La Posta di MediaMente
QUALE FUTURO PER LA MUSICA (ONLINE)? il futuro
della musica. Tra immaterialità e nuove fruizioni, che succede al
diritto d'autore e al mercato
di Maurizio Malabruzzi
Come immaginavamo, quando abbiamo deciso di riprendere il
discorso sul futuro della musica (online) molto interesse si è
acceso e molta posta è arrivata. Come molti di voi avranno notato,
il materiale che abbiamo accumulato è stato veramente abbondante,
tanto che abbiamo deciso di dividere in due puntate un tema così
interessante per appassionati di musica, giovani musicisti, artisti
affermati, dilettanti o semplici consumatori di musica. Quello che
potete leggere in questa pagina non è un vero e proprio Forum, come
per altro ci richiede la gentile Francesca, ma una semplice visione
pubblica delle mail arrivate in redazione dopo la prima delle due
puntate previste. Diciamo che si tratta di risposte aperte con
possibilità ovviamente di replica. (se volete che il vostro
indirizzo appaia confermatelo) Tutte le mail pongono l'accento sul
costo dei dischi, sulla libertà offerta dal file-sharing di Napster
e da altri siti simili, sul diritto d'autore, sul ruolo delle case
discografiche, sulla ormai palese e consapevole rinuncia alla musica
"gratis", anche se online. Oltre agli intervistati in due
negozi di dischi così diversi come un megastore di Milano ed uno di
dischi usati di Roma, anche Zulu degli irriducibili 99 Posse, crede
legittimo il costo, anche se solo simbolico di 200 lire per un file
da scaricare dalla rete. Poi ovviamente c'è il resto, c'è chi si
avvicina timidamente, chi crede che un file in formato MP3 sia
migliore di un brano ascoltato da CD, chi si lancia nella
descrizione di un ipotetico negozio della musica del futuro. Fra i
tanti ci è arrivato anche un file audio in formato MP3, peccato che
era infettato da un nuovo virus. Anche questo è partecipare al
dibattito in corso.
Per tutti invece ricordo il nostro indirizzo mediamente@rai.it
e rimanete connessi.
Molte delle lettere che ci arrivano, e ci fa piacere, sono di
studenti alle prese con le loro tesi. Grazie di riconoscerci quel
ruolo Educational che la RAI ci affidato.
Salve,
vorrei chiedervi un'informazione. Sto conducendo una ricerca sulla
musica on line per la mia tesi in economia, in particolare sto
cercando di capire come avviene, e in quali percentuali, la
ripartizione dei ricavi (case discografiche, distribuzione, etc. )
della vendita dei cd nel mercato tradizionale. Attualmente la
ricerca ha avuto scarsi risultati. Nella speranza che possiate
aiutarmi, Vi porgo i miei più cordiali saluti. Arturo Salerno
caro Arturo, credo che per prima cosa tu debba rivolgerti alla
SIAE (Società Italiana Autori ed Editori) o all'AFI (associazione
fonografici italiani) sono loro che dispongono dei dati di cui tu
hai bisogno.
Buongiorno,
mi chiamo Nicola Scavalli e dirigo un'etichetta discografica
indipendente: Unic Records. Seguendo il Vs. programma sull'argomento
Napster, terrei a precisare la gravissima operazione legale con la
quale si minaccia il mercato europeo della musica. Tenendo conto
delle statistiche che dimostrano che gli utenti di Napster sono in
maggioranza uomini tra i 18 e 24 anni, bisogna essere più
obbiettivi sulle reali proiezioni di vendita previste per i prossimi
anni e interrogarsi sul tipo di mercato che abbiamo in Italia. Vi
allego una lettera di protesta che ho fatto circolare via mail a
tutti gli operatori del settore che spero possa contribuire
nell'argomentazione. Grazie. Nicola Scavalli
QUESTO MESSAGGIO NON VUOLE ASSOLUTAMENTE DIFENDERE O DENUNCIARE
NAPSTER E LA SUA FUNZIONE! NAPSTER E' UNA REALTA' E SE QUALCUNO HA
DECISO DI COMBATTERLA E' IMPORTANTE SAPERE COSA E' STATO REALMENTE
FATTO E QUALI INTERESSI SONO STATI DIFESI RICORDANDO SEMPRE CHE
NAPSTER HA CONTRIBUITO AL CALO DELLE VENDITE DEI CD IN MANIERA
PROPORZIONALE ALLA NOTORIETA' DEGLI ARTISTI.
