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Hacker storici
di Tommaso Russo
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Tutto è cominciato al Massachussets Institute of Technology, esattamente
nel laboratorio di studi sull'intelligenza artificiale, uno dei più avanzati del mondo, i
cui membri, negli anni '80, erano quasi tutti degli hacker. La discreta autonomia che il Mit concedeva ai suoi riceratori più brillanti rendeva
possibile portare avanti ogni tipo di progetti. Mostri sacri dell'hacking mondiale come
Lee Felnstein e Richard Stallman hanno posto le basi di un vero e proprio movimento
cultural-tecnologico.
Richard Stallman, il più giovane dei vecchi hacker del Mit, è diventato rapidamente
noto, negli anni '70, per aver progettato un editor di testi, Emacs, che ha una
caratteristica sorprendente: è infinitamente personalizzabile da parte dell'utente. Oggi,
è il creatore della Free Software Foundation,
un'organizzazione no profit che da anni si batte perché tutti i programmi siano resi di
pubblico dominio, in modo che chiunque possa migliorarli e mettere i risultati a
disposizione della collettività.
Sul versante storico dell'underground non si può non
dare un'occhiata al sito 2600.org, la storica rivista on
line degli hacker di oltreoceano. Navigando il sito, ci si rende conto subito di un altro
aspetto importante dell'hacking: la rivendicazione della libertà di sfruttare tutti gli
spazi, quelli pubblici e quelli privati, a cui si può avere accesso attraverso la Rete.
All'interno del sito si trova Phrack Magazine,
una e-zine hacker che risale ai tempi pre-Internet.
In Europa la più nota e controversa
organizzazione di hacker è il Chaos Computer Club di
Amburgo che alcuni considerano un gruppo di brillantissimi hacker e che altri ritengono
pericolosi criminali ancora a piede libero. Una delle iniziative più clamorose promossa
dai componenti del Ccc fu dimostrare - collaborando con un'emittente televisiva tedesca -
l'assoluta insicurezza dei servizi a valore aggiunto del Videotel tedesco. Bisogna,
comunque, segnalare che nel 1989 uno dei componenti fu coinvolto in una vicenda di
spionaggio militare a danno degli Stati Uniti, come racconta uno dei protagonisti,
Clifford Stoll, nel bellissimo "The Cuckoo's egg" (ed. it. "L'uovo del
cuculo").
Strada totalmente diversa, invece, hanno imboccato gli olandesi di Access For All che, con il passare del tempo, hanno messo
le loro conoscenze a disposizione della cittadinanza, realizzando una "freenet"
che ospita chiunque ne abbia bisogno, compresi siti oscurati per ragioni varie in altri
Paesi. |
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