pixel font rendering sviluppata da Adobe. Mentre già per la
versione attuale è disponibile un modulo, denominato Web Buy, per
interagire con la piattaforma DRM Acrobat Merchant[ 29
].
Questo modulo consente di accedere a documenti PDF protetti,
mediante un meccanismo leggermente diverso da quello scelto da
Microsoft. Ogni volta che si acquista un e-book cifrato, il modulo
Web Buy invia al server Merchant informazioni univoche sull'hardware,
che vengono usate insieme alla chiave pubblica dell'editore per
generare una chiave di decifrazione. Questa viene poi inviata al
computer dell'acquirente insieme al documento PDF. Naturalmente il
documento e la rispettiva chiave possono essere usati solo sul
singolo computer dal quale è stato effettuato l'acquisto. Il
sistema DRM della Adobe, dunque, anche se non richiede una
registrazione esplicita dell'utente come quello Microsoft, vincola
gli utenti a usare sempre lo stesso dispositivo hardware per leggere
gli e-book protetti, con le conseguenti limitazioni cui abbiamo già
accennato.
Glassbook Reader Glassbook Reader è un dispositivo di lettura
software che adotta come formato di file PDF. Recentemente la
Glassbook è stata acquistata dalla Adobe, ma
sembra che le linee di prodotti rimarranno separate, almeno per il
futuro prossimo. Il programma viene distribuito in una versione
gratuita, e in una a pagamento (dal costo di 39 dollari) che include
il dizionario The American Heritage Dictionary of the English
Language, e alcune funzionalità aggiuntive tra cui quella di
prestito, assai comoda per passare e-book protetti da un computer a
un altro. Entrambe sono disponibili per ambienti Windows e Mac OS.
Figura 37 Glassbook Reader: l'area biblioteca
Glassbook Reader, come il lettore Microsoft, adotta una
interfaccia molto diversa da quelle tradizionali. La finestra del
programma si divide in un'area principale alla cui destra è
affiancata una barra di comandi. L'area principale consente di
accedere all'ambiente biblioteca, in cui sono elencati gli e-book
disponibili sotto forma di immagini della copertina. È possibile
selezionare i titoli visibili in base al soggetto, ordinarli secondo
vari criteri e accedere a una finestra di informazioni mediante il
tasto destro del mouse. Premendo il tasto sinistro del mouse invece
si entra nell'ambiente di lettura vero e proprio.
I pulsanti in alto a destra consentono, nell'ordine, di scorrere
le pagine avanti e indietro, di ruotare l'orientamento della
finestra di 90 gradi (funzione che può essere utile con i notebook,
anche se usarne uno a mo' di libro è probabilmente ancor più
scomodo che leggere utilizzando il monitor del computer da
scrivania...), di aumentare o diminuire la dimensione della pagina
(ricordiamo che, basandosi su PDF, la pagina conterrà sempre la
stessa quantità di testo), e di aumentarne la nitidezza dei
caratteri grazie a una tecnologia di sub-pixel font rendering. In
basso è presente un sottile nastro diviso in celle che indica il
livello di avanzamento della lettura. Scorrendo con il mouse sopra
questo nastro è possibile saltare a una determinata pagina.
Premendo il tasto 'Menu' sul bordo inferiore della finestra compare
una barra di menu da cui si possono attivare diversi comandi, tra
cui l'inserimento e la revisione di segnalibri, la ricerca per
termini, la copia e la stampa del testo (che possono essere inibite
negli e-book protetti). I comandi per inserire evidenziazioni, note
e accedere al dizionario sono disponibili solo nella versione Plus.
Figura 38 Glassbook Reader: l'ambiente di lettura
Sempre nella barra di sinistra il tasto 'Library' permette di
tornare all'ambiente biblioteca, mentre quello 'Bookstore' avvia un
browser Web interno che punta alla libreria on-line Barnes&Noble.com.
Glassbook Reader infatti adotta una tecnologia di DRM, simile a
quella Adobe, che consente di creare, distribuire e visualizzare
e-book protetti. Altri titoli per Glassbook Reader possono essere
acquistati sul sito Glassbook Bookstore (bookstore.glassbook.com),
dove sono disponibili anche alcuni e-book gratuiti.
I lettori per i Palm Pilot La famiglia di computer palmari
prodotti dalla Palm detiene al momento i tre quarti del mercato di
questo genere di apparecchi. Tutti i Palm Pilot condividono il
medesimo sistema operativo, PalmOS (assai efficiente anche se dotato
di una interfaccia piuttosto spartana rispetto a PocketPC) ma, con
l'eccezione del modello Palm IIIc, non dispongono di schermi a
colori. Di conseguenza la loro funzionalità come dispositivi di
lettura e-book è piuttosto limitata. D'altra parte la grande
diffusione di cui godono ne ha fatto un mercato appetibile per
produttori di software ed editori. Per questa ragione il panorama
dei software di lettura disponibili per questa piattaforma è assai
variegato: se ne contano una quindicina, alcuni gratuiti, altri
distribuiti in formula shareware con prezzi che vanno dai 10 ai 30
dollari.
Il formato di file standard per i dati di tipo testuale in
ambiente PalmOS è il formato DOC, che non supporta né link
ipertestuali né l'inserimento di grafica. La maggior parte dei
lettori per Palm è in grado di interpretare e visualizzare
documenti in questo formato. Alcuni programmi, al fine di migliorare
la qualità grafica e le funzionalità, sono in grado di
interpretare anche vari formati proprietari o varianti più o meno
ristrette di HTML. In generale tutti questi programmi forniscono
funzioni come l'inserimento di bookmark, la ricerca per termini e il
cambiamento di dimensione dei caratteri usati.
Tra tutti, quello che offre nel complesso le migliori
funzionalità è TealDoc, distribuito in formula
shareware al costo di 16 dollari. Questo programma è in grado di
visualizzare immagini e supporta i collegamenti ipertestuali.
Inoltre permette di inserire e ricercare bookmark in modo molto
efficiente e di suddividere i documenti in categorie tematiche.
Figura 39 Due schermate di TealDoc
Molto potente e veloce è anche iSilo
la cui
versione a pagamento, grazie al suo formato di file proprietario
(generato compilando un documento HTML), supporta immagini e link
ipertestuali. Inoltre mediante il modulo iSilo Web (disponibile per
Windows e per Mac OS) questo programma permette di trasferire su
Palm normali pagine Web da leggere off-line.
Un altro programma di buon livello, l'unico in grado di
visualizzare testo in varie dimensioni e (sul Palm IIIc) colori, è
RichReader, disponibile sia
in una versione shareware (costa 14 dollari), sia in una gratuita
che non consente di cambiare la dimensione del font.
Figura 40 Due schermate di RichReader
Un buon lettore gratuito è CSpotRun,
mentre Aportis DocReader
è uno dei migliori
programmi di questa famiglia, ma con i suoi 30 dollari è anche il
più ingiustificatamente costoso.
Per i lettori interessati a un'analisi esaustiva di questi e
altri programmi di lettura per piattaforma Palm, segnaliamo le
seguenti risorse sul Web: la pagina delle recensioni di Gadgeteer, e la comparazione
sistematica curata da Rob Tillotson.
Per quanto riguarda invece la ricerca di e-book e documenti
gratuiti per questi programmi, oltre alle pagine dei rispettivi
prodotti, che talvolta dispongono di piccole librerie on-line, il
punto di riferimento è il sito Memoware (www.memoware.com), su cui
si possono trovare centinaia di titoli, la maggior parte dei quali
gratuiti.
Altri lettori multipiattaforma per palmari Accanto alla numerosa
famiglia di lettori e-book per PalmOS, sono disponibili diversi
software in grado di girare su più di una piattaforma palmare. Tra
questi si segnalano in particolare MobiPocket, PeanutPress e
TomeRaider, tre buoni prodotti che però non dispongono di
tecnologie di sub-pixel font rendering e dunque in ambiente PocketPC
offrono una qualità grafica assai minore rispetto a quella di MS
Reader.
MobiPocket
è un software di produzione
francese dalla duplice funzione: è un lettore e-book e un lettore
di canali news prodotti da varie fonti giornalistiche (si va da Time
Magazine a CNet). I relativi contenuti vengono scaricati via PC e si
possono inviare al palmare mediante i programmi di sincronizzazione.
È disponibile in formula gratuita per piattaforma PalmOS, WindowsCE,
PocketPC ed Epoch Psion.
