Napster si, Napster no: artisti a confronto
Parlano Alex Britti, Carmen Consoli e gli Elio e le Storie
tese. I pareri e le esperienze dei musicisti italiani sullo scambio
di musica in Rete e la tutela dei diritti d'autore
E' giusto scambiarsi i file musicali in Rete?
Carmen Consoli: Non trovo che sia giustissimo poter
scaricare dei file musicali gratuitamente, altrimenti il nostro
lavoro (che è legato alle case distributrici) sarebbe sminuito. E'
vero che c'è arte per la vita e arte per l'arte, però poi uno
questo lavoro lo fa per vivere. Quindi se il futuro dovesse essere
legato ad Internet, alla distribuzione della musica tramite
Internet, è bene che si paghi.
Alex Britti: Può essere molto utile. Internet è uno
strumento promozionale. Io uso Napster e altri siti dove ascoltare e
scaricare le canzoni per sapere come è un disco prima di comprarlo.
I file musicali in Rete hanno comunque un suono diverso, una
qualità inferiore rispetto al cd originale. Chi li usa come musica
è qualcuno che si accontenta di quello che trova. Insomma, è un
po' come si faceva una volta con le cassette pirata, che non avevano
il suono del disco.
Cosa pensano Elio e le storie tese dell'argomento Mp3?
Elio: Niente. Non ne penso niente. Avete voglia di fare
l'Mp3, fatelo. Non avete voglia, non fatelo. A me non me ne "impippa"
niente.
Rocco Tanica (tastierista del gruppo): Io credo che con
l'Mp3 si sia passato il segno. In origine la sigla di questo
programma di compressione audio, Mp3, voleva dire: Mene Prendo 3,
cioè scarico 3 canzoni dalla Rete. Poi la gente, siccome non stai
lì a vedere cosa scarica, ha cominciato a prenderne tantissime,
danneggiando così gli artisti che vivono della vendita di musica.
Quindi ricordate: Mp3 significa Mene Prendo 3, quindi non scaricate
più di tre canzoni, perché: va bene un po', ma poi l'artista si
arrabbia
Come si può fare a tutelare il diritto d'autore su Internet?
Alex Britti: Il diritto d'autore si può tutelare solo
fino ad un certo punto. In Rete ti puoi prendere qualsiasi cosa.
Adesso c'è una grande polemica attorno alla musica in Rete, però
nemmeno le radio pagano i diritti d'autore: eppure questo non ha mai
fatto scandalo e la musica alla radio si ascolta sempre. Anzi la
radio è uno dei principali diffusori di musica e serve a noi
musicisti per far conoscere le nostre canzoni. Così, se gli
piacciono, uno poi se le compra. Internet è un veicolo
promozionale, proprio come la radio.
Hai mai scambiato un file musicale in Rete?
Alex Britti: Si, lo faccio continuamente sia con le
canzoni degli altri che con le mie. Quando esce un disco che mi
interessa lo ascolto subito su Internet e poi se mi piace lo vado a
comprare. Se poi devo avere un giudizio su un mio brano da una
persona che sta a Napoli o a Milano, glielo trasmetto in Rete, è
più semplice. Come anche se qualcuno deve cantare o suonare
qualcosa su un pezzo mio: glielo mando velocemente via Internet
così lui lo può subito provare. Quindi la Rete non è solo uno
strumento per commettere furti, ma una tecnologia molto utile per i
musicisti.
Carmen Consoli: Personalmente no. Tutta la mia conoscenza
del mondo dell'informatica, di Internet… è abbastanza vaga. Non
lo conosco: preferisco fare la mia musica dal vivo.
Nei giorni scorsi si è arrivati ad un accordo tra Napster e
la casa discografica MGB: ora non sarà più possibile scaricare la
musica gratis. Cosa ne pensi?
Alex Britti: Anche prima in Rete non è mai stato del
tutto gratuito scaricarsi le canzoni perché comunque il telefono
costa. Se devo scaricare un album ci vuole un'ora e mezza di
telefonate e non è mica gratis!
|