|
Bioetica e clonazione
PREMESSA
Decenni di ricerche biologiche compiute nell'anonimato sono state spazzate via, agli occhi dell'opinione pubblica, dalla "clonazione" della pecora Dolly, avvenuta nel 1997. L'avvenimento ha come al solito scatenato polemiche, dibattiti e interventi interessati, generando alla fine una notevole confusione. Un caos che si manifesta sin dall'abuso del termine "clonazione", che scientificamente non indica altro che la coltivazione e la moltiplicazione delle cellule, mentre sui media è invalsa l'abitudine di utilizzarlo per indicare individui identici, un po' come per la produzione di fotocopie o per il copia-incolla effettuato col personal computer. Anche sull'utilizzo del termine embrione vi è un'assoluta confusione tra quello che dice la scienza, quello che sostengono i cattolici e quello che passa per i mass media.
Il risultato è la diffusa ignoranza sulla questione, e un notevole senso di paura ingenerato nella popolazione dalla paventata possibilità di generare masse di esseri umani geneticamente identici.
Cercando di fare chiarezza, abbiamo anche redatto un piccolo glossario al quale rimandiamo per i termini tecnici utilizzati in questa scheda.
LA POSIZIONE DELLA SCIENZA: QUALE PROGRESSO ATTRAVERSO LA RICERCA
La cellula staminale, in presenza di determinati impulsi, può differenziarsi e moltiplicarsi così da ricomporre i tessuti di vari organi, deterioratisi in seguito ad una malattia o ad una malformazione congenita.
Perché si raggiunga questo scopo, sono allo studio principalmente due metodi:
- clonazione terapeutica per via embrionale: si elimina il nucleo di uno zigote umano fecondato, si sostituisce con quello prelevato dalle cellule del paziente, si crea un pre-embrione dal quale si isolano immediatamente delle cellule staminali che, cresciute in vitro, mantengono la totipotenza anche per anni;
- trasferimento nucleare da cellule somatiche: dal paziente sono prelevate alcune cellule sane che vengono messe a coltura in vitro, moltiplicate e iniettate nel paziente stesso per rigenerare specifici tessuti.
Questo secondo metodo è molto più costoso: inoltre, al momento, il suo utilizzo sembra più impegnativo ed offre minori garanzie rispetto al primo.
Si calcola che almeno 10 milioni di italiani siano affetti da malattie potenzialmente curabili attraverso le cellule staminali: la casistica interessata spazia dai trapianti di midollo e di epidermide al diabete alle malattie neurovegetative (Parkinson e Alzheimer). Si intravedono possibilità di utilizzo anche per i pazienti sottoposti a trattamenti chemioterapici, allo scopo di rinnovare i tessuti danneggiati dall'applicazione.
LA POSIZIONE CATTOLICA: L'EMBRIONE E' UN ESSERE UMANO
Nel febbraio 1987 la Congregazione per la Dottrina della Fede pubblicò l'Istruzione "Il rispetto della vita umana nascente e la dignità della procreazione", meglio nota come "Donum Vitae", nella quale il passaggio decisivo sottolineava come "l'essere umano è da rispettare, come una persona, fin dal primo istante della sua esistenza": un concetto condivisibile, se solo i cattolici non facessero coincidere il "primo istante" con la fecondazione.
Conseguenza di queste tesi è la richiesta di riconoscimento di personalità giuridica per gli embrioni, ed il divieto di utilizzarli o generarli apposta per la ricerca scientifica.
Tali posizioni sono state ribadite anche recentemente dalla "Dichiarazione sulla produzione e sull'uso scientifico e terapeutico delle cellule staminali embrionali umane", diffuso dalla Pontificia Accademia della Vita il 24 agosto 2000: esse vengono presentate con una base scientifica che, alle strette, si riduce al documento "Identità e statuto dell'embrione umano" redatto nel 1989 dall'Università Cattolica romana.
Va ricordato, per completezza di informazione, che Giovanni Paolo II, presenziando al diciottesimo congresso di trapiantologia il 30 agosto 2000, ha perorato come via alternativa la tecnica degli xenotrapianti, ovvero l'uso di organi provenienti da specie animali, non privo di rischi (la rivista Nature ha contemporaneamente diffuso la notizia che i virus PERV dei maiali, innocui per loro, provocano invece leucemie negli esseri umani).
