Mercoledi' 9 maggio 2001

Revisione testi a cura della redazione internet di MediaMente

Le cifre del fenomeno

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Napster? Anche sul telefonino, purché si paghi

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Napster? Anche sul telefonino, purché si paghi

Cosa ha cambiato Napster nel modo di fruire la musica? Come si evolverà il mercato musicale? Lo abbiamo chiesto a Roberto Liscia, consigliere delegato dell'Anee, l'associazione contenuti e servizi multimediali

Cosa ha rappresentato l'avvento di Napster nel mercato musicale?

Credo che Napster abbia cambiato l'abitudine e le modalità di consumare la musica. Ha avuto un sicuro effetto positivo, ha abituato i giovani e i non giovani a godere della musica quando, dove e come si vuole. Naturalmente il problema è rimasto la gratuità della musica che fa parte della cultura di Internet che oggi sta per essere giustamente superata. La musica, come qualsiasi altro prodotto multimediale di autore, deve essere pagata e questo è un passaggio obbligato che sta compiendo Napster come altri produttori o distributori di contenuti. Questo però è soltanto un momento di un nuovo modo di godere di queste nuove forme di contenuti perché credo che la musica sarà accessibile non solo da Internet ma anche dal telefonino, dagli UMTS.

Cosa vuol dire questo?

Vuol dire che con il telefono cellulare si potrà pagare con micropagamento - il telefonino diventerà di fatto una carta di credito virtuale - che permetterà di pagare e di comprare la musica su Internet e sul PC quando si vuole e da chi si vuole, ma permetterà anche allo stesso telefonino di accedere ad un clip musicale o di mandarlo ad un amico. Il che significa che la musica sta entrando in questo nuovo modello di business che è un po' simile a quello che è avvenuto nel cinema e nella televisione con la creazione dei canali televisivi digitali, dove si paga un canone fisso per i servizi basic e poi si pagano ovviamente dei servizi aggiuntivi in funzione del loro valore, sia del valore percepito dall'utente che del costo da parte dl produttore.

Naturalmente tutto ciò passa attraverso un passaggio obbligato: le case discografiche e i distributori devono capire che questa è un'opportunità, non un pericolo.

Come è avvenuto nelle videocassette, dove negli USA rappresentano per il cinema un fatturato superiore alla vendita di biglietti nelle sale cinematografiche, così per gli operatori della musica, gli operatori discografici e della distribuzione, la musica su Internet o sul telefonino rappresenta un'opportunità molto importante che però deve essere gestita attraverso, da un lato, la creazione di standard comuni tra tutte le case discografiche ma soprattutto dall'altro, il superare questa paura della pirateria, che naturalmente deve essere gestita, ma deve essere comunque parte del rischio imprenditoriale che le nuove tecnologie mettono a disposizione della catena del valore, dei nuovi modelli di business e delle nuove modalità di accesso dei consumatori di tutto il mondo. Questo comporta anche un cambiamento di abitudine da parte dei distributori, da parte dei negozi, che devono naturalmente devono cambiare la loro attitudine e il loro modello di business: non possono più vendere il semplice supporto fisico, devono ragionare su qual è il loro rapporto con la clientela, forse devono pensare loro stessi di creare dei sistemi di distribuzione digitale creando un nuovo meccanismo di rapporto con i propri clienti. Tutto il modello di business passa attraverso questo paradigma: superare la paura, creare uno standard unico, trovare meccanismi di micropagamento che utilizzi le tecnologie che stanno entrando nelle case delle famiglie e soprattutto non avere paura dei nuovi modelli di business che stanno entrando nei nostri consumi abituali.

- Anee