Rubrica
Tecno populismo
di Franco Carlini
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Non un oggetto ma un luogo, la piazza,
simboleggia la democrazia sia che si tratti di una piazza reale, come l'Agorà ateniese, o
di una comunità virtuale, di cittadini collegati tra di loro telematicamente.
Proprio la disponibilità di nuove tecnologie spinge alcuni a sostenere che il sogno
della democrazia diretta possa infine ritornare reale come nella mitica Atene.
La democrazia rappresentativa sarebbe soltanto una necessità pratica, oggi superabile con
le reti digitali attraverso le quali i cittadini possono informarsi su tutto quello che
riguarda la vita sociale e votare per decidere le singole questioni. Anche se tutti i
cittadini avessero a casa un collegamento Internet e sapessero usarlo, questa proposta,
che va sotto il nome di tecno populismo, non solo è un'illusione, ma è anche pericolosa.
Infatti la politica, nel senso migliore del
termine, chiede sempre un faticoso confronto di opinioni e, di fronte a possibili scelte
alternative, l'ascolto dell'altro, la faticosa costruzione di un punto di vista condiviso.
Solo così il voto a maggioranza può tenere conto anche delle altrui obiezioni, valori e
interessi. Richiede insomma un tempo non istantaneo, un po' più lungo del click di un
mouse o di un telecomando. |
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