Mercoledi' 21 febbraio 2001

Revisione testi a cura della redazione internet di MediaMente

Vestire alla tecnologica

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 In principio era il tessuto. 
Dalla fibra naturale alla fibra chimica
- E in Italia? È l’ora del “nobilitatore tessile”
- Scarpe intelligenti
- Dalla forbice al mouse... sarti a scuola di computer
- ...ci sono da vestire 8 miliardi di consumatori, che aspettano...  

Vestiremo alla tecnologica  

Bitvestiti: dare corpo ad un'emozione

Col computer addosso

Il "nobilitatore tessile"

Tessuti tecnici a Pitti Immagine

Se il web fa moda, la moda entra nel web


Vestire alla tecnologica

Dal filo al bit. Le nuove tecnologie stannno rivoluzionando il mondo dell'abbigliamento.

Le nuove tecnologie applicate sono ormai divenute protagoniste di un processo di innovazione che fa sentire i suoi influssi anche nella nostra vita quotidiana. Non soltanto ovviamente per gli oggetti che utilizziamo: computer, dvd, palmtop. Ma anche per ciò che indossiamo. Negli Stati Uniti li chiamano "wearable", da mettere indosso appunto, abiti intelligenti. Ed è un fenomeno che come vedremo interessa diversi settori.

Il Mit di Boston, centro di ricerca avanzata e per molti punto di riferimento sta investendo da anni nel "computer_wear", sofisticate apparecchiature hi-tech servono per realizzare tessuti "tecnici". Mentre nell'alta moda si utilizzano da tempo fibre di rame e acciaio. Ma nono solo: si prova il titanio per le scarpe e i microchip nelle scarpe da tennis sono una realtà. Così come le giacche "tecnologiche". E ancora: l'Ibm qualche anno fa ha brevettato gli occhiali con il computer incorporato.

Design, moda e tecnologia s'intrecciano sempre di più nelle proposte offerte al consumatore. Quella che viene indicata è una sorta di connessione permanente: l'homo technologicus nella sua accezione più completa.

In principio era il tessuto. Dalla fibra naturale alla fibra chimica.

Ma quando è iniziato tutto questo? Sicuramente si può dire che... "in principio era il tessuto". Nei primi del '900 l'industria tessile si alimentava esclusivamente con fibre naturali. Negli anni trenta è stata introdotta la produzione industriale di fibre artificiali. Le sintetiche esplodono invece in Europa a ridosso degli anni '60. Gli anni '90 hanno visto il definitivo sorpasso delle fibre "man made", cioè fatte dall'uomo, sul più tradizionale cotone.

I tessuti "man made" rappresentano infatti oggi il 56,5% delle fibre consumate su base mondiale. E i dati indicano che nell'arco di sole due generazioni le fibre naturali utilizzate scenderanno intorno al 20% del totale.

L'impatto delle fibre chimiche sull'industria tessile è stato dunque decisivo, come decisiva è la "capacità evolutiva" propria di queste fibre. Le grandi imprese sportive, gli sport estremi hanno portato alla ribalta in continuazione nuovi tessuti tecnologici. L'introduzione poi della microfibra ha segnato una vera e propria proliferazione di nuovi tessuti utilizzati sia per l'abbigliamento sportivo sia per quello classico. Un esempio curioso quanto significativo è quello di una fibra di carbonio lavorata in modo che abbinata alla lana, al cotone e alla viscosa è in grado di schermare fino al 30% l'influenza dei campi elettromagnetici.

E in Italia? È l'ora del "nobilitatore tessile"

Cinque attualmente, sono le maggiori industrie produttrici di fibre in Italia: Meraklon, Montefibre, Nylstar, Novaceta e Nuova Rayon. Nei prossimi anni alla produzione di manufatti tessili per abbigliamento con caratteristiche innovative sono stati destinati, dal consorzio costituito dalle grandi cinque italiane, circa cinque miliardi, di cui 500 milioni vanno alla formazione.

