Come già detto, il nostro breve corso su Didattica e Nuovi
Media si articola in quattro lezioni: ognuna di esse comprende circa 30 minuti
di video, una dispensa come questa, e un modulo di esercizi e di test di
autovalutazione, che vi permetteranno di capire se avete assimilato i concetti
fondamentali della lezione.
Nella dispensa precedente, abbiamo esaminato le varie soluzioni
che un istituto scolastico può adottare per l'acquisto e la distribuzione delle
attrezzature multimediali nell'edificio scolastico. In questa, continueremo il
nostro discorso, esaminando alcuni "esempi d'uso" di tali strumenti
nella didattica generale e in quella delle singole materie; e passando in
rassegna alcune fonti da cui gli insegnanti possono reperire i materiali
multimediali da utilizzare nelle loro lezioni.
Gli strumenti digitali, informatici e telematici hanno
indubbiamente un ruolo molto importante nel miglioramento della pratica
didattica corrente; ma individuare esattamente quali siano i pregi e i limiti
della loro utilizzazione scolastica o quale siano le migliori strategie per il
loro impiego, non è cosa che si possa fare in modo semplice e preciso. Una
descrizione approfondita esulerebbe dalle caratteristiche introduttive di questo
corso; inoltre, bisogna tener presente che questo campo è in continua
evoluzione e che a tutt'oggi non esistono modelli didattici assolutamente validi
e condivisi da tutti. Per questo ci limiteremo solo ad alcuni spunti e
suggerimenti.
Figura 1 - Uno "studente" alle prese con il computer
Come prima cosa, metteremo in evidenza come le presentazioni video
tramite computer possano ampliare l'efficacia di un modello didattico conosciuto
da tutti, la lezione frontale. Successivamente, vedremo brevemente come il
lavoro degli studenti, sia individuale sia di gruppo, possa essere reso più
affascinante e produttivo tramite l'uso dei vari strumenti digitali. L'idea di
fondo è che l'introduzione degli strumenti digitali possa dare un contributo
significativo alla realizzazione di un modello didattico collaborativo e
costruttivo.
Lo strumento fondamentale di cui l'insegnante tradizionalmente
si serve nello svolgimento della sua lezione è la lavagna nera di ardesia.
Attraverso di essa, il docente può "fissare" alcuni termini chiave,
fornire agli studenti schemi e diagrammi, mostrare la grafia di nomi poco
familiari, svolgere in maniera "pubblica" calcoli ed esercizi,
tratteggiare piante e disegni, e così via. L'uso della lavagna è talmente
comodo e diffuso che riteniamo non serva dilungarsi troppo nell'illustrarne i
possibili impieghi che si estendono praticamente ad ogni materia e ad ogni
curriculum didattico.
In questa sede, ci interessa sottolineare due caratteristiche
importanti di questa tecnologia per la didattica, che per alcuni scopi possono
rappresentare delle limitazioni notevoli. In primo luogo, la lavagna è uno
strumento che privilegia fortemente la scrittura, sia essa alfabetica o
matematica. L'uso della lavagna per presentare immagini è assai più limitato,
giacché presuppone da un lato che le immagini siano rappresentabili con l'uso
di due soli colori (il nero della lavagna e il bianco del gessetto), dall'altro
che il docente sia un buon disegnatore, e abbia a disposizione il tempo
necessario a realizzare un buon disegno. Non è un caso, dunque, che le immagini
disegnate alla lavagna debbano essere di necessità sommarie e schematiche, e
che talvolta sia necessario ricorrere a quelle che potremmo definire
"estensioni tecnologiche" della tradizionale lavagna "in bianco e
nero": gessetti colorati, o lavagne bianche cancellabili con pennarelli
colorati. Ma si tratta evidentemente di rimedi parziali, impotenti, ad esempio,
a rendere la lavagna uno strumento adatto a mostrare alla classe fotografie o
filmati. E ovviamente la dimensione sonora resta del tutto estranea all'uso
della lavagna, almeno nella sua forma tradizionale. Le "estensioni
tecnologiche" necessarie a superare queste ultime limitazioni (proiettore
di diapositive, schermo televisivo o cinematografico, registratore...) non hanno
nulla a che fare con la lavagna, e richiedono, nella loro forma tradizionale,
ognuna un apparato diverso, talvolta costoso e ingombrante.
