Mercoledi' 21 febbraio 2001

Revisione testi a cura della redazione internet di MediaMente

Vestire alla tecnologica

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 In principio era il tessuto. 
Dalla fibra naturale alla fibra chimica
- E in Italia? È l’ora del “nobilitatore tessile”
- Scarpe intelligenti
- Dalla forbice al mouse... sarti a scuola di computer
- ...ci sono da vestire 8 miliardi di consumatori, che aspettano...  

Vestiremo alla tecnologica  

Bitvestiti: dare corpo ad un'emozione

Col computer addosso

Il "nobilitatore tessile"

Tessuti tecnici a Pitti Immagine

Se il web fa moda, la moda entra nel web


Col computer addosso

Al MIT di Boston si investono fondi per la progettazione di abiti computerizzati e scarpe intelligenti

di Stefano Salimbeni, Antonia Moro

Centro di ricerca avanzata e punto di riferimento per la cyber evolution, nel Media Lab di Boston si si studiano da anni strutture di abbigliamento in grado di modificare automaticamente la propria consistenza adattandosi perfettamente all'attività svolta da chi le indossa. E i progetti diventano realta' e si sfila in passerella con collier e orecchini che nascondono microfoni e ricevitori, mentre negli occhiali da sole si celano monitor e telecamere. Sono le creazioni di Charmed, una ditta di Beverly Hills nata come naturale conseguenza delle ricerche del Media Lab. Qui si lavora sui computer indossabili da quasi dieci anni. Ora, però, si sta cercando di farli belli oltre che funzionanti. La ricerca e' stata fondamentale e si e' scelto di spostare l'attenzione dai computer, scatole grigie multifunzione, allo stile di vita di chi indossa giacche o vestiti computerizzati. Il salto e' grosso. Il direttore accademico del media Lab del MIT evidenzia come i computer indossabili sfruttano il concetto di realtà aumentata, da non confondere con quella virtuale. E siamo solo agli inizi. Secondo il professor Pentland, i potenziali utenti dei computer da passeggio, per così dire, sono praticamente ovunque: "sono essenziali a tutti coloro che devono svolgere mansioni importanti in cui servono tutte e due le mani, il problema con i computer normali è che bisogna sedersi e usare una tastiera. Anche con i palm top servono entrambe la mani ed entrambi gli occhi, dunque se stai scambiando azioni, o se sei un dottore e stai operando, o se stai riparando un aereo, in tutti questi casi le tue mani devono essere libere".

Ma anche i piedi non scherzano quanto a tecnologie applicate. Con 150 dollari si può, infatti, acquistare su Internet un paio di scarpe cosiddette pensanti. Quest'idea è venuta Ronald Demon, un ventitreenne laureato anche lui proveniente dal Mit, che ha fondato la Vectra Sense e dal 1999 ha cominciato a produrre la tecnologia "thinkshoe" ( scarpa pensante): "nella suola c'è un piccolo computer grande come una monetina, che mentre ti muovi sente il cambiamento di pressione nella scarpa, capta le frequenze delle pressioni del piede, in pratica vede quante volte la scarpa colpisce il terreno e l'intensità di quei colpi. Basandosi su questi dati, fa un'analisi abbastanza complicata per determinare l'assetto ottimale della scarpa". I processori ai piedi sono molto utili anche nelle manifestazioni sportive: ad esempio tenere gli atleti sotto controllo, specie quando i corridori in questione sono migliaia. Nella scorsa edizione della maratona di Boston erano in 16000. Ogni corridore ha un microchip nella scarpa, ed appena attraversa certi punti del tracciato il chip registra sia il nome dell'atleta che il suo tempo. La Boston Athletic Association archivia i nomi e i tempi e li archivia direttamente sul sito Internet. Per rintracciare gli atleti uno per uno e' sufficiente infatti digitarne il nome o la provenienza sul sito web, dove una banca dati veniva aggiornata in tempo reale, man mano che i processori inviavano i loro segnali. Per ora il sistema sviluppato da Microsoft e Digital è un'esclusiva della Boston Athletic Association. I coniugi infedeli sono avvisati: con una tecnologia simile in circolazione, il pretesto del jogging per recarsi dall'amante potrebbe non funzionare più.