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La biotecnologia è destinata probabilmente a produrre un effetto più sconvolgente di quello che hanno determinato negli anni Novanta le tecnologie digitali di comunicazione.
E’ veramente il Dna il libro nel quale la vita degli organismi è scritta in anticipo? Sarà possibile programmare vite felici, intelligenze superiori, destini equilibrati? Oppure il codice genetico contiene soltanto la traccia di predisposizioni, su cui la società modellerà i suoi interventi? Alcuni tendono a presentare l'epigenesi cioè il processo di formazione della vita a partire dal codice genetico, come un processo determinato ed inevitabile, come se nel genoma fossero scritti tutti gli sviluppi che l'organismo avrà. Ma questo, come sostiene Richard Lewontin, famoso genetista ma anche filosofo della scienza, non è vero perché "noi non siamo determinati dai nostri geni anche se certamente siamo influenzati da essi. Lo sviliuppo dipende non solo dai materiali ereditati dai nostri genitori - cioè dai geni - ma anche dalla particolare umidità, alimentazione, dagli odori, dalle immagini, dai suoni che interferiscono nel nostro organismo in crescita".
Nel sito italiano Tmcrew.org troviamo il resoconto di un convegno che si è svolto qualche mese fa sui temi della biotecnologia. Qui, viene raccontata, la possibilità di una determinazione rigorosa e dettagliata della vita a partire dalla programmazione genetica. Esattamente il contrario di quanto abbiamo appena detto. E questo, a volte, genera confusione, semplificazione e banalizzazione dei problemi. Spesso, la reazione a tutto questo, da parte delle forze politiche, comporta una sorta di proibizionismo. Ma in un campo come questo, molti pensano che la forza del progresso scientifico sia irreversibile, per ragioni che non sono solo economiche, ma intrinseche allo sviluppo stesso della ricerca. |
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