Mercoledi' 25 aprile 2001

Revisione testi a cura della redazione internet di MediaMente

Il grande crack

L'avevo detto io…
Intervista a M.Mandel

TheStreet.com, un modello per l'informazione finanziaria

È dura ma l'Europa tiene…

Cari manager, rimboccatevi le maniche

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L'avevo detto io…

Michael J. Mandel, grande giornalista economico di "Business Week" ha scritto un saggio di successo dal titolo eloquente "Internet Depression"

Come e perché lei aveva previsto cosa stava per accadere?

Sono stato uno dei primi negli Stati Uniti a rendermi conto del nuovo boom economico nei caotici anni Novanta. Sapevo che quella fase di sviluppo era dovuta alla tecnologia e agli investimenti finanziari, ma la maggior parte di essi sono ad alto rischio e molto variabili dal punto di vista economico. Ero sicuro che questo boom sarebbe stato seguito da un crollo, la domanda era: "Quando?". Ero certo che verso la fine del 1999 e gli inizi del 2000 avrei iniziato a vedere i primi cenni dell'imminente crollo, quindi in quel periodo iniziai a scrivere Internet Depression (La caduta di Internet). Prima che la Rete iniziasse a perdere colpi tutti credevano che in quel momento fossi impazzito, ma la situazione oggi è cambiata ed è divenuta reale.

Quali furono le cause della crescita del Nasdaq e quali quelle della sua discesa così verticale ed in così pochi mesi?

Le cause principali per la caduta dei titoli americani vanno ricercate nel boom del capitale degli investitori. Vede, guadagnare troppo velocemente tutto questo nuovo denaro, che proviene del settore tecnologico e che in precedenza non possedeva nessuna nazione, porta cambiamenti positivi e negativi. Di positivo c'è che si ottiene uno sviluppo molto più veloce che in qualsiasi altro campo; di negativo c'è che si può cadere in un circolo vizioso che provoca il fallimento. Infatti, se il mercato si ferma influenza negativamente i titoli tecnologici, di conseguenza i titoli tecnologici crollano e provocano l'ulteriore discesa del mercato già fermo precedentemente. In questo modo si rischia il ribasso totale della borsa. A mio avviso, ci troviamo in un momento di crisi dovuto alla caduta di Internet, questo processo non si è ancora concluso. Siamo ancora al principio.

Se dovessimo identificare le cause di questo momento, dove crede che esse risiedano? Negli analisti che a volte hanno gonfiato i titoli e non hanno rivelato gli affari che realmente celavano con i loro schemi? Nella stampa che ha diffuso l'euforia generale? Negli investitori che erano troppo inesperti e non hanno capito che si trovavano in un giro d'affari rischioso?

Credo che le cause si possano imputare alla terza causa che lei ha citato; gli investitori non hanno compreso l'entità del rischio che correvano. Essi hanno agito in maniera troppo avventata investendo nelle proprie compagnie che erano ad uno stadio di sviluppo troppo prematuro. Ancora più importante è quello che è accaduto quando a questi investitori sono stati avvertiti dell'imminente calo. Negli ultimi tempi la cosa migliore da farsi quando il Nasdaq, dapprima fermo, iniziava a scendere, era comprare. Gli investitori hanno assistito alla crescita del Nasdaq, ma poi hanno perso tutto perché non credevano che potesse scendere. Quindi, non incolpo agli analisti né la stampa finanziaria, anche se gli analisti sono stati, come lei sa, troppo ottimisti. La gente negli ultimi quattro anni ha creduto che i titoli tecnologici sarebbero saliti e ha pensato: "Devo assolutamente investire anch'io". Adesso però hanno capito che la new economy è molto, molto variabile e presenta considerevoli cadute e salite, proprio come la old economy. Credo che ora inizino a rendersene conto.

Avete una stampa finanziaria indipendente in America?

Sì certamente, non tentiamo di contrastare quando qualcuno pubblica la propria posizione finanziaria. Anzi, leggendo questi giornali noterà che hanno anche una considerevole influenza sull'opinione pubblica. Ad esempio, quando scrissi i miei articoli sul Business Week circa l'imminente crollo economico il giornale li pubblicò anche se mi spiegarono che quei miei avvertimenti avrebbero potuto scioccare il pubblico.

Siamo alla fine di questo periodo o no, cosa crede che accadrà?

Voglio solo dire che finora mi riferivo all'economia americana, mentre l'economia europea e quella globale stanno facendo dei progressi. In cinque, dieci anni subiranno un forte incremento, e il Nasdaq salirà, diventeranno delle potenze economiche. Il futuro immediato è promettente, anche se in seguito potrebbe ingrigirsi. Invece, per quanto riguarda gli Stati Uniti, il Nasdaq continuerà ad affondare e questa ulteriore caduta si diffonderà in maniera globale. Comunque, non dimentichiamo che questo è un aspetto della new economy che è soggetta ad alti e bassi. Dobbiamo prestare molta attenzione a quello che facciamo e dobbiamo cercare di raggiungere una crescita maggiore, tenendo conto che nella borsa ci sono forti oscillazioni. Non credo che questo sia anormale, vogliamo un'economia basata sulla tecnologia, e una crescita veloce dell'economia, ma questo punto di vista è impossibile, dobbiamo aspettarci alcune volte delle oscillazioni verso il basso, e quella attuale ne fa parte.

L'America sta entrando nella recessione ?

Non penso che l'America stia entrando in una recessione, o se così fosse, questa è di sicuro meno accentuata di quelle passate. La peggiore recessione si è avuta nel 1982-83, di sicuro la più catastrofica del periodo post bellico. In quel periodo era difficile, arduo uscirne e sospetto che fosse diffusa anche in Europa. Mi dispiace essere tanto deprimente! E' sconfortante, ma voglio essere realista e devo esprimere il mio punto di vista come quando scrivevo nel 1990 sulla new economy e sulla sua svolta negativa della quale avevo il sentore.

Vuol consigliare ai piccoli investitori di evitare il Nasdaq ed investire in qualcos'altro o di investire con l'immaginazione e nel proprio stile di vita?

Dipende dall'età che si ha: se si hanno venti, quaranta o anche cinquant'anni si può far parte del Nasdaq senza problemi. Quando invece si hanno sessantacinque, settant'anni o addirittura si è pensionati, non credo sia una buona idea fare parte del Nasdaq visto che i momenti di ribasso possono essere troppo duraturi. Uno dei gravi problemi che ho notato è che alcune persone vogliono investire in questo mercato anche se sono pensionate, mettendo in grave rischio il proprio denaro, sempre se prima lo possedevano.

Il mercato tecnologico tornerà in auge alle quote passate? E comunque vada, cambierà rispetto al passato?

Credo che potrebbe tornare, ma sarà diverso rispetto al precedente. In questo mercato, quando si ha una nuova ondata tecnologica non tutte le compagnie tecnologiche traggono profitto dalle nuove scoperte. Perciò se avremo una nuova ondata di progresso potrebbero non essere le Cisco o le altre compagnie più potenti del mondo a beneficiarne, ma potrebbe toccare a un nuovo gruppo. Nei prossimi due, tre o cinque anni potremmo assistere ad un nuovo boom delle compagnie tecnologiche, me potrebbero non essere le stesse compagnie del passato.