Figura 2 - La lavagna
In secondo luogo, la lavagna è uno strumento di uso didattico
immediato, ed è uno strumento "a perdere": non è cioè di norma
possibile per il docente preparare in anticipo, ad esempio a casa,
"schermate" di lavagna da utilizzare al momento opportuno e magari
riutilizzare in seguito; inoltre non è possibile conservare copia di quanto
scritto sulla lavagna, se non copiandolo su carta. Certo, schemi e diagrammi
possono essere preparati in anticipo su carta e poi "copiati" alla
lavagna durante la lezione. Ma il tempo da destinare all'operazione di copia,
davanti alla classe in attesa, è comunque ridotto, e questo limita naturalmente
anche la complessità di quanto si può realizzare.
Anche in questo caso, esiste da tempo una "estensione
tecnologica" della lavagna (che per la verità non ha mai veramente
raggiunto nella maggior parte delle scuole italiane la popolarità guadagnata
all'estero, o nel mondo universitario) in grado di migliorare la situazione: si
tratta del proiettore di lucidi. L'insegnante può preparare in anticipo, su una
speciale carta trasparente, testi e immagini che illustrino la propria lezione.
I lucidi così realizzati possono essere poi mostrati in classe, ed
eventualmente riutilizzati. Anche i proiettori di lucidi, tuttavia, sono
impotenti a superare le limitazioni ricordate poc'anzi: immagini in movimento e
suoni restano al di fuori delle loro possibilità, e la qualità di
visualizzazione di immagini fotografiche, in bianco e nero e ancor più a
colori, lascia molto a desiderare.
I programmi per la realizzazione di presentazioni su computer
superano queste limitazioni, e suggeriscono un modello di "lavagna
multimediale" del tutto nuovo. Di cosa si tratta, esattamente? In buona
sostanza, programmi di questo tipo - in genere abbastanza facili da usare -
trasformano l'utente nel "regista" di una presentazione multimediale.
Al posto delle "pagine di lavagna" o dei lucidi da proiettare, egli ha
a disposizione delle schermate di computer. Schermate che possono contenere
testo (proprio come la superficie della lavagna o del lucido), in dimensioni,
colori e tipi di carattere diversi. Ma possono anche contenere immagini, fisse o
in movimento, eventualmente corredate da didascalie. E possono essere
accompagnate da brani sonori. Chi crea la presentazione "prepara" al
computer, una dopo l'altra, le schermate che la compongono, disponendole in un
ordine sequenziale. Per "animare" il proprio lavoro, può introdurre
degli effetti di transizione da una schermata all'altra: ad esempio una
dissolvenza, o un effetto sonoro. Il testo di una pagina, anziché comparire
tutto insieme, può comparire un po' per volta, in modo da seguire il ritmo
della spiegazione a voce; al momento di utilizzare in classe la presentazione
realizzata, al docente basterà un click col mouse per segnalare al programma di
"far entrare" nella schermata la porzione successiva di testo.
Proviamo a immaginare una possibile utilizzazione di questo
strumento. Supponiamo ad esempio di dover tenere una lezione sulla poesia di
Montale. A supporto della nostra lezione possiamo preparare una serie di
schermate con i dati essenziali della vita del poeta, una sua foto, magari il
filmato di una intervista. Se vogliamo analizzarne una poesia, potremo preparare
una schermata col testo, accompagnato da una recitazione a voce; il testo della
poesia potrà "animarsi" a comando, magari trasformando dal nero al
rosso il colore col quale sono scritti i termini dei quali vogliamo sottolineare
l'importanza, o le rime interne. Un verso della poesia potrebbe essere isolato e
accostato al verso di un'altra poesia. E così via.