Dal punto di vista delle funzionalità e-book, MobiPocket
consente di leggere documenti in un formato compilato che si basa su
un sottoinsieme del linguaggio OEB. L'interfaccia è piuttosto
semplice, e permette di passare da un'area 'Bookshelf' (scaffale),
che contiene l'elenco degli e-book disponibili, a una di lettura.
Figura 41 MobiPocket: il 'Bookshelf' e l'area di lettura
I tre pulsanti in alto consentono di muoversi tra le varie
sezioni del documento (copertina, sommario, prima pagina o una
pagina specifica), aumentare la dimensione dei font e inserire
bookmark. Lo scorrimento delle pagine invece si attua toccando i
margini sinistro (per andare alla pagina successiva) e destro (per
tornare alla pagina precedente) dello schermo con la penna, e -
particolare curioso che la dice lunga sull'importanza che per i
progettisti dei lettori e-book continua a rivestire il modello del
libro su carta - produce un suono di carta sfogliata. Per tornare
all'area 'Bookshelf' invece occorre aprire il menu collegato al
titolo corrente in alto a destra. È possibile anche utilizzare un
dizionario ed effettuare ricerche. Il sito del programma contiene
una libreria on-line dalla quale si possono acquistare alcune
centinaia di titoli leggibili con questo programma (ma vi sono anche
diversi titoli gratuiti). Inoltre la MobiPocket.com ha rilasciato
anche un programma gratuito, il MobiPocket Publisher, con cui è
possibile creare e-book personali.
PeanutPress Reader è il visualizzatore per gli e-book
distribuiti dalla PeanutPress, una divisione
della NetLibrary, azienda specializzata nel settore e-book che
fornisce servizi e contenuti a numerose biblioteche e università
statunitensi. Il catalogo della PeanutPress è molto ricco e
comprende anche diversi bestseller. Il software è disponibile
gratuitamente per piattaforma WindowsCE/PocketPC e PalmOS
direttamente sul sito, che ospita anche la libreria on-line dalla
quale è possibile acquistare e scaricare gli e-book.
Figura 42 PeanutPress Reader
Come si vede in figura, l'interfaccia è quasi completamente
dedicata alla visualizzazione del testo, e i comandi sono
concentrati nella zona inferiore. Le piccole icone quadrate, in
sequenza, permettono di: accedere a una finestra con il sommario del
testo; inserire e muoversi tra i bookmark; invertire i colori di
sfondo e testo; visualizzare le informazioni bibliografiche
dell'e-book; inserire annotazioni; tornare indietro dopo aver
seguito un link ipertestuale. Il menu 'Go', oltre a replicare alcune
funzioni dei pulsanti, fornisce i comandi per saltare a pagine
specifiche e per effettuare ricerche. Il menu 'Book', invece,
consente di aprire, chiudere o cancellare gli e-book, mentre dal
menu 'Options' si possono configurare alcuni parametri come il font,
i colori e la disponibilità dei pulsanti. Anche la PeanutPress
mette a disposizione degli utenti un programma che consente di
generare e-book per il loro lettore, a partire da file di testo
codificati mediante un linguaggio di markup proprietario.
TomeRaider, infine, è un visualizzatore
disponibile su piattaforme Windows, PocketPC, PalmOS ed Epoch Psion,
distribuito in formula shareware al costo di 25 dollari. Si basa su
un formato di file indicizzato molto efficiente che consente di
gestire anche dati molto strutturati e non solo documenti testuali.
Il programma, oltre a visualizzare singoli documenti, permette di
effettuare ricerche complesse su grandi quantità di documenti in
modo assai rapido. La versione Windows è dotata di un compilatore
con cui si possono produrre file in formato TR2 a partire da
documenti testuali codificati attraverso un semplice linguaggio di
markup simile a HTML.
I lettori hardware I lettori Gemstar-RCA I due modelli di lettori
hardware della Gemstar, battezzati REB 1100 e REB 1200, sono stati
presentati nell'autunno 2000. Entrambi gli apparecchi sono prodotti
e commercializzati dalla Thomson-RCA, la
multinazionale dell'elettronica di consumo con cui Gemstar ha
stipulato un accordo industriale. La creazione e distribuzione degli
e-book invece è stata affidata a una divisione appositamente
creata, la Gemstar Ebook.
Il REB 1100, che raccoglie l'eredità del Rocket eBook, è il
modello che si colloca sulla fascia bassa del mercato, e viene
venduto a un prezzo indicativo di 300 dollari. Si tratta di un
apparato del peso di circa mezzo chilo e dalle dimensioni di un
libro in edizione economica.
Figura 43 Il lettore Gemstar-RCA REB 1100
È dotato di uno schermo in bianco e nero retroilluminato, con
una diagonale di cinque pollici e mezzo e una risoluzione di 320 per
480 punti, più che sufficiente per la lettura di contenuti
testuali, ma piuttosto limitata per la visualizzazione di immagini.
La memoria standard di 8 MByte permette di archiviare in modo
permanente circa 8 mila pagine, ma può essere incrementata fino a
72 MByte, sufficienti a contenere 70 mila pagine. La batteria,
infine, dovrebbe garantire una durata di funzionamento oscillante
tra le 20 e le 40 ore.
Figura 44 Il REB 1100: il menu dei comandi del software
Il programma di gestione installato sul dispositivo presenta le
stesse funzionalità dei lettori software che abbiamo visto nelle
pagine precedenti. Anche in questo caso gli e-book vengono
visualizzati una pagina alla volta: una caratteristica comune alla
maggior parte dei lettori, che tuttavia rende piuttosto disagevole
la lettura a fini didattici o di ricerca, per la quale è spesso
utile avere sotto gli occhi più volumi. Naturalmente è possibile
evidenziare e annotare il testo, inserire bookmark, effettuare
ricerche, e passare dall'ambiente di lettura a quello di scaffale,
nel quale sono elencati tutti i titoli residenti in memoria. La
funzione dizionario si basa sulla versione digitale del celeberrimo
Webster Dictionary.
L'interazione avviene usando una tradizionale penna per touch
screen, mentre i due lunghi e comodi pulsanti sul bordo sinistro
servono per scorrere le pagine. Questo particolare costruttivo,
insieme al peso limitato, permette di usare il REB 1100 anche con
una sola mano e di leggere praticamente in tutte le situazioni in
cui si può leggere un libro cartaceo.
Per il caricamento degli e-book sul dispositivo si può
utilizzare il modem interno fornito in dotazione per collegarsi
direttamente al servizio di vendita della divisione editoriale
Gemstar. In alternativa è possibile collegare l'apparecchio a un PC
tramite un cavo USB e utilizzare un apposito software di
sincronizzazione, simile per funzione a quello adottato per i comuni
palmari.
Il REB 1200, erede del SoftBook Reader, si rivolge invece a un
utente più esigente, che intende farne un uso di tipo professionale
e che soprattutto è disposto a spendere la non esigua cifra di 700
dollari per un dispositivo monofunzione. Le differenze di
caratteristiche rispetto al modello 1100 (e al suo predecessore)
sono molteplici, a partire dal design. La più importante in
assoluto è rappresentata dallo schermo a colori, dotato di una
diagonale di 8 pollici e di una risoluzione di 480 per 640 pixel.
Figura 45 Il lettore REB 1200 della Gemstar
Naturalmente, se questo rende il REB 1200 adatto a visualizzare
immagini di buona qualità, ne aumenta anche le dimensioni (più o
meno pari a quelle di un volume con copertina rigida), il peso (che
sale a circa un chilogrammo) e l'assorbimento di energia (la durata
della batteria è ridotta a circa 5 ore). Il REB 1200 è dotato
anche di una scheda di rete, oltre che del modem, per collegarsi
alla rete Internet, acquistare e trasferire e-book.
Il lettore (che dispone di una 'copertina' rigida per proteggere
lo schermo, in grado di essere ruotata di 360 gradi) presenta
diversi pulsanti che servono a sfogliare le pagine degli e-book (sul
lato destro) e ad accedere ai comandi del software di lettura.
Naturalmente è possibile anche utilizzare la penna direttamente sul
touch screen. Le funzionalità del software sono simili a quelle del
REB 1100, sebbene l'aspetto dell'interfaccia e la qualità
dell'immagine siano assai migliori, grazie ai colori e alla maggiore
risoluzione dello schermo.
