Uno dei principali problemi legati al Millennium Bug, rispetto alle applicazioni gestionali, è che il cattivo uso delle date del 2000 da parte del software del computer comincia a funzionare in modo anomalo e quindi a corrompere i dati e a rendere inefficace qualsiasi elaborazione. Hal è stata una delle prime aziende in Italia a lavorare sul problema del Millennium Bug, come testimonia il Presidente Roberto Di Martino:

"Fin dall'inizio del 1995 ci siamo resi conto che la maggior parte delle aziende utilizzavano delle applicazioni che non erano compatibili con l'anno 2000 e non ipotizzavano di sostituirle a breve mentre negli Stati Uniti cominciavano a esserci delle offerte di prodotti e servizi per l'adeguamento delle applicazioni all'anno 2000. Le due cose, messe insieme ci hanno fatto pensare che la cosa doveva essere presa sul serio. La nostra offerta è composta sia da prodotti per l'adeguamento e per l'indagine rispetto all'anno 2000 sia da servizi per la messa a punto delle applicazioni. I nostri clienti sono, quindi, sia dei clienti che intendono svolgere in proprio le attività sia dei clienti che intendono far realizzare queste attività all'esterno. Nel 1996 Ibm ha scelto due nostri prodotti, "Bypass 2000" e "Search 2000", che sono prodotti rispettivamente per la conversione e per l'indagine del problema del Millenium Bug, per diffonderli e supportarli in tutto il mondo su alcune piattaforme".

L'attività di Hal non si limita alle sole iniziative aziendali. Già da un paio di anni è infatti operativo uno strumento di sensibilizzazione della pubblica opinione, Osservatorio 2000, promotore di due studi su Millennium Bug e media impresa italiana, entrambi realizzati dall'Università Bocconi. Ecco le testimonianze di Paolo e Andrea Tedone che hanno lavorato al progetto Osservatorio 2000:

"Quello che abbiamo riscontrato, e che la nostra ricerca ha evidenziato come dato più preoccupante, è che più le aziende si occupano di questo problema e più sono preoccupate dei loro clienti, dei loro fornitori, delle loro banche, dell'energia elettrica, e cosi via. Meno le aziende stanno operando e più si sentono tranquille. Una delle parti più ambiziose del nostro sito è, di fatto, creare una interazione con altri siti, con i navigatori del Web e, se possibile, anche con altri media. Chiaramente dovremo prima creare un vasto pubblico per poter avere un'interazione che sia valida e che sia un campione significativo. Per questo abbiamo già, a livello di progettazione, previsto delle mailing list, dei guest book, delle chat dove poter interagire, dei sondaggi che consentano a chi naviga, comunque, di dare il suo contributo e di dire la sua".

Da poco "Osservatorio 2000" è anche un sito a cui lavorano laureandi del Politecnico di Milano e della Bocconi, che stanno svolgendo delle tesi sul problema dell'anno 2000, come ci spiega uno degli studenti, Alessandro Vagaggini: "La nostra attività consiste nella raccolta, analisi, organizzazione e sintesi delle informazioni sul problema del Millennium Bug e nella realizzazione di un servizio informativo attraverso Internet. Abbiamo una parte centrale di carattere generale in cui parliamo del problema, degli impatti, delle soluzioni, degli approcci nel mondo, e poi delle sezioni in cui approfondiamo il caso italiano con aneddoti, casi reali e dichiarazioni di personaggi importanti".

Insomma, come afferma Stefano Rigby, uno dei ragazzi che lavora alla Hal "il problema del Millenium Bug è molto serio. Ci sono importantissime implicazioni micro e macroeconomiche. Grandissime imprese ne saranno coinvolte ma anche le famiglie e i cittadini. Sembra molto strano leggere così poco a proposito del problema, qui in Italia. Stupisce sinceramente trovare pochissime informazioni in italiano e così tante, invece, in inglese". Per questo motivo "Osservatorio 2000" dal titolo di un'indagine è diventata un'associazione di cittadini e di imprese che ha come obiettivo quello di fare un'informazione imparziale, oggettiva e soprattutto in lingua italiana, sul problema dell'anno 2000.

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