Il sito Napster offriva musica di tutti i gusti e generi agli
utenti di Internet, certo si violava il diritto di autore e il calo
delle vendite discografiche poteva essere attribuito all'esistenza
di questo sito, ma almeno era un problema comune a major e
indipendenti, americane ed europee. Il patrimonio artistico musicale
(se così lo possiamo definire) o meglio il catalogo mondiale era a
rischio, gli utenti del sito difendevano Napster rivendicando il
diritto di ascoltare musica gratuitamente, le etichette
discografiche invece esprimevano il loro giustificato disappunto.
Oggi grazie a Internet, si è risolto il problema all'americana: Chi
ha i soldi vince! Provate per esempio a cliccare Madonna, Dr Dre o
Metallica su Napster e vedrete una simpatica scritta che indica
chiaramente che Napster non trova nessun file in mp3 di questi
artisti (i due nomi citati sono un esempio ma i titoli ormai usciti
sono parecchi). Se poi invece cliccate un nome a caso nel catalogo
nazionale italiano come Adriano Celentano, troverete tutti i suoi
titoli (chi se ne importa, direte voi - ha già venduto un sacco di
dischi!). Cercate allora il Vostro artista italiano preferito (senza
citare tutta la musica internazionale indipendente o quasi etnica,
rock, metal, reggae, elettronica, dance) ... uguale, troverete tutti
i brani che volete (questo è un bene per alcuni ma non per la
macchina produttiva degli artisti che si sentono dire al loro primo
o secondo album che non hanno venduto!). Viene quindi da pensare che
le Major (Multinazionali e parte lesa nel processo contro Napster),
come al solito seguono una politica scorretta nei confronti dei loro
artisti, se ci fosse un vero interesse economico, una multinazionale
difenderebbe TUTTO il proprio catalogo e non i titoli di punta,
titoli di punta americani ovviamente - Le major rappresentate in
Italia e i loro artisti sono esclusi da questo provvedimento. Forse
BMG Italia o Universal Italia non sono abbastanza importanti o forse
servono a scaricare tasse che nascono dalle enormi vendite dei
famosi titoli di punta… Adesso non importa più sapere se Napster
fa bene o fa male alla musica importa solamente sapere che esiste
musica di seria A e musica di serie B (in questo caso BMG considera
Eros Ramazzotti un artista di serie B (sarà vero?).) Domani Napster
potrà operare solo con i cataloghi delle indipendenti che
inesorabilmente andranno in rovina. Sarebbe il caso che i
responsabili italiani delle major si svegliassero e indicassero
almeno le soluzioni politiche per la difesa del patrimonio musicale
italiano on-line e off-line! Sennò e' inutile piangere dopo... Caro
Jovanotti il tuo file è found e continuiamo a trovarlo. Unic
Records www.unicrecords.it
gentile Nicola, come vede abbiamo pubblicato la sua lettera
integralmente, proprio perché pensiamo possa servire ad aprire
nuovi temi di dibattito sul tema Napster: devo dirle che in molti
pensano esattamente il contrario di quello che lei scrive nel suo
allegato, Napster più che per lo scambio di file di artisti di
serie A serve proprio per far conoscere giovani musicisti, trovare
musiche di popoli lontani, file difficilmente rintracciabili o a
volte semplici intuizioni musicali. Così come ci hanno testimoniato
gli Avion Travel, Eugenio Finardi ed Ernesto Assante. Fermo restando
ancora una volta che tutti sono d'accordo che non può esistere,
pena la sopravvivenza, la musica gratis. Forse in definitiva è
ancora meglio poter trovare il file che si desidera.
Ciao
a tutti vi seguo ogni mattina con estremo interesse, vorrei poi
esprimere la mia opinione riguardo alla possibilità di scaricare
file musicali, non capisco come sia giusto spendere 40.000 per un cd
quando magari i brani che interessano sono solo 2 o 3, bisogna che i
musicisti se lo mettano in testa che non è assolutamente giusto. Se
ad un ragazzo piacciono 10 canzoni di 10 autori diversi e si vuol
comprare 10 cd quanto spenderebbe, 400.000 lire? E se in famiglia i
figli sono 2 o 3 e lavora solo un genitore? Quando vado a comprare
un'auto nessuno mi obbliga a includere optional che non mi
interessano. Vorrei dire a tutti quei gruppi che denigrano i siti
tipo Napster, che comincino a far pagare un cd 10.000 lire visto che
ormai i costi per produrlo non credo siano più così alti, e che
grazie a questi siti come ha detto anche Massarini moltissimi brani
sconosciuti si sono potuti ascoltare. Io ad esempio non ho mai
potuto permettermi di acquistare i cd dei miei autori preferiti.
