Mercoledi' 9 maggio 2001

Revisione testi a cura della redazione internet di MediaMente

Le cifre del fenomeno

Chi ha paura del file-sharing?

Napster? Anche sul telefonino, purché si paghi

Napster cambia anche la creatività

File gratuiti? No, promozionali

Chi è Shawn Fenning?

La musica italiana in Rete

Al concerto del primo maggio


Chi ha paura del file-sharing?

di Michele De Mieri

Tra gli artisti esistono due fazioni: c'è chi si dice poco o per niente preoccupato dal libero scambio di file musicali (tra questi i REM, Alanis Morrisette, Manu Chao, gli Eagles), e chi porta avanti con fermezza una lotta contro Napster e gli altri siti musicali (i più attivi sono i Metallica, i Pearl Jam e Peter Gabriel). Se le opinioni degli artisti fanno notizia è in realtà tra le case discografiche che si stanno giocando le mosse importanti. Dopo l'iniziale impasse, in alcuni momenti si è trattato di vero e proprio terrore, di fronte all'esplosione del file-sharing i colossi mondiali dell'industria musicale si stanno accordando tra di loro per difendere il loro giro d'affari che ammonta a oltre 40 milioni di dollari. Almeno due importanti cordate, entrambe promosse dal colosso tedesco Bertelsmann, e che vedono coinvolte nella prima Sony e Universal e nella seconda Emi e Warner, si stanno muovendo per correre ai ripari. Le case discografiche hanno capito che non sarà dai loro siti che la grande maggioranza, non solo dei 72 milioni di utenti di Napster ma tutti i possibili acquirenti di musica online, andrà a scaricare i file musicali. E allora si stanno organizzando per concedere a Napster e ad altri siti simili (o crearne altri senza il loro marchio) i diritti, le licenze di vendita della musica in Rete. Questo sembra avverrà sostanzialmente in due modi: o mediante il pagamento di un canone fisso, mensile o annuale (come accade per le pay-tv) oppure con un sistema di music on demand, cioè si pagherà quello che si vuole scaricare, il singolo brano o un intero concerto. Secondo la BMG la cosa potrebbe accadere con Napster già dalla prossima estate. Intanto le previsioni dicono che solo in Europa la crescita del volume d'affari del mercato della musica online nei prossimi 5-6 anni dovrebbe passare dagli attuali 333milioni di Euro ai 2 miliardi di Euro. Per ora c'è ancora, con solo qualche canzone in meno il vecchio Napster, il sito è infatti accusato dal giudice di "temporeggiare vergognosamente", e gli altri siti inafferrabili come Gnutella, perché basati sul peer-to-peer (scambio tra due computer senza un database centrale). Qualunque cosa accadrà da qui a pochi mesi la rivoluzione c'è già stata, ora si sta cercando di normalizzarla. Il modo di fruizione è cambiato, l'immaterialità predomina sul vecchio manufatto, (LP e CD) e nuove regole per il diritto d'autore vanno discusse.

- REM
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Alanis Morrisette
- Pearl Jam
- Peter Gabriel 
- Peter Gabriel on demand distribution