Nel frattempo, inizio 2001, il Politecnico di Torino, insieme ad altri partner del settore ha messo a punto modelli sistematici di simulazione che consentono, con l'uso di strumenti informatici avanzati, di unire le principali caratteristiche dei tessuti alle specifiche combinazioni di materiali.

L'innovazione incide su tutto il processo produttivo. I macchinari sono altamente tecnologici, così come la fase della coloritura dei tessuti, della stamperia. Tale è l'incontro tra creatività e tecnica che una nuova figura chiave è nata nell'ambito della produzione di tessili/tecnici. È il "nobilitatore tessile". Possiede ampio know how e consolidata esperienza nel campo delle fibre, dei componenti dei materiali tessili, e delle prove tecnologiche sullo sviluppo di ricette applicative.

A Ravarino, nel modenese ci sono gli stabilimenti della Sportswear Company, in cui si lavorano fibre di rame e d'acciaio per capi d'abbigliamento. Su 120 dipendenti, 75 sono impegnati nella progettazione delle collezioni. I vincoli industriali intervengono solo alla fine del processo. Una sorta di ribaltamento del modello.

Scarpe intelligenti

Esistono diversi "wearable". Andiamo ad esempio un po' a fondo nel settore delle calzature. Ci sono scarpe i cui materiali provengono dal mondo della Formula 1. Scarpe dotate di un nuovo sistema di ammortizzazione che introduce il concetto di 'propulsione'. E po ci sono altri modelli di scarpe sportive "intelligenti" che modificano automaticamente la consistenza del cuscino d'aria tra suola e plantare a seconda dell'attività svolta dall'atleta. O che, addirittura , segnalano ad un sito internet la posizione esatta dell'atleta stesso durante lo svolgersi ad esempio, di una maratona. Il minicomputer inserito nelle scarpe da ginnastica che nel giro di un paio di secondi capisce se chi indossa le scarpe sta correndo, camminando o riposandosi, è l'ultima trovata in fatto di elettronica applicata allo sport amatoriale. L'idea è venuta ad un giovane laureato dell'Mit che si è messo in proprio nel 1999 cominciando a produrre la tecnologia cosiddetta 'thinkshoe' (cioè: scarpa pensante). Più datato, e tuttavia in continua evoluzione, è invece il sistema messo a punto da una ditta di New York che permette, grazie ad un microchip inserito nelle scarpe degli atleti che corrono la maratona di Boston, di determinare la posizione esatta di ciascun corridore su un apposito sito internet in tempo reale.

Dalla forbice al mouse... sarti a scuola di computer

Un settore in continua espansione. Ed in continua ricerca di nuovi talenti. Per farli crescere aumenta l'offerta di formazione. Molti gli Istituti nazionali, le Accademie e i grandi gruppi. Negli Stati Uniti, ad esempio, il Fashon Institute of Technology (Fit) di New York - fratello minore del prestigioso Mit - attivo da circa tre anni sta diventando un punto di riferimento per tutti coloro che studiano i processi innovativi legati all'abbigliamento e alla moda. Il 90% dei suoi studenti trovano un impiego nel giro di poche settimane dal conseguimento del diploma. Ma anche in Italia i creativi si preparano e pensano alle tendenze del futuro. E quello che fanno i ragazzi dell'Istituto europeo di Design.

...ci sono da vestire 8 miliardi di consumatori, che aspettano...

Ogni giorno nascono tessuti che scaldano, curano, aiutano a dormire meglio, sono antibatterici e antistress, anti-UVA. Luccicano, cambiano colore al variare della temperatura. Sono resistenti al fuoco. Tante offerte nuovie per clienti "costretti" a rinnovarsi per stare al passo con i tempi. I tessuti del XXI secolo infatti, tenderanno ad essere confezionati su misura, in meno di un'ora, nei negozi in cui li acquisteremo. Basterà entrare in un camerino-scanner che ricostruisce un'immagine dettagliata del nostro corpo. Le nostre misure verranno registrate su di una tessera personale che sarà la nostra carta per lo shopping. E la partita si gioca tutta nei laboratori. Ci sono da vestire 8 miliardi di consumatori che aspettano...