La chiesa nella Rete
Internet
o infernet?
Quello dei rapporti tra mondo cattolico e la Rete è un argomento
assai dibattuto e controverso: Internet entra nei meccanismi di
gestione di un sistema che già da molto tempo prima di Internet
aveva costruito una sua struttura reticolare alla quale la Rete si
e' facilmente sovrapposta. Ma la Chiesa dei popoli, la Chiesa fatta
dai tanti cattolici che lavorano nel silenzio e fuori
dall'ufficialità, utilizza anch'essa e in maniera estremamente
efficace Internet. Per fare un esempio citiamo l'agenzia di stampa Misna
(Missionary news agency) che basa la sua raccolta di notizie
sull'esteso network dei missionari comboniani. E spesso Misna riesce
ad essere estremamente più aggiornata delle più grandi agenzie di
stampa mondiali. Citiamo poi anche siti come Paxchristi,
che offrono liste di discussione, testi di riflessione e che sono il
centro di coordinamento di tantissime iniziative "di
base", sia di spiritualità che di azione sociale. Poi esistono
anche le riserve, quando non si trattava di vere e proprie condanne,
espresse da alcuni alti esponenti della gerarchia cattolica:
"Il pericolo di Internet", "un universo senza
valori" oppure "Attenti a Internet", fino al recente
ammonimento dell'arcivescovo di Bologna, cardinale Giacomo Biffi,
che lo scorso dicembre aveva parlato delle "nuove piccole
strade di salvezza" proposte dalla società moderna. Strade che
comprendevano "un'arte informatica sempre più
sofisticata" in cui ormai in molti "si spendono totalmente
e si perdono, e così in tempo reale riescono a sapere tutto, tranne
ciò che davvero vale per dare senso all'esistere". Ma forse
possiamo dire che le cose stanno cambiando: è infatti lo stesso
Pontefice, in un recente incontro con i giornalisti sul ruolo
dell'informazione online, a dire: "consideriamo positiva la
capacità di Internet di trasmettere informazioni e insegnamenti di
carattere religioso oltre le barriere e le frontiere. Nella nostra
epoca è necessario un utilizzo attivo e creativo dei mezzi di
comunicazione sociale da parte della Chiesa". L'ostracismo non
poteva durare a lungo, le riserve della Chiesa verso la più
importante delle nuove tecnologie, quella Rete tante volte guardata
con sospetto sembrano finite. La chiesa Cattolica per secoli
all'avanguardia nell'utilizzo di tutti i mezzi di comunicazione,
dalla parola alla pittura, dal cinema alla televisione, ha accolto
Internet come strumento di diffusione del proprio credo. Così se da
noi, popolo di telefonini, fa ancora notizia il parroco che legge
gli SMS di auguri durante la messa di Natale, nelle Filippine è
proprio la Chiesa il maggior provider internet del paese, a prezzi
stracciati rispetto ai concorrenti, naturalmente. Si moltiplicano da
mesi i siti cattolici, ufficiali e non, ma a far notizia è sempre
la parola del Papa che il 24 gennaio scorso, presentando la 35ma
giornata della Comunicazione Sociale che si terrà il 14 Maggio, ha
indicato "la capacità positiva di Internet di trasmettere
informazioni e insegnamenti di carattere religioso oltre le
frontiere e le barriere".
Ex modem
Come ha dichiarato Padre Navarro Valls, portavoce del vaticano,
"il Papa si è fatto spiegare la base tecnica del sistema.
Naturalmente ho fatto una sintesi molto elementare, quella stessa
che avevano fatto a me due anni fa. Lui ha capito subito sia la
dimensione tecnica sia, soprattutto, la dimensione
"culturale" del mezzo. Allora ha detto: "Perché la
Santa Sede non è ancora lì?" "Santo Padre, perché si
aspetta che venga deciso", "E chi deve decidere
questo?", "Lei", "Si faccia!". Due mesi
dopo, esattamente, c'era già il primo sito sperimentale sulla rete.
Quello che ho detto vuol dire che Internet non presenta alcuna
incompatibilità per la trasmissione dei valori, in particolare di
quei valori di significato capace di arricchire la persona
individuale o il gruppo sociale. Ricordo quando un anno fa abbiamo
cominciato nella Santa Sede a preparare o a pensare di preparare un
sito, una presenza istituzionale della Santa Sede in Internet, una
delle prime domande che ci hanno posto è stata: "Ma non
pensate che con la banalità enorme che c'è in Internet,
partecipare la Santa Sede a questo progetto, a questo sistema di
comunicazione, inevitabilmente comporterà una banalizzazione dei
contenuti della Santa Sede, quelli che siano?". La risposta da
questo punto di vista è: "no", poiché, come accennavo
prima, non è che con questo cambiamento nei contenuti culturali di
Internet si sia banalizzato tutto Internet."
E ora tutti parlano di e-vangelizzazione!
Conclusioni
Dopo i primi tentennamenti, giustificati dalla natura estremamente
incerta dell'ambiente di Internet, dal suo essere da un lato
estremamente duttile per raggiungere chiunque abbia un pc ma anche
dal suo alto grado di anarchia, la Chiesa si sta muovendo, si sta
guardando ancora intorno ma crediamo che in breve tempo recupererà
il terreno ceduto soprattutto nei confronti delle altre confessioni,
e ancor di più verso le tante nuove sette che in Internet sembrano
pullulare: perché anche la Chiesa sa che le nuove eresie si
combatteranno anche in rete. Un'altra considerazione da fare è che
i cattolici nel mondo sono circa un miliardo, il computer è sempre
più il mezzo con il quale si comunica e allora era impensabile
starne fuori, ma sappiamo anche che oramai almeno la metà dei
cattolici abita in realtà povere dove è difficile creare
democrazia ed educazione. Cosa farà la Chiesa? Opterà per l'alfabetizzazione
anche digitale o si limiterà a controllare i propri fedeli
occidentali e ricchi irretiti dai tanti messaggi che provengono dal
web? Difficile dirlo ora, staremo a vedere.
|