Mercoledi' 16 maggio 2001

Revisione testi a cura della redazione internet di MediaMente

Musica online parte 2

I supporti? Cos'erano mai?
(intervista a Eugenio Finardi)

In Rete tra hardware, software e gadgets

Musica e nuove tecnologie
(intervista a Laurie Anderson)

Noi teniamo duro
(intervista a Dario Salvatori)

Cd vs Mp3
(inchiesta di audio review in esclusiva per MediaMente)

 

La Posta di MediaMente
I vostri commenti sulle puntate dedicate alla musica online


La Posta di MediaMente

QUALE FUTURO PER LA MUSICA (ONLINE)? il futuro della musica. Tra immaterialità e nuove fruizioni, che succede al diritto d'autore e al mercato

di Maurizio Malabruzzi

Come immaginavamo, quando abbiamo deciso di riprendere il discorso sul futuro della musica (online) molto interesse si è acceso e molta posta è arrivata. Come molti di voi avranno notato, il materiale che abbiamo accumulato è stato veramente abbondante, tanto che abbiamo deciso di dividere in due puntate un tema così interessante per appassionati di musica, giovani musicisti, artisti affermati, dilettanti o semplici consumatori di musica. Quello che potete leggere in questa pagina non è un vero e proprio Forum, come per altro ci richiede la gentile Francesca, ma una semplice visione pubblica delle mail arrivate in redazione dopo la prima delle due puntate previste. Diciamo che si tratta di risposte aperte con possibilità ovviamente di replica. (se volete che il vostro indirizzo appaia confermatelo) Tutte le mail pongono l'accento sul costo dei dischi, sulla libertà offerta dal file-sharing di Napster e da altri siti simili, sul diritto d'autore, sul ruolo delle case discografiche, sulla ormai palese e consapevole rinuncia alla musica "gratis", anche se online. Oltre agli intervistati in due negozi di dischi così diversi come un megastore di Milano ed uno di dischi usati di Roma, anche Zulu degli irriducibili 99 Posse, crede legittimo il costo, anche se solo simbolico di 200 lire per un file da scaricare dalla rete. Poi ovviamente c'è il resto, c'è chi si avvicina timidamente, chi crede che un file in formato MP3 sia migliore di un brano ascoltato da CD, chi si lancia nella descrizione di un ipotetico negozio della musica del futuro. Fra i tanti ci è arrivato anche un file audio in formato MP3, peccato che era infettato da un nuovo virus. Anche questo è partecipare al dibattito in corso.

Per tutti invece ricordo il nostro indirizzo mediamente@rai.it e rimanete connessi.

Molte delle lettere che ci arrivano, e ci fa piacere, sono di studenti alle prese con le loro tesi. Grazie di riconoscerci quel ruolo Educational che la RAI ci affidato.

Salve, vorrei chiedervi un'informazione. Sto conducendo una ricerca sulla musica on line per la mia tesi in economia, in particolare sto cercando di capire come avviene, e in quali percentuali, la ripartizione dei ricavi (case discografiche, distribuzione, etc. ) della vendita dei cd nel mercato tradizionale. Attualmente la ricerca ha avuto scarsi risultati. Nella speranza che possiate aiutarmi, Vi porgo i miei più cordiali saluti. Arturo Salerno

caro Arturo, credo che per prima cosa tu debba rivolgerti alla SIAE (Società Italiana Autori ed Editori) o all'AFI (associazione fonografici italiani) sono loro che dispongono dei dati di cui tu hai bisogno.

Buongiorno, mi chiamo Nicola Scavalli e dirigo un'etichetta discografica indipendente: Unic Records. Seguendo il Vs. programma sull'argomento Napster, terrei a precisare la gravissima operazione legale con la quale si minaccia il mercato europeo della musica. Tenendo conto delle statistiche che dimostrano che gli utenti di Napster sono in maggioranza uomini tra i 18 e 24 anni, bisogna essere più obbiettivi sulle reali proiezioni di vendita previste per i prossimi anni e interrogarsi sul tipo di mercato che abbiamo in Italia. Vi allego una lettera di protesta che ho fatto circolare via mail a tutti gli operatori del settore che spero possa contribuire nell'argomentazione. Grazie. Nicola Scavalli

QUESTO MESSAGGIO NON VUOLE ASSOLUTAMENTE DIFENDERE O DENUNCIARE NAPSTER E LA SUA FUNZIONE! NAPSTER E' UNA REALTA' E SE QUALCUNO HA DECISO DI COMBATTERLA E' IMPORTANTE SAPERE COSA E' STATO REALMENTE FATTO E QUALI INTERESSI SONO STATI DIFESI RICORDANDO SEMPRE CHE NAPSTER HA CONTRIBUITO AL CALO DELLE VENDITE DEI CD IN MANIERA PROPORZIONALE ALLA NOTORIETA' DEGLI ARTISTI.

