Mercoledi' 9 maggio 2001

Revisione testi a cura della redazione internet di MediaMente

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Le cifre del fenomeno

di Nicola Longo

Il mercato dello streaming sui nuovi media lo scorso anno è cresciuto del 215%. I 250mila videostream trasmessi e i 15 milioni di "contatti" realizzati dal concerto di Mina sul sito www.inwind.it, hanno portato alla ribalta anche in Italia, Internet come mezzo per distribuire audiovisivi on demand. Negli Stati Uniti, che Internet e le reti a banda larga basate su protocolli di trasmissione Ip fossero destinate a ritagliarsi un ruolo importante nel mondo dell'entertainment domestico si sapeva da tempo. Il videostreaming e le nuove forme di interattività multimediale sono del resto una realtà in continua espansione, anche da un punto di vista economico. Complessivamente, le stime realizzate da Db&P-WebcastTrack prevedono che nel 2005 il mercato dell'interattività sarà capace di generare 4,1 miliardi di dollari di fatturato a livello globale. Di questi, 450 milioni saranno aggregati dal videostreaming via Web, e 430 milioni di dollari deriveranno dalla trasmissione di film ed eventi attraverso le reti Ip a banda larga.
Un'idea più precisa dei generi più apprezzati dai videonavigatori la si ottiene leggendo le statistiche relative ai mesi di febbraio e marzo raccolte dal sito www.mediachannel.com, una guida che cataloga quotidianamente cosa è possibile vedere sul Web. Secondo queste rilevazioni, il 39% delle richieste riguarda il cinema il 23,1% è legato a eventi trasmessi in diretta, il 6,5% sono programmi tv o di Internet-tv, mentre lo sport e la musica rappresentano il 4% ciascuno.
La musica tuttavia, e la trasmissione in streaming dei videoclip musicali, è uno dei segmenti più dinamici. Basti pensare che, tra il dicembre del 2000 e il febbraio del 2001, i maggiori siti Web musicali mondiali hanno complessivamente generato oltre 19 milioni di videostream, un numero destinato a crescere ulteriormente e che secondo le stime di Dfc Intelligence nel corso del 2001 potrebbe da solo generare oltre 350 milioni di trasmissioni. Nonostante le incertezze legate all'evolversi del mercato pubblicitario sul Web, nel campo del videostreaming per ora sembra prevalere l'idea di offrire gratuitamente questi servizi agli utenti finali. La tendenza generale nel 2000 è stata quella di supportare queste operazioni attraverso gli spot inseriti durante trasmissione dei filmati. Il 15% dei videostream - un numero pari a 135 milioni - ha ospitato spot pagati dagli investitori pubblicitari generalmente inseriti in testa al filmato. In taluni casi - come nelle videoanimazioni realizzate in Shockwave di "The God and the Devil show" trasmesse settimanalmente dal sito di Aol/Time-Warner - gli spot hanno assunto la forma di veri e propri break pubblicitari da 15 secondi. Un sistema che comunque dovrebbe proseguire anche nei prossimi due anni, guadagnando ulteriori fette di mercato, per giungere a supportare complessivamente il 40% delle trasmissioni.

Una ulteriore fetta sarà rappresentata invece da tutte quelle trasmissioni di tipo promozionale collegate all'uscita di un disco, di un film o di un videogioco, che continueranno a essere realizzate da siti Web di tipo aggregativo (vortal tematici come www.liketelevision.com) e direttamente dai siti delle major (molto attiva è ad esempio la divisione musicale di Sony: www.sonymusic.com).Infine un ruolo determinante sarà giocato dalla creazione di nuove forme di pubblicità interattiva. Già lo scorso anno alcune importanti campagne cross-platform sono state realizzate da Coca Cola e da General Motors in parallelo via Web e via tv dal canale Tbs durante la trasmissione delle gare automobilistiche americane Nascar, raccogliendo in un solo giorno di promozione rispettivamente 54mila e 216mila videostream. Nella sua fase pioneristica, comunque, l'industria del videostreaming vedrà importanti percentuali del proprio giro d'affari generate anche dal fatturato su altri media, quelle quote derivanti cioè dallo spostamento su altre piattaforme distributive (Cd-Rom, videocassette e Dvd) dei filmati inizialmente distribuiti via Web. Solo a partire dal 2002-2003 inizierà a diffondersi anche il modello di Video-On-Demand, parallelamente all'espandersi delle reti a banda larga che permetteranno una migliore fruizione da un punto di vista qualitativo dei filmati trasmessi via Internet.

- www.inwind.it
- www.mediachannel.com
- Aol/Time-Warner
- www.liketelevision.com
- www.sonymusic.com