Corso 4 - Il computer per insegnare ed apprendere

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Modulo 1: Le Nuove Tecnologie per la Didattica
Modulo 2: II nuovi media cambiano le abitudini di insegnanti e studenti
Modulo 3: La didattica delle discipline scolastiche e i nuovi media
Modulo 4: L'apprendimento a distanza

Il computer per insegnare ed apprendere
di Lauro Colasanti

 

Terza dispensa

La didattica delle discipline scolastiche e i nuovi media

Sommario degli argomenti

  • Introduzione (1)

  • Dalla lavagna d'ardesia alla lavagna digitale (2)

  • Le nuove tecnologie a supporto della didattica costruttivista e cooperativa e dell'apprendimento individuale (3)

  • La ricerca dei materiali per la didattica (4)

  • Materiali digitali per lo studio delle varie materie (5)

 
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Introduzione

Come già detto, il nostro breve corso su Didattica e Nuovi Media si articola in quattro lezioni: ognuna di esse comprende circa 30 minuti di video, una dispensa come questa, e un modulo di esercizi e di test di autovalutazione, che vi permetteranno di capire se avete assimilato i concetti fondamentali della lezione.

Nella dispensa precedente, abbiamo esaminato le varie soluzioni che un istituto scolastico può adottare per l'acquisto e la distribuzione delle attrezzature multimediali nell'edificio scolastico. In questa, continueremo il nostro discorso, esaminando alcuni "esempi d'uso" di tali strumenti nella didattica generale e in quella delle singole materie; e passando in rassegna alcune fonti da cui gli insegnanti possono reperire i materiali multimediali da utilizzare nelle loro lezioni.

Gli strumenti digitali, informatici e telematici hanno indubbiamente un ruolo molto importante nel miglioramento della pratica didattica corrente; ma individuare esattamente quali siano i pregi e i limiti della loro utilizzazione scolastica o quale siano le migliori strategie per il loro impiego, non è cosa che si possa fare in modo semplice e preciso. Una descrizione approfondita esulerebbe dalle caratteristiche introduttive di questo corso; inoltre, bisogna tener presente che questo campo è in continua evoluzione e che a tutt'oggi non esistono modelli didattici assolutamente validi e condivisi da tutti. Per questo ci limiteremo solo ad alcuni spunti e suggerimenti.



Figura 1 - Uno "studente" alle prese con il computer

Come prima cosa, metteremo in evidenza come le presentazioni video tramite computer possano ampliare l'efficacia di un modello didattico conosciuto da tutti, la lezione frontale. Successivamente, vedremo brevemente come il lavoro degli studenti, sia individuale sia di gruppo, possa essere reso più affascinante e produttivo tramite l'uso dei vari strumenti digitali. L'idea di fondo è che l'introduzione degli strumenti digitali possa dare un contributo significativo alla realizzazione di un modello didattico collaborativo e costruttivo.

Dalla lavagna d'ardesia alla lavagna digitale

Lo strumento fondamentale di cui l'insegnante tradizionalmente si serve nello svolgimento della sua lezione è la lavagna nera di ardesia. Attraverso di essa, il docente può "fissare" alcuni termini chiave, fornire agli studenti schemi e diagrammi, mostrare la grafia di nomi poco familiari, svolgere in maniera "pubblica" calcoli ed esercizi, tratteggiare piante e disegni, e così via. L'uso della lavagna è talmente comodo e diffuso che riteniamo non serva dilungarsi troppo nell'illustrarne i possibili impieghi che si estendono praticamente ad ogni materia e ad ogni curriculum didattico.