Figura 46 REB 1200: le funzioni evidenziazione e disegno del
software
Rispetto ai loro predecessori, entrambi i dispositivi realizzati
da Gemstar e RCA offrono numerose e positive innovazioni, le più
notevoli delle quali sono la diminuzione di peso, l'aumento della
memoria, e - nel caso del REB 1200 - lo schermo a colori. I
programmi di lettura di entrambi i modelli adottano un formato di
file proprietario, prodotto mediante la compilazione di documenti in
vari formati, tra cui anche HTML e OEB. Inoltre gli e-book per il
vecchio apparato Rocket sono leggibili da entrambi i modelli (non
vale ovviamente l'inverso, poiché il nuovo formato proprietario
include numerose novità). Per quanto riguarda la protezione dei
contenuti, la Gemstar ha sviluppato una piattaforma DRM e gli e-book
da lei distribuiti saranno protetti e leggibili solo sui dispositivi
per cui sono stati acquistati.
Sebbene l'impressione generale sia senza dubbio positiva, non
mancano i dubbi sulle reali prospettive di mercato di apparecchi
come questi, rigidamente monofunzionali e piuttosto costosi. Il
vantaggio di poter avere in un solo dispositivo dotato di buona
ergonomia da un minimo di 20 a un massimo di 500 volumi è
indubitabile. Ma se oltre che leggere occorresse scrivere, o
disegnare, o ascoltare musica, sarebbe comunque necessario disporre
di dispositivi diversi. In altre parole, i lettori dedicati di
questo tipo sembrano rinunciare programmaticamente a una serie di
capacità di gestione dell'informazione in formato digitale che
potrebbe trasformarli in strumenti assai più flessibili. Una strada
assai diversa da quella percorsa da altri dispositivi palmari, che
mirano invece alla massima integrazione, magari a scapito dello
sviluppo delle singole funzionalità. E se - come spesso accade - la
strada giusta fosse quella intermedia?
Un altro aspetto problematico, questa volta legato direttamente
ai lettori Gemstar, riguarda la politica di distribuzione dei
contenuti che la multinazionale americana ha deciso di adottare.
Infatti gli e-book per i due lettori, a differenza di quanto
avveniva per i loro predecessori, saranno prodotti esclusivamente
dalla Gemstar, e distribuiti dalla stessa azienda e dalle due
librerie virtuali Barnes&Noble.com e Powells.com (in virtù di
accordi precedenti presi dalla NuvoMedia). Stando agli annunci, la
politica editoriale privilegerà un catalogo composto in prevalenza
da titoli ad alto richiamo commerciale, per i cui diritti la Gemstar
ha stipulato accordi con molte grandi case editrici (in alcuni casi
in esclusiva), rinunciando di fatto a un'apertura verso il vasto
universo dell'editoria indipendente e del self publishing. A
conferma di questa strategia, la Gemstar ha annunciato che, almeno
per ora, non sarà disponibile al pubblico un software per la
creazione di e-book per i suoi lettori (a differenza di quanto era
avvenuto per il Rocket eBook, per cui la NuvoMedia aveva sviluppato
e distribuito gratuitamente il software Rocket Writer). Queste
scelte hanno sollevato moltissime polemiche sia tra i commentatori e
gli esperti del settore, sia tra gli utenti e gli appassionati.
Comunque, almeno per ora, la Gemstar continuerà a garantire il
supporto tecnico per il Rocket eBook, e sul suo sito sono ancora
disponibili sia il programma per la compilazione di file, sia
l'emulatore ERocket, che simula via software le funzioni del vecchio
Rocket della NuvoMedia.
Figura 47 ERocket, l'emulatore software del Rocket eBook
Altri lettori e-book hardware La scena dei lettori e-book
hardware, che fino allo scorso anno aveva come protagonisti solo i
predecessori dei nuovi modelli Gemstar, è stata recentemente
vivacizzata da numerosi annunci di nuovi prodotti.
L'unico effettivamente disponibile sul mercato nel momento in cui
scriviamo è il Franklin eBookMan (www.franklin.com), un apparecchio
dotato di interessanti caratteristiche grazie alle quali - come già
accennato - è stato anche insignito del premio per le tecnologie in
occasione della prima edizione del Frankfurt Ebook Award.
Disponibile in tre versioni, l'eBookMan è un vero e proprio
computer palmare, dotato di un sistema operativo e di una serie di
applicazioni di produttività. Le dimensioni (12 per 8 centimetri) e
il peso (200 grammi circa) lo rendono assai maneggevole, ma lo
schermo può visualizzare solo 16 toni di grigio. Viene fornito di
serie con un programma di lettura e-book proprietario, il Franklin
Reader, ma è stato annunciato anche il rilascio di una versione di
Microsoft Reader per questa piattaforma. Inoltre questo dispositivo
può riprodurre file MP3 e Audiobook. I titoli disponibili
(piuttosto pochi finora) per il formato proprietario sono
distribuiti sul sito stesso del produttore.
Figura 48 Il Franklin eBookMan
Molto più interessante come vero e proprio lettore di e-book
appare il goReader. Si tratta, stando agli
annunci e alle immagini distribuite dal produttore, di un
dispositivo dotato di un ottimo schermo full color della dimensione
di 20 per 24 centimetri. La struttura dell'interfaccia hardware è
assai simile a quella dei lettori Gemstar, con i due pulsanti per lo
scorrimento delle pagine e il touch screen. Il software di lettura,
invece, è un lettore XML aderente alle specifiche OEB, dotato di
ricche funzionalità di ricerca, evidenziazione e annotazione, e in
grado di visualizzare anche immagini vettoriali ed equazioni. Una
funzionalità assai interessante sarà la possibilità di scambiare
le note e gli appunti collegati a un e-book da un dispositivo a un
altro.
Figura 49 Il lettore hardware goReader
Caratteristiche di questo tipo sono importanti soprattutto in
vista del posizionamento di mercato del goReader, che è diretto
espressamente al mondo universitario. Oltre che caricare fino a 150
libri di testo in formato elettronico, gli studenti potranno
scambiarsi appunti e note di studio mediante un sistema di file
sharing distribuito, simile a quello utilizzato da programmi quali
Napster e Gnutella. In virtù di questa scelta di target, la
goReader sta stipulando accordi con le maggiori case editrici di
ambito universitario al fine di costruire un catalogo di titoli che
saranno disponibili direttamente presso il suo sito, e ha avviato
una fase di test del dispositivo in alcune grandi università.
Notevole, anche perché di produzione europea, è il lettore
annunciato dalla francese Cytale. Dotato di un
bellissimo schermo a colori ad alta risoluzione di fabbricazione
Hitachi, con una diagonale di 10 pollici, di uno slot PCMCIA
standard e di un lettore software XML/OEB con avanzate
funzionalità, si posiziona in diretta competizione con il REB 1200.
La Cytale ha stipulato accordi con numerose case editrici e
quotidiani francesi per mettere a disposizione dei suoi clienti
e-book e notiziari, che saranno veduti in rete direttamente sul suo
sito.
Figura 50 Prototipo del lettore hardware N-Vision Reader,
l'ultima incarnazione dell'Everybook
Sono invece poco chiare le sorti di un dispositivo annunciato
già due anni or sono, e le cui specifiche destarono subito non poco
interesse. Stiamo parlando dell'Everybook,
l'unico dispositivo e-book che sarebbe stato dotato di due schermi
affiancati, rendendolo simile a un vero e proprio libro. Dopo che,
all'inizio dello scorso anno, la Everybook aveva annunciato
l'imminente rilascio del dispositivo, ribattezzato EB-Journal e
basato sul sistema operativo Linux, a metà anno ne ha ceduto i
diritti di produzione a una piccola azienda del Delaware, la
N-Vision, per concentrarsi sullo sviluppo di una piattaforma di
gestione di documenti elettronici basata sul formato PDF e
denominata DocAble. L'ultima incarnazione del dispositivo, come si
evince dalle poche informazioni disponibili sullo scarno sito Web
della N-Vision (www.nvisiontek.com), dovrebbe chiamarsi N-Vision
Reader e dovrebbe caratterizzarsi come un vero e proprio notebook
multifunzionale, dotato di un duplice schermo di dimensioni
piuttosto ampie e di avanzate capacità di elaborazione. Un apparato
che per costi e funzionalità sarà rivolto eminentemente all'utenza
professionale.
