Tema - 22 Gennaio 1999
Convergenze e rotture: le molte televisioni
di Franco Carlini
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Sul Corriere della Sera del 16 Gennaio leggiamo: "Letizia Moratti a Carraro:
marcia indietro sui diritti tv o Murdoch rinuncia allItalia". Questo titolo ci
proietta nel pesante braccio di ferro che sta scuotendo il mondo del calcio e della
televisione italiana. Con una sorta di ultimatum attraverso lex presidente della Rai
Letizia Moratti, il multimiliardario australiano ha inviato a governo e Lega calcio un
messaggio chiaro: vendetemi tutto il campionato, oppure in Italia non vengo più. Il 25
Gennaio la Lega calcio, che in precedenza si era
espressa contro lidea di vendere tutte le partite a ununica televisione a
pagamento, si riunirà di nuovo. Sul piatto ci sono 4.200 miliardi in cinque anni, una
somma che solo uno come Murdoch può offrire.
Attraverso i titoli di alcuni quotidiani
italiani si capisce come Murdoch abbia cercato di conquistare porzioni molto ampie del
mercato italiano:
Marzo 1998: tentativo di accordo con Berlusconi.
Lo leggiamo in un articolo tratto da Le
monde diplomatique, inserto del Manifesto
del Gennaio '99
Nella Repubblica del 17 Settembre 1998 leggiamo: Il
primo accordo con Telecom firmato il 15 Settembre.
Murdoch Moratti sposi. Titola ancora la Repubblica del 23
Novembre 1998
Murdoch dichiara che i piani per entrare nella pay-tv italiana andranno
avanti anche senza Telecom". La Repubblica del 3 Dicembre 1998
Rai e Canal Plus si accordano". La notizia compare su lUnità del 16 Dicembre 1998
Intesa preliminare (subordinata allacquisizione dei diritti sul
calcio), Newscorp compra l80% di stream".
27 Dicembre 1998 Il Sole 24 ORE
Il governo preoccupato fin dallinizio. Ad accordo fatto annuncia la questione
delle regole. Corriere della Sera, 30
Dicembre 1998
Vita parla delle nuove regole. Il decoder unico e questione dei diritti del
calcio". LEspresso del 14
Gennaio 1998
Insomma, ormai Rupert Murdoch è senza dubbio un protagonista importante della scena
italiana e le sue scelte condizionano grandi movimenti di mercato. Dobbiamo per questo
considerarlo un pericolo?
Lo abbiamo chiesto a Vincenzo Vita Sottosegretario del
Ministero delle Telecomunicazioni: "Murdoch non è un pericolo pubblico, non voglio
arrivare a dire questo. Certo è un problema per lItalia e per lEuropa perchè
le sue attitudini produttive, le sue caratteristiche tecnologiche, nonchè la sua impronta
culturale hanno logiche molto extraeuropee, lontane da noi, quindi è un problema non un
pericolo".
Anche prima di entrare in Italia, Rupert Murdoch un effetto lha già prodotto. Se
prima Rai, Telecom,
Canal Plus sembravano destinate a diventare un gestore
unico e a pagamento per la futura televisione digitale, aggregati attorno a un unico
decoder, ora non è più così. I due grandi soggetti italiani, Telecom e Rai hanno rotto
i rapporti e ognuno è andato con un diverso alleato. La prima con Murdoch, le seconda con
Canal plus. E stata forse una scelta forzata, ma alla fine potrebbe risolversi in un
utile pluralismo.
Su questo abbiamo sentito Alberto Contri membro del Consiglio
di Amministrazione della Rai: "Per quanto riguarda la trattativa per la piattaforma
digitale, noi stavamo rispettando un accordo preliminare con Telecom; avevamo posto una
serie di condizioni che riguardavano soprattutto un patto di non concorrenza in chiaro per
quel che riguardava Murdoch e soprattutto questa clausola non è stata ritenuta possibile
e a questo punto siamo stati obbligati a percorrere altre strade. Di conseguenza, abbiamo
riconsiderato un accordo possibile con Canal Plus che è diventato molto interessante. in
questo abbiamo potuto mettere a frutto tutti quegli asset che noi già
avevamo; quindi la considerazione di tutti i canali tematici che fossimo stati in grado di
sviluppare e che eravamo pronti a sviluppare".
Le immagini della finale Italia-Jugoslavia dei mondiali di pallavolo le poterono
guardare solo gli abbonati a Stream. Le immagini erano
criptate. Solo una piccola percentuale di persone poté vedere la partita e questo
avvenimento suscitò molte polemiche. Il fatto che lo sport diventi una merce da vendere
via tv e che sia disponibile solo per chi lo compra (pay per view), comporta una
restrizione dei diritti di visione e una privatizzazione di eventi che riguardano
lintera collettività nazionale.
