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Leonardo Chiariglione, padre dell'MP3, vota Napster come il più fantastico sistema di distribuzione musicale: va solamente corretta e tutto funzionerà a meraviglia Quando nel 1992 è nata la possibilità di scaricare gratis musica dalla Rete, molto è cambiato nel cyber mondo, ma la regolamentazione dei diritti d'autore rimane una questione aperta. D'altro canto, è indiscusso il fatto che l'accesso gratuito alla musica ha favorito l'enorme aumento dell'uso della Rete, soprattutto da parte dei ragazzi.

di Antonia Moro

Il gruppo di lavoro Mpeg, attivo presso il Cselt di Torino, capitanato da Leonardo Chiariglione, negli ultimi dieci anni si è occupato della messa a punto e della pubblicazione di standard tecnologici. MP3 è uno standard, una tecnologia di compressione dell'informazione audio. E' un sistema che consente di passare da 1410 kilobit al secondo a 190 kilobit al secondo, senza perdita percepita di qualità. Quindi la forma compressa e quella non compressa danno alle orecchie umane , alle "golden ears" - come le chiama Chiariglione - lo stesso tipo di sensazione uditiva. A "orecchio nudo" non si sarebbe in grado di distinguere l'originale dal compresso. In via generale però, la diminuzione di bit porta ad una riduzione di qualità. Spesso sul web si trovano file a 120 kilobit o anche a 60 kilobit per secondo, che non danno più la resa originale. Resta il fatto che MP3 è una tecnologia diventata standard e utilizzata da milioni di persone. Ed in realtà il desiderio di ogni artista è proprio quello di farsi conoscere da ogni persona sulla faccia della terra. Ma ciò risponde soltanto ai desideri degli artisti con il portafoglio già pieno, aggiunge Chiariglione: per gli altri il lavoro artistico è comunque importante ma necessita di retribuzione, che poi altro non sarebbe che il compenso per la creatività. La protezione dei contenuti e la loro vendita on line potrebbe essere la parte mancante per completare un sistema di distribuzione che la Rete ha in qualche modo già rodato con Napster, in cui però i pezzi scaricati e scambiati non si pagano.

Ma a che punto sono le tecnologie di protezione? Non c'è ancora uno standard universale ma allo Cselt ci stanno lavorando. Quello che il gruppo Mpeg sta sviluppando è un ambiente che richiede l'esistenza di un dispositivo specializzato con una tecnologia di sicurezza che risiede dentro l'hardware. In questo caso a meno che si tratti di hacker dotati di sistemi capaci di leggere circuiti integrati, sconfiggere la tecnologia di protezione diventa molto più difficile. E' chiaramente possibile ad esempio che un film venga "sprotetto", ma il punto è che non lo siano tutte le opere. Il cuore del problema è dunque arrivare ad uno standard universale nelle tecnologie di protezione. In questa direzione, il solito gruppo dell'Mpeg ha intanto sviluppato un prototipo che permette di scaricare file musicali protetti con una chiave software: si tratta di Mpeg4 o MP4 e si chiama MAD : "multimedia audio on demand". Funziona sulla base di un data base consultabile per argomenti, autori e titoli delle canzoni. Effettuata la scelta, si fa l'ordine e dietro il pagamento del pezzo, si può ascoltare il brano. La tecnologia Mp4 ha una maggiore qualità dell'MP3 . La particolarità consiste proprio nella non duplicabilita' dei file scelti. Per la fine del 2001, allo Mpeg contano di pubblicare uno standard che sia interoperabile: questo garantirà ai consumatori che hanno già familiarità con i file Mp3 di poter operare agevolmente anche con file protetti.

In questo rinnovato panorama le case discografiche rischiano di sparire o di cambiare ruolo. "Il rischio di un assottigliamento della funzione della case discografiche c'è - afferma Chiariglione - ma e' probabile che invece di scomparire dal mercato si riposizioneranno in figure di intermediazione, per far conoscere ai consumatori quella che è l'offerta degli autori".