Chiudiamo questa rassegna con un dispositivo sviluppato in
Italia.Si tratta del Kidz-book, realizzato dalla IPM, un'azienda con
sede a Napoli.Rivolto espressamente ai lettori più giovani, si basa
sulla tecnologia MSReader e ha un look decisamente accattivante.
E-ink ed e-paper: il futuro? Esaminando i motivi che hanno
ostacolato la diffusione della lettura su supporto elettronico
abbiamo fatto riferimento ai limiti ergonomici degli attuali
apparecchi informatici. Tecnologie software come il sub-pixel font
rendering e i dispositivi dedicati di lettura con schermi a
cristalli liquidi rappresentano senza dubbio un buon passo in avanti
verso la creazione di apparati digitali 'amichevoli' e di facile
utilizzo, adeguati allo svolgimento di attività comuni come leggere
o studiare un testo. Ma, se confrontiamo i dispositivi di lettura
e-book attualmente disponibili con i libri cartacei, il loro livello
di usabilità e portabilità resta ancora insoddisfacente. Per non
parlare delle abitudini percettive e motorie che ci legano a quella
pila di fogli di carta rilegati, e del fascino che essa esercita
verso un 'vero lettore'. Non a caso, stando alle poche indagini di
mercato effettuate, sono proprio gli appassionati della lettura a
mostrare per ora l'interesse minore, se non un vero e proprio
rifiuto, nei confronti degli e-book.
Ma la ricerca nel settore delle tecnologie di visualizzazione
digitali non si è certo fermata ai pur ottimi schermi LCD. Nei
laboratori della Xerox a Palo Alto (il celeberrimo PARC) e del
MediaLab (il famoso centro di ricerca del MIT fondato e diretto da
Nicholas Negroponte), numerosi ricercatori sono coinvolti da diversi
anni nello sviluppo di nuovi supporti dalle caratteristiche
veramente rivoluzionarie. Stiamo parlando delle tecnologie
denominate e-paper (carta elettronica) ed e-ink (inchiostro
elettronico).
L'idea di fondo di questi progetti è la creazione di un supporto
di visualizzazione flessibile, sottile, leggero e dalle proprietà
tattili simili a quelle di un normale foglio di carta, ma in grado
di svolgere tutte le funzioni di output visivo attualmente
effettuate dagli schermi a tubo catodico o a cristalli liquidi. Non
stiamo parlando di fantascienza, ma di tecnologie funzionanti e in
parte già disponibili sul mercato, anche se i costi e i limiti
tecnici le rendono per ora improponibili come sostituti degli
attuali schermi per computer.
La storia di queste tecnologie risale ai primi anni '70, quando
al PARC di Palo Alto (in cui, vale la pena ricordare, sono state
sviluppate tecnologie come il mouse, le interfacce grafiche, la rete
locale, la stampa laser...) Nick Sheridon iniziò a studiare delle
possibili alternative ai monitor per visualizzare l'output di un
computer. La sua idea consisteva nell'usare delle minuscole sfere
caricate elettricamente e colorate di bianco da un lato e di nero
dall'altro. Mediante l'applicazione di una corrente elettrica ogni
sfera poteva essere ruotata in un verso o nell'altro. L'effetto di
molte sferette racchiuse dentro due sottili fogli di plastica
trasparente era la visualizzazione di forme, e dunque anche la
capacità di riprodurre caratteri. I dirigenti della Xerox, dopo
avere visto una dimostrazione di questo sistema, non ne furono
particolarmente colpiti (dopotutto stava appena nascendo il mercato
delle stampanti!) e decisero di dirottare l'ingegno di Sheridon
verso altre applicazioni. Le sue idee rimasero nei cassetti del PARC
fino agli anni '90, quando l'interesse della Xerox verso la 'carta
elettronica' si è improvvisamente riacceso. Dal 1996 la
multinazionale americana ha affiancato a Sheridon un gruppo di
ricercatori per portare avanti le ricerche sull'e-paper. Finora sono
stati sviluppati e presentati diversi prototipi in grado di
visualizzare testo e immagini in bianco e nero sia in modo
semi-permanente (mediante una specie di stampante che carica
elettricamente fogli di e-paper) sia in modo dinamico, come dei
monitor di computer.
Più o meno negli stessi anni al MediaLab il fisico Joseph
Jacobson ha iniziato a lavorare su un progetto simile. Dopo avere
superato diverse difficoltà tecniche, insieme ai suoi collaboratori
nel 1997 è riuscito a sviluppare un 'inchiostro elettronico' (e-ink)
perfettamente funzionante. La sua idea riprende il progetto
originale di Sheridon, ma con alcune innovazioni. L'e-ink è
composto da microcapsule, dotate di un involucro trasparente e
riempite di un liquido blu. Nel liquido sono immerse delle
microscopiche particelle bianche, aventi una carica elettrica
positiva. Le microcapsule vengono inserite tra due strati di un
materiale conduttivo di cui uno trasparente. Facendo scorrere una
corrente elettrica con carica negativa lungo uno dei due strati
conduttori, le particelle bianche vengono attratte verso di esso,
colorando di bianco la superficie delle microcapsule. Se lo strato
caricato negativamente è quello trasparente (superiore) esso assume
un colore bianco, altrimenti assume un colore blu. Applicando un
elettrodo a ogni singola capsula si possono generare delle forme
bianche su sfondo blu o viceversa.
Figura 51 Un foglio di e-ink e uno dei sandwich per la campagna
di Yahoo!
Nel 1997 Jacobson e i suoi collaboratori hanno fondato una
società battezzata E Ink
e, dopo aver ricevuto
finanziamenti da giganti dell'informatica come IBM e Lucent, hanno
iniziato a commercializzare i primi prodotti basati sulla loro
tecnologia: si tratta di grandi cartelloni pubblicitari che possono
essere controllati a distanza mediante un apparato di comunicazione
wireless. Nel dicembre del 1998, su commissione di Yahoo!, E Ink ha
realizzato anche dei cartelli pubblicitari da indossare (stile
sandwich), con cui la società di Filo e Yang ha pubblicizzato per
le strade di New York i suoi servizi on-line.
Attualmente i costi notevoli e i limiti oggettivi di tecnologie
come e-ink ed e-paper ne circoscrivono le applicazioni pratiche. Ma
la ricerca sta progredendo, soprattutto con l'obiettivo di
sviluppare fogli di carta elettronica ad alta definizione e in grado
di visualizzare più colori. Secondo alcuni esperti, nel giro di
dieci-quindici anni l'e-paper potrebbe sostituire la carta naturale
in gran parte delle sue funzioni. Avremo così veri e propri libri e
giornali costruiti mettendo insieme diversi fogli di carta
elettronica. Questi strumenti, in grado di visualizzare testi,
immagini e video, saranno leggeri, nitidi e flessibili come fogli di
carta, si collegheranno alla rete mediante connessioni wireless, e
potranno essere comodamente ripiegati e messi in tasca!
La questione del diritto
d'autore per i contenuti digitali
Nel corso della nostra
rassegna dedicata ai formati di codifica e ai dispositivi di lettura
per gli e-book, abbiamo più volte fatto riferimento alle tecnologie
di gestione del diritto d'autore per i contenuti digitali.
L'individuazione di un sistema efficiente, sicuro e di facile
gestione dal lato utente per la protezione di contenuti sotto
diritti, è infatti uno dei nodi critici per lo sviluppo del mercato
degli e-book e di ogni altro genere di contenuto digitale. Non a
caso, i protagonisti del mercato editoriale e di quello informatico
stanno dirottando notevoli risorse finanziarie e di ricerca proprio
in questa direzione.
Quella del copyright è, come noto, una questione assai complessa
che vede confluire aspetti tecnologici, economici, giuridici e
sociali. Il diritto d'autore, come viene chiamato in Europa, o
copyright, secondo la dizione adottata nei paesi anglosassoni[
30 ], è un insieme di norme che regolano i rapporti economici e
giuridici tra autori, editori e utenti. Alla sua base c'è l'idea
che il prodotto dell'attività intellettuale sia appunto un prodotto
di cui si può rivendicare la proprietà, e il cui sfruttamento si
può cedere o dare in concessione a terzi. L'autore è il titolare
naturale del diritto di proprietà sulla sua opera. Egli la cede in
concessione temporanea o permanente a un editore che può produrne
delle copie da vendere agli utenti. Gli utenti, pagando una certa
cifra, possono acquistare una di tali copie e usarla, ma non
diventano proprietari del prodotto intellettuale (nel senso
giuridico, ovviamente) né ereditano il diritto di copia; dunque non
possono a loro volta farne copie e distribuirle in qualsivoglia
forma.