grazie per l'attenzione e un grande ciao a Massarini, continua così
Federico - Milano
Caro Federico, oltre ai consueti ringraziamenti per i
complimenti, ti facciamo anche i complimenti per la tua forte dote
di sintesi. Però dobbiamo dirti che da anni facciamo questo lavoro,
non abbiamo mai sentito un artista dire che i dischi debbano costare
tanto, credimi. È interessante invece il concetto di optional sui
brani che non ti interessano, ma non credo che il paragone regga
fino in fondo. Crediamo invece che siti come Napster abbiano ridato
vita al concetto di singolo, che negli anni sessanta, come tu
saprai, si chiamava 45 giri ed ha fatto la fortuna di tanti
musicisti.
Gentilissima
Redazione di Mediamente, volevo congratularmi con voi per la
splendida puntata di mercoledì 9 maggio sulla musica on-line.
Finalmente qualcuno ha parlato in maniera esaustiva di questo
settore ahimè un po' trascurato. Le altre trasmissioni non sono
riuscite ad esaminare in modo corretto questo argomento, infatti
frequentemente hanno detto cose che non erano del tutto esatte. Il
mio entusiasmo deriva dal fatto che sono un'esperta di questo
settore (ho scritto anche un libro sulla Musica Digitale) e
credetemi se Vi dico che avete egregiamente e professionalmente
adempito all'arduo compito di parlare della musica digitale. Nel
caso in cui desiderate contattarmi per eventuali chiarimenti o per
acquisire informazioni, sarei lieta di interagire con Voi. In attesa
di una graditissima Vostra risposta, colgo l'occasione per inviarVi
i più cordiali saluti Dott.ssa Marina Matarazzo matarina@tin.it
Gentile Marina, speriamo abbia gradito anche la seconda parte
del programma andato in onda il 16 maggio. Siamo curiosi di saperne
di più sul suo libro sulla Musica Digitale.
Salve
mi chiamo Francesca Intanto voglio farvi i complimenti per la
trasmissione, che si dimostra sempre più educativa e interessante.
Volevo in questa mail farvi solamente conoscere la mia opinione sul
problema della musica on line, visto che di musica mi occupo a più
livelli e si può dire ne abbia una certa nozione: ho potuto vedere
solo una parte dell'ultima puntata che riguardava questo
"immane" dilemma degli mp3, che so però avrà un seguito.
Meno male visto che mi sento direttamente coinvolta nel problema.
Allora dunque: cominciamo con l'affermare che in linea di massima io
sono a favore della diffusione della musica in rete per una svariata
sequela di motivi. Per prima cosa lo trovo un sistema per avere una
scala di promozione molto più ampia di prima, soprattutto per
quella musica che non si sente in giro (io ascolto musica di nicchia
e se voglio sentire un disco prima di comprarlo vado su Napster
scarico qualche brano e poi decido, così finisce l'era degli album
che compro alla ceca e poi finiscono in cantina, cattivissima
pubblicità). Secondo motivo tutti sanno che la tecnologia ancora
non permette di avere una qualità non dico buona quanto meno
decente della musica diffusa tramite formato mp3 (come futura fonica
credo vada definito il fatto che già il digitale del cd rappresenta
una perdita di qualità del suono figuriamoci un dato a 8 bit che
passa diffuso per via telefonica che poi viene riconvertito a 16 bit
su di un cd masterizzato dal computer). Su !! Quindi non diciamoci
frottole anche il ragazzino che si sente un mago la prima volta che
mette sullo stereo un Cd "masterizzato da mp3" si accorge
che "non si sente molto bene". E' vero ci sono i lettori
mp3 tascabili, molto comodi, devi passare del tempo a caricarne la
memoria però, fai una compilation di ciò che vuoi, ma al massimo
te li ascolti in cuffia, si forse si sentono meglio del cd passato
in formato audio, non so, però non puoi cambiare disco se ti
stanchi. Quindi non vedo come questo possa influire massicciamente
ancora sul mercato musicale, anzi se mai ti fa venire più voglia di
comprarti il cd, primo perché hai la possibilità di ascoltarlo
prima e poi decidere, secondo perché ti accorgi che vuoi poterlo
ascoltare come si deve. Quindi il vantaggio sta nel poter scegliere
meglio la musica da acquistare, e magari comprarne di più proprio
perché la si conosce di più. (E come acquirente di almeno 10 Cd al
mese, finanze permettendo, questo è un gran vantaggio, forse, devo
ammettere, non per chi compra un cd all'anno, però ripeto magari
conoscendone di più ne prenderebbe di più). Terzo considero i siti
distributori di musica in mp3, sorti a valanghe tempo fa, delle vere
ruberie, è vero. Perché quelli si che possono fare a meno di
esistere visto che fanno promozione solo per la musica commerciale
che già spende miliardi in questo e in effetti posso capire come
possano innervosirsi le major, soprattutto se poi dopo che loro li
hanno spesi tu scarichi l'album gratis. (per parte mia non condivido
la politica delle grosse case perché rappresentano l'appiattimento
più totale della creatività musicale, però so che devono esistere
perché senza i loro miliardi anche le indipendenti non potrebbero
distribuire i loro prodotti. Anche se in effetti se la musica si
diffondesse in rete questo ladrocigno operato dai colossi musicali
nei confronti dei pesci piccoli finirebbe). In definitiva bisogna
solo trovare il modo di farla pagare questa benedetta musica via
etere, s'intende solo dopo averne migliorato la qualità però,
oppure farla pagare meno. Alla fine tutti risparmierebbero soldi e i
musicisti ne farebbero di più. E' solo il mondo che cambia, tutti
si fanno prendere da questa frenesia polemica e allarmista, fanno
discorsi filosofici, sull'originalità dell'opera d'arte, che
diciamocelo come concetto di pezzo unico ed irripetibile è
scomparso con l'avvento della registrazione industriale del brano.