In questa sede, ci interessa sottolineare due caratteristiche importanti di questa tecnologia per la didattica, che per alcuni scopi possono rappresentare delle limitazioni notevoli. In primo luogo, la lavagna è uno strumento che privilegia fortemente la scrittura, sia essa alfabetica o matematica. L'uso della lavagna per presentare immagini è assai più limitato, giacché presuppone da un lato che le immagini siano rappresentabili con l'uso di due soli colori (il nero della lavagna e il bianco del gessetto), dall'altro che il docente sia un buon disegnatore, e abbia a disposizione il tempo necessario a realizzare un buon disegno. Non è un caso, dunque, che le immagini disegnate alla lavagna debbano essere di necessità sommarie e schematiche, e che talvolta sia necessario ricorrere a quelle che potremmo definire "estensioni tecnologiche" della tradizionale lavagna "in bianco e nero": gessetti colorati, o lavagne bianche cancellabili con pennarelli colorati. Ma si tratta evidentemente di rimedi parziali, impotenti, ad esempio, a rendere la lavagna uno strumento adatto a mostrare alla classe fotografie o filmati. E ovviamente la dimensione sonora resta del tutto estranea all'uso della lavagna, almeno nella sua forma tradizionale. Le "estensioni tecnologiche" necessarie a superare queste ultime limitazioni (proiettore di diapositive, schermo televisivo o cinematografico, registratore...) non hanno nulla a che fare con la lavagna, e richiedono, nella loro forma tradizionale, ognuna un apparato diverso, talvolta costoso e ingombrante.



Figura 2 - La lavagna

In secondo luogo, la lavagna è uno strumento di uso didattico immediato, ed è uno strumento "a perdere": non è cioè di norma possibile per il docente preparare in anticipo, ad esempio a casa, "schermate" di lavagna da utilizzare al momento opportuno e magari riutilizzare in seguito; inoltre non è possibile conservare copia di quanto scritto sulla lavagna, se non copiandolo su carta. Certo, schemi e diagrammi possono essere preparati in anticipo su carta e poi "copiati" alla lavagna durante la lezione. Ma il tempo da destinare all'operazione di copia, davanti alla classe in attesa, è comunque ridotto, e questo limita naturalmente anche la complessità di quanto si può realizzare.

Anche in questo caso, esiste da tempo una "estensione tecnologica" della lavagna (che per la verità non ha mai veramente raggiunto nella maggior parte delle scuole italiane la popolarità guadagnata all'estero, o nel mondo universitario) in grado di migliorare la situazione: si tratta del proiettore di lucidi. L'insegnante può preparare in anticipo, su una speciale carta trasparente, testi e immagini che illustrino la propria lezione. I lucidi così realizzati possono essere poi mostrati in classe, ed eventualmente riutilizzati. Anche i proiettori di lucidi, tuttavia, sono impotenti a superare le limitazioni ricordate poc'anzi: immagini in movimento e suoni restano al di fuori delle loro possibilità, e la qualità di visualizzazione di immagini fotografiche, in bianco e nero e ancor più a colori, lascia molto a desiderare.

I programmi per la realizzazione di presentazioni su computer superano queste limitazioni, e suggeriscono un modello di "lavagna multimediale" del tutto nuovo. Di cosa si tratta, esattamente? In buona sostanza, programmi di questo tipo - in genere abbastanza facili da usare - trasformano l'utente nel "regista" di una presentazione multimediale. Al posto delle "pagine di lavagna" o dei lucidi da proiettare, egli ha a disposizione delle schermate di computer. Schermate che possono contenere testo (proprio come la superficie della lavagna o del lucido), in dimensioni, colori e tipi di carattere diversi. Ma possono anche contenere immagini, fisse o in movimento, eventualmente corredate da didascalie. E possono essere accompagnate da brani sonori. Chi crea la presentazione "prepara" al computer, una dopo l'altra, le schermate che la compongono, disponendole in un ordine sequenziale. Per "animare" il proprio lavoro, può introdurre degli effetti di transizione da una schermata all'altra: ad esempio una dissolvenza, o un effetto sonoro. Il testo di una pagina, anziché comparire tutto insieme, può comparire un po' per volta, in modo da seguire il ritmo della spiegazione a voce; al momento di utilizzare in classe la presentazione realizzata, al docente basterà un click col mouse per segnalare al programma di "far entrare" nella schermata la porzione successiva di testo.

Proviamo a immaginare una possibile utilizzazione di questo strumento. Supponiamo ad esempio di dover tenere una lezione sulla poesia di Montale. A supporto della nostra lezione possiamo preparare una serie di schermate con i dati essenziali della vita del poeta, una sua foto, magari il filmato di una intervista. Se vogliamo analizzarne una poesia, potremo preparare una schermata col testo, accompagnato da una recitazione a voce; il testo della poesia potrà "animarsi" a comando, magari trasformando dal nero al rosso il colore col quale sono scritti i termini dei quali vogliamo sottolineare l'importanza, o le rime interne. Un verso della poesia potrebbe essere isolato e accostato al verso di un'altra poesia. E così via.

