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Il pinguino non è ancora domestico

Georgia Garritano

Linux si conferma il secondo sistema operativo al mondo nel mercato dei server ma non riesce a entrare nel settore dei desktop

Nell'anno dei sistemi operativi - il 2001 ha visto l'uscita degli attesissimi Windows Xp e Mac Os X - anche la piattaforma open source Linux ha avuto le sue affermazioni. Nel settore dei server, cioè dei sistemi usati per le reti aziendali, ormai il 27 per cento delle macchine lavorano in ambiente Linux, stando ai dati forniti recentemente da Idc. Linux, quindi, è secondo solo a Microsoft che detiene il 42 per cento di questo mercato.
Eppure c'è un business nel quale il pinguino proprio non riesce a entrare, quello dei computer domestici, soprattutto di utenti Internet. Secondo un rapporto pubblicato a fine anno dalla società di ricerche di mercato WebSideStory, Linux è utilizzato, infatti, solo nello 0,24 per cento dei desktop, nel 98 per cento dei quali sono installati, invece, sistemi Windows o Mac. Ancora una volta, quindi, come negli anni scorsi, l'anno nuovo inizia per il sistema operativo open source all'insegna della fatidica domanda: "Linux è pronto per il mercato dei desktop?".

Ci sono molti fattori, al di là della qualità del software, che influenzano la possibilità di una sua diffusione di massa e il 2001 è stato sicuramente un anno di sviluppi interessanti nel mondo Linux.
Dopo una lunga attesa il suo ideatore ha annunciato in un'e-mail inviata alla comunità di sviluppatori l'uscita del nuovo kernel, la parte principale del sistema: "Con una mossa salutata unanimemente dalla stampa e dagli analisti d'impresa come un chiaro segno di incipiente rimbambimento Linus Torvalds (anche noto come il 'padre di Linux' o, più comunemente, 'pappa-per-cervelli') ha deciso che quando è troppo è troppo e che le cose non vanno necessariamente meglio se le stesse persone continuano a testarle e a ritestarle: per farla breve ecco il 2.4.0". Nei mesi successivi sono state effettuate ulteriori elaborazioni (tutte archiviate sul sito Kernel.org) fino all'ultima versione stabile, la 2.4.17, rilasciata a dicembre e ora i programmatori stanno mettendo a punto la 2.5.

Le principali case di distribuzione hanno, poi, realizzato nuove versioni caratterizzate da una maggiore facilità d'uso. Inoltre, cosa forse ancora più importante, sono ora disponibili alcune nuove fondamentali applicazioni come, ad esempio, Evolution, il programma per la gestione della posta elettronica prodotto da Ximian.

Ma al di là degli aspetti tecnici, bisogna considerare quelli economici. Sicuramente il principale ostacolo alla crescita di Linux rimane lo strapotere di Microsoft che, infatti, sta diventando sempre più aggressivo nei confronti del concorrente "open". Secondo quanto svelato pochi giorni fa dal sito inglese The Register, il vice direttore generale Brian Valentine ha chiesto "alle forze vendita di Windows di modificare l'approccio tradizionale e di scavare più nel profondo per scoprire quali siano gli ambiti in cui le società preferiscono utilizzare Linux" e ha preannunciato la pubblicazione di studi "indipendenti" che sfaterebbero alcuni "miti" riguardanti Linux e ne dimostrerebbero i costi a lungo termine. Se ciò testimonia che la competizione, almeno sul terreno dei server, comincia a preoccupare la compagnia di Bill Gates, nel campo dei desktop, nonostante una recente indagine di Idc abbia rivelato che il 15 per cento degli utenti di Windows, insoddisfatto dei termini delle licenze d'uso, si dichiara pronto a considerare il passaggio a prodotti alternativi, il divario sembra ancora incolmabile.

Nella costellazione delle aziende Linux c'è un gran movimento ma non si sa ancora chi potrà far fare al pinguino il passo decisivo. Per quanto riguarda le distribuzioni, Red Hat si conferma la più diffusa al mondo anche se le sue ultime versioni, la 7.1 e la 7.2 non hanno riscosso grande consenso. L'azienda, comunque, nel 2001 ha puntato soprattutto a espandere la sua presenza nel mercato asiatico e a lanciare Web Server Tux 2.0, destinato a fare concorrenza ad Apache. Stagione eccellente, invece, per la società franco-americana Mandrake, che ha realizzato un prodotto "amichevole" di grande successo ed è stata quotata in borsa in Francia. Piena consacrazione per SuSe che, da leader europea, è riuscita, grazie anche agli investimenti di partner come Ibm, ad affermarsi anche a livello mondiale. Tuttavia, la novità più interessante potrebbe essere Lindows, nata da qualche mese per realizzare una versione di Linux compatibile coi programmi scritti per Windows e subito citata in giudizio da Microsoft.

C'è da osservare, d'altra parte, che alcuni sostenitori "storici" del pinguino sono venuti meno: Caldera è passata alla "per seat license" cioè alla richiesta di una licenza per ogni macchina sulla quale è installato il software di sua produzione, abbandonando, tra le polemiche del mondo open source, la Gpl (General public license), il "permesso d'autore" elaborato dal progetto Gnu per il software libero.
Va Linux Systems da dicembre ha cambiato il suo nome in Va Software Corporation per identificare meglio il business primario dell'azienda: "sviluppo, distribuzione e assistenza per la piattaforma Csd (collaborative software development) SourceForge", la quale, dopo essere stata un punto di riferimento per gli sviluppatori di software open source e aver accumulato moltissimi progetti, è ora al centro di aspre contestazioni: la Free software foundation Europe, in particolare, si scaglia contro Va Software, che possiede il portale di SourgeForce, per aver creato una versione a pagamento del sito e accusa la società di volersi impossessare dei codici.
È certo, quindi, che la comunità Linux sta attraversando una fase di cambiamento tutt'altro che indolore che, probabilmente, determinerà nuovi equilibri e nuovi scenari.