Vestiremo alla tecnologica

Tastiere di stoffa, cellulari cuciti nelle giacche, biotessuti capaci di cicatrizzare le ferite e di liberare ormoni: è questa la moda del futuro

di Wanda Marra

Nel mondo della moda è tempo di rivoluzioni. Anche l'abbigliamento sta al passo delle nuove tecnologie. La moda tecnologica si sviluppa grazie non solo agli stilisti, ma anche agli scienziati. Sono allo studio tessuti per assorbire i raggi UVA, capaci di cicatrizzare le ferite, di alleviare dolori, di liberare ormoni: ormai l'industria tessile è stabilmente alleata con la medicina e la cosmetologia. Sono già stati messi in commercio alcuni indumenti confezionati con biotessuti: calze di fibre poliesteri antibatteriche, collant cosmetici con microcapsule che liberano principi attivi energizzanti e idratanti. Pierre Cardin ha disegnato alcuni abiti che proteggono dall'elettricità statica, invisibile fonte di stress, la cui stoffa è tessuta con alcune fibre di metallo particolare. Invicta ha lanciato guanti termici con intercapedine in gore-windstopper.

E non solo. Entro il 2001 indosseremo i computer, acquisteremo cellulari e agendine elettroniche pronti ad essere cuciti direttamente nei vestiti che portiamo. Per azionarli basterà fare pressione sulla superficie del tessuto - velluto, tela, cotone - che potrà essere anche lavato e piegato. Non si tratta di cyberfantasie, ma di morbide realtà. Qualche giorno fa Elektex una società inglese del Buckinghamshire specializzata nella produzione di dispositivi digitali innovativi, ha presentato all'Expo dell'Information Technology di Cannes il primo modello di una tastiera di stoffa, grigia, delle dimensioni di quelle utilizzate per i normali PC, che può essere collegata a qualsiasi apparecchio, dall'agenda elettronica al computer palmare, dal telefono cellulare al lettore di mp3.

Questa collezione "elettronica" non è altro che una delle trasformazioni prodotte dalle nuove tecnologie nel mondo della moda. Anche i vecchi jeans si adeguano: equipaggiarsi per la vita moderna significa far sì che quello che normalmente è tenuto in borsa o nelle tradizionali tasche possa essere comodamente indossato. Nel casual look, allora, si impongono i "cyber jeans" ossia i classici pantoloni di tela di Genova, arricchiti di tasche e taschini. Per esempio la Silver Tab della Levi's  ha rivisto e modificato la propria linea di abbigliamento: per rendere più semplice e immediata l'estrazione del cellulare, le tasche anteriori sono state ingrandite e spostate più in alto. Ma se la moda si lascia influenzare dalla tecnologia, l'high-tech a sua volta si ispira ai nuovi trend. Nel Computerized Anthropometric Research and Design  dell'Ohio si stanno studiando nuovi software per analizzare e scannerizzare il corpo umano in modo da creare e sviluppare abiti sempre più adatti all'uomo tecnologico.

Un futuro nel quale l'interazione tra uomo e computer sarà totale, in tutti i campi, compreso quello dell'abbigliamento viene ipotizzato da Neil Gershenfield, nel suo libro "Quando le cose iniziano a pensare", edito in Italia da Garzanti. Per esempio le scarpe potrebbero contenere un computer che fornisce e riceve informazioni dal corpo di chi le calza; inoltre, poiché camminando produciamo energia e generiamo campi elettrici, potrebbero comunicare con l'orologio o gli occhiali, inviando dati senza l'uso di fili e cavi elettrici, ma utilizzando il corpo come superficie elettrica. Gershenfield lavora al Massachussets Institute of Tecnology dove dirige il Physics and Media Group, oltre al consorzio di ricerca Things That Think. Proprio al MIT sono stati presentati vestiti in perfetto stile Star Trek, che grazie ai computer e computerini inseriti al loro interno sono veramente multifunzionali: termoregolano il corpo, registrano i movimenti, riconoscono le persone, ci illuminano di notte. Non di sola moda, dunque, si tratta, ma del tentativo di rendere gli esseri umani efficienti e regolabili come robot.

Lunedi' 13 Novembre 2000

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