Quindi stiamo attenti a definire la rete come il responsabile della
perdita della attribuibilità di un opera musicale ad un artista, o
perdita di originalità la quale, se mai, sta solo nell'ascolto live
. Spero che abbiate avuto la compiacenza di leggere la mia mail. E
di non avervi annoiato. Vi ringrazio anticipatamente per la vostra
gentile attenzione e spero di avervi dato un contributo se pur
piccolo nel sapere cosa pensa la gente in riguardo all'argomento.
Immagino che il sito di Mediamente non possa dotarsi di un forum di
discussione, se no sarebbe veramente molto bello poter scambiare
opinioni con altri sui vari argomenti trattati dal programma. Un
grosso saluto a Carlo Massarini, che ricordo con affetto quando
illuminava le mie serate di bambina nel lontano 1981 con l'unica
trasmissione musicale veramente seria che io abbia mai visto. Grazie
ancora Francesca
Cara Francesca, come hai potuto notare nella seconda parte
della trasmissione abbiamo trattato proprio l'argomento di cui
parlavi: la qualità della musica in formato MP3. A questo proposito
abbiamo chiesto alla rivista Audioreview di spiegarci tecnicamente
perché un CD si sente meglio. Dopo le prove tecniche abbiamo capito
che quello che viene compressa è l'aria, lo spazio che sta intorno
alla musica. Insomma gli tolgono l'anima. Anche tu come molti altri
sei convinta che scaricare brani dalla rete possa servire
fondamentalmente per valutare meglio il cd dell'artista che si vuole
acquistare. Una sorta di buono-prova. Torniamo ancora al 45 giri,
alla fine degli anni sessanta il piccolo disco nero era quasi sempre
la spinta in più per acquistare il long playing, era il banco prova
della nuova uscita discografica. A tal proposito i negozi di dischi
più forniti mettevano a disposizione le cabine di ascolto, si
andava alla cassa si cercavano i dischi da ascoltare (un po' come si
fa oggi in rete con i motori di ricerca) poi una gentile commessa ti
proponeva la prova d'ascolto personalizzata. Non la voglio annoiare
con i racconti dei pomeriggi passati nella cabina della musica…
una cosa la ricordo con certezza qualcuno del gruppo alla fine della
giornata usciva soddisfatto dell'acquisto.
Salve,
sono un navigatore e vorrei far conoscere la mia opinione sul
file-sharing. Credo che l'assalto al Napster da parte delle case
discografiche sia solo un tentativo per mettere in piedi un
monopolio virtuale della musica equivalente a quello reale. Lo
considerano come un bacino di utenza infinito. C'è da aggiungere
che non hanno nessuna giustificazione per questo attacco visto che,
per la prima volta negli ultimi anni, le vendite dei cd sono
aumentate, casualmente proprio dall'avvento di Napster. Inoltre è
ovvio che alla base della pirateria c'è l'elevato costo dei cd. Di
conseguenza non so fino a che punto il file-sharing possa essere
considerato pirateria: non tutti hanno un computer in grado di far
ascoltare la musica con la stessa qualità di un hi-fi e non tutti
hanno un masterizzatore per poter trasferire gli mp3 su cd. Credo
che la soluzione migliore sia quella di mettere tutto nelle mani dei
veri proprietari della musica: gli artisti. Sono convinto che
chiunque pagherebbe gli artisti se fossero loro stessi a vendere e a
decidere il prezzo della loro musica (si potrebbe fare un sondaggio
a riguardo). Sarebbe l'unico modo per dare un prezzo giusto alla
musica via internet (gli artisti sono artisti e non speculatori). In
più gli artisti guadagnerebbero di più e in diversi modi facendo
scaricare la musica da un sito ufficiale e i file-sharing non
avrebbero più ragione d'esistere in quanto tutti scaricherebbero la
musica dai siti ufficiali degli artisti accettandone le condizioni
e, anzi, ci nascerebbero reali giustificazioni per considerare
illegali i file-sharing. Credo che si sia capito che è finito il
tempo delle case discografiche... è giunto il momento che si
facciano da parte e lascino il potere agli artisti, e lo spazio di
emergere ai giovani (quanti "nuovi" si perdono a causa
delle case discografiche?). Grazie. Michele da Foggia.