Naturalmente, l'esempio è uno fra i tanti che si sarebbero
potuti fare: proprio come la lavagna (ed anzi più della lavagna), un programma
per la preparazione di presentazioni video è adatto a veicolare contenuti
diversissimi, e si presta dunque ad essere utilizzato nell'insegnamento di
qualsiasi materia. Per utilizzare in classe la presentazione realizzata, il
docente dovrà naturalmente disporre di una stazione multimediale di classe: in
sostanza, un computer collegato a un televisore o videoproiettore. Con un click
del mouse passerà, nei momenti opportuni, da una schermata all'altra, o
"attiverà" gli effetti di animazione all'interno di una singola
schermata.
Attenzione, però, non vogliamo affermare che la vecchia lavagna
sia ormai da mettere in soffitta. Non è affatto così. Le presentazioni su
computer permettono di accompagnare una lezione in maniera chiara e piacevole,
offrendo possibilità che, come abbiamo visto, erano sconosciute alla lavagna.
In un certo senso, trasformano la lezione. Ma, dovendo essere preparate in
anticipo, possono mancare di flessibilità. Un approfondimento o una spiegazione
imprevista, magari suscitata da una domanda degli studenti o dall'estro del
momento, richiedono ancora strumenti di "annotazione pubblica" rapidi
e flessibili. Certo, anche questo si può fare al computer. Ma in molti casi
l'uso estemporaneo del computer come strumento di annotazione pubblica può
essere poco pratico - e può correre il rischio di far "perdere il
filo" della presentazione che si era preparata. Avere a disposizione una
lavagna per annotazioni, schizzi, schemi estemporanei rappresenta dunque sempre
un'ottima idea.
Nella prima dispensa abbiamo messo in luce il ruolo delle teorie
comportamentiste, cognitiviste e costruttiviste nella definizione di nuovi
modelli di apprendimento e abbiamo sottolineato come esse abbiano dato un forte
impulso alla modificazione delle strategie d'insegnamento in cui la
partecipazione personale, attiva, diretta, cooperativa dei discenti acquista uno
spazio sempre maggiore.
Gli studenti si sentono più motivati, più gratificati, e di
conseguenza ottengono un profitto migliore, se la routine di
lezione-studio-interrogazione viene spezzata da attività didattiche che nascono
dal bisogno di ampliare e riformulare le loro conoscenze intuitive, che sono
progettate - almeno in parte - da loro stessi, che sono attuate grazie al loro
impegno diretto "in collaborazione" con l'insegnante, e la cui
realizzazione costituisce l'elemento intrinseco di valutazione. Invece di una
trasmissione "verticale" del sapere da un emittente, unica fonte
autorevole, a più riceventi, in cui gli allievi svolgono un ruolo passivo,
livellando le loro peculiari caratteristiche e abilità, si ottiene un
"circolazione orizzontale" del sapere, "a più voci", in cui
i vari punti di vista possono essere messi a confronto, in cui le abilità
personali degli studenti vengono potenziate.
Certo non esiste una netta contrapposizione tra i due modelli
sopra delineati, un bravo insegnante sa che la stessa lezione frontale, se è
fatta bene, non è mai basata su una comunicazione puramente verticale,
dall'alto in basso, ma è comunque una forma di dialogo. Del resto non sono
indispensabili le nuove tecnologie per realizzare un modello didattico
cooperativo, anche con strumenti tradizionali molti insegnanti hanno realizzato
da sempre pregevoli progetti didattici individuali e di gruppo; i nuovi media
contribuiscono però a rendere molto più facili, più naturali, più
gratificanti le attività didattiche in cui si dia spazio a una moltiplicazione
dei punti di vista, a una riflessione sulle diverse opinioni e sui differenti
codici e stili comunicativi con cui i vari media (i giornali, la radio, la
televisione, Internet...) presentano le notizie , e infine a una produzione e
strutturazione autonoma di contenuti informativi.
Che i nuovi media costituiscano un'occasione per costruire un
ambiente didattico più familiare e gratificante per gli studenti; non basato
solo sui codici della comunicazione scritta o verbale, ma anche su quelli
musicali e visivi, con ampi spazi alla personalizzazione dei percorsi e
all'interattività, dovrebbe ormai risultare abbastanza intuitivo; occorre
ammettere tuttavia che il mondo della scuola è spesso impreparato - se non
esplicitamente sospettoso - davanti a questa opportunità. Si tratta di un tema
ampiamente affrontato da Roberto Maragliano, per esempio, nel suo Nuovo
manuale di didattica multimediale.
