L'avevo detto io…
Michael J. Mandel, grande giornalista economico
di "Business Week" ha scritto un saggio di successo dal
titolo eloquente "Internet Depression"
Come e perché lei aveva previsto cosa stava per accadere?
Sono stato uno dei primi negli Stati Uniti a rendermi conto del
nuovo boom economico nei caotici anni Novanta. Sapevo che quella
fase di sviluppo era dovuta alla tecnologia e agli investimenti
finanziari, ma la maggior parte di essi sono ad alto rischio e molto
variabili dal punto di vista economico. Ero sicuro che questo boom
sarebbe stato seguito da un crollo, la domanda era:
"Quando?". Ero certo che verso la fine del 1999 e gli
inizi del 2000 avrei iniziato a vedere i primi cenni dell'imminente
crollo, quindi in quel periodo iniziai a scrivere Internet
Depression (La caduta di Internet). Prima che la Rete iniziasse a
perdere colpi tutti credevano che in quel momento fossi impazzito,
ma la situazione oggi è cambiata ed è divenuta reale.
Quali furono le cause della crescita del Nasdaq e quali quelle
della sua discesa così verticale ed in così pochi mesi?
Le cause principali per la caduta dei titoli americani vanno
ricercate nel boom del capitale degli investitori. Vede, guadagnare
troppo velocemente tutto questo nuovo denaro, che proviene del
settore tecnologico e che in precedenza non possedeva nessuna
nazione, porta cambiamenti positivi e negativi. Di positivo c'è che
si ottiene uno sviluppo molto più veloce che in qualsiasi altro
campo; di negativo c'è che si può cadere in un circolo vizioso che
provoca il fallimento. Infatti, se il mercato si ferma influenza
negativamente i titoli tecnologici, di conseguenza i titoli
tecnologici crollano e provocano l'ulteriore discesa del mercato
già fermo precedentemente. In questo modo si rischia il ribasso
totale della borsa. A mio avviso, ci troviamo in un momento di crisi
dovuto alla caduta di Internet, questo processo non si è ancora
concluso. Siamo ancora al principio.
Se dovessimo identificare le cause di questo momento, dove
crede che esse risiedano? Negli analisti che a volte hanno gonfiato
i titoli e non hanno rivelato gli affari che realmente celavano con
i loro schemi? Nella stampa che ha diffuso l'euforia generale? Negli
investitori che erano troppo inesperti e non hanno capito che si
trovavano in un giro d'affari rischioso?
Credo che le cause si possano imputare alla terza causa che lei
ha citato; gli investitori non hanno compreso l'entità del rischio
che correvano. Essi hanno agito in maniera troppo avventata
investendo nelle proprie compagnie che erano ad uno stadio di
sviluppo troppo prematuro. Ancora più importante è quello che è
accaduto quando a questi investitori sono stati avvertiti
dell'imminente calo. Negli ultimi tempi la cosa migliore da farsi
quando il Nasdaq, dapprima fermo, iniziava a scendere, era comprare.
Gli investitori hanno assistito alla crescita del Nasdaq, ma poi
hanno perso tutto perché non credevano che potesse scendere.
Quindi, non incolpo agli analisti né la stampa finanziaria, anche
se gli analisti sono stati, come lei sa, troppo ottimisti. La gente
negli ultimi quattro anni ha creduto che i titoli tecnologici
sarebbero saliti e ha pensato: "Devo assolutamente investire
anch'io". Adesso però hanno capito che la new economy è
molto, molto variabile e presenta considerevoli cadute e salite,
proprio come la old economy. Credo che ora inizino a rendersene
conto.
Avete una stampa finanziaria indipendente in America?
Sì certamente, non tentiamo di contrastare quando qualcuno
pubblica la propria posizione finanziaria. Anzi, leggendo questi
giornali noterà che hanno anche una considerevole influenza
sull'opinione pubblica. Ad esempio, quando scrissi i miei articoli
sul Business Week circa l'imminente crollo economico il giornale li
pubblicò anche se mi spiegarono che quei miei avvertimenti
avrebbero potuto scioccare il pubblico.
Siamo alla fine di questo periodo o no, cosa crede che
accadrà?
Voglio solo dire che finora mi riferivo all'economia americana,
mentre l'economia europea e quella globale stanno facendo dei
progressi. In cinque, dieci anni subiranno un forte incremento, e il
Nasdaq salirà, diventeranno delle potenze economiche. Il futuro
immediato è promettente, anche se in seguito potrebbe ingrigirsi.
Invece, per quanto riguarda gli Stati Uniti, il Nasdaq continuerà
ad affondare e questa ulteriore caduta si diffonderà in maniera
globale. Comunque, non dimentichiamo che questo è un aspetto della
new economy che è soggetta ad alti e bassi. Dobbiamo prestare molta
attenzione a quello che facciamo e dobbiamo cercare di raggiungere
una crescita maggiore, tenendo conto che nella borsa ci sono forti
oscillazioni. Non credo che questo sia anormale, vogliamo
un'economia basata sulla tecnologia, e una crescita veloce
dell'economia, ma questo punto di vista è impossibile, dobbiamo
aspettarci alcune volte delle oscillazioni verso il basso, e quella
attuale ne fa parte.
L'America sta entrando nella recessione ?
Non penso che l'America stia entrando in una recessione, o se
così fosse, questa è di sicuro meno accentuata di quelle passate.
La peggiore recessione si è avuta nel 1982-83, di sicuro la più
catastrofica del periodo post bellico. In quel periodo era
difficile, arduo uscirne e sospetto che fosse diffusa anche in
Europa. Mi dispiace essere tanto deprimente! E' sconfortante, ma
voglio essere realista e devo esprimere il mio punto di vista come
quando scrivevo nel 1990 sulla new economy e sulla sua svolta
negativa della quale avevo il sentore.
Vuol consigliare ai piccoli investitori di evitare il Nasdaq
ed investire in qualcos'altro o di investire con l'immaginazione e
nel proprio stile di vita?
Dipende dall'età che si ha: se si hanno venti, quaranta o anche
cinquant'anni si può far parte del Nasdaq senza problemi. Quando
invece si hanno sessantacinque, settant'anni o addirittura si è
pensionati, non credo sia una buona idea fare parte del Nasdaq visto
che i momenti di ribasso possono essere troppo duraturi. Uno dei
gravi problemi che ho notato è che alcune persone vogliono
investire in questo mercato anche se sono pensionate, mettendo in
grave rischio il proprio denaro, sempre se prima lo possedevano.
Il mercato tecnologico tornerà in auge alle quote passate? E
comunque vada, cambierà rispetto al passato?
Credo che potrebbe tornare, ma sarà diverso rispetto al
precedente. In questo mercato, quando si ha una nuova ondata
tecnologica non tutte le compagnie tecnologiche traggono profitto
dalle nuove scoperte. Perciò se avremo una nuova ondata di
progresso potrebbero non essere le Cisco o le altre compagnie più
potenti del mondo a beneficiarne, ma potrebbe toccare a un nuovo
gruppo. Nei prossimi due, tre o cinque anni potremmo assistere ad un
nuovo boom delle compagnie tecnologiche, me potrebbero non essere le
stesse compagnie del passato.
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