Naturalmente, l'esempio è uno fra i tanti che si sarebbero potuti fare: proprio come la lavagna (ed anzi più della lavagna), un programma per la preparazione di presentazioni video è adatto a veicolare contenuti diversissimi, e si presta dunque ad essere utilizzato nell'insegnamento di qualsiasi materia. Per utilizzare in classe la presentazione realizzata, il docente dovrà naturalmente disporre di una stazione multimediale di classe: in sostanza, un computer collegato a un televisore o videoproiettore. Con un click del mouse passerà, nei momenti opportuni, da una schermata all'altra, o "attiverà" gli effetti di animazione all'interno di una singola schermata.

Attenzione, però, non vogliamo affermare che la vecchia lavagna sia ormai da mettere in soffitta. Non è affatto così. Le presentazioni su computer permettono di accompagnare una lezione in maniera chiara e piacevole, offrendo possibilità che, come abbiamo visto, erano sconosciute alla lavagna. In un certo senso, trasformano la lezione. Ma, dovendo essere preparate in anticipo, possono mancare di flessibilità. Un approfondimento o una spiegazione imprevista, magari suscitata da una domanda degli studenti o dall'estro del momento, richiedono ancora strumenti di "annotazione pubblica" rapidi e flessibili. Certo, anche questo si può fare al computer. Ma in molti casi l'uso estemporaneo del computer come strumento di annotazione pubblica può essere poco pratico - e può correre il rischio di far "perdere il filo" della presentazione che si era preparata. Avere a disposizione una lavagna per annotazioni, schizzi, schemi estemporanei rappresenta dunque sempre un'ottima idea.

Le nuove tecnologie a supporto della didattica costruttivista e cooperativa e dell'apprendimento individuale

Nella prima dispensa abbiamo messo in luce il ruolo delle teorie comportamentiste, cognitiviste e costruttiviste nella definizione di nuovi modelli di apprendimento e abbiamo sottolineato come esse abbiano dato un forte impulso alla modificazione delle strategie d'insegnamento in cui la partecipazione personale, attiva, diretta, cooperativa dei discenti acquista uno spazio sempre maggiore.

Gli studenti si sentono più motivati, più gratificati, e di conseguenza ottengono un profitto migliore, se la routine di lezione-studio-interrogazione viene spezzata da attività didattiche che nascono dal bisogno di ampliare e riformulare le loro conoscenze intuitive, che sono progettate - almeno in parte - da loro stessi, che sono attuate grazie al loro impegno diretto "in collaborazione" con l'insegnante, e la cui realizzazione costituisce l'elemento intrinseco di valutazione. Invece di una trasmissione "verticale" del sapere da un emittente, unica fonte autorevole, a più riceventi, in cui gli allievi svolgono un ruolo passivo, livellando le loro peculiari caratteristiche e abilità, si ottiene un "circolazione orizzontale" del sapere, "a più voci", in cui i vari punti di vista possono essere messi a confronto, in cui le abilità personali degli studenti vengono potenziate.

Certo non esiste una netta contrapposizione tra i due modelli sopra delineati, un bravo insegnante sa che la stessa lezione frontale, se è fatta bene, non è mai basata su una comunicazione puramente verticale, dall'alto in basso, ma è comunque una forma di dialogo. Del resto non sono indispensabili le nuove tecnologie per realizzare un modello didattico cooperativo, anche con strumenti tradizionali molti insegnanti hanno realizzato da sempre pregevoli progetti didattici individuali e di gruppo; i nuovi media contribuiscono però a rendere molto più facili, più naturali, più gratificanti le attività didattiche in cui si dia spazio a una moltiplicazione dei punti di vista, a una riflessione sulle diverse opinioni e sui differenti codici e stili comunicativi con cui i vari media (i giornali, la radio, la televisione, Internet...) presentano le notizie , e infine a una produzione e strutturazione autonoma di contenuti informativi.