Al fine di giustificare queste nette posizioni di chiusura, il cardinale Castrillon Hoyos è arrivato a formulare un originale versione del concepimento di Gesù, "uno zigote con una dotazione cromosomica propria, nel quale c'era il verbo di Dio... in seguito alla divina azione soprannaturale di fecondazione di un ovulo".
Queste opinioni dimenticano sia quanto sostenuto dai Padri della Chiesa (alcuni dei quali giustificavano l'aborto fino al terzo mese), sia san Tommaso d'Aquino, il quale sostenne che la "persona è sostanza individuale di natura razionale" (e la corteccia cerebrale dell'embrione si forma solo parecchi giorni dopo il concepimento), che nel supplemento alla "Summa Teologica" (80, 4) scrisse anche che gli embrioni non parteciperanno alla risurrezione della carne, prima che in essi sia stata infusa. Ancor più recentemente Jacques Maritain, il più importante filosofo cattolico del Novecento, ha detto che "ammettere che il feto riceva l'anima è un'assurdità filosofica".
LA POSIZIONE DELLA SCIENZA: PRIMA DEL QUATTORDICESIMO GIORNO NON SI PUO' PARLARE DI EMBRIONE
L'Organizzazione Mondiale della Sanità ha stabilito che, dopo la fecondazione e fino all'incirca al quattordicesimo giorno, il prodotto del concepimento potrebbe dividersi dando vita ad un parto con più nascituri. Inoltre, allo stato dell'arte non sappiamo quali cellule formeranno la placenta e quali il nascituro: ragion per cui è stata formulata la nozione di "pre-embrione", volta ad identificare l'organismo in questa prima fase del suo sviluppo.
Lo scienziato scozzese Jan Wilmut, il "padre" di Dolly, ha affermato che "l'embrione diventa persona con la nascita, il momento in cui si taglia il cordone ombelicale ed entra in funzione il sistema nervoso".
Il premio Nobel italiano Rita Levi Montalcini ha ribadito il concetto: "sono del parere che lo zigote (l'ovocita fecondato) allo stadio di morula o di blastula (i primi stadi di moltiplicazione delle cellule dopo la fecondazione) non sia una persona. Ogni cellula di questi elementari aggregati può infatti generare a sua volta una persona completa. In altre parole ritengo che, prima dell'inizio della differenziazione, cellule totipotenti non possano essere considerate un individuo".
Senza la fede, nessuno può ragionevolmente pensare che un gruppo indifferenziato di cellule sia già un individuo. Il problema, comunque, sarebbe solo di lana caprina se gli embrioni (o i pre-embrioni) non fossero utili proprio per la clonazione terapeutica.
Nel mondo vi sono svariati milioni di embrioni e pre-embrioni criocongelati (solo in Italia si stimano in 100.000), prodotti in soprannumero per le pratiche di fecondazione assistita, e la cui " scadenza" non è scientificamente nota. Milioni di potenziali uomini che non diverranno mai uomini perché nessuno li vuole. Che farne? Per la Chiesa cattolica non si devono toccare.
Il premio Nobel per la medicina Edmond Fischer ha dichiarato in proposito che "quel che è veramente immorale, e persino idiota, è non usare le nostre conoscenze di scienza e biologia per curare le malattie e aiutare l'umanità".
Qualcuno, interessatamente, arriva anche a fare confusione tra "clonazione umana" e "clonazione cellulare": non sa o non ricorda che i cloni già esistono in natura, e sono i gemelli monozigoti. Tra loro non vi è minore differenza di quella che vi è tra una matrice ed un clone.
ALL'ESTERO SI VA AVANTI...
Molti governi hanno identificato nella clonazione cellulare non solo una strada per risolvere una quantità notevole di problemi nel campo della medicina, ma anche un mezzo per far progredire la ricerca biologica nella propria nazione.
Danimarca, Svezia e persino la cattolicissima Spagna si sono date da tempo leggi che autorizzano la ricerca sugli embrioni: in Danimarca è stata consentita anche la creazione di embrioni ad uso scientifico.
Nel Regno Unito il 19 dicembre 2000 il parlamento ha approvato il "rapporto Donaldson", già presentato il 17 agosto dal primo ministro Tony Blair, dando il via libera alla clonazione di embrioni umani per scopi scientifici. Confermando da un lato il divieto alla clonazione umana "a scopo riproduttivo", il provvedimento ha autorizzato invece la creazione di embrioni a scopo scientifico.