Caro Michele, la utopica visione dell'artista e la tua
appassionata invettiva contro le case discografiche non passerà
inosservata, stai pur certo. Quello che tu chiedi in realtà lo
fanno già le etichette indipendenti (hai letto la mail di Nicola?)
è difficile per un artista provvedere in proprio a tutta una serie
di attività - dalla promozione alla tutela dei diritti, dal costo
di produzione fino ai concerti - quindi credo che le etichette
discografiche esisteranno ancora per molto. Come è anche vero che
alcuni musicisti stanno tentando di "vendere" direttamente
sulla rete i propri brani. Ma credimi non è così facile.
From:
"danielebazzani" To: <mediamente@rai.it> Subject:
idioti Date: Thu, 17 May 2001 10:27:19 +0200
Complimenti per la puntata su come rubare musica su internet, con
annessa intervista all'hackerozzo di turno che spiega come
farlo..... siete dei buffoni, avete in mano un potere che neanche
capite, e invece di spiegare che noi poveri musicisti già facciamo
una vita di merda (perché non c'è solo Ramazzotti o qualche gruppo
americano che ama napster tanto già hanno i miliardi), legittimate
il furto. Non mi interessa il contorno: i dischi costano troppo, lo
sappiamo tutti, ma volete spiegare che ci vogliono anni per imparare
uno straccio di tecnica sullo strumento e per comprare milioni e
milioni di lire di attrezzatura e ascoltare musica e capire come si
fa a scriverne e produrne di decente, e poi arriva un deficiente
qualsiasi e se la prende gratis..... pensate che se le mele si
potessero prendere gratis la gente le pagherebbe ancora? volete far
capire all'idiozia generale che se si ama davvero un artista e gli
si ruba la musica, automaticamente glielo si mette nel culo? o non
vi è chiaro? tanti cari saluti da chi si sbatte per i vostri
walkman del cazzo. Daniele Bazzani
Caro Daniele, ci dispiace di non essere riusciti a spiegarti
che secondo noi e principalmente secondo tutti quelli che sono
intervenuti, la musica va pagata, con modalità e costi ancora da
concordare. Anzi, se hai ascoltato bene erano proprio gli Avion
Travel ed Eugenio Finardi, due musicisti, quindi due diretti
interessati a raccontare le loro esperienze positive con il
file-sharing. Per quanto riguarda l'hackerozzo così come tu lo
definisci, è un musicista anche lui.
From:
"seba" To: <mediamente@rai.it> Subject: ancora sugli
mp3 Date: Thu, 17 May 2001 00:51:48 +0200
Cortese
redazione di mediamente sono un telespettatore di caserta, so che
questa e- mail arriva un po' tardi ma penso di avere un indicazione
utile per giudicare la qualità dei vari formati audio.
nell'allegato vi è un file bitmap con tre grafici rappresentanti la
d.f.t di uno stesso brano riprodotto nei formati wma mp3 e wave come
si vede il taglio in frequenza dei 2 files compressi è intorno ai
16-18 kHz e c'è un compressione dei volumi sulle medie frequenze
(il tasso di comp. è 128 kb/s). spero di essere utile magari per
un'altra volta vi lascio porgendo le mie congratulazioni continuate
così
Caro telespettatore di caserta, la ringraziamo per i file che
ci ha inviato, questo è proprio quello che cerchiamo da sempre dai
nostri telespettatori: uno scambio continuo e proficuo. Spero abbia
visto anche il test realizzato per noi dalla rivista Audioreview
durante la puntata trasmessa ieri sera. il risultato finale era il
medesimo del suo. l'MP3 si perde delle informazioni preziose durante
il suo percorso.
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