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Microchip a rischio
di Tommaso Russo
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Strumenti
diagnostici per le analisi del sangue e per il monitoraggio dei pazienti, camere
iperbariche, pacemaker: sono solo alcune delle strumentazioni utilizzate nel
settore sanitario, che andrebbero verificate, per evitare problemi al cambio del
millennio.
Secondo uno studio del Policlinico San Matteo di Pavia, in collaborazione con il Consorzio di Bioingegneria e Informatica
medica, l'area della strumentazione elettromedicale è tra quelle più a rischio: ad
esempio, in una struttura ospedaliera come quella del San Matteo sono stati censiti 7000
strumenti che hanno microchip incorporati e che, quindi, potrebbero andare in crash.
Gli inconvenienti a cui si può andare incontro, a causa di microchip incorporati con sistemi di datazione a sole due
cifre, sono di diverso genere: in alcuni casi, l'unica conseguenza è un'errata
indicazione di data su un referto medico, in altri casi la mancata rilevazione di un
allarme, in altri un sistema può andare in tilt perché è passato troppo tempo
dall'ultima rilevazione.
Ma non è solo il settore sanitario ad essere interessato alla questione degli embedded
systems. Nel campo delle telecomunicazioni le centraline automatiche, il sistema
globale di posizionamento dei satelliti, i sistemi interni di telefonia potrebbero avere
problemi.
Non è escluso dal rischio,
neanche il settore dei trasporti: le normali automobili hanno, ormai, incorporato al loro
interno diverse decine di microchip.
E andrebbero controllati anche e i sistemi di navigazione degli aerei, gli impianti
radar e di segnalazione e quelli di controllo del traffico aereo. Infine vi sono microchip
incorporati anche all'interno di strumenti legati a servizi di uso comune, come gli
ascensori, le scale mobili, i generatori di energia elettrica e i passaggi a livello. |
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