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La fabbrica delle imprese

Georgia Garritano

A Sesto San Giovanni, ex polo industriale, nonostante la crisi sono nate 32 start-up multimediali in due anni

Il settore hi-tech è stato segnato duramente dalla crisi economica eppure, proprio tra le difficoltà di quest'ultimo periodo, sono nate e sopravvissute alcune realtà imprenditoriali che ora, vedendo avvicinarsi la fine della fase negativa, nutrono buone speranze di poter prosperare. Alcune di queste sono concentrate a Sesto San Giovanni, un tempo polo industriale e ora, sempre di più, polo tecnologico.

Nei locali che un tempo ospitavano la mensa Falck, industria simbolo della siderurgia italiana, si trovano ora 23 start-up multimediali, il cui sviluppo è stato promosso dall'incubatore Officina multimediale Concordia, nato per iniziativa dell'Agenzia sviluppo nord Milano; del Bic (Business innovation centre) La Fucina, un centro di servizi per le imprese dell'Unione Europea; delle amministrazioni comunali, provinciali e regionali e del ministero del Lavoro. Complessivamente ci lavorano 118 persone con un'età media inferiore ai quarant'anni che hanno prodotto nel 2001 un fatturato medio di 200mila euro, un volume d'affari in crescita rispetto a quello, di 130mila euro, dell'anno precedente. A queste società se ne devono aggiungere altre otto che hanno abbandonato l'incubatore per nuove sedi più idonee allo sviluppo del loro business e una che è stata acquistata da un gruppo straniero. In due anni Omc ha fatto, quindi, decollare, con un notevole ricambio ma nessun fallimento, 32 giovani aziende.

Alla base di questa esperienza di successo c'è soprattutto un fattore: le start-up dell'Officina svolgono attività diverse tra loro e hanno l'opportunità di operare in sinergia, realizzando partnership professionali e commerciali.
I settori produttivi, infatti, sono numerosi quasi quanto le aziende. Molte sono orientate al web: vendono direttamente online (Shoes of Italy, Tropical drop), progettano siti (Flashmet, Kemen), creano grafica multimediale (Magut design), sviluppano soluzioni per l'e-business (Emmegi) e per l'm-commerce (Piramide.net), realizzano sistemi informativi territoriali (Prosis). Ma ci sono anche società che si occupano di strumentazioni per la microchirurgia e informatica medicale (Mikros, Sectra), di tecnologie biometriche (Biometric technet), di soluzioni per schede grafiche multi-schermo (Village tronic research), di formazione online (Quasar@), di consulenza di direzione (Gmv, Techne). Le idee, tanto nella fornitura di tecnologie hardware e software quanto nei servizi, non mancano: Antennabook ha lanciato un progetto editoriale per diffondere via Internet opere letterarie in audio; Ciao.com dà voce alle opinioni dei consumatori; Esportare.it offre servizi per l'export; Inquas è la prima società italiana a rilasciare la certificazione di garanzia della qualità del software; La Cosa è una cooperativa di servizi per lo spettacolo; Ticonzero fornisce contenuti per tv, stampa e web; La fabbrica del sole si occupa di pianificazione energetica e risparmio; Ted provvede alla rigenerazione di complessivi meccanici.

Insomma, molte delle specializzazioni hi-tech sono rappresentate. Tanto che si può dire che questo caso fa letteralmente scuola: l'incubatore, infatti, ospita due master dell'Università degli studi di Milano, uno sulle "Metodologie di base dell'informatica e della comunicazione per le scienze umanistiche" e l'altro per formare "Esperti di televisione digitale e tecnologie interattive".
Un caso, poi, che fa scuola anche da un altro punto di vista: la "lezione" dell'Officina Concordia sarà seguita anche da un'altra area industriale di Sesto, Breda, dove a fine anno sarà attivo un secondo incubatore che potrà accogliere altre 40 start-up.