La normativa e il concetto stesso di diritto d'autore sono
conquiste piuttosto tarde dell'era moderna. Fino all'epoca
rinascimentale gli autori erano vissuti dei proventi di attività
pubbliche o private o della munificenza delle classi dominanti cui
offrivano il loro ingegno. Ma con la diffusione della stampa, nel
mondo occidentale le cose cambiarono radicalmente. Grazie a questa
'nuova tecnologia', infatti, la produzione libraria divenne una vera
e propria attività industriale, in grado di generare profitti per i
nuovi stampatori-editori e redditi per gli autori. Spinti anche
dalla contemporanea crisi economica e politica dei principati
rinascimentali, gli scrittori divennero progressivamente
intellettuali 'professionisti', remunerati dai proventi delle loro
opere. D'altra parte gli editori, che detenevano i mezzi di
produzione dei libri, avevano bisogno della 'materia prima'
intellettuale per la loro fiorente attività. Naturalmente,
affinché il rapporto tra queste due figure funzionasse era
necessario che fosse esclusivo, e che nessuno stampatore potesse
riprodurre copie di opere che non aveva pagato all'autore.
Le prime leggi in materia furono emanate nel Regno d'Inghilterra
agli inizi del '700 e trovarono una completa formalizzazione e una
generale accettazione solo all'inizio del secolo scorso. La codifica
legislativa del diritto d'autore è giunta fino ai giorni nostri
pressoché intatta. Anzi, la sua applicazione è stata
progressivamente estesa nel corso del tempo per farvi rientrare i
nuovi supporti e mezzi di diffusione delle opere d'ingegno che il
progresso tecnologico ha reso disponibili dal secolo scorso a oggi:
il cinema, la discografia, la radio, la televisione, le cassette
musicali, le videocassette, i CD-Rom...
Il problema è che la protezione giuridica del diritto d'autore e
di copia fa leva su un dato di fatto molto materiale: la produzione
e riproduzione fisica di un libro a stampa (o di un disco in vinile)
sono attività abbastanza complesse, e richiedono comunque un certo
impegno di tempo e di risorse. Conseguentemente, la trasgressione
della norma che vieta questa pratica in mancanza dei diritti legali
sull'opera è socialmente limitata ed effettivamente sanzionabile.
Ma cosa avviene quando l'evoluzione dei mezzi di riproduzione
rimuove queste difficoltà materiali ed economiche, rendendo la
riproduzione immediata e accessibile a chiunque? La tendenza alla
trasgressione, soprattutto in condizioni di alti prezzi di mercato
dei beni protetti, si diffonde socialmente e la sua sanzione diviene
praticamente inapplicabile.
Questa è esattamente la situazione che si è venuta a creare con
l'introduzione degli strumenti digitali per la produzione e
diffusione delle opere intellettuali. Un oggetto digitale, qualunque
sia il suo contenuto, può essere riprodotto in un numero indefinito
di copie identiche a costi effettivi quasi nulli, senza alcuna
difficoltà e senza alcun degrado qualitativo rispetto all'originale
(quest'ultimo aspetto è più evidente per le opere musicali e
audiovisive, la cui riproduzione si è basata finora su tecnologie
analogiche). Di conseguenza la riproduzione illegale di prodotti
intellettuali in formato digitale si è diffusa rapidamente. Basti
pensare al fenomeno dei CD audio e dati masterizzati, o a quello -
più recente e più direttamente connesso con il tema di questo
capitolo - della distribuzione di brani musicali in formato MP3
attraverso Internet.
Siamo dunque in presenza di una profonda contraddizione tra la
base tecnica e la forma economico-giuridica della produzione e
distribuzione di prodotti intellettuali. Le modalità per il
superamento di questa contraddizione sono attualmente oggetto di un
aspro dibattito teorico (ma anche pratico), fortemente polarizzato
su due posizioni 'estremiste'.
La prima posizione è quella sostenuta dal movimento del no
copyright. Come è facilmente intuibile i suoi fautori sostengono,
non senza motivi, che le tradizionali normative a protezione del
diritto d'autore non abbiano più alcuna ragione di esistere nel-
l'era digitale, visto l'abbattimento dei costi di riproduzione e
distribuzione. E dunque ritengono che l'informazione e i contenuti
debbano circolare liberamente e gratuitamente, in una sorta di
versione riveduta sub specie tecnologica dell'economia del dono, o
del baratto. Si tratta di una impostazione culturale molto radicata
negli utenti 'storici' della rete e nei movimenti radicali di
sinistra.
A questa posizione libertaria si oppone radicalmente il punto di
vista dei colossi editoriali, dell'industria dello spettacolo, di
buona parte degli autori, affiancati dalla maggior parte delle
aziende tecnologiche. Secondo questo punto di vista il diritto di
autore è funzionalmente indipendente dalla tecnologia di
riproduzione e diffusione dei contenuti, e la sua legittimità resta
valida anche nel mondo digitale. Esso infatti è una garanzia per i
produttori dei contenuti, che in sua mancanza non potrebbero vedere
riconosciuto economicamente il loro lavoro (osservazione, questa,
non priva di fondamento), e per i distributori che svolgono la
funzione di valorizzare i prodotti intellettuali e di garantire la
libertà di espressione (tesi quest'ultima sulla quale sembra invece
possibile esprimere qualche dubbio).
In questo quadro si collocano le molte iniziative di ricerca che
puntano a sviluppare piattaforme tecnologiche per la gestione dei
diritti digitali (Digital Right Management, DRM). In linea generale
questi sistemi si basano sulle tecniche di cifratura asimmetrica o a
doppia chiave che sono utilizzate anche per la sicurezza dei
pagamenti on-line e delle transazioni digitali. Semplificando, il
processo di pubblicazione mediante un sistema di DRM si svolge in
questo modo: il produttore dei contenuti (l'editore o l'autore in
prima persona) riceve da una authority di certificazione
indipendente (di norma si tratta del produttore del sistema di DRM)
una chiave privata con cui può crittografare il file che contiene
l'opera protetta, assegnando ad esso un determinato livello di
protezione. A questo punto il file cifrato viene inviato ai
distributori che gestiscono un server di distribuzione dei
contenuti. Questo server interagisce con un modulo client installato
sul computer dell'utente finale. Durante la transazione il server
autentica l'utente, verifica che le condizioni di distribuzione
siano state ottemperate (di norma tali condizioni consistono in un
pagamento in denaro, ma questo non è obbligatorio: un sistema di
DRM potrebbe ad esempio essere usato per distribuire in maniera
controllata documenti riservati all'interno di una azienda) e infine
genera e invia al client una chiave di decifrazione che permette di
accedere al file protetto. Al fine di evitare che il contenuto
digitale, una volta inviato, possa essere duplicato gratuitamente o
letto su più postazioni, la chiave di decifrazione del contenuto
include anche una chiave privata assegnata a ciascun utente. Di
norma questa chiave viene generata usando dati univoci come il
numero di identificazione del processore o del disco rigido sul
computer utente. In questo modo il modulo client DRM potrà
decifrare il file solo ed esclusivamente se gira sul medesimo
computer con cui è stata effettuata la transazione.
Le piattaforme DRM possono essere interfacciate con i vari server
per l'e-commerce e sono utilizzabili anche per gestire le
transazioni tra produttori, editori, distributori e librai. In
questo modo possono semplificare anche la catena del valore nel
processo distributivo. Attualmente il denaro viene prima incassato
da una libreria che, tramite la sua banca, versa a intervalli di
tempo regolari la quota dovuta ai distributori e agli editori.
Questi ultimi ogni anno conteggiano la quota dovuta agli autori e la
accreditano sul loro conto. Con una gestione automatica delle
transazioni questi passaggi potrebbero essere effettuati tutti nel
medesimo istante.
