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Cittadini di Magma City

Georgia Garritano

Il mondo oltre la rete nella visione di Massimiliano Fuksas, il grande architetto che ha curato l'immagine del Futurshow

Lei ha curato l'immagine del Futurshow. Perché questo progetto? L'architettura esce dai suoi limiti disciplinari?

Ho accettato questo incarico, questa sfida, questo conflitto tra me e il mondo dei media innanzitutto perché credo che l'architettura si debba avvicinare agli utenti, a quelli che abitano le nostre case, i nostri progetti, che si muovono nei nostri grandi spazi, nei nostri musei. In secondo luogo, perché penso che il tema del futuro sia uno dei più importanti oggi: nel momento forse più basso della convivenza tra esseri umani, dopo l'11 settembre, credo che pensare al futuro dia un senso di ottimismo e sia una necessità. Da questo spirito nasce l'idea di questo progetto: l'immagine di una grande rete che si apre.

Cosa c'è oltre la rete?

Oltre la rete c'è un mondo di collegamenti e comunicazioni, ci sono le mutazioni, le megalopoli, questa nostra grande società, questo universo di contatti e di informazioni che danno vita a qualcosa di più democratico e probabilmente più umano. C'è un grande cambiamento, c'è quella che io chiamo Magma City, una materia informe, nel senso positivo del termine, piena di luci e ombre, che serve per costruire il nostro futuro, una costruzione lunga e difficile che molti considerano impossibile e che io, invece, ritengo possibile perché c'è sempre una forza di positività nei momenti peggiori.

In questo magma convivono reale e virtuale?

Credo che il conflitto tra reale e virtuale sia completamente superato. La virtualità è un modo per comprendere, per ottenere informazioni, poi si vuole andare verso il reale: ci si vuole toccare, si vuole vedere gli altri, si vuole parlare con gli altri, si vuole essere parte di una realtà. Non ci bastano più quei quindici minuti di notorietà che Andy Warhol diceva non sarebbero stati negati a nessuno nella società dello spettacolo: vogliamo essere protagonisti di qualcosa; le persone oggi, non solo nel mondo occidentale evoluto ma in tutto il globo, hanno voglia di partecipare alla costruzione del futuro.

Le tecnologie digitali stanno cambiando l'architettura? Come?

L'architettura col digitale è già cambiata. Pensate ai tempi di fabbricazione di un progetto senza i computer e i software avanzati! Anche alla base del manifesto del Futurshow c'è un progetto di museo mediatico concepibile solo grazie alle tecnologie digitali. Il nostro lavoro è cambiato: computer e programmi non servono solo a rendere il lavoro più facile ma ci consentono di investigare spazi che fino a qualche anno fa non avremmo neanche potuto pensare.