A questo proposito abbiamo chiesto
unopinione al Ministro per i Beni e le Attività Culturali Giovanna Melandri:"Io credo
che sia positivo per il cittadino, per il teleutente, il fatto che in Italia si sviluppi
anche la televisione digitale, tematica, la famosa pay television e anche le forme del
cosiddetto digitale di seconda generazione come la pay per view e il video on demand - ha
detto Giovanna Melandri. Credo sia importante che in Italia si sviluppi questaltra
offerta e quindi io vedo, con favore, in Italia, la nascita di unaltra piattaforma
digitale e anche la moltiplicazione dellofferta, naturalmente, ad alcune condizioni.
A condizione che la piattaforma tecnologica sia una. A casa del cittadino, il
telespettatore deve poter accedere a più contenuti, a più offerte di contenuto con un
unico decoder".
Il problema, naturalmente riguarda tutti gli sport, ma è soprattutto sul calcio, in
Italia, con i suoi milioni di appassionati, che si concentra la battaglia. Una battaglia
che è fatta di pacchetti di abbonamento, ma anche di scelte tecniche, non neutrali. Quali
norme governative possono regolamentare questo settore del mercato televisivo?
Lo abbiamo chiesto ancora a Vincenzo
Vita Sottosegretario del Ministero delle Telecomunicazioni: "In questo quadro
abbiamo pensato di introdurre due limiti anti-trust nuovi di cui uno sulla quota di
mercato per i diritti televisivi del calcio. Per evitare che il calcio diventi il veicolo
per le concentrazioni di mercato si è stabilito che ogni soggetto non può avere più di
una quota dei diritti del calcio: il 30% dei diritti in chiaro e in criptato, il 50% dei
diritti diciamo in digitale, o meglio in criptato. Per quanto riguarda laltra
misura, più che anti-trust si tratta di una misura a tutela dei consumatori. Il decoder,
cioè il set top box, quella macchina che permette di ricevere il segnale della
trasmissione digitale criptata, deve essere aperto, cioè deve essere uguale qualsiasi sia
lofferta, qualsiasi sia la piattaforma che offre questo o quel contenuto, altrimenti
si va ad un oligopolio chiuso, fatto di pochi soggetti proprietari della propria
tecnologia".
Il decoder spesso chiamato anche set top box, una
scatola che viene messa sopra il televisore, è essenziale per diversi motivi:
- traduce i segnali digitali in analogici in modo tale che il nostro vecchio televisore li
possa capire
- decodifica i segnali criptati, abilitando labbonato a vedere ciò per cui ha
pagato
- inserendo una apposita tessera riconosce labbonato e gli addebita gli acquisti on
line che egli avrà fatto in modo interattivo.
Per questo la scelta del tipo di decoder
diventa strategica. LUnione europea e
il governo italiano chiedono che la scatola sia una sola, utilizzabile per
vedere i programmi di diversi fornitori. La tecnica lo consente, ma i diversi concorrenti
preferiscono di solito associare i loro programmi a un decoder specifico, non universale,
in modo che gli abbonati non abbiano la tentazione di cambiare canale. E a proposito dei
diversi concorrenti in campo, dobbiamo sottolineare che la bomba Murdoch, per quanto
grande e recente, cade tuttavia su un mercato digitale italiano, in cui operano già
diversi protagonisti. Nessuno di loro ha ancora raggiunto dimensioni economiche
profittevoli, ma hanno scavato il terreno e cominciato a offrire ai loro abbonati dei
bouquets (insieme di programmi) spesso interessanti. Fra questi ci sono D+, Stream,
Mediaset e la stessa Rai.
Allora forse Murdoch ha contribuito in qualche modo a smuovere una situazione stagnante
in Italia. Abbiamo chiesto ancora al Ministro Melandri di esprimere un
parere a questo proposito: "A dire il vero non è solo Murdoch, sono anche altri
operatori non italiani come Canal Plus che oggi operano sul mercato della televisione
digitale in Italia. Naturalmente è importante che le aziende italiane non vengano
estromesse dalla nuova televisione digitale del futuro. Limportante è che Rai e
Telecom ma anche altre aziende del settore delle telecomunicazioni italiane possano
acquisire un ruolo di protagoniste nel settore della comunicazione digitale del
futuro". In questa situazione lorientamento del Governo - ha proseguito
Giovanna Melandri - è quello di sviluppare in modo strategico il decoder italiano e
renderlo compatibile alle diverse offerte. Sulla questione dei diritti sportivi la
posizione del governo è quella di garantire che questo mercato si sviluppi senza che
nessuno dei protagonisti possa abusare di una posizione dominante sul mercato. Va quindi
introdotto il profilo anti trust per garantire che non si creino dei monopoli". |
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