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brainworkers united
quel che racconta giovanni è molto interessante e del tutto giusto.
è vero che all'interno della categoria dei brainworkers esistono posizioni che hanno reso possibile una diversificazione salariale e normativa spesso ingiustificata e controproducente per i lavoratori.
ma quando riusciamo a capire questo non è il momento di fare recriminazioni, ma è il momento di cercare una possibile unità dei lavoratori cognitivi di vario genere.
il terminalista che sta otto ore davanti allo schermo a immettere dati, e il programmatore che lavora per un'azienda new economy appartengono alla stesso ciclo di elaborazione produttiva delle informazioni.
Un ciclo che produce valore in maniere diverse ma unificate.
Occorre cercare una possibile unità politica sindacale e anche culturale di tutto il ciclo del lavoro mentale, non contrapporre una posizione all'altra.
ciao
eventi@iav.it
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