Noi teniamo duro
C'è della gente che non si è mai arresa,
almeno dal punto di vista sentimentale, al tramonto dei vecchi
supporti. Nessuno potrà dimenticare il giorno in cui ha avuto tra
le mani quel particolare LP dei Beatles, o dei Pink Floyd. Ora non
si tratta di rifare per intero il paragone tra l'oggetto storico
"libro" e l'e-book, ma, diciamocelo, un po' è così.
Abbiamo incontrato Dario Salvatori, critico musicale ma soprattutto
grande appassionato e collezionista, e con lui abbiamo parlato di
collezionismo e Mp3
I ragazzi che oggi scaricano gli Mp3 dalla Rete sono
paragonabili ai ragazzi dei tuoi tempi, che volevano possedere tutto
di un determinato artista?
Intanto diciamo che l'Mp3 è la contraddizione in termini del
collezionismo, e che c'è poco gusto a collezionarlo. Credo che la
generazione dei giovanissimi, interessata al nuovo supporto, abbia
prodotto scarse attitudini al collezionismo, probabilmente perché
distratta da altre cose. È una generazione cresciuta con la video
music, quindi è chiaro che lo stesso concetto di possesso e di
penetrazione dell'oggetto è meno radicato. Tutto ciò che si
colleziona è toccabile, oltre che scambiabile e guardabile.
Ci fai una breve storia del tuo supporto musicale preferito,
il vinile?
All'inizio c'era il "padellone", e di poco successivo a
questo il 78 giri, ancora a foro piccolo ma pesantissimo. Il 78 giri
andò in pensione a causa di altri due formati: il 33 giri, a fine
anni 40, sempre a buco piccolo, e il 45 giri, a buco grande, con il
quale ci fu il boom, a inizio anni cinquanta. Poi però ci fu la
guerra dei buchi tra le case discografiche, perché il buco di due
centimetri e mezzo era coperto da copyright, e così le case
discografiche si industriarono, e produssero un 45 con il foro
piccolo.
Ma perché perdere tempo, soldi, anche spazio vitale,
guardando la tua casa, per collezionare vecchi dischi?
Se questi oggetti hanno cambiato la nostra vita, un motivo ci
sarà. Io credo, almeno nel mio caso, che il fascino risieda
nell'odore che emanano, nel piacere di toccarli e di toccare anche
le buste, le copertine mentre il disco gira. Gran parte di queste
cose che ancora arredano le nostre case, che in un certo senso ci
hanno cacciato dalle nostre case, non ci sono più. Bisognerebbe
prendere di peso tutta questa passione e trasportarla nei nuovi
supporti, e questo credo che non sia possibile: intanto per un fatto
di generazione, e anche perché si è sempre un po' restii a
trasportare la propria passione altrove.
E Internet? Vi è di supporto nella vostra attività di
collezionismo, o non vi siete adeguati alle nuove tecnologie?
I collezionisti sono tutti trasformisti, anche io mi sono
trasformato rispetto all'epoca del vinile. Noi siamo in grado di
offrire in Internet una hit parade delle valutazioni del
collezionismo. Per esempio al primo posto abbiamo i Beatles, venti
milioni la quotazione, poi i Rolling stones, eterni secondi, a
quindici milioni, poi i Jefferson Airplane a dodici milioni.
Hai mai pensati di buttare via tutto?
Il momento finale di ogni collezionista è quando si dismette
tutto, o perché non c'è più posto nelle case o perché si cambia
atteggiamento. Noi teniamo duro.
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