Settimanale RAI Educational
Rubrica

Il mouse, il telecomando del computer

di Franco Carlini

La Tv si guida con il telecomando e il computer si guida con un altro oggetto, il mouse. Che oramai ha una storia, trent'anni di vita e diverse metamorfosi nella sua carriera. Senza di lui, comunque, non si naviga.

Douglas EngelbartIl mouse? Ovvero il topo, la cui lunga coda è un cordone che lo lega al computer; le cui zampette sono sostituite da una biglia, e dove i tre pulsanti - quando siano tre - possono essere immaginati come naso e occhi del simpatico animale. Il topo dei computer non è un aggeggio recente, anzi ha la rispettabile età di 30 anni. Infatti venne presentato durante una conferenza di Computer Science a San Francisco nell'autunno del 1968; Douglas Engelbart, il suo creatore, andò sul palco e mostrò il futuro presente: mouse, appunto, eIl primo mouse finestre che si aprono e si chiudono sul monitor, uno "spazio delle informazioni". Era fatto di un blocco di legno arrotondato, con due rotelle nel lato inferiore, collegate a dei potenziometri (delle resistenze elettriche variabili); così ogni movimento delle ruote, in orizzontale e in verticale, poteva essere letto dal computer collegato, che lo trasformava in un movimento analogo del punto luminoso sullo schermo.

Douglas EngelbartEngelbart scriveva: "sta nel palmo della mano, ha un cordone flessibile e si utilizza muovendolo su una superficie rigida la cui unica funzione è di generare la giusta miscela di rotolamenti e di slittamenti. Il fatto che il mouse prevalga sui dispositivi concorrenti sembra fondato su alcuni piccoli fattori: rimane lì quando le vostre mani lo abbandonano per fare dell'altro (come battere alla tastiera e prendere un foglio di carta) e riprenderlo in mano risulta facile e senza problemi. Non solo: vi permette di cambiare agevolmente posizione davanti al computer, il che è importante durante delle lunghe sessioni di lavoro. Potrete vedere persone esperte che lo usano efficientemente anche quando il piano di lavoro è ingombrato di un curioso assortimento di carta, penne, tazze da caffè, talora facendoglielo passare sopra, o aggirando gli oggetti".

Sarebbero passati altri 16 anni prima che il mouse diventasse noto alleApplemasse. Avvenne nel 1984, quando Steve Jobs della Apple presentò al mondo, in occasione di un memorabile Super Bowl, il suo sogno "insanamente grande", e cioè il computer Macintosh, che offriva a un mercato, finalmente pronto, la realizzazione industriale delle idee di Engelbart. Da allora quasi tutti lo usano e praticamente tutti ne apprezzano la facilità d'uso: il mouse è un vero e naturale prolungamento della mano, che si utilizza senza doverci nemmeno pensare un nanosecondo e proprio questa è la dimostrazione di quanto sia un utensile ben pensato, l'ultimo di una serie di attrezzi che l'Homo sapiens si è costruito per cambiare il mondo.

mouse ergonomicoPersino la sua forma da palmo di mano richiama alla mente le selci scheggiate utilizzate dai nostri antenati, così adatte a essere maneggiate in modo anatomicamente perfetto.

Tutto bene dunque? Fino a un certo punto. Capita infatti che una soluzione ergonomica avanzata abbia generato un nuovo problema di usabilità, inizialmente non previsto. Il mouse infatti va bene per lavorare alla scrivania, quando però la gente ha cominciato a usare i computer anche in viaggio (questi nel frattempo erano divenuti leggeri e portatili), si è assistito a scene penose di managerini che facevano correre furiosamente il loro mouse sul micro tavolino dell'aereo o sulla propria coscia (raccomandabili, del caso, i pantaloni di fustagno). Davvero impossibile a usarsi.

Ecco allora nascere i dispositivi più strani, nessuno dei quali davvero soddisfacente: la biglia immersa nel piano della tastiera (track ball), oppure un finestrella liscia dove muovere il dito (track pad): in questi casi un altro dito - il pollice di solito - deve stare appostato sui bottoniMouse padsottostanti, pronto a cliccare, ma quella deliziosa operazione che è il trascinamento (drag) di un oggetto sul video risulta discretamente complessa. Ci propongono, i fantasiosi costruttori, anche altri strani sistemi di puntamento, come un pistolino che si può spingere e schiacciare come fosse un micro joystick da video giochi. O ancora il tappetino su cui insieme scorrere e premere, che di tutti è la soluzione più inumana. Tutto sembrava così facile e invece eccolo di nuovo, l'Homo imbranatus a intrecciarsi le dita, imprecando contro ignoti progettisti dementi.

La Puntata

Il video integrale della trasmissione visibile con RealPlayer

Clicca qui per scaricare RealPlayer

Testi

Archivio
puntate

home page

torna a inizio pagina