In questa sede ci limiteremo a sottolineare l'importanza di non
limitare l'uso dei mezzi audiovisivi alle sole materie che possono apparire più
direttamente interessate (ad esempio la storia dell'arte, o la musica). Gli
studenti vivono in un mondo nel quale la comunicazione audiovisiva ha un ruolo
fondamentale, anche se in forme che possono talvolta lasciar perplesso chi è
cresciuto in un mondo più "povero" dal punto di vista della varietà
e della tipologia degli stimoli offerti dai media. È bene che la scuola ne
abbia coscienza, e sappia rispondere a questa sfida imparando ad utilizzare
materiali audiovisivi in ambito didattico, a pieno titolo e non solo in maniera
occasionale. E bene anzi che il mondo della scuola si attrezzi anche per
produrre materiali di questo tipo, e per produrli con la collaborazione e la
partecipazione degli studenti.
Ma, in concreto, quali sono le attività didattiche che un
insegnante potrebbe realizzare con i propri studenti utilizzando le nuove
tecnologie? Come abbiamo già detto le possibilità sono numerose ed é
difficile fornire un'analisi dettagliata che soddisfi tutti i punti di vista. Ci
limiteremo ad alcuni semplici esempi.
Un'esperienza già molto diffusa in varie scuole italiane è
quella di far costruire a un gruppo classe, o a un gruppo interclasse, un
ipertesto su un argomento specifico all'interno di un'unica materia, o molto
più spesso, su un argomento che possa essere affrontato da vari punti di vista
e possa coinvolgere più discipline. La procedura più ovvia sarebbe quella di
dedicare una prima fase alla discussione generale del tema, alla individuazione
dei filoni fondamentali da seguire e alla costruzione di una cornice concettuale
generale; in questa parte l'insegnate svolge il ruolo insostituibile di
"guida, esperto e organizzatore" dell'intero lavoro. Successivamente
gli studenti, divisi in gruppi, ricercano il materiale da studiare, vagliare e
ristrutturare. Tale materiale potrà essere in vari formati (testi, immagini,
suoni, filmati) e provenire da vari fonti (libri, giornali, TV, Internet, ecc.).
Nell'ultima fase, gli studenti "impaginano" il prodotto finito usando
dei software appositi (un elaboratore di testi evoluto che permette i
collegamenti ipertestuali, un generatore di codice HTML, programmi più
complessi per costruire ipermedia). Se si è optato per il linguaggio HTML
l'ipertesto potrà essere pubblicato sul World Wide Web; ciò, in genere,
costituisce, a buon diritto, un grande motivo di orgoglio e di stimolo per gli
studenti che potranno affermare di… "essere in rete". Per svolgere
un'attività del genere, che richiede l'accesso di tutti gli studenti alle varie
apparecchiature multimediali (computer, scanner, internet, ecc.), non basta una
postazione di classe, ma si deve avere a disposizione un'aula multimediale.
Un'altra attività molto semplice, ma molto stimolante, è
quella che si basa sull'uso della posta elettronica per scambiare messaggi,
anche in altre lingue, con studenti sparsi in tutto il mondo. Gli studenti
compilano i loro messaggi utilizzando un elaboratore di testi, usano il
collegamento Internet della scuola per spedirli e, per esempio, la settimana
successiva, ricevono le risposte e scrivono i loro nuovi messaggi. Esistono
molti siti che offrono la possibilità di trovare "pen friends" di
altri paesi, tra i tanti segnaliamo l'International
Tandem Network, un progetto finanziato dalla Comunità Europea per aiutare
gli studenti a imparare le lingue mettendo in contatto due studenti di lingue
diverse.
Le esperienze di studio collaborativo non sono limitate
nell'ambito di un unico istituto, grazie ad Internet è possibile mettere in
contatto gruppi di studenti di scuole o paesi differenti e far in modo che
portino avanti insieme un progetto comune. Ciò può essere realizzato sia con
il semplice strumento della posta elettronica, sia con strumenti più
sofisticati come la tele-conferenza; è bene, infatti, tenere presente che gli
attuali collegamenti ISDN o ASDL, rendono ormai possibili delle video conferenze
a basso costo e di buona qualità. Per esperienze in tal senso segnaliamo il
progetto promosso da Ministero della pubblica Istruzione Telecomunicando
o i vari progetti europei "Comenius" gestiti in Italia dalla Biblioteca
di Documentazione Pedagogica.