Una settimana dopo i britannici anche il governo USA ha deciso nuove norme, basate sull'esplicita affermazione che le cellule staminali non possono essere considerate "umane". L'impiego di materiale abortivo è stato autorizzato mentre la produzione di embrioni è stata vietata: conseguentemente si potranno usare solo embrioni congelati creati per le cure di fertilità e in eccedenza rispetto ai fabbisogni delle cliniche. "Possiamo cambiare il futuro dell'umanità", ha detto il presidente americano Clinton annunciando la decisione.
In Francia, una nuova legge che riformerà la regolamentazione attuale in vigore dal 1994 verrà discussa in parlamento nel secondo trimestre del 2001. "Motivazioni dipendenti da principi filosofici, spirituali o religiosi dovrebbero portarci a privare la società e i malati della possibilità di progressi terapeutici?" si è chiesto retoricamente il primo ministro Lionel Jospin.
Anche il cancelliere tedesco Schroeder ha affermato, il 20 dicembre 2000, che "ci si deve anche chiedere se non sia giusto permettere anche in Germania le tecniche della selezione genetica degli embrioni attualmente vietata qui ma consentita altrove".
...MENTRE IN ITALIA IL VATICANO BLOCCA TUTTO
Le ingerenze vaticane cominciamo nel più italiano dei modi: facendo nominare degli "amici" negli organismi, nazionali ed internazionali, deputati a discutere di bioetica. Sia all'UNESCO che al Consiglio d'Europa l'Italia è rappresentata dall'ex ministro Adriano Bompiani, cattolico osservante. Nel Consiglio superiore della sanità, su ottanta membri, è presente un solo bioetico: guarda caso un sacerdote, Renzo Pegoraro.
Dal 1990 è poi operativo il Comitato Nazionale di Bioetica presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, presieduto in origine dall'immarcescibile Adriano Bompiani, ed oggi dal laico Giovanni Berlinguer. Nonostante la formulazione di diversi documenti, (22 giugno 1996, 31 marzo 2000, 27 ottobre 2000) i pareri formulati non hanno mai ottenuto l'unanimità di consensi a causa delle irriducibili posizioni ostentate dai componenti cattolici del Comitato.
Disse nel corso di una riunione Rita Levi Montalcini, che di quel comitato è membro: "Noi lavoriamo, produciamo: ma chi ci ascolta?". Non certamente i politici italiani, attenti casomai alle minacce di incitamento all'obiezione di coscienza dei ricercatori cattolici formulate da monsignor Sgreccia. Il risultato di questo atteggiamento lo si poté amaramente gustare nel 1997 con un decreto dell'allora ministra della Sanità Rosi Bindi, con il quale veniva vietata qualsiasi forma di sperimentazione volta alla clonazione, "dimenticando" di specificare e differenziare tra cellule, organi, animali, esseri umani...
Nell'agosto 2000 una petizione di militanti di Comunione e Liberazione è stata inviata all'ambasciata britannica di Roma "allo scopo di investire il Parlamento inglese di un'ondata di indignazione" contro la decisione di dare il via alla clonazione umana. Peccato solo che la clonazione umana sia stata espressamente vietata dal Governo di Londra. Non contenti della brutta figura, al meeting riminese da loro organizzato, mentre il ministro Veronesi spiegava loro che si erano sbagliati la sua voce è stato coperta da urla e fischi e da una sinistra domanda "Ma insomma ministro, lei è cattolico o no? Lo sa che il Vaticano ha detto di no alla scelta di Blair e Clinton?". Che il Vaticano sia uno stato straniero non passa neanche per la testa a questi pericolosi pasdaran di casa nostra.
Ma gli italiani, al 98% cattolici secondo le falsissime cifre del Vaticano, cosa ne pensano? Un sondaggio della Cirm pubblicato il 25 agosto 2000 sull'Espresso ha rivelato che il 52 per cento si è dichiarato favorevole alla decisione del governo inglese di dare il via libera alla ricerca sugli embrioni umani a scopo terapeutico.
Dopo l'immediata bocciatura dell'idea di un referendum sulla materia ed il voto di Strasburgo, il ministro Veronesi ha promosso la costituzione di una commissione specifica di 25 scienziati capitanati dal Premio Nobel Renato Dulbecco, con "l'obiettivo di individuare una direttrice da seguire per sviluppare nel nostro paese la ricerca in un settore delicato e che può offrire la soluzione per il trattamento e la guarigione di molte patologie oggi ancora poco curabili. Compito della commissione sarà quello di ridefinire i confini tra i bisogni della ricerca scientifica e le diverse istanze etiche".
