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Le due facce della memoria

Eleonora Giordani

Rincontrarsi per ricordare, ma anche per "investigare" in barba alla privacy

Forse il passaggio verso un mondo finora descritto solo dalla fantascienza sta avvenendo senza che ce ne rendiamo veramente conto. Come in tutte le grandi rivoluzioni sociologiche, il cambiamento provocato dall'arrivo di un nuovo strumento tecnologico destinato all'uso di massa fa discutere, entusiasma ed inquieta, suscita domande e commenti e contemporaneamente viene assorbito, metabolizzato e integrato nella vita di tutti i giorni. Così, mentre ci si interroga se le calcolatrici, le agende elettroniche e virtuali, il fatidico "taglia e incolla" abbiano ridotto la nostra capacità di ricordare citazioni, fare calcoli a mente, memorizzare appuntamenti, scadenze e numeri di telefono, ecco che in realtà l'imponderabile è già accaduto: l'organizzazione delle giornate, la memoria storica, quotidiana, emotiva e onirica della maggior parte di noi si è trasferita piano piano dal nostro cervello a quello elettronico.

Un fenomeno che presenta i due lati della medaglia. Da una parte Internet e i sistemi informatici, moltiplicando la capacità umana di immagazzinare e recuperare dati in tempi rapidissimi, permettono di creare un'immensa memoria collettiva alla quale attingere per imparare, migliorare il lavoro, cercare informazioni ma anche ritrovare vecchi amici e lontani parenti. Dall'altra però, esiste il rischio di sconfinare nell'eccesso, nel cattivo gusto, nella violazione della privacy.

Non ci stupiamo allora del successo dei siti Internet dedicati alle rimpatriate tra ex-compagni di scuola o di caserma che si sono persi di vista, come amiciriuniti.it , costruito sul modello degli statunitensi HighschoolAlumni o Classmates. Qui, iscrivendosi, si può rientrare in contatto con chi ha frequentato i nostri stessi corsi liceali o universitari, magari proprio quella persona che ci faceva battere il cuore e cui non abbiamo mai avuto il coraggio di rivolgere la parola.
Ma non stupiamoci nemmeno che esistano software come CyberDetective che si annunciano capaci di "scoprire la verità su chiunque" o siti come UsSearch.com, dove pagando dai 50 ai 100 dollari per ogni ricerca è possibile non solo rintracciare qualcuno, ma anche scavare nel suo presente e nel suo passato, alla faccia della privacy.

E gli esempi possono continuare. Il sito Gens.labo.net, fondato qualche anno fa da un gruppo di giovani umanisti, ospita tra l'altro una vasta raccolta di cartoline d'epoca, attraverso la quale compiere una sorta di viaggio nell'Italia che fu. Un modo per reintegrare nel nostro immaginario paesaggi, strade, intere città trasformate dal tempo e dagli uomini che le hanno abitate. Un immaginario che nel web può anche materializzarsi: Slow Wawe è un diario dei sogni collettivo realizzato da gente di tutto il mondo. Basta spedire una mail raccontando un sogno compiuto e un disegnatore lo trasforma in una storia a fumetti per il popolo di Internet.

I cataloghi di tutte le principali biblioteche del mondo sono ormai accessibili via Internet, facilitando le ricerche di studiosi, appassionati e curiosi dell'intero pianeta. E non mancano i siti in cui la memoria degli anziani, attraverso il racconto dei loro ricordi, è messa a disposizione dei più giovani, che possono avere così una testimonianza diretta della storia recente. Su "i nonni raccontano" , curato da Reporters on Line e Logos, le persone anziane narrano le loro storie ai bambini. Non solo favole ma anche storie vere, spaccati di un'infanzia vissuta durante la guerra, come "La guerra del Pinetto".

Sul tema di Internet come luogo di raccolta delle memorie individuali, c'è da segnalare anche un filone curioso ai limiti del macabro: quello dei "cimiteri virtuali".
Si parte dai siti che offrono la possibilità di lasciare dediche e fiori digitali nelle pagine web dedicate ai cari estinti, più o meno famosi, come Cimiteronline.org o Requiescat.org , dove accanto ad illustri sconosciuti troviamo personaggi come Alessandro Manzoni o Eduardo de Filippo e Sandro Pertini .
E su Ricorda on line , c'e' anche un video con tanto di benedizione del server ad opera del parroco della chiesa San Bartolomeo di Trieste.

Ma non solo gli umani hanno diritto ad essere commemorati nella grande Rete. Se si poteva sospettare l'esistenza di parecchi siti dedicati alla sepoltura virtuale degli amici a quattro zampe, navigando scopriamo che c'è anche un luogo dove si può commemorare la Fiat Duna o tramandare a futura memoria un necrologio per il proprio computer.