Storia di una conquista: satellite dopo satellite
Molti
di noi hanno sul balcone un'antenna parabolica per ricevere la
televisione via satellite ma quanti ricordano le tappe della
conquista dello spazio, uno dei capitoli più affascinanti della
storia del progresso dell'uomo? La corsa alla conquista dello spazio
inizia ufficialmente il 4 ottobre 1957 quando l'Unione Sovietica
lancia in orbita lo Sputnik 1, un satellite per lo studio della
ionosfera. Appena un mese dopo, il 3 novembre dello stresso anno, è
la volta dello Sputnik 2, per lo studio delle radiazioni solari, a
bordo del quale c'è anche il primo viaggiatore dello spazio: la
celebre cagnetta Laika. Gli Stati Uniti rispondono il 31 gennaio del
1958 con l'Explorer 1 che scopre le cosiddette fasce di Van Allen,
fasce di particelle cariche negli strati alti dell'atmosfera.
L'era dei satelliti per le telecomunicazioni si apre, invece, il
12 agosto 1960 quando, dopo un incidente che provoca la perdita di
Echo 1, gli Stati Uniti lanciano in orbita Echo 1A. In sostanza si
tratta di un grande specchio che riflette le onde radio mediante il
quale i ricercatori dei laboratori Bell sperimentano la trasmissione
intercontinentale di segnali telefonici, radiofonici e televisivi.
Il primo satellite per telecomunicazioni veramente moderno è
Telstar 1, alla cui costruzione collabora At&t, che decolla il
10 luglio 1962: esso è in grado di gestire 600 linee telefoniche o
la trasmissione di un canale televisivo e permette di effettuare i
primi collegamenti in diretta tra Europa e Nord America.
E l'Italia? Anche il nostro Paese ha scritto una pagina nella
storia delle comunicazioni satellitari col lancio, nel 1977, del
satellite sperimentale Sirio che inviava e riceveva segnali radio a
frequenze tra i 12 e i 18 gigahertz e servì a effettuare alcune
importanti osservazioni su come queste onde vengono attenuate
dall'atmosfera. In seguito l'Italia ha partecipato a numerosi
programmi sviluppati in Europa, Stati Uniti, Cina e Giappone. In
particolare, la nostra Agenzia spaziale (Asi)
è stata tra i protagonisti di un progetto dell'Agenzia
spaziale europea che nel 1989 portò al lancio di un altro
satellite sperimentale per telecomunicazioni: Olympus. Nel 1991 è
l'ora di Italsat 1, un potente satellite che opera a frequenze
attorno a 30 gigahertz. Nel 1996 tocca a Italsat 2 che effettua
anche sperimentazioni sui sistemi di comunicazione satellitare
mobili. Entrambi i satelliti sono ancora in orbita, seguiti dai
tecnici del Centro spaziale del Fucino, ma, nel frattempo, si stanno
studiando modelli sempre più evoluti. La società dell'informazione
richiede, infatti, autostrade sempre più larghe per far viaggiare
quantità sempre maggiori di dati e i satelliti sono tra i cardini
principali di questa rete di autostrade virtuali. Nei laboratori
dell'Asi si sta progettando il satellite del futuro, David, che
operando a frequenze superiori ai 90 gigahertz, aprirà la nuova
frontiera delle comunicazioni satellitari. L'Italia, inoltre, è
coinvolta nello sviluppo di Galileo, un programma di navigazione
satellitare indipendente dagli standard Gps e Glonass su cui
l'Europa sta investendo moltissimo. |