Vestire alla tecnologica
Dal filo al bit. Le nuove tecnologie stannno
rivoluzionando il mondo dell'abbigliamento.
Le nuove tecnologie applicate sono ormai divenute protagoniste di
un processo di innovazione che fa sentire i suoi influssi anche
nella nostra vita quotidiana. Non soltanto ovviamente per gli
oggetti che utilizziamo: computer, dvd, palmtop. Ma anche per ciò
che indossiamo. Negli Stati Uniti li chiamano "wearable",
da mettere indosso appunto, abiti intelligenti. Ed è un fenomeno
che come vedremo interessa diversi settori.
Il Mit di Boston, centro di ricerca avanzata e per molti punto di
riferimento sta investendo da anni nel "computer_wear",
sofisticate apparecchiature hi-tech servono per realizzare tessuti
"tecnici". Mentre nell'alta moda si utilizzano da tempo
fibre di rame e acciaio. Ma nono solo: si prova il titanio per le
scarpe e i microchip nelle scarpe da tennis sono una realtà. Così
come le giacche "tecnologiche". E ancora: l'Ibm qualche
anno fa ha brevettato gli occhiali con il computer incorporato.
Design, moda e tecnologia s'intrecciano sempre di più nelle
proposte offerte al consumatore. Quella che viene indicata è una
sorta di connessione permanente: l'homo
technologicus nella sua accezione più completa.
In principio era il tessuto. Dalla fibra
naturale alla fibra chimica.
Ma quando è iniziato tutto questo? Sicuramente si può dire
che... "in principio era il tessuto". Nei primi del '900
l'industria tessile si alimentava esclusivamente con fibre naturali.
Negli anni trenta è stata introdotta la produzione industriale di
fibre artificiali. Le sintetiche esplodono invece in Europa a
ridosso degli anni '60. Gli anni '90 hanno visto il definitivo
sorpasso delle fibre "man made", cioè fatte dall'uomo,
sul più tradizionale cotone.
I tessuti "man made" rappresentano infatti oggi il
56,5% delle fibre consumate su base mondiale. E i dati indicano che
nell'arco di sole due generazioni le fibre naturali utilizzate
scenderanno intorno al 20% del totale.
L'impatto delle fibre chimiche sull'industria tessile è stato
dunque decisivo, come decisiva è la "capacità evolutiva"
propria di queste fibre. Le grandi imprese sportive, gli sport
estremi hanno portato alla ribalta in continuazione nuovi tessuti
tecnologici. L'introduzione poi della microfibra ha segnato una vera
e propria proliferazione di nuovi tessuti utilizzati sia per
l'abbigliamento sportivo sia per quello classico. Un esempio curioso
quanto significativo è quello di una fibra di carbonio lavorata in
modo che abbinata alla lana, al cotone e alla viscosa è in grado di
schermare fino al 30% l'influenza dei campi elettromagnetici.
E in Italia? È l'ora del "nobilitatore
tessile"
Cinque attualmente, sono le maggiori industrie produttrici di
fibre in Italia: Meraklon, Montefibre, Nylstar, Novaceta e Nuova
Rayon. Nei prossimi anni alla produzione di manufatti tessili per
abbigliamento con caratteristiche innovative sono stati destinati,
dal consorzio costituito dalle grandi cinque italiane, circa cinque
miliardi, di cui 500 milioni vanno alla formazione.
Nel frattempo, inizio 2001, il Politecnico di Torino, insieme ad
altri partner del settore ha messo a punto modelli sistematici di
simulazione che consentono, con l'uso di strumenti informatici
avanzati, di unire le principali caratteristiche dei tessuti alle
specifiche combinazioni di materiali.
L'innovazione incide su tutto il processo produttivo. I
macchinari sono altamente tecnologici, così come la fase della
coloritura dei tessuti, della stamperia. Tale è l'incontro tra
creatività e tecnica che una nuova figura chiave è nata
nell'ambito della produzione di tessili/tecnici. È il
"nobilitatore tessile". Possiede ampio know how e
consolidata esperienza nel campo delle fibre, dei componenti dei
materiali tessili, e delle prove tecnologiche sullo sviluppo di
ricette applicative.
A Ravarino, nel modenese ci sono gli stabilimenti della
Sportswear Company, in cui si lavorano fibre di rame e d'acciaio per
capi d'abbigliamento. Su 120 dipendenti, 75 sono impegnati nella
progettazione delle collezioni. I vincoli industriali intervengono
solo alla fine del processo. Una sorta di ribaltamento del modello.
Scarpe intelligenti
Esistono diversi "wearable". Andiamo ad esempio un po'
a fondo nel settore delle calzature. Ci sono scarpe i cui materiali
provengono dal mondo della Formula 1. Scarpe dotate di un nuovo
sistema di ammortizzazione che introduce il concetto di 'propulsione'.
E po ci sono altri modelli di scarpe sportive
"intelligenti" che modificano automaticamente la
consistenza del cuscino d'aria tra suola e plantare a seconda
dell'attività svolta dall'atleta. O che, addirittura , segnalano ad
un sito internet la posizione esatta dell'atleta stesso durante lo
svolgersi ad esempio, di una maratona. Il minicomputer inserito
nelle scarpe da ginnastica che nel giro di un paio di secondi
capisce se chi indossa le scarpe sta correndo, camminando o
riposandosi, è l'ultima trovata in fatto di elettronica applicata
allo sport amatoriale. L'idea è venuta ad un giovane laureato dell'Mit
che si è messo in proprio nel 1999 cominciando a produrre la
tecnologia cosiddetta 'thinkshoe' (cioè: scarpa pensante). Più
datato, e tuttavia in continua evoluzione, è invece il sistema
messo a punto da una ditta di New York che permette, grazie ad un
microchip inserito nelle scarpe degli atleti che corrono la maratona
di Boston, di determinare la posizione esatta di ciascun corridore
su un apposito sito internet in tempo reale.
Dalla forbice al mouse... sarti a scuola di
computer
Un settore in continua espansione. Ed in continua ricerca di
nuovi talenti. Per farli crescere aumenta l'offerta di formazione.
Molti gli Istituti nazionali, le Accademie e i grandi gruppi. Negli
Stati Uniti, ad esempio, il Fashon Institute of Technology (Fit) di
New York - fratello minore del prestigioso Mit - attivo da circa tre
anni sta diventando un punto di riferimento per tutti coloro che
studiano i processi innovativi legati all'abbigliamento e alla moda.
Il 90% dei suoi studenti trovano un impiego nel giro di poche
settimane dal conseguimento del diploma. Ma anche in Italia i
creativi si preparano e pensano alle tendenze del futuro. E quello
che fanno i ragazzi dell'Istituto europeo di Design.
...ci sono da vestire 8 miliardi di
consumatori, che aspettano...
Ogni giorno nascono tessuti che scaldano, curano, aiutano a
dormire meglio, sono antibatterici e antistress, anti-UVA.
Luccicano, cambiano colore al variare della temperatura. Sono
resistenti al fuoco. Tante offerte nuovie per clienti
"costretti" a rinnovarsi per stare al passo con i tempi. I
tessuti del XXI secolo infatti, tenderanno ad essere confezionati su
misura, in meno di un'ora, nei negozi in cui li acquisteremo.
Basterà entrare in un camerino-scanner che ricostruisce un'immagine
dettagliata del nostro corpo. Le nostre misure verranno registrate
su di una tessera personale che sarà la nostra carta per lo
shopping. E la partita si gioca tutta nei laboratori. Ci sono da
vestire 8 miliardi di consumatori che aspettano...
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