Napster cambia anche la creatività
Ernesto Assante, responsabile dei contenuti
multimediali di kataweb,
ci guida nelle tappe evolutive della musica online. Con lui
scopriamo che con Napster cambia non solo la distribuzione, ma anche
il modo di intendere la musica stessa
Raccontaci il percorso che ha fatto la musica in questi anni
su Internet.
Diciamo che stato un percorso assai difficoltoso, soprattutto
nelle fasi iniziali. Ascoltare musica attraverso la Rete è una
conquista abbastanza recente, nei tempi passati quello che passava
più spesso in Rete era informazione. Da questo punto di vista
Internet e in generale tutte le comunicazioni tramite la Rete sono
state interessantissime e hanno coinvolto in moltissimi esperimenti
molti musicisti da tutte le parti del mondo. È stato un ottimo
sistema per collegare appassionati che altrimenti non erano
collegati e i musicisti stessi che avrebbero avuto difficoltà a
essere collegati gli uni con gli altri.
Adesso la situazione qual è? Una quindicina d'anni fa il
video clip era il nuovo fenomeno di diffusione delle musica, ma
anche un mezzo commerciale per farsi promozione. Adesso gli artisti
vivono Internet in una maniera similare? Capiscono che è un canale
diverso da quello televisivo, da quello stampa per arrivare a un
certo tipo di pubblico?
Cominciano a capirlo, e infatti molto spesso gli artisti sono
più avanti delle case discografiche stesse, mentre le case
discografiche fanno difficoltà a concedere i diritti per i brani,
soprattutto più celebri. In realtà nei siti degli artisti più
famosi le canzoni da scaricare e ascoltare già ci sono e anzi, più
gli artisti sono svincolati alle case discografiche più hanno un
rapporto positivo con la rete, perché la loro preoccupazione,
giustamente, non è Internet ma la pirateria, e le due cose non
sono, per il momento, sinonimo: i soldi veri li perdono con i pirati
che vendono i CD.
Molti sostengono che al contrario Napster è uno straordinario
mezzo di diffusione della musica. Tu sei d'accordo?
Penso proprio di sì. La cosa più bella che io trovo di Napster,
almeno fino a poco tempo fa (adesso i numeri di Napster sono molto
diversi), è quella di avere a disposizione praticamente tutto lo
scibile musicale, che è una cosa che, per me che sono appassionato,
è una situazione straordinaria.
Quanti file ti scarichi al giorno Ernesto?
Ne scarico tuttora parecchi, anche perché io sono un utente
particolare: per me non sono fondamentali i brani di classifica, ma
le cose strane, le chicche, magari le particolarità, le incisioni
dal vivo, e queste in buona parte circolano ancora. Penso che la
cosa importante sia propria questa: avere a disposizione per la
prima volta nella storia tutta la musica vista insieme. Non c'è
negozio che possa offrire questo, nemmeno in futuro.
È giusto che le case discografiche chiedano un pagamento per
scaricare la musica da Internet?
E' del tutto naturale da parte loro chiederlo, è fondamentale
che lo facciano, perché in un modo o nell'altro tutelano se stessi
e gli artisti che rappresentano, quindi un pagamento per la musica
è giusto. Diverso è però l'atteggiamento che hanno rispetto alla
promozione e alla rete. Il paragone come al solito è con la radio:
la gente ascolta con la radio tutta la musica che vuole senza pagare
una lira, perché è pagata chiaramente dalla pubblicità. Questo
stesso meccanismo, applicato alla Rete, fino adesso è stato
impedito dalle case discografiche, non è stato cioè possibile
scaricare musica gratuitamente facendo pagare alla pubblicità il
costo di questa distribuzione, e la discografia ha chiesto un
pagamento lasciando via libera alla pirateria di Napster* o di
sistemi simili.
Come se ne esce da qui? Come si esce dal fatto che da una
parte ci sono gli artisti che danno la loro musica gratuitamente e
gli fa anche piacere, dall'altra parte ci sono quelli che difendono
i diritti, dall'altra parte ci sono i fans che si sentono traditi
perché dicono: vi abbiamo fatto diventare miliardari e adesso non
ci volete regalare un po' della vostra musica… Anche le case
discografiche sono divise: da una parte una cordata che vuole
proporre un sistema, dall'altra un gruppo di case discografiche che
ne vuole proporre un altro. Secondo te alla fine come se ne uscirà?
Secondo me siamo ancora in una fase di puri e semplici tentativi.
Le due cordate faranno delle prove, ma bisognerà vedere come
risponderà la gente, che credo in questo momento abbia le idee
abbastanza confuse. Non è vero che nessuno vuole pagare,
probabilmente tutti vorrebbero pagare una cifra equa, ma è
difficile immaginare che le case discografiche propongano di pagare
una cifra equa perché sino ad ora nella loro storia non l'hanno mai
fatto. Di conseguenza per loro dovrebbe imporsi una cultura nuova e
diversa. Trovo che quello che accadrà, e sarà una cosa
straordinaria, è che il formato, che sia l'Mp3 o qualche altro,
produca creatività nuova. Fino a questo punto la storia della
musica si è mossa attraverso le rivoluzioni imposte dai formati di
ascolto, quindi la radio, i 78 giri, i 45 , i 33. Ognuno di questi
formati ha sempre modificato la creatività della musica, non
soltanto il modo in cui essa veniva venduta. Non è ancora accaduto
con l'Mp3, ma secondo me accadrà, in parte sta già accadendo,
perché i ragazzi hanno cominciato a consumare singoli brani, e non
gli album per intero. Napster è un contenitore per pezzi singoli,
permette di ascoltare una sola canzone di Bob Dylan senza dovere
avere per forza un album di Bob Dylan, a differenza di quanto
succedeva negli anni Sessanta. Forse avremo artisti che si
esprimeranno in un formato da tre minuti, tre minuti e mezzo,
considerandolo completo.
- Repubblica
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