Immediato è venuto l'altolà del segretario dei vescovi italiani Camillo Ruini: "alla luce degli orientamenti del Parlamento europeo, appare ben strano che il ministro della Sanità abbia nominato una commissione". Curioso che analoga opinione non sia stata formulata dal cardinale nei confronti della risoluzione europea sulle coppie gay.
I tentativi di "sabotaggio" non sono mancati neanche all'interno della commissione da parte della minoranza formata dai sette componenti cattolici (tra cui un cardinale): prima Girolamo Sirchia ha fatto uscire sulla stampa delle false anticipazioni, poi hanno fatto mettere a verbale nel documento finale il loro dissenso sull'uso degli embrioni soprannumerari, poi, mezz'ora prima della presentazione del documento, hanno chiesto di pubblicare un ulteriore dissociazione anche sul metodo TNSA.
Il documento è stato quindi reso pubblico lo stesso , con i cattolici a dichiarare che si trattava solo di un testo provvisorio.
La commissione, oltre ad esprimersi favorevolmente all'utilizzo delle cellule staminali fetali ed a dividersi sulle cellule embrionali, propone un nuovo metodo, il TNSA, ovvero la produzione in vitro di cellule staminali del malato stesso (autologhe) attraverso la riprogrammazione del nucleo di cellule somatiche (mature) prelevate dal paziente e trasferite all'interno di un ovocita non fecondato (o citoplasmi artificiali e/o animali) precedentemente svuotato del suo nucleo. I vantaggi scientifici consisterebbero nella mancanza di rigetto da parte del paziente di tessuti con le sue stesse caratteristiche genetiche, mentre i vantaggi etici sarebbero dati dalla mancata formazione di embrione, ovvero, per i cattolici, di un essere umano.
Affrettatamente definito "terza via" o "via italiana" alla clonazione, è un metodo ancora poco studiato che pone problemi non da poco nella ricerca di ovociti umani. Presentato come un compromesso tra i commissari laici e cattolici, questi ultimi ne hanno preso immediatamente le distanze dichiarando che "l'ipotesi è più complicata ed al momento è solo speculativa e teorica"
Appena pubblicato il documento, Carlo Casini del cattolico Movimento per la vita ha dichiarato che "il ministro e la sua commissione si fanno beffe del parlamento italiano e di quello europeo". Il quotidiano dei vescovi L'Avvenire ha titolato eloquentemente "Embrioni, passo azzardato", mentre l'Osservatore Romano del 29 dicembre, con il teologo Gino Concetti, concorda col documento purché non si tocchino gli embrioni: "sarebbe aberrante deviazione l'uso di embrioni crioconservati". "Schiere di monsignori, vescovi e cardinali impegnati a discettare di clonazione e cellule staminali, senza accorgersi che al credente va ricordato, prima di tutto, la verità evangelica", ha commentato amaramente lo scrittore cattolico Vittorio Messori. Questa purtroppo è l'opinione della Chiesa cattolica: quelle protestanti, ed anche altre religioni, la vedono molto diversamente.
Nel frattempo il ministro Veronesi insiste sull'altra grande questione in ballo: "il mondo cattolico non può insistere sul diniego di utilizzare gli embrioni criocongelati. Occorre una risposta". Che ovviamente non arriva: "è abbastanza curioso che uno scienziato e ministro «laico» solleciti i cattolici a sbrogliare una matassa che non hanno contribuito ad aggrovigliare, e alla quale si sono anzi sempre opposti. La Chiesa ha comunque già risposto, prima" (Elio Maraone, su Avvenire del 30/12). Quando e come, non si sa.
Insomma, nulla di nuovo sotto il sole: il bioetico Demetrio Neri è molto pessimista. "All'estero la ricerca andrà avanti, noi italiani resteremo fuori e tutto si risolverà col solito turismo terapeutico...
Nelle riviste specializzate si dice che malattie come il diabete possono essere risolte - non curate, risolte - in 5 anni. Come si fa a dire a qualcuno che invece deve aspettare 15-20 perché l'embrione da cui si possono prendere le cellule è destinato alla distruzione?"
Dr. Vincenzo Donvito
|
|
|
|