Il futuro delle telecomunicazioni spaziali

Storia di una conquista: satellite dopo satellite

L'Italia ha un ruolo di primo piano nel settore delle telecomunicazioni

Italsat, il made in Italy nello spazio

Satelliti: apripista per la miniaturizzazione 

Galileo, il satellite che ci cambierà la vita 

Nea, l'automobile amica

Il futuro si chiama David


Satelliti: apripista per la miniaturizzazione e sopravvivenza in orbita

Intervista a Franco Marconicchio, esperto dell'Agenzia spaziale italiana

Come ha contribuito l'Italia allo sviluppo delle comunicazioni spaziali?

L'Italia ha una tradizione nel settore delle comunicazioni spaziali, una tradizione che nasce nei lontani anni Settanta e culmina con il lancio del primo satellite geostazionario italiano ed europeo, Sirio. Questo satellite ha una caratteristica in comune con David: l'utilizzazione delle bande ad alta frequenza, a 12 e 18 gigahertz. La 12 GHz, per intenderci, è quella che oggi tutti noi riceviamo dalla televisione via satellite con l'uso di piccolissime paraboliche: la differenza è che allora le parabole avevano dimensioni enormi, nell'ordine delle decine di metri. Il progresso tecnologico dalla metà degli anni Settanta a oggi si può misurare dalla riduzione degli apparati, dalla miniaturizzazione, dall'avvento delle nuove tecnologie.

Quindi la storia del satellite va di pari passo con quella della tecnologia?

I satelliti sono l'apripista di alcune tecnologie, in particolare quelle della miniaturizzazione e della resistenza allo stress. Tutti ricordano che quando c'è un lancio un enorme lanciatore fa fuoco e fiamme dando una formidabile "botta" alla delicatissima elettronica del mezzo: quindi, uno dei più grandi obiettivi della progettazione elettronica è quello di far sì che resista e sopravviva dopo essere arrivata in orbita.

Fra qualche anno la missione David sarà realtà. Cosa cambierà?

L'utilizzazione della gamma ad alta frequenza serve a rendere disponibili agli utenti ampie capacità di trasmissione dati cioè, in termini digitali, video, voce, dati veri e propri. Perché quest'ampia capacità è necessaria? Lo sperimentiamo tutti i giorni: quando scarichiamo da Internet immagini, suoni, collegamenti, i tempi sono molto lunghi. Avere a disposizione dei sistemi che permettono di accedere direttamente alle banche dati con la larghezza di banda che tutti vorremmo avere a casa è uno degli obiettivi delle telecomunicazioni, in particolare quelle satellitari.

Perché usare il satellite quando ci sono le fibre ottiche?

Perché le fibre ottiche, pur avendo delle bande maggiori di quelle dei satelliti, devono essere portate nelle abitazioni degli utenti. Invece, con il satellite, ciascuno può comprare una paraboletta, a costi abbastanza contenuti, metterla sul tetto e ricevere in zone dove la fibra ottica magari non arriva.

Cosa ci permetteranno di fare i satelliti?

L'associazione di altri tipi di applicazioni con quella del trasporto di informazioni è l'elemento vincente del satellite rispetto ad altri sistemi di comunicazione. Le informazioni sullo stato del territorio, sulla deformazione di ponti e strutture metalliche, sul movimento di merci e persone e la comunicazione associata permettono di avere un controllo del territorio capillare e preciso. Questo significa coniugare le telecomunicazioni con l'osservazione della terra e con la localizzazione. Per localizzazione si intende la possibilità di individuare in maniera precisa sul territorio persone e oggetti: aerei, autocarri, navi, merci pericolose. Il prossimo traguardo di sviluppo in Europa è il sistema Galileo, una costellazione di trenta satelliti che ha un obiettivo strategico oltre che commerciale: strategico perché permette all'Europa di essere indipendente da mezzi posti sotto il controllo militare di altre nazioni, commerciale perché il servizio sarà esteso tutti e sarà un servizio di tipo civile. Gli attuali sistemi, invece, pur essendo aperti al servizio civile, privilegiano l'applicazione militare. Ciò significa che in caso di pericolo viene negato il segnale e che tutti quelli che sono legati al segnale vengono oscurati.