Napster? Anche sul telefonino, purché si paghi
Cosa ha cambiato Napster nel modo di fruire la
musica? Come si evolverà il mercato musicale? Lo abbiamo chiesto a
Roberto Liscia, consigliere delegato dell'Anee, l'associazione
contenuti e servizi multimediali
Cosa ha rappresentato l'avvento di Napster nel mercato
musicale?
Credo che Napster abbia cambiato l'abitudine e le modalità di
consumare la musica. Ha avuto un sicuro effetto positivo, ha
abituato i giovani e i non giovani a godere della musica quando,
dove e come si vuole. Naturalmente il problema è rimasto la
gratuità della musica che fa parte della cultura di Internet che
oggi sta per essere giustamente superata. La musica, come qualsiasi
altro prodotto multimediale di autore, deve essere pagata e questo
è un passaggio obbligato che sta compiendo Napster come altri
produttori o distributori di contenuti. Questo però è soltanto un
momento di un nuovo modo di godere di queste nuove forme di
contenuti perché credo che la musica sarà accessibile non solo da
Internet ma anche dal telefonino, dagli UMTS.
Cosa vuol dire questo?
Vuol dire che con il telefono cellulare si potrà pagare con
micropagamento - il telefonino diventerà di fatto una carta di
credito virtuale - che permetterà di pagare e di comprare la musica
su Internet e sul PC quando si vuole e da chi si vuole, ma
permetterà anche allo stesso telefonino di accedere ad un clip
musicale o di mandarlo ad un amico. Il che significa che la musica
sta entrando in questo nuovo modello di business che è un po'
simile a quello che è avvenuto nel cinema e nella televisione con
la creazione dei canali televisivi digitali, dove si paga un canone
fisso per i servizi basic e poi si pagano ovviamente dei servizi
aggiuntivi in funzione del loro valore, sia del valore percepito
dall'utente che del costo da parte dl produttore.
Naturalmente tutto ciò passa attraverso un passaggio
obbligato: le case discografiche e i distributori devono capire che
questa è un'opportunità, non un pericolo.
Come è avvenuto nelle videocassette, dove negli USA
rappresentano per il cinema un fatturato superiore alla vendita di
biglietti nelle sale cinematografiche, così per gli operatori della
musica, gli operatori discografici e della distribuzione, la musica
su Internet o sul telefonino rappresenta un'opportunità molto
importante che però deve essere gestita attraverso, da un lato, la
creazione di standard comuni tra tutte le case discografiche ma
soprattutto dall'altro, il superare questa paura della pirateria,
che naturalmente deve essere gestita, ma deve essere comunque parte
del rischio imprenditoriale che le nuove tecnologie mettono a
disposizione della catena del valore, dei nuovi modelli di business
e delle nuove modalità di accesso dei consumatori di tutto il
mondo. Questo comporta anche un cambiamento di abitudine da parte
dei distributori, da parte dei negozi, che devono naturalmente
devono cambiare la loro attitudine e il loro modello di business:
non possono più vendere il semplice supporto fisico, devono
ragionare su qual è il loro rapporto con la clientela, forse devono
pensare loro stessi di creare dei sistemi di distribuzione digitale
creando un nuovo meccanismo di rapporto con i propri clienti. Tutto
il modello di business passa attraverso questo paradigma: superare
la paura, creare uno standard unico, trovare meccanismi di
micropagamento che utilizzi le tecnologie che stanno entrando nelle
case delle famiglie e soprattutto non avere paura dei nuovi modelli
di business che stanno entrando nei nostri consumi abituali.
- Anee
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