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Telecities

di Michele Alberico

European Digital CitiesL’European Digital Cities Project è un progetto nato allo scopo di sperimentare servizi e applicazioni telematiche in risposta alle esigenze delle città in cui viviamo. Basandosi su una rete di cooperazione aperta tra amministrazioni locali European Digital Cities si sviluppa in un programma della durata di tre anni che prevede sperimentazioni in tutti i settori dell’amministrazione civica, dal controllo del traffico alla comunicazione tra cittadini e istituzioni.

TelecitiesIl settore più direttamente collegato alla telematica civica opera attorno a Telecities, un network di città europee che si è costituito formalmente addirittura nel 1993 con la dichiarazione di Manchester. Questo documento ha permesso a tredici rappresentanti di alcune città europee, Amsterdam, Barcellona, Birmingham, Bologna, l’Aia, Colonia, Manchester e Nizza di riunirsi, confrontarsi e discutere su "questioni strategiche concernenti lo sviluppo della telematica nelle aree urbane". Questi rappresentanti hanno deliberato di costituire un’associazione che, in collaborazione con la Commissione Europea, promuovesse scambi di esperienze nel settore e esaminasse i problemi relativi allo sviluppo di strutture informatiche, reti telematiche e servizi armonizzati per l’intera Europa.

I progetti che Telecities ha portato avanti in questi anni sono sostanzialmente quattro e fanno capo ad altrettante città europee, anche se la loro sperimentazione è avvenuta in almeno cinque diversi centri urbani: Dali, Equality, Infosond e Ph-Net.

Dali sta per Delivery and Access to Local Information and services, DALIovvero distribuzione e accesso ad informazioni e servizi locali. Nove città, la cui capolista è Barcellona, hanno selezionato strumenti telematici e multimediali con lo scopo di migliorare l’efficienza delle amministrazioni e di favorire processi democratici a livello locale. A questo scopo i partner di Dali si sono impegnati per consentire un accesso trasparente alle informazioni riguardanti la municipalità, le delibere dei consigli comunali e hanno aperto degli spazi di discussione diretti con politici e amministratori.

EqualityEquality è un acronimo che sta per "servizi urbani per il miglioramento della vita in città attraverso sistemi telematici interattivi". A guida della sperimentazione c’è l’Aia. Equality ha testato diversi servizi telematici, dalla tele assistenza, alla sicurezza, dallo shopping a distanza, al sistema di prenotazione dei viaggi. Si è così dimostrato che le città hanno la possibilità di offrire teleservizi a costi di ingresso estremamente contenuti arrivando, progressivamente ma in breve tempo, fino ad utilizzare la tecnologia Atm (Asynchronous transfer mode) che permette il trasferimento di dati ad un’ampiezza di banda molto maggiore dell’attuale.

A Vienna è stato sperimentato Infosond, Wienonlineun sistema di informazioni e servizi a richiesta. Si tratta, in buona sostanza, di costruire uno spazio dove reperire facilmente qualsiasi tipo di informazione legata alla vita locale, dalle informazioni pubbliche, a quelle professionali, a quelle legate alla cultura e al divertimento. Gran parte dello sforzo si è concentrato sulla sperimentazione di interfacce intuitive che consentissero di reperire immediatamente il tipo di informazione richiesta. Un servizio che ormai da tempo tutte le reti civiche forniscono costantemente.

L’ultimo progetto vede, tra le prime città impegnate, quella di Bologna. Si tratta di Public Health Network e il suo settore di sperimentazione è la telemedicina. Le città attive nel progetto hanno collegato alcuni centri ospedalieri con tecnologia Isdn testando forme di telediagnosi e in secondo luogo mettendo in contatto diversi centri epidemiologici con l’obiettivo di scambiare informazioni ed esperienze.

Ma la più grande questione che le città digitali del futuro dovranno affrontare resta quella della ricerca di nuovi strumenti di partecipazione dei cittadini alla vita democratica delle loro amministrazioni che alcuni chiamano teledemocrazia.

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