A parte il loro grande valore motivazionale nei confronti dello
studio - che più volte abbiamo sottolineato - gli strumenti digitali offrono
agli studenti dei validi sussidi per migliorare le loro capacità logiche ed
espositive. La possibilità, che tutti gli elaboratori di testi dell'ultima
generazione offrono all'utente, di creare delle scalette, delle strutture, per
organizzare in modo logico l'argomento che si vuole comunicare sia per iscritto
sia oralmente costituisce un ottimo esercizio per sanare una delle carenze più
spesso rilevata dagli insegnati nei propri studenti; e cioè la difficoltà che
i giovani in formazione incontrano nel costruire argomentazioni sulla base di
solidi nessi concettuali. Questa abilità, in effetti, è molto sofisticata e
può essere validamente migliorata solo attraverso costanti esercizi, che se
svolti su carta risultano molto lunghi e faticosi, e che invece tramite un
elaboratore di testi risultano molto più facili grazie alla possibilità di
stendere delle bozze semplici, facilmente modificabili e ristrutturabili. Lo
studente potrebbe servirsi, poi, di una tale struttura per esporre
esaustivamente il proprio pensiero; essa potrebbe costituire la base sia di un
testo scritto, sia di una comunicazione orale. Alcune interrogazioni potrebbero
svolgersi in due tempi: una prima fase dedicata alla stesura della scaletta, una
seconda all'esposizione completa dell'argomento. La stessa cosa potrebbe
avvenire per i compiti scritti sia a casa sia in classe; lo studente nella
seconda fase non dovrebbe riscrivere tutto da capo ma semplicemente ampliare,
sviluppare lo schema "concordato" con l'insegnante.
La capacità di scrivere bene è un obiettivo fondamentale in
tutte le scuole di ogni ordine e grado; è un'abilità che viene richiesta in
Italia non solo in tutti gli esami scolastici, ma in quasi tutti i concorsi
professionali. Eppure è singolare che il sistema scolastico italiano dedichi
così poco tempo e mezzi così limitati al perseguimento di tale complessa
abilità. Come giustamente sostiene Nanda Cremascoli -autrice del recente libro La
lavagna elettronica - guida all'insegnamento multimediale - per imparare a
scrivere è indispensabile scrivere, correggere e riscrivere più volte il
proprio testo. In teoria si potrebbe farlo anche con carta e penna, ma
sicuramente uno studente non sarebbe molto contento se gli chiedessimo di
riscrivere venti volte il proprio compito, magari solo per correggere alcuni
piccoli errori. Lo stesso esercizio può essere fatto senza un grande dispendio
di energie intervenendo a più riprese su di un file con un elaboratore di
testo.
Figura 3 - Scrivere: un obbiettivo difficile da raggiungere
Un altro esempio è dato dallo studio delle lingue straniere.
Per il miglioramento della capacità espositiva in una lingua straniera è
fondamentale molta pratica e una buona pronuncia. Ciò può essere realizzato in
modo più o meno ludico grazie agli innumerevoli corsi su CD che propongono
situazioni di vita concreta con cui l'utente deve interagire. Basta un microfono
e una scheda audio, presente in tutte le attuali configurazioni, per poter
"parlare con il programma", riascoltare la propria voce, confrontare
la propria pronuncia con quella perfetta del computer.
La ricerca dei
materiali per la didattica
Come e dove gli insegnanti possono rintracciare i materiali
multimediali da utilizzare nelle loro lezioni? Un insegnante
"volenteroso" e con discrete conoscenze informatiche non si troverebbe
nell'impossibilità di realizzare la propria presentazione multimediale per
carenza di materiali disponibili? Non è così. Le fonti da cui attingere sono
molte e di vario tipo; vediamone alcune.
