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Georgia Garritano

L'azienda che produce Windows denuncia Lindows per il nome

Se l'industria di software più potente del mondo fa causa a una start-up dal nome troppo simile a quello della più diffusa famiglia di sistemi operativi è forse segno che il gigante comincia a temere la concorrenza del nano?

La società che ha intentato la causa è, chiaramente, quella di Bill Gates mentre l'azienda citata in giudizio è Lindows e questa controversia legale non è che l'ultimo atto di un contrasto, quello tra Microsoft e Linux, che si sta facendo sempre più aspro.

"Non dovrebbero usare un nome che può confondere il pubblico e violare il nostro marchio" - sostiene il portavoce di Microsoft Jon Murchinson, aggiungendo che, oltre alla rinuncia al nome, la compagnia pretende anche un risarcimento e specificando che il ricorso in tribunale è stato inevitabile non essendo stato possibile risolvere la questione di comune accordo.

"Non c'è alcun pericolo che ciò accada ma se mai qualcuno dovesse confondersi, basta ricordare che noi non siamo quelli riconosciuti colpevoli di monopolio" - ribatte duramente l'amministratore delegato di Lindows Michael Robertson, secondo il quale la causa non è che l'ennesimo tentativo del gruppo di Redmond di difendere la sua posizione dominante nel mercato dei sistemi operativi, e nega che vi sia stato alcun tentativo di composizione amichevole del contenzioso.

È certo che la piccola società - appena una ventina di dipendenti - costituita qualche mese fa a San Diego per iniziativa di Robertson, che per questa sfida ha lasciato la carica di amministratore delegato di Mp3.com, ha un progetto ambizioso: sta sviluppando una versione del sistema operativo Linux sulla quale possono "girare" i più popolari programmi scritti per Windows e intende lanciarla sul mercato nel primo trimestre di quest'anno.

Il software Lindows si basa su Wine, un programma open source di implementazione di Windows per Unix (di cui Linux è un clone). In pratica, grazie a questo software (del quale, ovviamente, si possono installare tutte le copie che si vogliono), gli utenti potrebbero usare i programmi più comuni senza bisogno di acquistare un sistema operativo Windows. Ciò significherebbe rendere Linux appetibile anche per chi finora non lo ha utilizzato per la mancanza o la scarsa "amichevolezza" delle applicazioni disponibili per questa piattaforma.

"Stiamo cercando di portare Linux a un pubblico che è incapace di usarlo" - sintetizza Robertson - "È un'operazione molto complessa da realizzare ma pensiamo che in 18-24 mesi potremo 'supportare' la maggior parte del software Windows".

Ci riusciranno?