Settimanale RAI Educational

Caccia al cibo transgenico

a cura dell' Agenzia Zadig


Come possiamo riconoscere il cibo transgenico in un supermercato con migliaia di prodotti esposti?
Le merci che utilizzano ingredienti geneticamente modificati sono ovunque: patatine fritte, cracker, biscotti, pasticcini, barrette di cioccolato, dessert e gelati confezionati, cibi precotti, condimenti, bevande e alimenti per l'infanzia.
La maggioranza di questi alimenti confezionati utilizzano come ingrediente fondamentale la soia e i suoi derivati.
Soia e mais sono le due colture più interessate dalla rivoluzione biotecnologica e da sole coprono il 99% di tutta la produzione transgenica.
Ma chi produce queste piante geneticamente modificate?
La Monsanto detiene il quasi monopolio nella produzione di soia transgenica.
Il suo prodotto più noto è una soia in grado di resistere a un erbicida prodotto dalla stessa società. L'azienda svizzera Novartis, invece, ha brevettato una varietà di mais che è inattaccabile dalla piralide, un parassita che spesso minaccia i raccolti. In questo settore sono impegnati anche altri colossi della agrochimica,
come la Du Pont, la AgrEvo e la Zeneca, che hanno brevettato altri vegetali transgenici: dal cotone alla colza, dalle patate ai pomodori, ma anche tabacco, melone, riso, barbabietola, radicchio.

L'utilizzo delle nuove varietà geneticamente modificate si sta espandendo molto rapidamente. Negli Stati Uniti e in Canada quelle commercializzate sono almeno 64, 20 se ne contano in Giappone e 8 in Europa. La superficie agraria coltivata l'anno scorso ammontava a 40 milioni di ettari (Cina esclusa), rispetto agli 11 milioni del 1997 e i 2 milioni del 1996. La schiacciante maggioranza delle coltivazioni si trova in USA, Argentina, Australia, Messico, Canada. In Italia esistono solo campi semina sperimentali, sulla cui localizzazione si mantiene un certo riserbo.

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