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Internet: unarma?
di Michele Alberico
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"Internet è un'arma di battaglia?", si chiede la Msnbc. L'interrogativo è legittimo. La rapida
chiusura da parte del regime serbo, all'inizio del conflitto, della radio B92, una delle più autorevoli voci indipendenti
dalla Yugoslavia presenti in Rete, dimostra la verosimiglianza della percezione che su
Internet si svolga una vera e propria battaglia informativa.
La guerra in
Rete si combatte così a colpi di proclami, come nel sito http://compuserb.com
davvero inquietante, in cui il nazionalismo serbo si combina col peggior antisemitismo, o
attraverso la grafica 'sparata' di un sito albanese,
o ancora attraverso i salvaschermo e le icone scaricabili
da un altro sito serbo, che permettono ad esempio di trasformare l'icona del cestino
di Windows in un bombardiere invisibile che prende fuoco.
Ma si combatte anche, più direttamente, attraverso operazioni
di hackeraggio come quelle sollecitate da un gruppo di
hacker russi. L'hackeraggio consiste nell'attacco a un sito dai contenuti opposti ai
propri, portato in genere attraverso lo scardinamento delle difese che impediscono agli
estranei la scrittura nel sito, e attraverso la successiva sostituzione alla pagina
originale di una pagina contenente un proclama realizzato dagli hacker. Così si può
trovare un sito albanese hackerato da pirati russi, o un sito tedesco hackerato da pirati
serbi, con la minaccia di cancellare un sito commerciale occidentale per ogni missile Nato
lanciato sulla Yugoslavia.
Le azioni di
'sabotaggio di Rete' filo-serbe hanno creato problemi allo stesso sito della Nato che è stato sommerso da montagne di posta
elettronica e da veri e propri attacchi informatici. Agli hacker filo-serbi hanno risposto
gli hacker filo-albanesi; un sito
tedesco, che originariamente portava significativamente il nome 'Antialbanaca', è
stato appunto hackerato dai filo-albanesi. |
La Puntata
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