Che i nuovi media costituiscano un'occasione per costruire un ambiente didattico più familiare e gratificante per gli studenti; non basato solo sui codici della comunicazione scritta o verbale, ma anche su quelli musicali e visivi, con ampi spazi alla personalizzazione dei percorsi e all'interattività, dovrebbe ormai risultare abbastanza intuitivo; occorre ammettere tuttavia che il mondo della scuola è spesso impreparato - se non esplicitamente sospettoso - davanti a questa opportunità. Si tratta di un tema ampiamente affrontato da Roberto Maragliano, per esempio, nel suo Nuovo manuale di didattica multimediale.

In questa sede ci limiteremo a sottolineare l'importanza di non limitare l'uso dei mezzi audiovisivi alle sole materie che possono apparire più direttamente interessate (ad esempio la storia dell'arte, o la musica). Gli studenti vivono in un mondo nel quale la comunicazione audiovisiva ha un ruolo fondamentale, anche se in forme che possono talvolta lasciar perplesso chi è cresciuto in un mondo più "povero" dal punto di vista della varietà e della tipologia degli stimoli offerti dai media. È bene che la scuola ne abbia coscienza, e sappia rispondere a questa sfida imparando ad utilizzare materiali audiovisivi in ambito didattico, a pieno titolo e non solo in maniera occasionale. E bene anzi che il mondo della scuola si attrezzi anche per produrre materiali di questo tipo, e per produrli con la collaborazione e la partecipazione degli studenti.

Ma, in concreto, quali sono le attività didattiche che un insegnante potrebbe realizzare con i propri studenti utilizzando le nuove tecnologie? Come abbiamo già detto le possibilità sono numerose ed é difficile fornire un'analisi dettagliata che soddisfi tutti i punti di vista. Ci limiteremo ad alcuni semplici esempi.

Un'esperienza già molto diffusa in varie scuole italiane è quella di far costruire a un gruppo classe, o a un gruppo interclasse, un ipertesto su un argomento specifico all'interno di un'unica materia, o molto più spesso, su un argomento che possa essere affrontato da vari punti di vista e possa coinvolgere più discipline. La procedura più ovvia sarebbe quella di dedicare una prima fase alla discussione generale del tema, alla individuazione dei filoni fondamentali da seguire e alla costruzione di una cornice concettuale generale; in questa parte l'insegnate svolge il ruolo insostituibile di "guida, esperto e organizzatore" dell'intero lavoro. Successivamente gli studenti, divisi in gruppi, ricercano il materiale da studiare, vagliare e ristrutturare. Tale materiale potrà essere in vari formati (testi, immagini, suoni, filmati) e provenire da vari fonti (libri, giornali, TV, Internet, ecc.). Nell'ultima fase, gli studenti "impaginano" il prodotto finito usando dei software appositi (un elaboratore di testi evoluto che permette i collegamenti ipertestuali, un generatore di codice HTML, programmi più complessi per costruire ipermedia). Se si è optato per il linguaggio HTML l'ipertesto potrà essere pubblicato sul World Wide Web; ciò, in genere, costituisce, a buon diritto, un grande motivo di orgoglio e di stimolo per gli studenti che potranno affermare di… "essere in rete". Per svolgere un'attività del genere, che richiede l'accesso di tutti gli studenti alle varie apparecchiature multimediali (computer, scanner, internet, ecc.), non basta una postazione di classe, ma si deve avere a disposizione un'aula multimediale.

Un'altra attività molto semplice, ma molto stimolante, è quella che si basa sull'uso della posta elettronica per scambiare messaggi, anche in altre lingue, con studenti sparsi in tutto il mondo. Gli studenti compilano i loro messaggi utilizzando un elaboratore di testi, usano il collegamento Internet della scuola per spedirli e, per esempio, la settimana successiva, ricevono le risposte e scrivono i loro nuovi messaggi. Esistono molti siti che offrono la possibilità di trovare "pen friends" di altri paesi, tra i tanti segnaliamo l'International Tandem Network, un progetto finanziato dalla Comunità Europea per aiutare gli studenti a imparare le lingue mettendo in contatto due studenti di lingue diverse.