Il sito Napster offriva musica di tutti i gusti e generi agli utenti di Internet, certo si violava il diritto di autore e il calo delle vendite discografiche poteva essere attribuito all'esistenza di questo sito, ma almeno era un problema comune a major e indipendenti, americane ed europee. Il patrimonio artistico musicale (se così lo possiamo definire) o meglio il catalogo mondiale era a rischio, gli utenti del sito difendevano Napster rivendicando il diritto di ascoltare musica gratuitamente, le etichette discografiche invece esprimevano il loro giustificato disappunto. Oggi grazie a Internet, si è risolto il problema all'americana: Chi ha i soldi vince! Provate per esempio a cliccare Madonna, Dr Dre o Metallica su Napster e vedrete una simpatica scritta che indica chiaramente che Napster non trova nessun file in mp3 di questi artisti (i due nomi citati sono un esempio ma i titoli ormai usciti sono parecchi). Se poi invece cliccate un nome a caso nel catalogo nazionale italiano come Adriano Celentano, troverete tutti i suoi titoli (chi se ne importa, direte voi - ha già venduto un sacco di dischi!). Cercate allora il Vostro artista italiano preferito (senza citare tutta la musica internazionale indipendente o quasi etnica, rock, metal, reggae, elettronica, dance) ... uguale, troverete tutti i brani che volete (questo è un bene per alcuni ma non per la macchina produttiva degli artisti che si sentono dire al loro primo o secondo album che non hanno venduto!). Viene quindi da pensare che le Major (Multinazionali e parte lesa nel processo contro Napster), come al solito seguono una politica scorretta nei confronti dei loro artisti, se ci fosse un vero interesse economico, una multinazionale difenderebbe TUTTO il proprio catalogo e non i titoli di punta, titoli di punta americani ovviamente - Le major rappresentate in Italia e i loro artisti sono esclusi da questo provvedimento. Forse BMG Italia o Universal Italia non sono abbastanza importanti o forse servono a scaricare tasse che nascono dalle enormi vendite dei famosi titoli di punta… Adesso non importa più sapere se Napster fa bene o fa male alla musica importa solamente sapere che esiste musica di seria A e musica di serie B (in questo caso BMG considera Eros Ramazzotti un artista di serie B (sarà vero?).) Domani Napster potrà operare solo con i cataloghi delle indipendenti che inesorabilmente andranno in rovina. Sarebbe il caso che i responsabili italiani delle major si svegliassero e indicassero almeno le soluzioni politiche per la difesa del patrimonio musicale italiano on-line e off-line! Sennò e' inutile piangere dopo... Caro Jovanotti il tuo file è found e continuiamo a trovarlo. Unic Records www.unicrecords.it

gentile Nicola, come vede abbiamo pubblicato la sua lettera integralmente, proprio perché pensiamo possa servire ad aprire nuovi temi di dibattito sul tema Napster: devo dirle che in molti pensano esattamente il contrario di quello che lei scrive nel suo allegato, Napster più che per lo scambio di file di artisti di serie A serve proprio per far conoscere giovani musicisti, trovare musiche di popoli lontani, file difficilmente rintracciabili o a volte semplici intuizioni musicali. Così come ci hanno testimoniato gli Avion Travel, Eugenio Finardi ed Ernesto Assante. Fermo restando ancora una volta che tutti sono d'accordo che non può esistere, pena la sopravvivenza, la musica gratis. Forse in definitiva è ancora meglio poter trovare il file che si desidera.

Ciao a tutti vi seguo ogni mattina con estremo interesse, vorrei poi esprimere la mia opinione riguardo alla possibilità di scaricare file musicali, non capisco come sia giusto spendere 40.000 per un cd quando magari i brani che interessano sono solo 2 o 3, bisogna che i musicisti se lo mettano in testa che non è assolutamente giusto. Se ad un ragazzo piacciono 10 canzoni di 10 autori diversi e si vuol comprare 10 cd quanto spenderebbe, 400.000 lire? E se in famiglia i figli sono 2 o 3 e lavora solo un genitore? Quando vado a comprare un'auto nessuno mi obbliga a includere optional che non mi interessano. Vorrei dire a tutti quei gruppi che denigrano i siti tipo Napster, che comincino a far pagare un cd 10.000 lire visto che ormai i costi per produrlo non credo siano più così alti, e che grazie a questi siti come ha detto anche Massarini moltissimi brani sconosciuti si sono potuti ascoltare. Io ad esempio non ho mai potuto permettermi di acquistare i cd dei miei autori preferiti. grazie per l'attenzione e un grande ciao a Massarini, continua così Federico - Milano

