Tema - 12 Marzo 1999
Cittadini nella Rete
di Elena Capparelli, Michele Alberico, Tommaso Russo
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In una notizia del Sole 24 Ore del 14 febbraio
scorso si legge che finalmente dopo due anni dalla legge che laveva approvata, sta
per diventare operativa la firma elettronica grazie allapprovazione del decreto che
stabilisce le regole tecniche per i documenti informatici.
Grazie alla firma digitale il cittadino
potrà effettuare per via telematica una serie di pratiche che ancora oggi richiedono la
presenza fisica dellinteressato. Questo sarà possibile perché la firma digitale
certifica e assicura lidentità di chi fa la richiesta di un qualsiasi documento.
Collegandoci da casa con l'ufficio che ci deve fornire il servizio tramite una procedura
di sicurezza che si avvale di una password, potremo riempire il modulo e inoltrare la
richiesta con un semplice click. Solo qualche giorno di attesa e senza esserci spostati da
casa, otterremo il documento richiesto. La firma digitale garantisce che a formulare la
domanda sia proprio l'interessato e non, magari, un malintenzionato.
La firma
digitale è uno strumento molto importante per facilitare la vita ai cittadini e, al
contempo, per contenere le spese amministrative. Sembra infatti che la sua introduzione
farà risparmiare alla pubblica amministrazione 1500 miliardi e cinquemila ora lavorative.
Ma la firma digitale è solo uno dei segni dei cambiamenti in corso negli ultimi anni nel
rapporto tra cittadini e istituzioni. Negli ultimi anni, infatti, lo sviluppo della
telematica ha messo in moto anche altre sperimentazioni, generando diverse trasformazioni
come per esempio lintroduzione delle Reti civiche.
Le Reti
civiche in Italia sono nate come esperienza circa quattro anni fa a imitazione dei
modelli statunitensi e da allora, oltre a moltiplicarsi, hanno preso vie diverse. Infatti
il termine Rete civica viene usato per far riferimento a esperienze diverse: alle reti
nate come network di comunità locali e alle reti intese come vetrina delle
città sul mondo, e, infine, come servizi offerti dagli enti locali ai cittadini.
Tutti questi aspetti - secondo Gennaro Zezza presidente dellassociazione Città invisibili e responsabile dellosservatorio
dellassociazione - si spera che confluiranno in futuro nella città digitale, una
città in cui il livello di partecipazione dei cittadini alla Rete, è così ampio da
consentire di integrare tutti questi servizi. In Italia le esperienze sono nate un po'
sulla scia delle esperienze americane, delle freenet basate sul concetto di
comunità, ma si sono presto evolute in maniera molto diversa anche perché il concetto di
comunità in Italia è molto diverso dal concetto che cè negli Stati Uniti, per
tutta una serie di motivi. Fra le esperienze più rilevanti in Italia cè quella di Bologna, che è oggi sicuramente la rete civica
che unisce gli aspetti "comunitari" cioè la capacità del cittadino di
partecipare a discussioni anche con i suoi amministratori, a quelli del servizio fatto al
cittadino come quello della firma digitale che lì si sta sperimentando.
Strumenti come la firma
digitale, le reti civiche, che sono ancora in via di sperimentazione presentano anche
grossi rischi: il primo dei quali è sicuramente legato alla scarsa e diseguale diffusione
delle tecnologie. Chi non ha Internet oggi ad esempio è tagliato fuori da tutta una serie
di informazioni.
Oggi cercare un'informazione è
cosa rapidissima - ha detto Stefano
Rodotà in unintervista
rilasciata a MediaMente. Tuttavia se non ci fosse il diritto dei cittadini di accedere
a queste informazioni, la novità tecnologica non sarebbe sfruttata fino in fondo. Per
questo si parla di un diritto di accesso ai mezzi di informazione come servizio
universale, come qualcosa di cui tutti devono poter disporre. Quindi è necessario
impostare una politica di tariffe e al limite la gratuità di determinati servizi. In
Italia il Comune di Bologna e anche altre istituzioni sperimentano accessi gratuiti a
Internet, proprio per realizzare questo diritto e allo stesso tempo per creare un
incentivo allalfabetizzazione informatica dei cittadini.
Come si possono rendere universali questi servizi?
Sicuramente facilitando laccesso all'informazione.
I totem multimediali, oppure le piazze telematiche, rappresentano
un primo passo in questo senso. I totem sono delle colonne informative dislocate in varie
parti della città che forniscono notizie di interesse pubblico come i percorsi degli
autobus, informazioni su particolari eventi e manifestazioni eccetera. Le piazze
telematiche sono invece dei veri e propri luoghi di incontro allinterno della città
che offrono servizi telematici dal teleconsulto medico, alla registrazione della musica,
alla consultazione di unenciclopedia a varie altre attività che possono interessare
i cittadini.
Una delle caratteristiche più importanti dei sistemi informatizzati è, oltre la
capacità di inviare e ricevere rapidamente le informazioni e, dunque, di sveltire la
burocrazia, è la possibilità di interagire direttamente con le istituzioni.
Esistono diversi modelli di partecipazione telematica, con vantaggi e rischi
differenti. Da un lato cè chi vuole trasferire completamente in Rete il momento
della deliberazione, del voto. Dallaltro lato cè invece chi pensa che le
nuove tecnologie e le reti possano essere soprattutto uno strumento di discussione
informata. Su queste due tendenze diverse abbiamo chiesto un parere a Furio Colombo, attento osservatore
del mondo dei nuovi media:
Se avessi una lavagna disegnerei due
frecce che vanno in due direzioni opposte: una che indica un percorso potenzialmente
negativo ed è quello nel quale lintervento immediato da parte dei cittadini su un
lavoro specifico in corso può portare a delle decisioni istantanee e dunque sbagliate,
nel senso che sono fatalmente soggette a delle ventate emotive molto forti che non
conoscono alcuna mediazione. La freccia opposta, quella positiva, indica invece la
reazione dellopinione pubblica che ha dimostrato proprio di fronte alla ricchezza di
informazioni che queste nuove tecnologie mettono a disposizione, una maturità
insospettata ed una capacità di equilibrio parecchio superiore a quella degli addetti al
lavoro. |
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