Le esperienze di studio collaborativo non sono limitate nell'ambito di un unico istituto, grazie ad Internet è possibile mettere in contatto gruppi di studenti di scuole o paesi differenti e far in modo che portino avanti insieme un progetto comune. Ciò può essere realizzato sia con il semplice strumento della posta elettronica, sia con strumenti più sofisticati come la tele-conferenza; è bene, infatti, tenere presente che gli attuali collegamenti ISDN o ASDL, rendono ormai possibili delle video conferenze a basso costo e di buona qualità. Per esperienze in tal senso segnaliamo il progetto promosso da Ministero della pubblica Istruzione Telecomunicando o i vari progetti europei "Comenius" gestiti in Italia dalla Biblioteca di Documentazione Pedagogica.

A parte il loro grande valore motivazionale nei confronti dello studio - che più volte abbiamo sottolineato - gli strumenti digitali offrono agli studenti dei validi sussidi per migliorare le loro capacità logiche ed espositive. La possibilità, che tutti gli elaboratori di testi dell'ultima generazione offrono all'utente, di creare delle scalette, delle strutture, per organizzare in modo logico l'argomento che si vuole comunicare sia per iscritto sia oralmente costituisce un ottimo esercizio per sanare una delle carenze più spesso rilevata dagli insegnati nei propri studenti; e cioè la difficoltà che i giovani in formazione incontrano nel costruire argomentazioni sulla base di solidi nessi concettuali. Questa abilità, in effetti, è molto sofisticata e può essere validamente migliorata solo attraverso costanti esercizi, che se svolti su carta risultano molto lunghi e faticosi, e che invece tramite un elaboratore di testi risultano molto più facili grazie alla possibilità di stendere delle bozze semplici, facilmente modificabili e ristrutturabili. Lo studente potrebbe servirsi, poi, di una tale struttura per esporre esaustivamente il proprio pensiero; essa potrebbe costituire la base sia di un testo scritto, sia di una comunicazione orale. Alcune interrogazioni potrebbero svolgersi in due tempi: una prima fase dedicata alla stesura della scaletta, una seconda all'esposizione completa dell'argomento. La stessa cosa potrebbe avvenire per i compiti scritti sia a casa sia in classe; lo studente nella seconda fase non dovrebbe riscrivere tutto da capo ma semplicemente ampliare, sviluppare lo schema "concordato" con l'insegnante.

La capacità di scrivere bene è un obiettivo fondamentale in tutte le scuole di ogni ordine e grado; è un'abilità che viene richiesta in Italia non solo in tutti gli esami scolastici, ma in quasi tutti i concorsi professionali. Eppure è singolare che il sistema scolastico italiano dedichi così poco tempo e mezzi così limitati al perseguimento di tale complessa abilità. Come giustamente sostiene Nanda Cremascoli -autrice del recente libro La lavagna elettronica - guida all'insegnamento multimediale - per imparare a scrivere è indispensabile scrivere, correggere e riscrivere più volte il proprio testo. In teoria si potrebbe farlo anche con carta e penna, ma sicuramente uno studente non sarebbe molto contento se gli chiedessimo di riscrivere venti volte il proprio compito, magari solo per correggere alcuni piccoli errori. Lo stesso esercizio può essere fatto senza un grande dispendio di energie intervenendo a più riprese su di un file con un elaboratore di testo.



Figura 3 - Scrivere: un obbiettivo difficile da raggiungere

Un altro esempio è dato dallo studio delle lingue straniere. Per il miglioramento della capacità espositiva in una lingua straniera è fondamentale molta pratica e una buona pronuncia. Ciò può essere realizzato in modo più o meno ludico grazie agli innumerevoli corsi su CD che propongono situazioni di vita concreta con cui l'utente deve interagire. Basta un microfono e una scheda audio, presente in tutte le attuali configurazioni, per poter "parlare con il programma", riascoltare la propria voce, confrontare la propria pronuncia con quella perfetta del computer.