Caro Federico, oltre ai consueti ringraziamenti per i complimenti, ti facciamo anche i complimenti per la tua forte dote di sintesi. Però dobbiamo dirti che da anni facciamo questo lavoro, non abbiamo mai sentito un artista dire che i dischi debbano costare tanto, credimi. È interessante invece il concetto di optional sui brani che non ti interessano, ma non credo che il paragone regga fino in fondo. Crediamo invece che siti come Napster abbiano ridato vita al concetto di singolo, che negli anni sessanta, come tu saprai, si chiamava 45 giri ed ha fatto la fortuna di tanti musicisti.

Gentilissima Redazione di Mediamente, volevo congratularmi con voi per la splendida puntata di mercoledì 9 maggio sulla musica on-line. Finalmente qualcuno ha parlato in maniera esaustiva di questo settore ahimè un po' trascurato. Le altre trasmissioni non sono riuscite ad esaminare in modo corretto questo argomento, infatti frequentemente hanno detto cose che non erano del tutto esatte. Il mio entusiasmo deriva dal fatto che sono un'esperta di questo settore (ho scritto anche un libro sulla Musica Digitale) e credetemi se Vi dico che avete egregiamente e professionalmente adempito all'arduo compito di parlare della musica digitale. Nel caso in cui desiderate contattarmi per eventuali chiarimenti o per acquisire informazioni, sarei lieta di interagire con Voi. In attesa di una graditissima Vostra risposta, colgo l'occasione per inviarVi i più cordiali saluti Dott.ssa Marina Matarazzo matarina@tin.it

Gentile Marina, speriamo abbia gradito anche la seconda parte del programma andato in onda il 16 maggio. Siamo curiosi di saperne di più sul suo libro sulla Musica Digitale.

Salve mi chiamo Francesca Intanto voglio farvi i complimenti per la trasmissione, che si dimostra sempre più educativa e interessante. Volevo in questa mail farvi solamente conoscere la mia opinione sul problema della musica on line, visto che di musica mi occupo a più livelli e si può dire ne abbia una certa nozione: ho potuto vedere solo una parte dell'ultima puntata che riguardava questo "immane" dilemma degli mp3, che so però avrà un seguito. Meno male visto che mi sento direttamente coinvolta nel problema. Allora dunque: cominciamo con l'affermare che in linea di massima io sono a favore della diffusione della musica in rete per una svariata sequela di motivi. Per prima cosa lo trovo un sistema per avere una scala di promozione molto più ampia di prima, soprattutto per quella musica che non si sente in giro (io ascolto musica di nicchia e se voglio sentire un disco prima di comprarlo vado su Napster scarico qualche brano e poi decido, così finisce l'era degli album che compro alla ceca e poi finiscono in cantina, cattivissima pubblicità). Secondo motivo tutti sanno che la tecnologia ancora non permette di avere una qualità non dico buona quanto meno decente della musica diffusa tramite formato mp3 (come futura fonica credo vada definito il fatto che già il digitale del cd rappresenta una perdita di qualità del suono figuriamoci un dato a 8 bit che passa diffuso per via telefonica che poi viene riconvertito a 16 bit su di un cd masterizzato dal computer). Su !! Quindi non diciamoci frottole anche il ragazzino che si sente un mago la prima volta che mette sullo stereo un Cd "masterizzato da mp3" si accorge che "non si sente molto bene". E' vero ci sono i lettori mp3 tascabili, molto comodi, devi passare del tempo a caricarne la memoria però, fai una compilation di ciò che vuoi, ma al massimo te li ascolti in cuffia, si forse si sentono meglio del cd passato in formato audio, non so, però non puoi cambiare disco se ti stanchi. Quindi non vedo come questo possa influire massicciamente ancora sul mercato musicale, anzi se mai ti fa venire più voglia di comprarti il cd, primo perché hai la possibilità di ascoltarlo prima e poi decidere, secondo perché ti accorgi che vuoi poterlo ascoltare come si deve. Quindi il vantaggio sta nel poter scegliere meglio la musica da acquistare, e magari comprarne di più proprio perché la si conosce di più. (E come acquirente di almeno 10 Cd al mese, finanze permettendo, questo è un gran vantaggio, forse, devo ammettere, non per chi compra un cd all'anno, però ripeto magari conoscendone di più ne prenderebbe di più). Terzo considero i siti distributori di musica in mp3, sorti a valanghe tempo fa, delle vere ruberie, è vero. Perché quelli si che possono fare a meno di esistere visto che fanno promozione solo per la musica commerciale che già spende miliardi in questo e in effetti posso capire come possano innervosirsi le major, soprattutto se poi dopo che loro li hanno spesi tu scarichi l'album gratis. (per parte mia non condivido la politica delle grosse case perché rappresentano l'appiattimento più totale della creatività musicale, però so che devono esistere perché senza i loro miliardi anche le indipendenti non potrebbero distribuire i loro prodotti. Anche se in effetti se la musica si diffondesse in rete questo ladrocigno operato dai colossi musicali nei confronti dei pesci piccoli finirebbe). In definitiva bisogna solo trovare il modo di farla pagare questa benedetta musica via etere, s'intende solo dopo averne migliorato la qualità però, oppure farla pagare meno. Alla fine tutti risparmierebbero soldi e i musicisti ne farebbero di più. E' solo il mondo che cambia, tutti si fanno prendere da questa frenesia polemica e allarmista, fanno discorsi filosofici, sull'originalità dell'opera d'arte, che diciamocelo come concetto di pezzo unico ed irripetibile è scomparso con l'avvento della registrazione industriale del brano. Quindi stiamo attenti a definire la rete come il responsabile della perdita della attribuibilità di un opera musicale ad un artista, o perdita di originalità la quale, se mai, sta solo nell'ascolto live . Spero che abbiate avuto la compiacenza di leggere la mia mail. E di non avervi annoiato. Vi ringrazio anticipatamente per la vostra gentile attenzione e spero di avervi dato un contributo se pur piccolo nel sapere cosa pensa la gente in riguardo all'argomento. Immagino che il sito di Mediamente non possa dotarsi di un forum di discussione, se no sarebbe veramente molto bello poter scambiare opinioni con altri sui vari argomenti trattati dal programma. Un grosso saluto a Carlo Massarini, che ricordo con affetto quando illuminava le mie serate di bambina nel lontano 1981 con l'unica trasmissione musicale veramente seria che io abbia mai visto. Grazie ancora Francesca