La fonte più ricca di materiali multimediali è sicuramente il
World Wide Web; ogni giorno nascono nuovi siti, gestiti da enti privati o
pubblici, da università, scuole o singoli individui, che offrono testi,
immagini, filmati sugli argomenti più disparati. Una frequentazione assidua
della rete alla ricerca dei siti relativi alla propria disciplina può rivelarsi
per l'insegnante un'attività estremamente "remunerativa".
Certo esistono alcune difficoltà da tenere presenti. Chiunque
ricerchi del materiale in rete ha prima o poi avuto la sensazione che
sull'argomento che sta cercando sicuramente "da qualche parte c'è, ci deve
essere qualcosa, ma dove?". Usare con profitto i sempre più potenti motori
di ricerca diventa un'abilità indispensabile per qualunque navigatore della
rete e quindi anche per un insegnante. Una seconda difficoltà nasce dal fatto
che i contenuti della rete non sono statici, conoscono continue trasformazioni,
che pagine, interi siti possono da un giorno all'altro cambiare forma, indirizzo
o scomparire del tutto. L'elenco seguente non ha nemmeno lontanamente
l'intenzione di essere esaustivo, è presentato solo per fornire qualche esempio
dei siti rintracciabili e come eventuale punto di partenza per più approfondite
navigazioni:
I vari CD-Rom commerciali, prodotti sia per un uso direttamente
didattico sia per una divulgazione più generale, possono costituire un'ottima
fonte di materiali di vario genere. Tali programmi potrebbero essere
"navigati" insieme agli studenti oppure l'insegnante potrebbe
"estrarne" le parti che gli servono per la sua presentazione
multimediale. In quest'ultimo caso bisogna però tener presente che la maggior
parte di essi sono protetti dal copyrigth e quindi bisogna utilizzarli con
estrema cautela anche per scopi didattici; inoltre, le norme che proteggono i
diritti d'autore per prodotti scolastici non sono affatto chiare: da una parte
esiste una sorta di diritto di citazione, dall'altra non si sa bene
"quanto" si possa "citare".
La RAI, con la videoteca Mosaico, mette a disposizione degli
insegnati una grande quantità di materiali audiovisivi in formato breve e
quindi facilmente inseribili nelle loro lezioni. Per avere informazioni
dettagliate su tale servizio basta andare al sito: http://www.mosaico.rai.it/.
In sostanza, l'insegnante consulta il catalogo delle opere disponibili, legge
una breve sinossi dei filmati che gli interessano, richiede la loro messa inonda
e nel giro di 2-3 settimane il filmato richiesto viene trasmesso dal canale
satellitare RAI Educational; a quel punto, il filmato può essere registrato su
cassetta e visto a scuola assieme agli studenti.
Materiali
digitali per lo studio delle varie materie
Esistono molti software didattici che possono costituire un
valido aiuto per insegnanti e studenti, sia nello studio delle singole materie
sia nell'apprendimento in generale. La stragrande maggioranza ha la forma
dell'ipertesto ed è distribuita su CD-Rom o sulla rete. Quali caratteristiche
dovrebbe avere un buon programma didattico?
Come prima cosa, non dovrebbe avere un tempo di apprendimento
delle sue caratteristiche generali troppo lungo; in secondo luogo, dovrebbe
essere un prodotto "aperto", all'interno del quale lo studente possa
"navigare" a piacimento, in cui cioè possa stabilire i propri
percorsi individuali di apprendimento e da cui possa esportare facilmente i
contenuti, integrarli, modificarli, ampliarli; in terzo luogo, dovrebbe essere
ampiamente multimediale, presentando l'argomento in vari formati (testi, suoni,
immagini, animazioni, filmati); inoltre, dovrebbe essere altamente interattivo,
proponendo allo studente situazioni concrete su cui riflettere, agire, fare
delle scelte; infine dovrebbe presentare un ampio apparato di strumenti di
sussidio come: test di auto-valutazione, glossari di termini specifici, schede
riassuntive, link a pagine web su argomenti correlati, ecc..