La ricerca dei materiali per la didattica

Come e dove gli insegnanti possono rintracciare i materiali multimediali da utilizzare nelle loro lezioni? Un insegnante "volenteroso" e con discrete conoscenze informatiche non si troverebbe nell'impossibilità di realizzare la propria presentazione multimediale per carenza di materiali disponibili? Non è così. Le fonti da cui attingere sono molte e di vario tipo; vediamone alcune.

La fonte più ricca di materiali multimediali è sicuramente il World Wide Web; ogni giorno nascono nuovi siti, gestiti da enti privati o pubblici, da università, scuole o singoli individui, che offrono testi, immagini, filmati sugli argomenti più disparati. Una frequentazione assidua della rete alla ricerca dei siti relativi alla propria disciplina può rivelarsi per l'insegnante un'attività estremamente "remunerativa".

Certo esistono alcune difficoltà da tenere presenti. Chiunque ricerchi del materiale in rete ha prima o poi avuto la sensazione che sull'argomento che sta cercando sicuramente "da qualche parte c'è, ci deve essere qualcosa, ma dove?". Usare con profitto i sempre più potenti motori di ricerca diventa un'abilità indispensabile per qualunque navigatore della rete e quindi anche per un insegnante. Una seconda difficoltà nasce dal fatto che i contenuti della rete non sono statici, conoscono continue trasformazioni, che pagine, interi siti possono da un giorno all'altro cambiare forma, indirizzo o scomparire del tutto. L'elenco seguente non ha nemmeno lontanamente l'intenzione di essere esaustivo, è presentato solo per fornire qualche esempio dei siti rintracciabili e come eventuale punto di partenza per più approfondite navigazioni:

I vari CD-Rom commerciali, prodotti sia per un uso direttamente didattico sia per una divulgazione più generale, possono costituire un'ottima fonte di materiali di vario genere. Tali programmi potrebbero essere "navigati" insieme agli studenti oppure l'insegnante potrebbe "estrarne" le parti che gli servono per la sua presentazione multimediale. In quest'ultimo caso bisogna però tener presente che la maggior parte di essi sono protetti dal copyrigth e quindi bisogna utilizzarli con estrema cautela anche per scopi didattici; inoltre, le norme che proteggono i diritti d'autore per prodotti scolastici non sono affatto chiare: da una parte esiste una sorta di diritto di citazione, dall'altra non si sa bene "quanto" si possa "citare".

La RAI, con la videoteca Mosaico, mette a disposizione degli insegnati una grande quantità di materiali audiovisivi in formato breve e quindi facilmente inseribili nelle loro lezioni. Per avere informazioni dettagliate su tale servizio basta andare al sito: http://www.mosaico.rai.it/. In sostanza, l'insegnante consulta il catalogo delle opere disponibili, legge una breve sinossi dei filmati che gli interessano, richiede la loro messa inonda e nel giro di 2-3 settimane il filmato richiesto viene trasmesso dal canale satellitare RAI Educational; a quel punto, il filmato può essere registrato su cassetta e visto a scuola assieme agli studenti.

Materiali digitali per lo studio delle varie materie

Esistono molti software didattici che possono costituire un valido aiuto per insegnanti e studenti, sia nello studio delle singole materie sia nell'apprendimento in generale. La stragrande maggioranza ha la forma dell'ipertesto ed è distribuita su CD-Rom o sulla rete. Quali caratteristiche dovrebbe avere un buon programma didattico?

Come prima cosa, non dovrebbe avere un tempo di apprendimento delle sue caratteristiche generali troppo lungo; in secondo luogo, dovrebbe essere un prodotto "aperto", all'interno del quale lo studente possa "navigare" a piacimento, in cui cioè possa stabilire i propri percorsi individuali di apprendimento e da cui possa esportare facilmente i contenuti, integrarli, modificarli, ampliarli; in terzo luogo, dovrebbe essere ampiamente multimediale, presentando l'argomento in vari formati (testi, suoni, immagini, animazioni, filmati); inoltre, dovrebbe essere altamente interattivo, proponendo allo studente situazioni concrete su cui riflettere, agire, fare delle scelte; infine dovrebbe presentare un ampio apparato di strumenti di sussidio come: test di auto-valutazione, glossari di termini specifici, schede riassuntive, link a pagine web su argomenti correlati, ecc..