Cara Francesca, come hai potuto notare nella seconda parte della trasmissione abbiamo trattato proprio l'argomento di cui parlavi: la qualità della musica in formato MP3. A questo proposito abbiamo chiesto alla rivista Audioreview di spiegarci tecnicamente perché un CD si sente meglio. Dopo le prove tecniche abbiamo capito che quello che viene compressa è l'aria, lo spazio che sta intorno alla musica. Insomma gli tolgono l'anima. Anche tu come molti altri sei convinta che scaricare brani dalla rete possa servire fondamentalmente per valutare meglio il cd dell'artista che si vuole acquistare. Una sorta di buono-prova. Torniamo ancora al 45 giri, alla fine degli anni sessanta il piccolo disco nero era quasi sempre la spinta in più per acquistare il long playing, era il banco prova della nuova uscita discografica. A tal proposito i negozi di dischi più forniti mettevano a disposizione le cabine di ascolto, si andava alla cassa si cercavano i dischi da ascoltare (un po' come si fa oggi in rete con i motori di ricerca) poi una gentile commessa ti proponeva la prova d'ascolto personalizzata. Non la voglio annoiare con i racconti dei pomeriggi passati nella cabina della musica… una cosa la ricordo con certezza qualcuno del gruppo alla fine della giornata usciva soddisfatto dell'acquisto.

