Sorveglianza spaziale
A colloquio col Maggior Perry Nouis, della base
spaziale Peterson in Colorado
Maggiore, come si producono i detriti spaziali?
Ogni volta che c'è un lancio ci possono essere detriti spaziali.
Specialmente agli inizi delle avventure nello spazio, negli anni
Cinquanta-Sessanta, c'erano molti cosiddetti lanci sporchi, perché
i razzi si lasciavano dietro molta roba. E tante di quelle parti
staccatesi al momento del lancio, da pezzi piccoli come una vite,
fino ad elementi grandi, come cesti da basket, sono i detriti di
oggi. Tali oggetti possono causare molti problemi, non tanto ora
quanto in futuro.
Il Comando Spaziale degli Stati Uniti ha una rete mondiale di
sorveglianza spaziale formata da 24 centri come il vostro, che
riescono a tenere sotto controllo tutti gli elementi vaganti nello
spazio superiori ai 15 cm di diametro. Come è possibile?
Tutti gli oggetti creati dall'uomo, più grandi di 15 cm e che si
trovano fino a 22mila e 300 miglia di distanza dalla superficie
terrestre vengono da noi individuati e catalogati. Usiamo un sistema
di radar e telescopi ottici che tengono quotidianamente sotto
controllo questi oggetti. Al momento il catalogo aggiornato ne conta
8 mila e 300. Certo non li guardiamo 24 ore al giorno ma a scadenze
regolari e attraverso calcoli matematici consideriamo i loro
spostamenti. Se si verificano cambi di rotta o movimenti atipici,
aggiorniamo il nostro catalogo.
Nel corso degli anni sono stati schedati 26mila detriti, ma
molti di questi si sono disintegrati. Quali sono esattamente le
vostre funzioni?
Una delle nostre missioni chiave è rendere sicuri i lanci ed i
viaggi spaziali. Collaboriamo con la Nasa e quando è previsto un
lancio, simuliamo la sua traiettoria 36 ore prima, per essere certi
che nessun oggetto possa entrare in collisione con il razzo. Se dai
nostri studi risulta qualche possibile problema - ed è successo 9
volte - la Nasa riposiziona lo shuttle. Lo stesso discorso vale per
la navicella Mir. Un detrito spaziale può causare danni ingenti ai
razzi e alle navicelle, perché si tratta di oggetti che viaggiano a
velocità minime di 17.500 miglia l'ora. Un altro dei nostri compiti
è il controllo della zona a maggiore densità di detriti, ovvero
quella vicina alla superficie terrestre dove ci sono anche molti
satelliti per le comunicazioni e per le immagini. Se e quando un
oggetto dovesse colpire un satellite, le conseguenze sarebbero
catastrofiche. Inizialmente però il nostro principale obiettivo era
quello di evitare una guerra nucleare: quando individuavamo un
detrito prossimo a rientrare nell'orbita terrestre nelle vicinanze
della Russia, informavamo i russi di ciò che stava accadendo, in
modo che loro non pensassero di essere sotto l'attacco dei nostri
missili. Lo facciamo ancora.
Il Comando Spaziale degli Stati Uniti si occupa infine di
controllare i detriti che rientrano sul nostro pianeta. Quali sono i
rischi che possono causare?
È certamente remota la possibilità che la Terra possa in
qualche modo essere colpita da un detrito. Molti di questi si
disintegrano e bruciano prima di rientrare nell'orbita terrestre. Ma
può capitare: noi seguiamo le traiettorie degli oggetti catalogati
anche per questo. Un domani comunque, quando il numero di questi
oggetti sarà molto superiore e tale da rappresentare un grosso
problema per satelliti, razzi, navicelle ed alcune zone della terra,
si dovrà pensare a fare un po' di pulizia.
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