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La difesa dell'embrione è la difesa dei diritti umani fondamentali
Ho letto su questo forum e altrove commenti negativi alle dichiarazioni di scienziati cattolici che giudicavano inaccettabile l'utilizzo di embrioni umani per la ricerca. Viene detto che sarebbe immorale negare l'utilizzo di embrioni al fine di consentire il prelievo di cellule staminali da utilizzare poi in campo medico. Secondo molti scienziati sarebbe assurdo considerare l'embrione come una persona, a meno di non basarsi su una prospettiva di fede che può essere rispettabile ma non deve essere imposta.
Questi argomenti non reggono a mio parere alle evidenze della ragione, e non certo della fede, la quale veramente in questi campi c'entra assai poco. L'obiezione che si dice "cattolica" è in realtà puramente "laica", cioè fondata sulla ragione, sul pensiero, sul ragionamento. Onore a quei cattolici che la difendono ma NON TROVO GIUSTO che vengano ignorati coloro che pur non credendo giungono alle stesse conclusioni degli uomini di fede. Ad unirci sono semplici fatti e nessun dogma:
1) ogni essere umano è unico e irripetibile, e sorge al momento della fecondazione: 23 cromosomi paterni e 23 materni formano UN NUOVO SOGGETTO che non è parte dell'organismo paterno nè materno. L'individualità genetica è immediata.
2) Lo sviluppo dell'embrione è costante, graduale, continuo, non subisce interruzioni nè salti di qualità. Semplicemente l'embrione si sviluppa, cresce, come del resto facciamo anche noi, ma la sua individualità è già segnata. Sostenere che l'embrione è persona dal momento della comparsa del tessuto nervoso è una pura discriminazione: la persona non è SOLO razionalità e il suo esistere non può essere subordinato all'essere un essere che SENTE, pensa, etc. Sarebbe pazzesco sostenere che si diventi persona solo nell'istante in cui si ha facoltà di procreare (la pubertà - 13anni) oppure nell'istante in cui si ha la facoltà di esprimersi col linguaggio (20-30 mesi dalla nascita); sarebbe ed è pazzesco attribuire identità di persona al bimbo solo al momento della nascita (chi sarebbe altrimenti colui che il giorno prima di nascere scalcia nel grembo materno, un oggetto, un grumo di cellule?), etc. Negare la soggettività all'embrione significa discriminare un essere umano in base al suo grado di sviluppo (un tempo -e ancora purtroppo- si discriminava per razza, sesso, religione,etc). Si parla di diritti umani, si parla del primo e fondamentale diritto, quella alla vita. Gli uomini si prendono oggi l'enorme responsabilità di negare a dei loro simili lo stesso diritto all'esistenza, alla vita. E' vero, ci sono scienziati che ritengono che gli embrioni non siano persone. Ma lo dicono non in base ad evidenze biologiche ma a un loro ragionamento. Infatti tanti altri scienziati, biologi, filosofi, siano essi cattolici o meno, affermano il contrario, in base a loro ragionamenti che dalle conoscenze biologiche non vengono affatto smentiti, anzi. Di fronte al dubbio di trovarsi di fronte a persone umane, giovanissime ma sempre persone, sarebbe etico solo fermarsi, in base a un PRINCIPIO DI PRECAUZIONE che viene tanto invocato (specie dagli ecologisti), forse a torto non so, per ciò che riguarda i cibi tansgenici, e viene invece dimenticato quando dovrebbe invece servire, cioè quando si parla di uomini.
Questi sono argomenti che non si appoggiano su nessuna fede (non necessariamente) e IO PRETENDO che vengano confutati con fatti, dati, e non con ridicole accuse di clericalismo, rivolte poi magari a chi è tutto tranne che amico dei preti.
TORNANDO ALLA CLONAZIONE, a me importa poco ora discutere se è giusta, accettabile o no. A me pare più che altro inutile (parlo della clonazione di un essere umano allo scopo di far nascere un clone di un'altro individuo) e soprattutto molto molto triste. Ma ciò su cui voglio sommermarmi è il NO alla clonazione cosiddetta "terapeutica": un gran bel nome, ma è chiaro che il prelievo di cellule staminali dagli embrioni provoca LA DISTRUZIONE degli stessi. Per me e tanti altri la distruzione di esseri umani, di persone. Certo, il fine è buono: tanti malati da curare (anzi da cercare di curare), ma è possibile distruggere SICURAMENTE delle vite umane per curare PROBABILMENTE dei malati? Mai è giusto uccidere qualcuno, neanche a fin di bene. E VI PARE QUESTA UNA FORMULAZIONE CLERICALE? QUESTA E' L'ANIMA DELLA UMANITA', questa è l'essenza della conquista dell'affermazione dei diritti umani. Dalla rivoluzione francese alla dichiarazione dell'ONU nel 1948: gli uomini SONO TUTTI UGUALI.
TUTTI! Non solo quelli abbastanza cresciuti da poter parlare e difendersi da se ma TUTTI, per il solo fatto di ESSERE. E L'EMBRIONE E'.
Nessun problema dunque nella clonazione di cellule, nella ricerca sulle cellule staminali prelevate da adulto, cordone ombelicare,etc, ma NON da embrione, perchè quel prelievo comporta la distruzione di un essere umano.
INFINE un piccolo dubbio: se come molti affermano l'embrione diventa persona solo al 14esimo giorno, ciò significa che ogni tentativo di ucciderlo dopo quel limite si configura come un OMICIDIO. Sapete tutti che gli aborti si effettuano in Italia fino al terzo mese di gravidanza. NON HO MAI SENTITO QUESTI ILLUSTRI STUDIOSI AFFERMARE CHE L'ABORTO E' UN OMICIDIO; anzi li ho sentiti parlare di un diritto CIVILE! e il diritto UMANO a non essere ucciso che fine fa? Trovo incoerente e falsa la posizione di chi non trae le conseguenze dovute dalle sue affermazioni, ma cambia pelle a seconda di come gira il vento e il discorso.
IL DIRITTO UMANO ALLA VITA VA DIFESO SEMPRE E COMUNQUE E UNO STATO CHE SI DICE CIVILE NON PUO' IGNORARE QUESTE SITUAZIONI.
Un saluto a tutti voi. StefanoC.
stefancard@libero.it
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