Salve, sono un navigatore e vorrei far conoscere la mia opinione sul file-sharing. Credo che l'assalto al Napster da parte delle case discografiche sia solo un tentativo per mettere in piedi un monopolio virtuale della musica equivalente a quello reale. Lo considerano come un bacino di utenza infinito. C'è da aggiungere che non hanno nessuna giustificazione per questo attacco visto che, per la prima volta negli ultimi anni, le vendite dei cd sono aumentate, casualmente proprio dall'avvento di Napster. Inoltre è ovvio che alla base della pirateria c'è l'elevato costo dei cd. Di conseguenza non so fino a che punto il file-sharing possa essere considerato pirateria: non tutti hanno un computer in grado di far ascoltare la musica con la stessa qualità di un hi-fi e non tutti hanno un masterizzatore per poter trasferire gli mp3 su cd. Credo che la soluzione migliore sia quella di mettere tutto nelle mani dei veri proprietari della musica: gli artisti. Sono convinto che chiunque pagherebbe gli artisti se fossero loro stessi a vendere e a decidere il prezzo della loro musica (si potrebbe fare un sondaggio a riguardo). Sarebbe l'unico modo per dare un prezzo giusto alla musica via internet (gli artisti sono artisti e non speculatori). In più gli artisti guadagnerebbero di più e in diversi modi facendo scaricare la musica da un sito ufficiale e i file-sharing non avrebbero più ragione d'esistere in quanto tutti scaricherebbero la musica dai siti ufficiali degli artisti accettandone le condizioni e, anzi, ci nascerebbero reali giustificazioni per considerare illegali i file-sharing. Credo che si sia capito che è finito il tempo delle case discografiche... è giunto il momento che si facciano da parte e lascino il potere agli artisti, e lo spazio di emergere ai giovani (quanti "nuovi" si perdono a causa delle case discografiche?). Grazie. Michele da Foggia.

Caro Michele, la utopica visione dell'artista e la tua appassionata invettiva contro le case discografiche non passerà inosservata, stai pur certo. Quello che tu chiedi in realtà lo fanno già le etichette indipendenti (hai letto la mail di Nicola?) è difficile per un artista provvedere in proprio a tutta una serie di attività - dalla promozione alla tutela dei diritti, dal costo di produzione fino ai concerti - quindi credo che le etichette discografiche esisteranno ancora per molto. Come è anche vero che alcuni musicisti stanno tentando di "vendere" direttamente sulla rete i propri brani. Ma credimi non è così facile.

From: "danielebazzani" To: <mediamente@rai.it> Subject: idioti Date: Thu, 17 May 2001 10:27:19 +0200

Complimenti per la puntata su come rubare musica su internet, con annessa intervista all'hackerozzo di turno che spiega come farlo..... siete dei buffoni, avete in mano un potere che neanche capite, e invece di spiegare che noi poveri musicisti già facciamo una vita di merda (perché non c'è solo Ramazzotti o qualche gruppo americano che ama napster tanto già hanno i miliardi), legittimate il furto. Non mi interessa il contorno: i dischi costano troppo, lo sappiamo tutti, ma volete spiegare che ci vogliono anni per imparare uno straccio di tecnica sullo strumento e per comprare milioni e milioni di lire di attrezzatura e ascoltare musica e capire come si fa a scriverne e produrne di decente, e poi arriva un deficiente qualsiasi e se la prende gratis..... pensate che se le mele si potessero prendere gratis la gente le pagherebbe ancora? volete far capire all'idiozia generale che se si ama davvero un artista e gli si ruba la musica, automaticamente glielo si mette nel culo? o non vi è chiaro? tanti cari saluti da chi si sbatte per i vostri walkman del cazzo. Daniele Bazzani

Caro Daniele, ci dispiace di non essere riusciti a spiegarti che secondo noi e principalmente secondo tutti quelli che sono intervenuti, la musica va pagata, con modalità e costi ancora da concordare. Anzi, se hai ascoltato bene erano proprio gli Avion Travel ed Eugenio Finardi, due musicisti, quindi due diretti interessati a raccontare le loro esperienze positive con il file-sharing. Per quanto riguarda l'hackerozzo così come tu lo definisci, è un musicista anche lui.

From: "seba" To: <mediamente@rai.it> Subject: ancora sugli mp3 Date: Thu, 17 May 2001 00:51:48 +0200

Cortese redazione di mediamente sono un telespettatore di caserta, so che questa e- mail arriva un po' tardi ma penso di avere un indicazione utile per giudicare la qualità dei vari formati audio. nell'allegato vi è un file bitmap con tre grafici rappresentanti la d.f.t di uno stesso brano riprodotto nei formati wma mp3 e wave come si vede il taglio in frequenza dei 2 files compressi è intorno ai 16-18 kHz e c'è un compressione dei volumi sulle medie frequenze (il tasso di comp. è 128 kb/s). spero di essere utile magari per un'altra volta vi lascio porgendo le mie congratulazioni continuate così

Caro telespettatore di caserta, la ringraziamo per i file che ci ha inviato, questo è proprio quello che cerchiamo da sempre dai nostri telespettatori: uno scambio continuo e proficuo. Spero abbia visto anche il test realizzato per noi dalla rivista Audioreview durante la puntata trasmessa ieri sera. il risultato finale era il medesimo del suo. l'MP3 si perde delle informazioni preziose durante il suo percorso.