Per l'insegnamento dell'italiano possiamo segnalare due
tipi di prodotti: i dizionari su CD, ormai molto numerosi, che rispetto a quelli
cartacei sono più rapidi da consultare, danno spesso la possibilità di
effettuare molteplici ricerche - per ordine alfabetico, per radice, per
etimologia, per argomento-, e di passare facilmente da un lemma ad un altro; e
le raccolte di testi classici in formato elettronico, sia su CD sia in rete.
Come esempio di raccolta di testi su CD possiamo citare La Letteratura
Italiana Zanichelli, come esempio di raccolta di testi in rete il sito
italiano dell'associazione LiberLiber.
Avere a disposizione dei testi già digitalizzati può far risparmiare molto
tempo e permette di svolgere su di essi vari esercizi di ricerca, confronto,
modifica, ecc.
Per la storia ci sono molti atlanti storici interattivi,
utilizzabili come strumenti di consultazione generale, oppure alcune opere
monografiche dedicate all'approfondimento di periodi e/o eventi particolari.
Per quanto riguarda la
filosofia il campo dei prodotti
specificatamente didattici è piuttosto limitato; esistono alcuni software come Dialoga
con Socrate o Dialoga con Cartesio, prodotti dall'Armando Editore,
con un taglio molto divulgativo. Oppure dei siti specialistici su filosofi e
argomenti particolari. La RAI e l'Istituto Italiano degli Studi Filosofici si
ripropongono di mettere su CD, fascicoli e videocassette una gran mole di
materiali in possesso degli archivi RAI. Si tratta per lo più di interviste con
filosofi. L'indice dei materiali può essere esaminato nel sito: http://www.emfs.rai.it/menu/index.htm.
Per l'insegnamento della
matematica, possiamo indicare Fare
Matematica, prodotto dalla BCM e venduto in sei CD nelle librerie che hanno
settori dedicati ai prodotti multimediali. Si basa sulla convinzione che la
difficoltà incontrata da molti studenti nello studio della matematica sia
dovuta alla scarsa operatività con cui viene insegnata; per questo ricrea
ambienti interattivi in cui fare calcoli, fare disegni, manipolare e trasformare
oggetti, individuare dati e relazioni. In tal modo lo studente, formulando
ipotesi, elaborando congetture, verificando le conseguenze delle sue scelte,
s'immerge in una continua interazione tra operare e sistemare teoricamente i
concetti, tra sapere e saper fare. Altri software molto diffusi sono: Cabrì
Géomètre, realizzato dall'Università di Grenoble, per l'insegnamento
della geometria e Derive per l'analisi.
Per l'insegnamento delle
scienze esistono molti buoni
prodotti in grado di mostrare con immagini fisse, animazioni e ingrandimenti i
più diversi argomenti: dal corpo umano alla zoologia, dall'astronomia alla
vulcanologia. In genere presentano immagini molto belle e una interattività
molto avanzata.
Le opere destinate all'apprendimento delle
lingue straniere
sono numerose e di vario genere. Ci sono vari dizionari interattivi su CD, come
l'American Heritage, talking dictionary, che permette, per esempio, oltre
all'indicizzazione dei lemmi per vari criteri anche la loro pronuncia audio;
oppure molti corsi di lingua di vario livello destinati a ragazzi o adulti.
Numerosi sono anche i CD destinati alle
arti figurative.
In genere, la qualità delle riproduzioni digitali dei quadri è molto superiore
a quella delle riproduzioni su carta. La gran parte delle opere è dedicata a
singoli pittori oppure a collezioni presenti in musei. Un buon esempio è la
serie di monografie prodotta dalla Giunti Multimedia e da La Repubblica e fra i
tanti CD dedicati ai musei di ottimo livello è Gli Uffizi di Opera
Multimedia. Una menzione a parte merita la collana Encyclomedia, curata
da Umberto Eco e pubblicata da Opera Multimedia: ha un'impostazione
interdisciplinare, realizza soluzioni interessanti sia dal punto di vista
dell'interfaccia che dell'impianto scolastico, persegue un obiettivo ambizioso
che ne fa un prodotto pionieristico in questo campo. Il primo CD era dedicato al
Seicento, ma ne sono stati prodotti altri dedicati al Settecento, l'Ottocento e
il Cinquecento.
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