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Biotecnologie sotto accusa

Il caso mucca pazza e il pollo alla diossina

Le risorse su Web dedicate ai casi più eclatanti di applicazione delle tecnologie transgeniche

di Tommaso Russo

Oggi in rete esiste un Web ring, ovvero un gruppo di siti sullo stesso argomento collegati circolarmente, dedicato alla mucca pazza. In uno dei suoi siti principali, il mad cow official web site sono riportate da anni notizie provenienti dalle fonti più diverse. Una delle più recenti, di poche settimane fa, è la notizia che il Comitato scientifico della commissione europea ha confermato che non c'è ragione di ripristinare l'embargo delle carni inglesi in vigore fino all'agosto scorso.

Lo scandalo era nato, nel 1996 dalla scoperta che una malattia delle mucche da allevamento, la BSE, ovvero la encefalopatia bovina spongiforme, aveva provocato danni irreversibili al sistema nervoso centrale di migliaia di bovini inglesi.
Le cause dell'epidemia sembrano da attribuirsi ai mangimi di origine ovina ricavati da pecore malate. La probabilità di una trasmissione all'uomo della malattia viene provata solo nel 1997 e da qui nasce la decisione di porre in embargo le carni provenienti dall'Inghilterra.
Molto prima che lo scandalo mucca pazza assumesse grandi proporzioni, si trovavano, all'interno di siti di associazioni di controllo sulla salute come la World Health Organization, notizie dettagliate in Rete sulle cause e sui rischi di un'epidemia che, dai bovini, avrebbe potuto forse trasferirsi all'uomo.

Pochi mesi fa, mentre gli echi della vicenda mucca pazza si erano quasi spenti, un nuovo scandalo travolgeva le aziende alimentari e le autorità governative, quello del pollo alla diossina. Come è possibile verificare in un notiziario sulle attività del Parlamento Europeo, la CEE ne viene informata solo il 27 Maggio, ma il governo belga era a conoscenza di una situazione pericolosa già da molto tempo prima. Questa volta lo scandalo riguarda la presenza di diossina nel mangime per i polli di allevamento belga. Si tratta di una sostanza cancerogena presente nel pollame belga in quantità 1500 volte superiore al livello consentito. Il governo federale belga ha minimizzato e affermato che si è trattato di una contaminazione causata da una sola azienda e che un caso di questo genere non si ripeterà. Ma c'è chi sostiene che lo scandalo potrebbe avere proporzioni più vaste. Si parla di cibi contaminati passati da un paese all'altro prima del blocco delle esportazioni. Nel sito di Greenpeace si può consultare la lista degli innumerevoli processi chimici che comportano formazione di diossina e che potrebbero inavvertitamente contaminare il ciclo di produzione del mangime degli animali. Dovunque e non solo in Belgio.

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