Le cifre del fenomeno
di Nicola Longo
Il mercato dello streaming sui nuovi media lo scorso anno è
cresciuto del 215%. I 250mila videostream trasmessi e i 15 milioni
di "contatti" realizzati dal concerto di Mina sul sito www.inwind.it,
hanno portato alla ribalta anche in Italia, Internet come mezzo per
distribuire audiovisivi on demand. Negli Stati Uniti, che Internet e
le reti a banda larga basate su protocolli di trasmissione Ip
fossero destinate a ritagliarsi un ruolo importante nel mondo
dell'entertainment domestico si sapeva da tempo. Il videostreaming e
le nuove forme di interattività multimediale sono del resto una
realtà in continua espansione, anche da un punto di vista
economico. Complessivamente, le stime realizzate da Db&P-WebcastTrack
prevedono che nel 2005 il mercato dell'interattività sarà capace
di generare 4,1 miliardi di dollari di fatturato a livello globale.
Di questi, 450 milioni saranno aggregati dal videostreaming via Web,
e 430 milioni di dollari deriveranno dalla trasmissione di film ed
eventi attraverso le reti Ip a banda larga.
Un'idea più precisa dei generi più apprezzati dai videonavigatori
la si ottiene leggendo le statistiche relative ai mesi di febbraio e
marzo raccolte dal sito www.mediachannel.com,
una guida che cataloga quotidianamente cosa è possibile vedere sul
Web. Secondo queste rilevazioni, il 39% delle richieste riguarda il
cinema il 23,1% è legato a eventi trasmessi in diretta, il 6,5%
sono programmi tv o di Internet-tv, mentre lo sport e la musica
rappresentano il 4% ciascuno.
La musica tuttavia, e la trasmissione in streaming dei videoclip
musicali, è uno dei segmenti più dinamici. Basti pensare che, tra
il dicembre del 2000 e il febbraio del 2001, i maggiori siti Web
musicali mondiali hanno complessivamente generato oltre 19 milioni
di videostream, un numero destinato a crescere ulteriormente e che
secondo le stime di Dfc Intelligence nel corso del 2001 potrebbe da
solo generare oltre 350 milioni di trasmissioni. Nonostante le
incertezze legate all'evolversi del mercato pubblicitario sul Web,
nel campo del videostreaming per ora sembra prevalere l'idea di
offrire gratuitamente questi servizi agli utenti finali. La tendenza
generale nel 2000 è stata quella di supportare queste operazioni
attraverso gli spot inseriti durante trasmissione dei filmati. Il
15% dei videostream - un numero pari a 135 milioni - ha ospitato
spot pagati dagli investitori pubblicitari generalmente inseriti in
testa al filmato. In taluni casi - come nelle videoanimazioni
realizzate in Shockwave di "The God and the Devil show"
trasmesse settimanalmente dal sito di Aol/Time-Warner
- gli spot hanno assunto la forma di veri e propri break
pubblicitari da 15 secondi. Un sistema che comunque dovrebbe
proseguire anche nei prossimi due anni, guadagnando ulteriori fette
di mercato, per giungere a supportare complessivamente il 40% delle
trasmissioni.
Una ulteriore fetta sarà rappresentata invece da tutte quelle
trasmissioni di tipo promozionale collegate all'uscita di un disco,
di un film o di un videogioco, che continueranno a essere realizzate
da siti Web di tipo aggregativo (vortal tematici come www.liketelevision.com)
e direttamente dai siti delle major (molto attiva è ad esempio la
divisione musicale di Sony: www.sonymusic.com).Infine
un ruolo determinante sarà giocato dalla creazione di nuove forme
di pubblicità interattiva. Già lo scorso anno alcune importanti
campagne cross-platform sono state realizzate da Coca Cola e da
General Motors in parallelo via Web e via tv dal canale Tbs durante
la trasmissione delle gare automobilistiche americane Nascar,
raccogliendo in un solo giorno di promozione rispettivamente 54mila
e 216mila videostream. Nella sua fase pioneristica, comunque,
l'industria del videostreaming vedrà importanti percentuali del
proprio giro d'affari generate anche dal fatturato su altri media,
quelle quote derivanti cioè dallo spostamento su altre piattaforme
distributive (Cd-Rom, videocassette e Dvd) dei filmati inizialmente
distribuiti via Web. Solo a partire dal 2002-2003 inizierà a
diffondersi anche il modello di Video-On-Demand, parallelamente
all'espandersi delle reti a banda larga che permetteranno una
migliore fruizione da un punto di vista qualitativo dei filmati
trasmessi via Internet.
- www.inwind.it
- www.mediachannel.com
- Aol/Time-Warner
- www.liketelevision.com
- www.sonymusic.com
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