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Società - Servizio dell'11/06/99

Usi e utenti futuri di Internet

di Franco Carlini e Antonia Moro

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Indagine sugli usi di Internet
di Elena Capparelli


L'attuale estensione di Internet ha raggiunto ormai delle cifre considerevoli: secondo gli ultimi dati, il numero degli internauti ha ormai raggiunto la soglia dei cinquanta milioni: trenta milioni negli Stati Uniti, sei milioni in Europa, quattro milioni nel Sud-Est asiatico. Sono invece dodici milioni i server collegati - i cosiddetti host - e si prevede che nei prossimi anni arriveranno ad essere oltre cento milioni. Anche il numero delle pagine Web è considerevole: almeno centocinquanta milioni che, entro il 2002, passeranno a un miliardo.

Il popolo di Internet è molto differenziato e usa la Rete per motivi diversi. Ma chi sono e cosa cercano in Internet i professionisti, le imprese, i ricercatori e gli altri utenti?

James RichardsonAttualmente si tende a un cambiamento o, meglio, al coinvolgimento on line di gruppi sociali che finora avevano mantenuto le distanze dalla Rete. Negli Stati Uniti un esempio è rappresentato dalla maggiore presenza in Internet delle donne e dei gruppi di minoranza etnica: presenza che, peraltro, si registra nonostante il governo non abbia favorito il loro accesso on line con regole vantaggiose. Oltre alla varietà delle popolazioni che frequentano la Rete, l'uso di Internet varia a seconda delle età, degli interessi, degli usi stessi che gli utenti fanno delle informazioni provenienti dal Web.

Quale sarà allora l'uso di Internet nei prossimi anni? L'alternativa più probabile sembra essere quella che comprende commercio elettronico, intrattenimento e istruzione. E' questa l'opinione di James Richardson, vice presidente di Cisco System International (considerata altrettanto importante per Internet quanto Intel per i chip e Microsoft per il software):

Cisco Systems"La stessa Cisco Systems - dice Richardson - è un significativo esempio dell'uso di Internet nel settore del commercio elettronico; riteniamo di avere il più grande sito Web del mondo dove nel prossimo anno contiamo di gestire un giro di affari di oltre tre miliardi di dollari. Più del 40% dei nostri affari si svolge in questo angolo del Web. La fortuna dell'uso di Internet per l'intrattenimento deriva dal fatto che la gente trova il Web divertente: è una metodologia per cui uno può uscire, imparare e giocarci. Per quanto riguarda l'istruzione, penso che si tratti di una questione politica e sociale. La Rete offre un universo di informazioni disponibili e gratuite: gli studenti non sono più limitati ai libri di testo, ai pensieri dell'insegnante ma sono esposti ad un mondo di informazioni". Anche l'Italia, secondo Richardson, dovrebbe decidere se finanziare questo progetto. "Io penso - continua - che sia molto, molto importante che, nella misura in cui diventiamo sempre più dipendenti dalla tecnologia, i nostri figli la capiscano: e il Web è un modo eccellente di esporli alla tecnologia".MediaMente: servizio di Antonia Moro

 

Una tecnologia fondamentale improntata ad un'impostazione innovativa nell'uso del World Wide Web è quella "push". Cercare informazione su Internet è un'operazione normalmente lenta che porta via molto tempo.

Il "push" ovvia a questi inconvenienti: può essere il caso, per esempio, di un investitore in borsa che chiede al suo consulente finanziario o alla banca di essere informato sull'andamento dei suoi investimenti ogni volta che ci sono dei movimenti. Se compra dei titoli su Internet la sera, la mattina dopo riceve, con il sistema Short Message System, Sms, sul suo telefonino Gsm, l'eseguito del titolo con tutti i grafici e le simulazioni. In questa maniera non dovrà più chiamare il consulente tutte le mattine ma, al contrario, riceverà direttamente gli aggiornamenti e le informazioni richiesti.

