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Pirati in casa

Georgia Garritano

I computer domestici bersaglio degli hacker

Se pensate che agli attacchi degli hacker siano esposti solo i sistemi informatici delle grandi compagnie, sappiate che le cose non stanno così. È vero, finora le multinazionali sono state il bersaglio privilegiato dei pirati informatici ma adesso qualcosa sta cambiando. Sembra, infatti, che gli hacker stiano progressivamente concentrando la loro attenzione sui computer domestici, sempre più potenti e mai abbastanza protetti, per sottrarre dati e identità e usare risorse per sferrare i loro attacchi.

Molti esperti si dicono convinti che è in atto una vera e propria inversione di tendenza e attribuiscono questo cambiamento a vari fattori, primo dei quali l'avanzamento tecnologico. Ormai, infatti, i computer che abbiamo in casa sono, sia dal punto di vista della memoria che della velocità di elaborazione, del tutto paragonabili a quelli usati negli ambienti di lavoro. In secondo luogo, un numero crescente di persone utilizza una connessione permanente a Internet: le linee telefoniche, quindi, sono costantemente attive, cosa che aumenta la possibilità di accessi indesiderati. Inoltre, mentre nelle imprese la gestione della sicurezza è affidata a personale specializzato (e nonostante ciò molte reti aziendali si sono rivelate tutt'altro che impenetrabili), gli utenti privati hanno meno consapevolezza del problema dei crimini informatici e dedicano, in genere, scarsa attenzione a tutelarsi dai rischi di tali reati.

In particolare, i computer domestici sono vulnerabili al contagio dei virus, un fenomeno che, stando agli addetti ai lavori, è in forte crescita: secondo la casa produttrice di programmi antivirus Message Labs, infatti, nel 2001 un'e-mail su 370 conteneva un virus, una percentuale doppia rispetto a quella dell'anno precedente.

Più che l'incremento dei virus, comunque, è interessante notare il cambiamento di strategia: l'obiettivo delle intrusioni non sembra più quello della "semplice" distruzione dei dati ma dell'appropriazione dell'identità e delle risorse da utilizzare per altre azioni. Non basta, dunque, essere un cittadino qualsiasi per sentirsi al riparo dai pericoli.

Non restano, quindi, che le solite raccomandazioni: aggiornare periodicamente l'antivirus e munirsi di un firewall, cioè di un dispositivo di sicurezza che filtra i pacchetti di dati. Infine, attenzione ai collegamenti wireless, sempre più diffusi ed economici e spesso privi di una protezione adeguata.