Attualmente esistono diverse soluzioni per la gestione di diritti
d'autore in competizione tra loro. La più affermata è quella
sviluppata dalla ContentGuard, un'azienda del gruppo Xerox, che si
basa su un linguaggio XML con cui sono codificati i certificati
digitali (contenenti dati di identificazione e chiavi di
decifrazione) scambiati tra i vari attori durante la complessa
transazione che abbiamo descritto sopra. La ContentGuard ha
pubblicato le specifiche di questo linguaggio, denominato Extensible
Rights Management Language (XrML), e ha stipulato
accordi industriali con le maggiori aziende informatiche per lo
sviluppo di sistemi DRM. Sia Microsoft sia Adobe, ad esempio, hanno
basato i loro sistemi sulla tecnologia XrML di ContentGuard.
Tuttavia la presenza di piattaforme DRM diverse e incompatibili
rischierebbe di creare ostacoli alla crescita del mercato degli
e-book e in generale dei contenuti digitali. Per evitare una
possibile 'babele' sono stati avviati diversi tentativi di definire
degli standard comuni. Il più promettente vede coinvolti il gruppo
di lavoro Electronic Book Exchange (EBX, www.ebx.com),
organizzazione a suo tempo promossa dalla GlassBook, e l'Oebf.
Ma, al di là dei problemi tecnici e di standardizzazione, le
attuali implementazioni della tecnologia DRM sollevano non poche
perplessità, anche tra coloro che non sono fautori del no copyright
nelle sue forme più radicali. Come abbiamo visto, il processo di
acquisto di un oggetto digitale protetto (e-book, file MP3 o video
digitale) è piuttosto complesso e paradossalmente impone dei
vincoli che non esistono nei prodotti culturali tradizionali.
Infatti, quando compriamo un libro nessuno ci vieta di prestarlo a
un amico, o di leggerlo quando e dove vogliamo. Un file protetto con
un sistema DRM, invece, è di norma accessibile solo su un numero
ristretto di postazioni. Ad esempio - come si è accennato - i
titoli distribuiti per il lettore Microsoft possono essere letti
solo su due distinte installazioni del programma, con le inevitabili
conseguenze fastidiose che ne possono derivare. Viene da domandarsi
se l'introduzione di tanti vincoli e difficoltà non possa finire
per scoraggiare gli utenti finali, e in tal modo rallentare se non
impedire lo sviluppo delle nuove tecnologie di distribuzione dei
prodotti intellettuali e la crescita dei relativi mercati (e questo,
di sicuro, non gioverebbe nemmeno ai colossi dell'editoria e dello
spettacolo).
Per questo ci sembrano ragionevoli e tutto sommato condivisibili
le proposte di adottare politiche distributive innovative che hanno
già dimostrato la loro validità in settori come quello del
software. Ci riferiamo alla distribuzione shareware (sperimentata ad
esempio da Stephen King con il suo The Plant) che, accompagnata da
una riduzione dei prezzi, potrebbe rivelarsi ideale per la
letteratura scientifica e di nicchia. O a forme di vendita per
abbonamento su collane, anche in questo caso con un controllo sul
tetto dei prezzi, peraltro giustificato dall'azzeramento dei costi
di riproduzione.
Proprio quello dei prezzi rappresenta in questo caso un fattore
fondamentale. L'esperienza del software insegna infatti che la
maggior parte degli utenti tende a preferire un prodotto originale e
legale rispetto a uno copiato illegalmente (che - anche in rete - è
comunque in genere più complesso reperire), a condizione che il
prezzo praticato dal produttore o distributore del prodotto
originale sia ragionevolmente contenuto. Una politica di prezzi
artificialmente alti tende invece a impedire lo sviluppo del
mercato, e costituisce un incentivo alla pirateria e alla diffusione
di copie non autorizzate.
Qual è, allora, il 'giusto prezzo' per un libro elettronico?
Evidentemente, si tratta di una valutazione che dipende dal numero
di potenziali acquirenti. Ma a sua volta il numero di potenziali
acquirenti dipende dai prezzi praticati. Individuare l'equilibrio
migliore può essere complesso, e sicuramente i prezzi praticati
inizialmente in questo settore - anche per coprire i costi di
start-up - saranno più alti di quelli che potranno essere praticati
fra qualche anno, in una situazione di mercato più matura. Tuttavia
se i prezzi fossero troppo alti, troppo vicini a quelli dei libri su
carta (che hanno costi ben maggiori di produzione e distribuzione),
la crescita del mercato e-book e la percezione delle sue
potenzialità da parte degli utenti e dello stesso mondo della
produzione e distribuzione culturale ne risulterebbero gravemente
ostacolate. A nostro avviso, in questa fase di avvio del mercato il
prezzo di un e-book 'normale' (per numero di pagine e tipologia dei
contenuti multimediali) dovrebbe aggirarsi fra le 5.000 e le 10.000
lire, e il prezzo di un e-book specialistico (ad esempio destinato
al mondo accademico) non dovrebbe comunque superare le 20.000 lire.
Editori e distributori dovrebbero rendersi conto che, anche se
questi prezzi appaiono troppo bassi per realizzare grossi margini di
profitto immediato, gli e-book offrono un'immensa potenzialità di
allargamento non tanto del pubblico di lettori (le cui dimensioni e
la cui crescita dipendono da fattori più generali di politica
culturale), quanto del numero di libri acquistati - magari solo con
funzione di consultazione o riferimento - da parte di tale pubblico.
Prezzi troppo alti rischierebbero di inibire questo processo.
In ogni caso, anche per quei titoli che saranno venduti con
formule tradizionali o con prezzi troppo elevati, ci auguriamo che
prevalgano impostazioni meno restrittive nell'imposizione di vincoli
alla fruizione: non vorremmo vederci costretti, noi lettori forti, a
trasformarci in 'hacker' impegnati a scardinare le assurde
protezioni che ci separano dai nostri amati libri (elettronici).
Dove acquistare gli e-book
Ma, ammesso che si voglia affrontare il complesso processo di
acquisto, dov'è possibile reperire e-book? La distribuzione dei
libri elettronici, come abbiamo già rilevato, è concentrata
pressoché interamente su Internet. Tuttavia i produttori di
dispositivi di lettura sia hardware sia software hanno adottato
politiche distributive diverse. Nel corso della rassegna di questi
strumenti abbiamo già fornito indicazioni caso per caso. In questo
paragrafo ci limiteremo a fornire un quadro generale.
Gli e-book per i lettori Microsoft e Adobe (sia Acrobat sia
Glassbook) sono venduti da diverse librerie on-line. In genere i
titoli distribuiti in questi siti sono pubblicati da editori
mainstream.
In particolare, Microsoft ha stabilito accordi preferenziali con
Barnes&Noble.com, Amazon. com
e ContentVille.com, i cui
siti sono accessibili direttamente tramite il comando 'Bookstore'
nell'interfaccia di MS Reader per piattaforma Windows. Per quanto
riguarda l'Italia, la Mondadori
è l'unico
grande editore che ha annunciato di voler vendere on-line alcuni dei
suoi titoli di maggior richiamo nel formato e-book della Microsoft,
mentre l'apertura di una vera e propria libreria on-line dedicata
agli e-book è annunciata da Kataweb. Una ricchissima fonte di
e-book gratuiti per MS Reader è invece l'Electronic Text Center
della University of Virginia che
distribuisce centinaia di titoli fuori diritti di ambito letterario,
storico e filosofico in lingua inglese.
Gli e-book per il lettore GlassBook sono distribuiti dal
Glassbook Store e da Barnes&Noble.com
(alla cui libreria on-line si può accedere direttamente dal
programma mediante un apposito pulsante).
La situazione per gli e-book in formato PDF è invece assai più
variegata. Tra le molte librerie on-line che distribuiscono titoli
in questo formato ricordiamo eBooks.com, una
libreria on-line australiana specializzata nel settore tecnico e
saggistico. Ci sono poi le numerose esperienze di frontiera tra
distribuzione ed editoria indipendente, che si rivolgono al vasto e
variegato universo degli scrittori 'non professionisti'. Tra queste
ricordiamo Alexandria Digital Library,
BooksForABuck.com e 1stBooks.com, che pubblica sia letteratura sommersa sia titoli
scientifici in formato elettronico e in formato cartaceo mediante un
sistema di print-on-demand. Una segnalazione merita anche Octavo, che produce e distribuisce edizioni elettroniche
in formato PDF di libri rari, incunaboli e manoscritti. In Italia la
Apogeo, editrice assai attiva nel settore dei libri
di argomento informatico e tecnologico, ha varato una collana di
e-book in formato PDF.