UnescoL'evoluzione delle tecnologie di Internet va in direzione di servizi sempre più fruibili ed utilizzabili e verso una connessione che prevede via via un numero sempre maggiore di apparecchiature collegate, chiamata anche connessione trasparente: "Internet c'è, ma non si vede!". Cominceremo cioè a provare i grandi benefici della Rete, senza sapere che c'è Internet sotto. Del valore anche futuro della Rete, parla Philippe Queau, vice presidente della Divisione Informazione e Informatica dell'Unesco:

Philippe Queau"La questione è ambigua: da una parte, Internet permette e permetterà una maggiore solidarietà intellettuale sull'intero pianeta; le comunità scientifiche e professionali possono ormai ricorrere a tecnologie come Internet per dar vita a forum di dibattito e per incontrarsi nell'ambito dei newsgroup. Dall'altra, su Internet non si trovano che i propri simili: questo è il principio del newsgroup o del gruppo di interessi: ci si ritrova assieme a quanti fanno parte della propria comunità e in tal modo si forma una sorta di tribù o di tribalismo, un ghetto intellettuale. Non può parteciparvi chi non è connesso a Internet oppure chi appartiene a un'altra classe, come i poveri, gli esclusi, coloro che vivono in un Paese in via di sviluppo dove non c'è la connessione a Internet. Ad esempio, in Africa meno di una persona su cinquemila ha accesso alla Rete: per questo su Internet non si incontrano africani. E' la prova che Internet favorisce piuttosto una certa cultura omogenea, sebbene al contempo renda possibile anche l'incontro con forme di diversità. Internet presenta insomma sia un aspetto positivo che uno negativo: dà la possibilità di creare comunità intellettuali, gruppi di interessi comuni ma allo stesso tempo attua una forma di esclusione. La tendenza prevalente favorisce piuttosto un'attitudine all'isolamento: ci si mette davanti a uno schermo che funziona un po' da isolante sociale, nonostante, ad esempio, si abbia in tal modo la possibilità di collegarsi all'esterno tramite la posta elettronica. Credo che la grande sfida che Marshall McLuhanattende queste tecnologie sia ricreare il Foro, l'Agorà (la piazza principale del villaggio globale di cui parlava McLuhan), che sono i fondamenti stessi della vita pubblica".

Il timore di Queau è che si verifichi una scomparsa del luogo pubblico reale a vantaggio di luoghi pubblici virtuali, i quali però non funzionano come la piazza dell'Agorà greca o come il Foro repubblicano. "Il problema odierno - spiega - è che la Res Publica, la Cosa Pubblica non è precisamente conforme ai canoni della Cosa Virtuale: quest'ultima è appunto di natura tribale, non è altro che una successione di ghetti, per quanto interessanti, ma che non rappresentano l'interesse generale. Oggi non esiste una piazza pubblica mondiale: Internet è sì un medium di dimensioni mondiali ma, proprio per questo, una delle questioni politiche e sociologiche fondamentali che dobbiamo porci è in che modo far emergere un Foro pubblico mondiale, capace di incarnare l'interesse generale, per mezzo di una tecnica che essa stessa è potenzialmente mondiale. Il grosso rischio è invece di vedere moltiplicati, come avviene oggi, i ghetti intellettuali, che contribuiranno all'implosione del senso dell'interesse generale mondiale, il quale, di per sé, non è presente fisicamente in alcun luogo".
Questa è, secondo Queau, una delle questioni fondamentali per il futuro: trovare il modo di utilizzare certe tecnologie di mediatizzazione mondiale così che siano al servizio dell'interesse collettivo dell'umanità. "Si sa come usarle al servizio dell'interesse particolare di determinati gruppi d'influenza come, ad esempio, per la speculazione finanziaria, la soluzione di crisi militari, lo sviluppo di certe professioni specializzate. Ma questi gruppi particolari non rappresentano, necessariamente, il più grande interesse di tutti: quella Cosa Pubblica mondiale che rimane ancora da edificare.

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