Mercoledi' 25 aprile 2001

Revisione testi a cura della redazione internet di MediaMente

Il grande crack

L'avevo detto io…
Intervista a M.Mandel

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Cari manager, rimboccatevi le maniche

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Cari manager, rimboccatevi le maniche

Elio Catania, presidente IBM Italia, analizza il fenomeno dal punto di vista dell'operatore nel mercato dell'Information Technology. È necessario tornare con i piedi per terra e ripensare il modo di gestire le imprese

Quante compagnie sopravviveranno in questa fase?

Tutte quelle che faranno esattamente lo stesso percorso che abbiamo fatto noi in IBM. Bisogna porsi domande difficili: chi sono i miei nuovi competitori? ho le reti di distribuzione giuste? ho le competenze adatte? ho i processi aziendali nuovi? Le società nate intorno ad Internet, le cosiddette "dotcom", hanno indubbiamente il merito di modificato il vecchio modello aziendale: queste società nuove hanno tracciato la linea, la direzione attorno alla tecnologia, con una grande vocazione di marketing, con una grande apertura internazionale; fanno molto leva sul capitale umano, sulla capacità della gente di innovare e di creare. Questo è un po' il nuovo sentiero: tutte le imprese, le vecchie e le nuove, che sapranno ispirarsi a questi nuovi valori saranno le imprese che potranno sopravvivere ed uscire prima da questo momento di difficoltà.

Una considerazione sulla nuova economia che incontra la vecchia economia, diventano l'economia del terzo millennio: è una transizione lunga?

Io credo che siamo entrati, in generale, in una nuova fase di Internet e delle tecnologie di Rete. Ho sempre sostenuto che parlare di nuova economia in opposizione ad una vecchia economia può portarci fuori strada: sono convinto che l'economia è la stessa, così come i fondamentali dell'economia contano e valgono sempre. Da questo punto di vista, bisogna riconoscere - e so di essere impopolare - che la fase di correzione di Borsa è salutare: tutti gli imprenditori hanno capito che se vogliono veramente avere un grande ritorno da queste tecnologie di Rete e da Internet, non basta fare un sito, mettere il listino dei propri prodotti su una pagina Web ed aspettare che qualcuno vada a visitarla. Queste tecnologie pagano se sono applicate in modo pervasivo a tutta l'impresa, vecchia o nuova, piccola o grande, pubblica o privata. Questo è il nuovo approccio che ci porterà fuori dalla crisi: le imprese dovranno cambiare pelle, il loro modo di fare affari grazie alle nuove tecnologie. In concreto, vuol dire intraprendere un rapporto diverso con i clienti, i fornitori, le persone che lavorano all'interno dell'impresa, per favorire la conoscenza e la capacità di reazione sul mercato.

Si sente ottimista sulla ripresa?

Io sono ottimista perché le nuove tecnologie hanno dato grandi possibilità di portare all'esterno attività, di rendere le imprese più agili, più flessibili, quindi più reattive. Mi aspetto, da parte del sistema economico e delle imprese, una capacità di reagire anche in una fase di difficoltà di questo tipo. La capacità di leadership, ossia la capacità dei manager di capire ciò che sta succedendo farà la differenza: questo lo vedo in Italia, in Europa così come negli USA. Dobbiamo stare attenti a non confondere le correzioni di Borsa con il valore strategico delle nuove tecnologie. Non è la prima volta che l'introduzione di nuove tecnologie nelle imprese e nel sistema economico genera una reazione come quella che stiamo vivendo in questa fase: un grande entusiasmo seguito da una fase di maggiore realismo.

Secondo lei, questa correzione profonda del mercato della new economy è paragonabile alla crisi economia del mercato dell'informatica degli anni Ottanta?

Il periodo che stiamo vivendo è un po' diverso perché le nuove tecnologie di Internet e di Rete hanno un carattere particolare: sono pervasive, cioè riguardano tutti (individui, imprese, il rapporto tra imprese e fornitori, tra imprese e clienti), quindi l'impatto di queste tecnologie è indubbiamente più forte. Credo che stiamo vivendo davvero una fase un po' paradossale: questa correzione di Borsa ci ha fatto tornare tutti con i piedi per terra. Sono convinto che un'impresa oggi per poter avere grandi ritorni e grandi vantaggi deve rimettersi in discussione. In IBM, l'abbiamo fatto: abbiamo deciso di farlo 5 anni fa quando intuimmo che queste tecnologie, al di là dell'aspetto tecnico, avrebbero indotto delle trasformazioni profonde e istituzionali nel modo di lavorare delle imprese, nel modo di fare università, nel modo di gestire il rapporto tra impresa pubblica e cittadini. Decidemmo di fare una scommessa: decidemmo di ridisegnare la società IBM trasformandoci intorno alle tecnologie di Rete, cambiando ad esempio il rapporto tra noi e i nostri clienti. Cominciammo ad integrare tutti nei nostri processi industriali, creando quasi un ecosistema, un'impresa allargata al centro di una Rete.

Che sensazione ha avuto dell'informazione finanziaria in Italia?

La mia impressione è che si può fare di più. In una fase di trasformazione di questo tipo in cui siamo di fronte a fenomeni economici nuovi e imprese nuove, l'informazione diventa veramente cruciale. Negli ultimi 18-24 mesi c'è stata forse un'informazione un po' superficiale: si è parlato di nuova economia, di paradigmi nuovi, ma in realtà i fondamentali dell'economia sono invariati: le aziende si giudicano dal loro piano economico, dal fatturato e dalla capacità di avere tanti clienti soddisfatti e impiegati motivati. Da questo punto di vista, credo che l'informazione che è stata data sulle "dotcom" non sia stata completa e abbia portato un po' fuori strada gli investitori.

Sei d'accordo con le previsioni di Mandel?

Difficile fare previsione. Faccio una riflessione, non da economista né da analista, ma da persona che lavora nell'IT. Credo che dobbiamo analizzare con grande curiosità quello che succederà. A pensarci bene, questa è la prima crisi economica, fase pseudo-recessiva di Internet: l'economia americana negli ultimi anni è cresciuta tanto e senza inflazione, grazie al grande salto di produttività generato alle tecnologie. Quindi si è accumulato nel sistema economico americano tantissima flessibilità, tantissima capacità di reazione. Sarà veramente interessante capire se il tempo di recupero sarà così lungo o assisteremo ad un altro miracolo economico, ovvero una ripresa decisamente più breve. Non c'è dubbio che siamo di fronte ad una discontinuità profonda.

IBM