Per quanto riguarda gli e-book per i lettori che girano su
piattaforma palmare Palm, oltre ai siti dei relativi produttori
ricordiamo il ricchissimo Memoware, che offre
migliaia di e-book in formato Doc. PeanutPress, MobiPocket e
TomeRaider distribuiscono invece titoli, sia gratuiti sia a
pagamento, direttamente sui loro siti. La medesima politica di
distribuzione proprietaria è stata adottata dalla maggioranza dei
produttori di dispositivi di lettura hardware, sebbene si possano
trovare ancora in molti siti titoli commerciali e gratuiti per il
vecchio Rocket eBook Reader.
Naturalmente questa rassegna è tutt'altro che esaustiva. La
quantità di librerie on-line, editrici indipendenti e singoli
autori che si sono gettati nel mercato e-book è veramente enorme.
Chiudiamo perciò indicando alcuni dei siti che offrono informazioni
e link su questa tecnologia. Un vero e proprio portale verticale è
il ricchissimo sito di Ebooknet, che contiene
articoli, analisi, commenti, recensioni ed elenchi di risorse su
tutti gli aspetti tecnici, culturali ed economici del fenomeno
e-book. Molto utili sono anche Knowbetter
ed
eBook.A, che ha realizzato anche una Web radio
con interviste, notizie e commenti, e un motore di ricerca per
individuare e-book su Internet. In lingua italiana segnaliamo
Evolution Book, che - oltre a fornire
informazioni - pubblica alcuni titoli di autori italiani non
professionisti.
Conflitti e prospettive: alcune
considerazioni finali
Nel corso di questo capitolo dedicato agli e-book
la nostra attenzione si è concentrata, come è naturale,
soprattutto sugli aspetti tecnologici. In più di un'occasione
abbiamo tuttavia rilevato come il fenomeno e-book non sia riducibile
esclusivamente a un'innovazione tecnica, ma abbia anche una forte
componente culturale. E questo vale sia per le reali prospettive di
diffusione degli e-book, sia per le conseguenze che tale diffusione
potrebbe avere.
Per quanto riguarda il futuro degli e-book, riteniamo che le
condizioni culturali perché questi nuovi strumenti di diffusione
della conoscenza si possano affermare presso vaste fasce di utenza
si siano ormai verificate quasi tutte. In primo luogo gli strumenti
informatici sono ormai penetrati in modo capillare nel tessuto
sociale, favorendo un aumento generale del livello di
alfabetizzazione informatica e dell'abitudine a usare le tecnologie
digitali in tutti gli aspetti della vita quotidiana. In secondo
luogo la diffusione della rete Internet ha reso sempre più comune
la produzione, diffusione e fruizione di informazione e contenuti
mediate da apparati elettronici. In terzo luogo cominciano ormai a
essere disponibili apparati di lettura, dedicati o no, dalle
caratteristiche ergonomiche e funzionali in grado di superare il
'test' fondamentale per ogni libro elettronico: la capacità di
permettere la lettura non solo alla scrivania e davanti allo
(scomodo) schermo di un computer, ma anche in poltrona o a letto.
Infine, le potenzialità multimediali e interattive offerte dai
nuovi media stanno modificando le abitudini cognitive e i processi
di apprendimento, soprattutto nelle generazioni più giovani che
sono entrate in contatto con tali strumenti sin dai primi passi del
loro processo formativo.
Paradossalmente, i ritardi culturali più evidenti si scontano
sul versante della produzione e distribuzione dei contenuti
digitali. Lo testimoniano le posizioni eccessivamente rigide assunte
dall'industria editoriale e informatica sulla questione del
copyright, che, come abbiamo già osservato, rischiano di frenare
oggettivamente la diffusione degli e-book (o di altri prodotti
intellettuali in formato digitale). E altrettanto contestabile, come
abbiamo visto, è la politica dei prezzi sposata da tutti i grandi
editori. È comprensibile che gli editori siano propensi a
proteggere un mercato sicuro, quello dei libri cartacei, dalle
possibili insidie di uno nascente, di cui non si conoscono i reali
margini di redditività, quello dei libri elettronici. Ma gli e-book
commerciali costano davvero troppo, soprattutto in considerazione
del fatto che i costi di produzione sono quasi nulli. Se al costo
elevato si aggiungono i laccioli della protezione eccessiva dei
contenuti, è assai difficile che si crei un mercato di massa per
questi prodotti.
Per fortuna l'editoria elettronica, con i suoi limitati costi di
produzione, ha stimolato la crescita di un circuito editoriale
indipendente che rappresenta ormai una valida alternativa
all'offerta culturale mainstream. Le case editrici indipendenti sono
centinaia, e in molti casi i titoli pubblicati sono qualitativamente
interessanti. E dopotutto, se si fa un discorso di qualità
letteraria o scientifica, le riserve sui cataloghi dei macinatori di
best-seller non sarebbero poche.
Siamo comunque convinti che anche nel mondo dell'editoria
professionale la consapevolezza delle opportunità aperte dal
mercato e-book, se affiancato da politiche industriali intelligenti,
non tarderà ad affermarsi. Soprattutto in quei settori editoriali
maggiormente sacrificati dall'attuale assetto del mercato. Ci
riferiamo alla letteratura scientifica e accademica, notoriamente
sostenuta, con alcune rare eccezioni, dai finanziamenti pubblici
alla ricerca. D'altra parte è opinione universalmente condivisa che
proprio in quest'ambito gli e-book potranno avere una rapida
diffusione, anche in virtù delle innovative potenzialità
comunicative dei supporti digitali.
Con questo, si badi, non vogliamo asserire apoditticamente che la
funzione del libro cartaceo nel nostro sistema culturale e formativo
sia ormai superata, come sostengono alcuni entusiasti tecnofili e
molti manager delle aziende hi-tech. È assai probabile che ancora
per vari decenni i supporti tradizionali manterranno la loro
funzione dominante in moltissimi tipi di attività di lettura. Solo,
sembra ormai chiaro che tale funzione non sarà più esclusiva, e
che accanto al libro cartaceo nei prossimi anni prenderanno posto
molti altri strumenti. Dopotutto, tra questi, l'e-book è il parente
più prossimo del vecchio, caro libro, e ne è l'erede più
promettente.
Partendo da queste considerazioni ci sembra si possa anche
rispondere ai timori, molto diffusi in vaste fasce di intellettuali
'apocalittici', sul destino della 'cultura della testualità' che ha
caratterizzato la nostra civiltà e che sembra destinata a essere
travolta dal golem elettronico. Secondo questi timori la scomparsa
del libro cartaceo, che come si è detto è comunque al di là da
venire, porterà con sé la crisi radicale dei valori e dei
contenuti culturali ad esso associati: il pensiero analitico, la
priorità del linguaggio verbale, l'attenzione alla qualità
espressiva delle parole, la capacità di formazione di una identità
individuale profonda, la grande letteratura, e così via. È nostra
opinione al contrario che i nuovi media digitali offrano
l'opportunità di sviluppare e sperimentare nuovi modelli e nuovi
contenuti culturali che si affiancheranno a quello testuale ma non
lo sostituiranno. E anche se prima o poi la comunicazione testuale
abbandonerà i 'pesanti' (e poco ecologici) atomi della carta, per
librarsi tra gli immateriali bit dei supporti digitali, i testi - in
quanto oggetti comunicativi astratti - continueranno a svolgere (e
vedranno forse addirittura accresciute) le loro irrinunciabili
funzioni cognitive ed estetiche
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Note
[ 1 ] Su questo tema si sono misurati
decine di intellettuali, scrittori, giornalisti, che hanno prodotto
una immensa quantità di libri, articoli e saggi. È pertanto
impossibile dare una bibliografia completa. Per un primo
orientamento possono essere utili G. Numberg, The Future of The
Book, University of California Press 1996, G.P. Landow, L'ipertesto,
trad. it. Bruno Mondadori 1998, S. Birkerts, The Gutenberg Elegies,
Faber & Faber 1994, J.D. Bolter, Lo spazio dello scrivere.
Computer, ipertesti e storia della scrittura, trad. it. Vita e
Pensiero 1993, R. Simone, La terza fase. Forme di sapere che stiamo
perdendo, Laterza 2000.
