Il futuro delle telecomunicazioni spaziali
La conquista dello spazio in questi
anni sta cambiando: dall'epoca pionieristica dell'esplorazione pura
si sta passando a una fase in cui lo spazio diventa soprattutto un
luogo in cui fare affari. Si stima che, entro il 2004, verranno
lanciati oltre ottocento satelliti. Alcuni saranno dedicati alla
ricerca scientifica ma molti saranno destinati alle
telecomunicazioni. Si prevede un giro d'affari colossale: secondo
alcune ricerche, tra il 2005 e il 2025, in Europa il mercato della
navigazione satellitare varrà 88 miliardi di euro per gli apparati
e 112 miliardi di euro per i servizi.
Per la maggior parte di noi "navigazione satellitare"
è sinonimo di tre lettere: Gps ovvero Global positioning system.
Oltre al Gps americano c'è anche un altro sistema di navigazione
satellitare, il russo Glonass. Entrambi, però, sono stati
sviluppati e sono tuttora gestiti dalle strutture militari che ne
concedono l'uso ai civili. Le infrastrutture civili che oggi
dipendono dalla navigazione satellitare sono sempre di più, basti
pensare, ad esempio, al controllo del traffico aereo: nasce, quindi,
l'esigenza di elaborare un sistema indipendente dal Gps o da Glonass.
Tra il 2007 e il 2008 debutterà Galileo, un programma di
navigazione satellitare su cui l'Europa sta investendo molto. Anche
il nostro Paese vuole giocare un ruolo da protagonista, attraverso i
suoi centri di ricerca, le industrie aerospaziali, con in testa Alenia
(), e, soprattutto, l'Agenzia spaziale italiana. Fondata nel 1988,
l'Asi ha il compito di promuovere,
coordinare e gestire i programmi di esplorazione spaziale e di
tecnologia avanzata nazionali o condotti in collaborazione con le
agenzie spaziali di altri paesi. Essa supporta, inoltre, la
partecipazione dei centri di ricerca e dell'industria italiani ai
progetti dell'Agenzia spaziale europea. Per coordinare e incentivare
le attività spaziali, sia da un punto di vista tecnico-scientifico
che commerciale, ogni cinque anni l'Agenzia elabora il Piano
spaziale nazionale, che viene approvato dal Ministero
dell'università e della ricerca scientifica e tecnologica.
Naturalmente, accanto alle future costellazioni di satelliti
bisognerà sviluppare anche i terminali terrestri, gli apparecchi da
installare su automobili, navi, aerei. Queste tecnologie incideranno
concretamente sulla vita di tutti noi. Se oggi passiamo ore e ore
imbottigliati nel traffico cittadino, gestendo i flussi di traffico
con l'ausilio dei satelliti, si potrebbero ridurre i tempi di
percorrenza nelle città del 35 per cento e i consumi di benzina del
25. Solo in Italia, la riduzione dell'1 per cento dei tempi di
trasporto delle merci farebbe risparmiare 4 mila miliardi di lire. E
non ci sono solo considerazioni economiche ma vantaggi concreti
nella vita dei cittadini. Negli ingorghi, ad esempio, rimangono
intrappolate anche le ambulanze, con conseguenze a volte fatali: è
stato calcolato che un traffico più scorrevole potrebbe ridurre la
mortalità dovuta al ritardo nei soccorsi del 14 per cento. Insomma:
a volte un satellite può salvare una vita. |