Per l'insegnamento dell'italiano possiamo segnalare due tipi di prodotti: i dizionari su CD, ormai molto numerosi, che rispetto a quelli cartacei sono più rapidi da consultare, danno spesso la possibilità di effettuare molteplici ricerche - per ordine alfabetico, per radice, per etimologia, per argomento-, e di passare facilmente da un lemma ad un altro; e le raccolte di testi classici in formato elettronico, sia su CD sia in rete. Come esempio di raccolta di testi su CD possiamo citare La Letteratura Italiana Zanichelli, come esempio di raccolta di testi in rete il sito italiano dell'associazione LiberLiber. Avere a disposizione dei testi già digitalizzati può far risparmiare molto tempo e permette di svolgere su di essi vari esercizi di ricerca, confronto, modifica, ecc.

Per la storia ci sono molti atlanti storici interattivi, utilizzabili come strumenti di consultazione generale, oppure alcune opere monografiche dedicate all'approfondimento di periodi e/o eventi particolari.

Per quanto riguarda la filosofia il campo dei prodotti specificatamente didattici è piuttosto limitato; esistono alcuni software come Dialoga con Socrate o Dialoga con Cartesio, prodotti dall'Armando Editore, con un taglio molto divulgativo. Oppure dei siti specialistici su filosofi e argomenti particolari. La RAI e l'Istituto Italiano degli Studi Filosofici si ripropongono di mettere su CD, fascicoli e videocassette una gran mole di materiali in possesso degli archivi RAI. Si tratta per lo più di interviste con filosofi. L'indice dei materiali può essere esaminato nel sito: http://www.emfs.rai.it/menu/index.htm.

Per l'insegnamento della matematica, possiamo indicare Fare Matematica, prodotto dalla BCM e venduto in sei CD nelle librerie che hanno settori dedicati ai prodotti multimediali. Si basa sulla convinzione che la difficoltà incontrata da molti studenti nello studio della matematica sia dovuta alla scarsa operatività con cui viene insegnata; per questo ricrea ambienti interattivi in cui fare calcoli, fare disegni, manipolare e trasformare oggetti, individuare dati e relazioni. In tal modo lo studente, formulando ipotesi, elaborando congetture, verificando le conseguenze delle sue scelte, s'immerge in una continua interazione tra operare e sistemare teoricamente i concetti, tra sapere e saper fare. Altri software molto diffusi sono: Cabrì Géomètre, realizzato dall'Università di Grenoble, per l'insegnamento della geometria e Derive per l'analisi.

Per l'insegnamento delle scienze esistono molti buoni prodotti in grado di mostrare con immagini fisse, animazioni e ingrandimenti i più diversi argomenti: dal corpo umano alla zoologia, dall'astronomia alla vulcanologia. In genere presentano immagini molto belle e una interattività molto avanzata.

Le opere destinate all'apprendimento delle lingue straniere sono numerose e di vario genere. Ci sono vari dizionari interattivi su CD, come l'American Heritage, talking dictionary, che permette, per esempio, oltre all'indicizzazione dei lemmi per vari criteri anche la loro pronuncia audio; oppure molti corsi di lingua di vario livello destinati a ragazzi o adulti.

Numerosi sono anche i CD destinati alle arti figurative. In genere, la qualità delle riproduzioni digitali dei quadri è molto superiore a quella delle riproduzioni su carta. La gran parte delle opere è dedicata a singoli pittori oppure a collezioni presenti in musei. Un buon esempio è la serie di monografie prodotta dalla Giunti Multimedia e da La Repubblica e fra i tanti CD dedicati ai musei di ottimo livello è Gli Uffizi di Opera Multimedia. Una menzione a parte merita la collana Encyclomedia, curata da Umberto Eco e pubblicata da Opera Multimedia: ha un'impostazione interdisciplinare, realizza soluzioni interessanti sia dal punto di vista dell'interfaccia che dell'impianto scolastico, persegue un obiettivo ambizioso che ne fa un prodotto pionieristico in questo campo. Il primo CD era dedicato al Seicento, ma ne sono stati prodotti altri dedicati al Settecento, l'Ottocento e il Cinquecento.