[ 2 ] Sono questi i termini che Umberto
Eco utilizzò nel libro eponimo (U. Eco, Apocalittici e integrati,
Bompiani 1964) per descrivere il dibattito sul rapporto tra
televisione e cultura che si svolse negli anni '60. Gli apocalittici
erano ovviamente coloro che rifiutavano il nuovo medium e che
paventavano conseguenze funeste per la 'vera' cultura dalla sua
diffusione. Gli integrati invece, con varie gradazioni, ritenevano
che la televisione avrebbe aiutato la diffusione della cultura e
avrebbe dato luogo a nuove forme di sapere. Questa dialettica si è
verificata più volte nella storia culturale, in coincidenza
dell'introduzione di nuove tecnologie, a cominciare dalla scrittura
per finire con i computer.
[ 3 ] Diverso è il discorso
relativamente alle pubblicazioni periodiche, soprattutto nel
segmento di mercato dell'editoria scientifica, che ha ormai una
consolidata presenza nel mondo dell'editoria on-line.
[ 4 ] Basti pensare alle opere
ipertestuali pubblicate da editori specializzati come Voyager e
Eastgate, o alle numerose edizioni di antologie letterarie come
quelle realizzate in Italia da Zanichelli, con la LIZ, ed Einaudi,
con la Letteratura Italiana Einaudi su CD-Rom.
[ 5 ] A questo riguardo rimandiamo il
lettore al capitolo 'Biblioteche in rete' del nostro Internet 2000,
Laterza 1999.
[ 6 ] L'introduzione del codex, ovvero
del libro composto da fogli rilegati, al posto del volumen, il
rotolo di papiro, risale infatti al secondo secolo d.C.
[ 7 ] La relativa novità di questo
settore dell'editoria elettronica si riflette anche sulle
oscillazioni ortografiche con cui i libri elettronici sono
denominati. Infatti sono attestate tutte le possibili varianti
ortografiche nell'articolazione del suffisso 'e' con il sostantivo 'book':
e-book, ebook, eBook, Ebook. Abbiamo scelto di adottare la prima per
riferirci alla tecnologia in quanto tale, e non a una delle varie
piattaforme proposte per la sua implementazione.
[ 8 ] La versione elettronica di questo
documento può essere reperita sul sito dell'Open eBook Forum,
all'indirizzo www.openebook.com.
[ 9 ] La parola 'libro', infatti, può
essere usata per indicare sia il testo (si pensi a espressioni come
"ho letto un bellissimo libro" o "è il suo miglior
libro") sia l'oggetto materiale che lo veicola e mediante il
quale abbiamo accesso al testo stesso ("riponi quel libro nel
suo scaffale" o "questo libro è molto pesante").
Questa indeterminazione del linguaggio comune è dovuta a ragioni
pragmatiche e storiche molto forti: nella cultura occidentale il
contatto con un testo è avvenuto e avviene perlopiù attraverso la
mediazione di un supporto materiale che lo veicola. D'altra parte
anche la parola testo presenta una simile ambivalenza.
[ 10 ] Sul concetto di ipertesto e sulle
teorie a esso collegate rimandiamo i lettori ai capitoli IX e X di
F. Ciotti e G. Roncaglia, Il mondo digitale. Introduzione ai nuovi
media, Laterza 2000.
[ 11 ] Si tratta di quei sistemi che
permettono di inviare (push significa 'spingere') informazioni,
articolate in canali, agli utenti Internet senza che questi debbano
cercarle autonomamente sul Web. Si veda il relativo capitolo del
nostro Internet 2000, Laterza 1999.
[ 12 ] Sebbene abbia riscosso un buon
successo, questa seconda iniziativa di King ha suscitato polemiche e
dubbi tra i commentatori specializzati e gli operatori, soprattutto
dopo il calo dei lettori paganti (e l'aumento delle versioni pirata)
che si è verificato già con il secondo capitolo pubblicato.
[ 13 ] Assai curiosamente Dick Brass,
prima di passare alla corte di Bill Gates nel 1997, aveva lavorato
per dieci anni alla Oracle, dove, in qualità di responsabile della
comunicazione e speechtwriter per il CEO Larry Ellison, era stato
uno degli artefici principali della campagna contro la Microsoft,
culminata con la denuncia per abuso di posizione dominante che ha
portato il gigante di Redmond al processo davanti alla Corte
federale.
[ 14 ] Citiamo da un articolo apparso sul
sito The
Standard con il titolo E-Book Evangelist (18/9/2000).
[ 15 ] Per la cronaca, il primo premio è
stato suddiviso tra due titoli: When Pride Still Mattered di David
Maraniss (la biografia del famoso allenatore di football americano
Vince Lombardi), pubblicata dalla Simon & Schuster, e Paradise
Square di E.M. Schorb, un romanzo storico pubblicato dalla editrice
indipendente Denlinger's Publishers. La manifestazione, che ha
sollevato forti critiche da parte degli editori indipendenti,
penalizzati nella scelta dei finalisti a vantaggio delle grandi case
editrici, ha anche distribuito altri premi minori.
[ 16 ] Il testo dell'articolo, nel
contesto di una circostanziata replica da parte del redattore di
EbookNet Wade Roush, si può leggere all'indirizzo www.ebooknet.com/story.jsp?id=3731&topic=Home%3Areading+Technology.
[ 17 ] Internet, ad esempio, non avrebbe
potuto svilupparsi se non si fosse provveduto a definire degli
standard comuni di interazione tra i computer come i protocolli TCP/IP.
E, per venire a un esempio più vicino al nostro tema, il Web
sarebbe stato una curiosità destinata a una ristretta comunità
scientifica, se non si fosse adottato uno standard comune (e
piuttosto semplice) per codificare i documenti che vi venivano
immessi, il ben noto HyperText Markup Language.
[ 18 ] Il già citato W3C, ad esempio, ha
avuto e ha un ruolo fondamentale nello sviluppo equilibrato e aperto
delle tecnologie di base di Internet come HTML, XML, SMIL, CSS.
[ 19 ] Si veda al riguardo la
documentazione disponibile sul sito http://purl.oclc.org/dc.
[ 20 ] Si dice 'proprietario' ogni
formato, o più in generale ogni tecnologia legata agli strumenti
software e hardware di un singolo produttore. Ad esempio il formato
Microsoft Word è un formato proprietario.
[ 21 ] Ad esempio, è possibile usare
GhostScript con il modulo di interfaccia GSview, un noto interprete
del linguaggio Postscript distribuito come freeware nell'ambito del
progetto GNU.
[ 22 ] La Adobe ha tuttavia annunciato
che la prossima versione di PDF sarà in grado di gestire il page
flow in modo dinamico.
[ 23 ] In realtà queste tecnologie sono
note da molti anni, ma solo l'interesse verso gli e-book ne ha
stimolato l'implementazione.
[ 24 ] Sempre che non stiate leggendo
questo libro nella sua versione e-book, naturalmente!
[ 25 ] La compatibilità al momento non
è completa giacché, come vedremo, la versione 1.0 per PocketPC non
è in grado di visualizzare testi creati sfruttando le funzioni di
criptatura messe a disposizione dalla piattaforma Reader per la
protezione dei contenuti sotto diritti.
[ 26 ] Il Microsoft Reader Add-in è
prelevabile all'indirizzo www.microsoft.com/reader/download/default.htm.
[ 27 ] In realtà esistono dei vincoli
per gli e-book dedicati ai palmari, determinati dalla dimensione
delle eventuali immagini e dalla minore copertura dei tag OEB.
[ 28 ] Microsoft ha annunciato che
rilascerà a breve un aggiornamento della versione PPC dotata di
funzionalità simili.
[ 29 ] Si può prelevare gratuitamente
all'indirizzo www.adobe.com/products/acrobat/webbuy/main.html.
Le versioni più recenti di Acrobat Reader comunque lo includono di
serie.
[ 30 ] In realtà, come mostra anche la
loro semplice analisi lessicale, il concetto di diritto d'autore e
quello di copyright - pur se ovviamente interconnessi - non sono
affatto coincidenti. Nel primo caso, l'accento è posto sul diritto
dell'autore di un'opera dell'ingegno a veder riconosciuti la
paternità intellettuale e il diritto di sfruttamento economico
dell'opera prodotta; nel secondo, l'accento è posto sulla
salvaguardia delle 'edizioni autorizzate' dell'opera dalla
riproduzione non autorizzata. Tuttavia, per gli scopi ovviamente
limitati e non tecnici della nostra trattazione, non è
indispensabile entrare nelle sottili distinzioni che caratterizzano
questa materia, e i due concetti di diritto d'autore e di copyright
sono suscettibili di un'analisi comune.
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